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Turchia-Croazia, Vida esce all’intervallo perché positivo al Covid-19
La Nazionale croata ha da poco comunicato la positività al Covid-19 di Domagoj Vida. Il problema? Il giocatore purtroppo era titolare nel match contro la Turchia di Hakan Calhanoglu (che è restato in panchina per tutta la partita, ma che diventa comunque un'incognità in ottica futura) ed è uscito solamente a fine primo tempo dopo la comunicazione della positività da parte della Federazione. Questo il comunicato:
"Dopo che tutti i giocatori e i membri dello staff sono risultati negativi nel test regolare per la partita con la Turchia di lunedì, mercoledì mattina è stato condotto un altro giro di tamponi per la partita con la Svezia. La Federazione ha ricevuto i risultati dei test ufficiali dopo la mezzanotte ora locale ed ha mostrato che il membro della squadra nazionale Domagoj Vida è risultato positivo al Covid-19. Il servizio medico della nazionale croata ha ricevuto le prime informazioni al termine dell'intervallo contro la Turchia. Poiché il selezionatore Zlatko Dalić aveva già deciso in quel momento di cambiare Vida, il servizio medico della squadra nazionale ha isolato Vida secondo tutte le misure epidemiologiche fino alla conferma dei risultati dei test. Vida, secondo il regolamento, trascorrerà i prossimi giorni in auto isolamento a Istanbul".
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Di Marzio: "Galliani e il retroscena dell'acquisto di Kakà"
In "Grand Hotel Calciomercato", libro scritto da Gianluca Di Marzio, c'è un capitolo in cui si raccontano tanti aneddoti e curiosità su Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, che nella loro lunga esperienza al Milan hanno chiuso tanti grandi colpi di mercato. Un retroscena molto interessante è quello che riguarda l'acquisto di Ricardo Kakà nell'estate del 2003: "Il Boss, Adriano Galliani, ha un solo modello d’azione: il tenente colonnello Oliver North, un ex marine reduce dalla guerra del Vietnam - riporta gianlucadimarzio.com -. Uno che, in un modo o nell’altro, ha sempre raggiunto l’obiettivo, a costo di finire in galera. L’importante è non tradire la fiducia di chi crede nelle tue capacità. 'È stato il presidente Reagan a mandarla?' gli chiesero. 'Io? Reagan? Mai sentito'. Ecco, questa è il concetto. C’è un colpo che resta nella memoria dei milanisti, anche più giovani: Ricardo Kakà. La vocina arriva dal Sudamerica. E’ l’ex giocatore rossonero Leonardo a consigliare. 'Boss, non si faccia scappare Ricardo, ne vale la pena'. Galliani si fida e procede nei discorsi col San Paolo. È ferragosto, il mercato sta quasi finendo e in Sardegna non ci sono stampanti all’orizzonte. 'Sto aspettando i fogli dal Brasile! Mi serve un aiuto' strilla Adriano in pantaloncini da mare all’agente immobiliare che ogni anno gli affitta le case in Costa Smeralda. Il fax in qualche modo arriva, l’affare si chiude a 7 milioni e mezzo di dollari. Ancelotti non ne sa nulla e si ritrova Kakà direttamente a Milanello per il primo allenamento: al termine della sgambata, con tanto di partitella finale, l’allenatore decide di chiamare Galliani. 'Ma dove l’avete preso? È un fenomeno!! Non ne ho mai visto uno così'. Il ragazzino soffia persino il posto a un mostro sacro come Rui Costa, il numero 10, il più talentuoso, che però alza le mani e ammette con il consueto stile: 'Questo è più forte di me'. Kakà vincerà il Pallone d’oro diventando uno dei più forti. Facendo le fortune di chi ha avuto il coraggio di puntare su di lui: il Cavaliere e il Boss".