Castle on the Coast
Una giraffa e un castello magico
Buffo, bizzarro, anche goffo, sono aggettivi con cui si potrebbe descrivere il gioco di Big Heart Productions. Giocandoci infatti, soprattutto nelle prime ore, ci chiederemo perché il personaggio si muova in modo così strano, o perché le varie situazioni siano così bizzarre, così come le location. Tuttavia superato questo senso di straniamento, il gioco si dimostrerà un platform strutturato quanto meno con criterio… purtroppo però il resto degli elementi ludici sono inseriti in maniera molto claudicante, infatti ci troveremo a sbattere la testa in primis contro controlli imprecisi e telecamera problematica, che rappresentano, ovviamente, il più grosso limite della produzione. La varietà ludica e visiva, invece, è più che buona, grazie alle tante location da visitare e alle situazioni abbastanza variegate da affrontare.
Il problema di fondo è la discrasia tra tutto ciò che concerne le scelte artistiche e poi il giocato vero e proprio. Se la presentazione è ovviamente catchy per un pubblico di più piccoli, anche perché quelle stranezze e follie di cui sopra sono proprio quelle che si trovano in cartoni animati dedicati a loro, tipo Peppa Pig, il giocato può risultare challanging anche per un giocatore più smaliziato, per via dei controlli e telecamera citati prima ma anche perché molti collezionabili sono veramente tediosi da raggiungere. A ciò aggiungiamoci che ci sono delle abilità che non useremo praticamente MAI. Insomma, in molte situazioni il gioco diventa frustrante. Una pezza a questa dissonanza può essere ricercata nella presenza della modalità coop che rende le cose leggermente più facili per il piccolo player se viene aiutato dal fratello/sorella o padre/madre, tuttavia il “problema” resta.
Come longevità siamo su buoni livelli, anche grazie alla natura intrinseca dei collectathon. Artisticamente il titolo presenta scenari e personaggi dipinti a mano, è molto colorato, ma come già avrete capito, per l’occhio il quadro complessivo, aggiungendo anche le animazioni all’equazione, risulta essere… straniante, bravi, avete capito! Plauso per la colonna sonora, veramente ben fatta, meno per i versi/mugugni dei personaggi, tipici anche questi dell’era a cui si ispirano.
+ Platform strutturato con criterio...
+ Buona longevità
- ... ma purtroppo ha una serie di problemi che inficiano negativamente l'esperienza, in primis controlli imprecisi e telecamera ingestibile
Castle on the Coast è un titolo che non riesce a scegliere il suo pubblico di destinazione. La presentazione visiva e tutto il contorno extra ludico sono indirizzati ad un pubblico di videogiocatori piccolissimi, tuttavia pad alla mano, risulta essere, a tratti, frustrante anche per un giocatore più smaliziato, non tanto per una difficoltà di base, quanto per una serie di problemi in tutti gli elementi ludici del pacchetto, in primis controlli imprecisi e telecamera fastidiosa. Peccato, perché la struttura c'è anche...
VOTO: 6,5
Una giraffa e un castello magico
Sviluppato da Big Heart Productions e pubblicato da Klabeter, Castle on the Coast è un platform 3D che strizza l’occhio ai collectathon dei primi anni dell’era PS2. Tutto ciò crea un bell’effetto nostalgia nel giocatore, che alla fine è anche il motivo principale per cui dovreste provare il titolo in questione, dato che poi non offre molto altro.
George, il protagonista, è una giraffa muta di buon cuore che vuole aiutare tutti… ed eccovi servito il pretesto che funge da motore per la storia. L’avventura lo condurrà verso diverse location, piuttosto bizzarre, per aiutare degli orfanelli, conoscendo buffi personaggi.
Buffo, bizzarro, anche goffo, sono aggettivi con cui si potrebbe descrivere il gioco di Big Heart Productions. Giocandoci infatti, soprattutto nelle prime ore, ci chiederemo perché il personaggio si muova in modo così strano, o perché le varie situazioni siano così bizzarre, così come le location. Tuttavia superato questo senso di straniamento, il gioco si dimostrerà un platform strutturato quanto meno con criterio… purtroppo però il resto degli elementi ludici sono inseriti in maniera molto claudicante, infatti ci troveremo a sbattere la testa in primis contro controlli imprecisi e telecamera problematica, che rappresentano, ovviamente, il più grosso limite della produzione. La varietà ludica e visiva, invece, è più che buona, grazie alle tante location da visitare e alle situazioni abbastanza variegate da affrontare.
Il problema di fondo è la discrasia tra tutto ciò che concerne le scelte artistiche e poi il giocato vero e proprio. Se la presentazione è ovviamente catchy per un pubblico di più piccoli, anche perché quelle stranezze e follie di cui sopra sono proprio quelle che si trovano in cartoni animati dedicati a loro, tipo Peppa Pig, il giocato può risultare challanging anche per un giocatore più smaliziato, per via dei controlli e telecamera citati prima ma anche perché molti collezionabili sono veramente tediosi da raggiungere. A ciò aggiungiamoci che ci sono delle abilità che non useremo praticamente MAI. Insomma, in molte situazioni il gioco diventa frustrante. Una pezza a questa dissonanza può essere ricercata nella presenza della modalità coop che rende le cose leggermente più facili per il piccolo player se viene aiutato dal fratello/sorella o padre/madre, tuttavia il “problema” resta.
Come longevità siamo su buoni livelli, anche grazie alla natura intrinseca dei collectathon. Artisticamente il titolo presenta scenari e personaggi dipinti a mano, è molto colorato, ma come già avrete capito, per l’occhio il quadro complessivo, aggiungendo anche le animazioni all’equazione, risulta essere… straniante, bravi, avete capito! Plauso per la colonna sonora, veramente ben fatta, meno per i versi/mugugni dei personaggi, tipici anche questi dell’era a cui si ispirano.
+ Platform strutturato con criterio...
+ Buona longevità
- ... ma purtroppo ha una serie di problemi che inficiano negativamente l'esperienza, in primis controlli imprecisi e telecamera ingestibile
VOTO: 6,5