Resident Evil Zero HD (PS3)
a cura di
diennea2
Uscito nel lontano 2002 per Gamecube, Resident Evil Zero si ripropone per le odierne console sottoforma di versione rimasterizzata.
Considerato da molti come il capitolo più atipico della serie, è a conti fatti l’ultimo avente la formula dalle inquadrature fisse.
Zero è l’origine, la genesi di tutte le vicende della serie, e si svolge precisamente poco prima dell’incidente di villa Spencer.
Partiremo subito con Rebecca Chambers (già vista nel primo Resident Evil), e dovremmo catturare Billy Coen, un ex-soldato ricercato per omicidio. Ovviamente riusciremo a trovarlo, ma la cooperazione forzata con questo losco individuo servirà per sopravvivere all’ennesima ondata di non-morti.
La trama è abbastanza superficiale (come in tutti i capitoli), anche se svela alcuni retroscena nell’ambiente della Umbrella e dei suoi dirigenti, non racconta niente di più.
Perché poco fa ho detto “atipico”? Semplice, qui gestiremo non uno, ma ben due personaggi. Con l’apposito tasto passeremo da Rebecca a Billy e viceversa, con questa formula volente o nolente saremo costretti ad affidarci all’IA amica che fungerà da secondo giocatore alquanto scarsettino, ovviamente avremo il potere di dettare ordini al nostro compagno, se attaccare/inseguirci o meno.
Questa struttura però è molto “fragile”, basta mettere K.O. uno solo dei due per far apparire la schermata di Game Over, quindi dovremo prestar loro molta attenzione, soprattutto per Rebecca che è fisicamente meno resistente di Billy.
Zero a dispetto del primo capitolo risulta più action, la varietà e la quantità dei mostri è notevole, ma non mancheranno di certo le munizioni, le quali ne troveremo in abbondanza. Gli enigmi sono presenti, ma nettamente meno ispirati e più semplici da risolvere, ma alcune volte i due personaggi saranno divisi in base agli indovinelli del gioco, aumentando la tensione e il rischio di incappare in troppi nemici.
Cosa assai importante da annotare è la mancanza del baule per gli oggetti, in questo capitolo i consumabili e le armi si trovano in gran numero mentre gli inventari si presentano ognuno sottoforma di sole 6 caselle, quindi per ovviare al problema “forziere” avremo l’opzione di lasciar per terra qualsiasi tipo di oggetti. Questa opzione non è una cosa di poco conto: il backtracking è inversamente proporzionale alla furbizia del giocatore, praticamente se lascerete a vanvera gli oggetti il backtrackin’ diventa spaventoso, quindi per evitare questi inconvenienti il consiglio è quello di lasciarli cadere in una stanza trasformandola in un HUB personale, poi se aggiungiamo che i nemici respawnano(non in modo incessante), il mio consiglio diventa spassionato.
I punti di salvataggio sono ben disposti, ma le cartucce di inchiostro (indispensabili per il salvataggio) se ne trovano anche fin troppe.
Un fatto che ho tristemente notato sono la mancanza di certe situazioni particolari come l’entrata di scena improvvisa di certi mostri, nate per spezzare quel senso di sicurezza che abbiamo in noi .
Altro fatto da sottolineare sono le boss fight, abbastanza anonime e prive di carattere, sia dal punto di vista del gameplay, sia a livello artistico.
La mappa del gioco è grande ed è molto articolata, tutte le zone del gioco sono legate tra loro e la presenza di shortcut elimina la rottura di ripercorrere ogni singola stanza (soprattutto verso la fine).
Oltre alla planimetria fortunatamente il gioco ci avvisa anche in quale stanza abbiamo lasciato cadere a terra gli item. Gli scenari artisticamente parlando sono buoni, il treno e l’istituto sono eccezionali e ricordano moltissimo la tensione macabra del primo episodio della serie, ma da tre quarti del gioco in poi il titolo perde di atmosfera mostrando un ambientazione scialba e poco spaventosa.
Tecnicamente parlando Zero offre una buona esperienza di gioco, la IA amica è scarsettina, ma esegue sempre i nostri ordini, mentre quella nemica è abbastanza reattiva e basilare. L’illuminazione e le ombre dinamiche sono pressoché perfette, dando “luce” al lavoro sull’ambientazione degli scenari e i personaggi e mostri sono ben dettagliati, il che dimostra che qualche lavoro perlomeno l’hanno fatto. Il sonoro è anch’esso buono, e le musiche sono contraddistinte da rumori ambientali e “canzoni” che specificano un pericolo non indifferente (aka boss).
La mia prima run è durata una 15ina di ore, mentre se parliamo di rigiocabilità questa non offre molto, oltre alla difficoltà Leech Hunter, potrete vestire i panni di Wesker, un personaggio interessante, ma dai poteri fin troppo smisurati.
Zero è un ottimo gioco, la formula del doppio personaggio giova moltissimo al gameplay, il rischio del gameover diventa reale, ma parlando di atmosfera questa formula abbassa notevolmente quel senso di solitudine e paura tipico del primo Resident Evil. L’ambientazione, tranne nella prima metà soffre parzialmente di una mancanza horrorifica, facendo storcere un po’ il naso a chi magari è affezionato alla tensione dei primi capitoli della serie. Ciò nonostante questa atipica struttura survival funziona egregiamente e il giocatore nostalgico che è in voi si divertirà di certo se sorvolerete ai problemi d’atmosfera che il gioco si porta dietro.
Voto: 8