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Doom & Destiny Worlds - Recensioni degli Utenti

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Doom & Destiny Worlds
Eravamo quattro amici al craft...

Ho affrontato con particolare gusto Doom & Destiny Worlds sapendo che si trattava di un gioco italiano: ma con ancor più gusto ho scoperto che davvero ha un tocco di italianità. I personaggi, quattro nerd sprofondati in un’avventura improbabile quanto si conviene, si dice siano gli avatar di un gruppo di amici reale, fra cui l’ideatore della serie Doom & Destiny di cui questo Worlds è il terzo episodio pubblicato su Nintendo Switch. L’italianità citata emerge dai dialoghi, con uno humor un po’ casereccio, un po’ goffo ma genuino.

Avevo visto il trailer e mi aspettavo un’Adventure a tinte RPG, una specie di Zelda de noartri. Invece il gameplay mi ha quasi subito svelato un’esperienza fondata sul crafting e sul farming, spostando decisamente in avanti il tempo atteso per il completamento consapevole dell’avventura.

La storia si svolge in un arcipelago immaginario abitato in massima parte da creature ostili e da qualche mercante umano risucchiato in quel mondo come i 4 protagonisti e poi datosi al commercio. Se riuscirà a battere i 3 boss previsti dal plot, il quartetto di sfigati potà fare ritorno a casa.

I combattimenti si svolgono a turni, innescati da incontri volontari da parte del giocatore con nemici vaganti. Una volta attivata la battaglia, si scoprono il numero di elementi di cui si compone il plotone nemico e il modo in cui questo è assortito. È possibile la fuga, ma la sua percentuale di riuscita decresce a ogni utilizzo consecutivo non interrotto da un completo successo in battaglia. Durante uno scontro, i nemici nei pressi della battaglia possono aggiungersi ai compagni in lotta, peculiarità che può rendere particolarmente insidiosi gli ambienti ristretti: se la battaglia si allunga ci si può trovare a fronteggiare un numero schiacciante di nemici, a prescindere dalla loro forza singola.

E le battaglie tendono a essere lunghe e contrastate, perché è parecchio intelligente il modo in cui sono suddivise le risorse vitali dei combattenti (sia attaccanti sia nemici): agli HP, base vitale da azzerare perché un carattere sia abbattuto, si associano punti di SP, i quali rappresentano un supplemento di vitalità che per altro si ricarica durante gli scontri e offre una riserva di energia per attacchi speciali; in fine vi sono punti di MP, il mana che consente ulteriori azioni particolari ai magici. I colpi generici intaccano il monte di SP e non danneggiano la base di HP finché l’ammontare di SP non è a zero. Questo doppio schermo (il più esterno dei quali, come si è detto, si riempie parzialmente a ogni turno con intensità decrescente) induce il giocatore a cercare sia la giusta sequenza di attacco fra i quattro elementi del party, resa possibile dal comando di attesa che a ogni turno è disponibile per ciascun attaccante in deroga all’ordine predeterminato, sia la scelta più efficace delle armi (di varietà imbarazzante), modificabile come tutto l’equipaggiamento anche a scontro in corso.

La crescita dei personaggi è indirizzabile dal giocatore: vi sono 4 diversi rami su cui spendere i punti esperienza di ciascuno: forza, agilità, magia, sacro. L’adozione delle armi e dell’equipaggiamento è vincolata dall’esperienza spesa su ciascun ramo: l’arma particolarmente pesante è adottabile da chi ha acquisito molta forza mentre la bacchetta sfiziosa è adottabile da chi ha fatto sufficiente strada nella magia, per esempio. Diversificare, almeno nella fase di avvio, è cruciale.

Alle armi individuali si associa una riserva condivisa di armi da lancio, capaci di raggiungere contemporaneamente più di un nemico e di infliggere danni elementali. Contro i nemici più coriacei è spesso necessario fare ricorso alle armi da lancio più aggressive per evitare che a fine turno la barra SP del mostro torni piena vanificando gli sforzi e i consumi operati dal giocatore. Eh già!, perché tutto l’equipaggiamento utilizzato in battaglia si consuma rapidamente e costa sudore e tempo. E qui arriviamo al cuore di Doom & Destiny Worlds: il crafting.

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La varietà delle materie prime è enorme e induce alla costruzione di un inventario in continua crescita attraverso un numero svergognato di bauli. Tutto o quasi si costruisce, anche le stesse macchine utensili per la trasformazione di semilavorati (lingotti e gomitoli) in prodotto finito (armi, armature, elmi, scudi, anelli, oggetti domestici, totem che influenzano l’ambiente, zaini, bauli, …). Sono tante le tipologie di equipaggiamento realizzabili e molte di più le varianti dello stesso oggetto in base agli ingredienti utilizzati: la medesima arma fabbricata a partire da un lingotto di legno o da un lingotto di ossidiana avrà qualità assai differenti, mentre per alcuni oggetti è presente un’ulteriore variabile fornita da additivi capaci di attivare effetti collaterali in attacco o in difesa. Persino un’operazione basilare come il mining è influenzata dal materiale di cui è composto il piccone utilizzato, per dirne una. Nel crafting, allora, nessuna scelta è indifferente.

L’arcipelago, in cui ci si sposta a nuoto o a bordo di zattera o barchetta, incoraggia l’esplorazione aperta, open world che più open non si potrebbe: la reperibilità delle materie prime è molto legata alle zone (sono 4 anche queste) e andando in giro si reperiscono progetti di utensili sempre più capaci. L’alternanza giorno/notte non si limita alla mera simulazione ma svolge un ruolo: alcuni obiettivi sono raggiungibili solo in alcune fasi della giornata e alcuni personaggi si trasformano in nemici dall’imbrunire all’alba. Il buio della notte o delle caverne può essere rischiarato da lanterne, costruibili o raccoglibili usando una brugola, strumento fondamentale anche per smontare tavoli di lavoro e altre attrezzature durante il viaggio. Ponti e scalinate possono essere costruiti accostando blocchi opportunamente preparati alla base o anche in itinere. È davvero tutto molto ben ingranato in Doom & Destiny Worlds.

E poi c’è il farming, perché alcuni vegetali fa comodo averli sempre a disposizione; così ci si crea una base logistica non solo con scorte e macchine utensili ma con le piantagioni desiderate, dato che le piante/fiori/frutti raccolti in giro possono essere trasformate in semi.

Arrivati a questo punto, è evidente che descrivere in dettaglio cosa si faccia in Doom & Destiny Worlds è un'operazione lunga ed articolata: ma quando ci si trova davanti ad una abbondanza al contempo ben strutturata e ben calibrata, non si può non darne giustizia. Alcuni dei tanti elementi in gioco avrebbero potuto non essere parte integrante delle meccaniche complessive e l’avremmo anche perdonato. Tuttavia ciò non accade. Niente è inutile, qui, anche se potrebbe non essere necessario, il che sancisce la concreta libertà di interpretazione del gioco e il gran novero di opportunità offerte.

All’eccellenza (davvero) dell’impianto di gioco, si accompagna però una conversione per Nintendo Switch non priva di magagne informatiche. In modo singolare il gioco presenta dei rallentamenti ciclici, a singhiozzo, sia durante i frequenti autosave, sia quando ci si approssima a un’isola. E se inizialmente si tratta di un singhiozzo, pian piano la cosa peggiora (verosimilmente con l’appesantirsi degli archivi) e si riscontra un ingolfamento senza ritorno, con un rallentamento fatale dei movimenti risolvibile solo col comando “salva e chiudi” e riavviando il gioco (che fortunatamente riparte dal punto esatto in cui lo si è lasciato). La natura del titolo e il fatto che gli scontri siano turnati assorbono il difetto, pur parecchio grave, in modo tutto sommato gestibile. Tuttavia è un delitto che un gioco di spessore assoluto come questo, disponibile su tutte le piattaforme in uso, debba soffrire giusto su Switch, che potrebbe considerarsi la sua casa ideale.

Lo sviluppatore, che ho contattato per lo scopo, afferma di aver individuato la fonte del problema e pare sia in arrivo a giorni la patch risolutiva.


+ Molti elementi diversificati perfettamente integrati
+ Sistema di combattimento non banale

- Continui rallentamenti obbligano a riavviare frequentemente



Doom & Destiny Worlds è un gioco semplice ma molto ricco e articolato, in cui l’aspetto meramente quantitativo non prende il sopravvento su quello meccanico, tenendo costante il gusto per l’esplorazione, la scoperta, la sperimentazione. Notevole è il difetto tecnico che causa rallentamenti fatali, anche se la natura del gioco e la possibilità di riavviare e ricominciare in modo puntuale lo rendono sopportabile.


VOTO: 8,0
 
Ultima modifica da un moderatore:

Vc3nZ_92

Capomoderatore
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LV
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Pey j complimenti per la recensione... visto che hai un canale con gli sviluppatori, linka la recensione, potrebbe fargli piacere :sisi:
 

wip3out

Signore
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Molto bene per la recensione. L'ho trovato davvero utile.

Quell'ultimo capoverso in cui evidenzi un grosso problema di ottimizzazione e riporti di averlo segnalato allo sviluppatore rende la recensione molto particolare. :sisi:
 
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