Elden Ring
Quando il troppo stroppia
Elden Ring è l'ultima fatica di From Software, disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X|S. Quella che andrete a leggere non è una vera e propria recensione, quanto più una disamina che ruota attorno al concetto espresso dal sottotitolo. Nonostante, quindi, possiate già capire che il gioco mi abbia deluso, l'ho comunque divorato e concluso con il finale che volevo vedere, in 180 ore di gioco.
Ciò che sin da subito, purtroppo, non mi ha convinto, è stata l’ambientazione: l’Interregno mi ha sostanzialmente annoiato. Reduce da Lordran, Lothric, Drangleic e Yharnam, avevo probabilmente alte aspettative. E purtroppo non ho riscontrato lo stesso fascino nella lore di Elden Ring, nel mondo di gioco, nelle ambientazioni. Non mi ha detto veramente niente, e anzi continuavo a rimpiangere i miei amati non morti. Nonostante questo, il gameplay mi è piaciuto tantissimo, è in assoluto il migliore mai fatto da From Software.
Prima di passare al focus evidenziato, due paroline sul tanto criticato riciclo: sinceramente, a me non ha pesato, per me è un falso problema, in quanto la varietà nel gioco è smisurata.
Ma andiamo al succo del discorso. Il troppo stroppia, appunto. Finita la parte della Capitale avevo la lingua di fuori. Troppi, troppi, davvero troppi boss inutili. In un Souls l’esperienza con i boss è unica e quasi irripetibile. È come quando mangi bene in un ristorante di lusso. Se ci vai tutti i giorni due volte al giorno… beh, per te diventerà la norma. Stessa cosa con i boss di Elden Ring: l’impegno che ci metti per superare una sfida è proporzionale al tipo di sfida e alla ricompensa. In Dark Souls i boss sono una ventina, e tutti garantiscono drop unici, armi nuove o l’accesso ad aree inedite da esplorare, al superamento della sfida. In Elden Ring, tutto questo viene a mancare. Se un boss non ti riesce, puoi girare i tacchi e andare a fare tutt’altro. Questa cosa, che detta così può sembrare un bene, all’interno dell’ecosistema dei Souls è un importante stravolgimento all’equilibrio di gioco e al bilanciamento dell’esperienza per il giocatore. Questo perché arrivati ad un certo punto, non si riuscirà più ad avvertire il centesimo boss come un’esperienza unica e irripetibile, ma piuttosto come l'ennesima rottura.
Aggiungo che solitamente con gli altri Souls, una volta finiti, ero avido di contenuti su YouTube. Ad oggi invece non ho praticamente visto nulla e non ho alcuno stimolo nel farlo, tanto mi ha saturato l’esperienza.
+ Miglior gameplay tra tutti i Souls
- Troppi contenuti ridondanti
- L'Interregno mi ha annoiato
In sintesi, Elden Ring è un buon gioco, ma che a causa della sua mole contenutistica mi è risultato veramente molto indigesto. Peccato.
VOTO: 7,5
Quando il troppo stroppia
Elden Ring è l'ultima fatica di From Software, disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X|S. Quella che andrete a leggere non è una vera e propria recensione, quanto più una disamina che ruota attorno al concetto espresso dal sottotitolo. Nonostante, quindi, possiate già capire che il gioco mi abbia deluso, l'ho comunque divorato e concluso con il finale che volevo vedere, in 180 ore di gioco.
Ciò che sin da subito, purtroppo, non mi ha convinto, è stata l’ambientazione: l’Interregno mi ha sostanzialmente annoiato. Reduce da Lordran, Lothric, Drangleic e Yharnam, avevo probabilmente alte aspettative. E purtroppo non ho riscontrato lo stesso fascino nella lore di Elden Ring, nel mondo di gioco, nelle ambientazioni. Non mi ha detto veramente niente, e anzi continuavo a rimpiangere i miei amati non morti. Nonostante questo, il gameplay mi è piaciuto tantissimo, è in assoluto il migliore mai fatto da From Software.
Prima di passare al focus evidenziato, due paroline sul tanto criticato riciclo: sinceramente, a me non ha pesato, per me è un falso problema, in quanto la varietà nel gioco è smisurata.

Ma andiamo al succo del discorso. Il troppo stroppia, appunto. Finita la parte della Capitale avevo la lingua di fuori. Troppi, troppi, davvero troppi boss inutili. In un Souls l’esperienza con i boss è unica e quasi irripetibile. È come quando mangi bene in un ristorante di lusso. Se ci vai tutti i giorni due volte al giorno… beh, per te diventerà la norma. Stessa cosa con i boss di Elden Ring: l’impegno che ci metti per superare una sfida è proporzionale al tipo di sfida e alla ricompensa. In Dark Souls i boss sono una ventina, e tutti garantiscono drop unici, armi nuove o l’accesso ad aree inedite da esplorare, al superamento della sfida. In Elden Ring, tutto questo viene a mancare. Se un boss non ti riesce, puoi girare i tacchi e andare a fare tutt’altro. Questa cosa, che detta così può sembrare un bene, all’interno dell’ecosistema dei Souls è un importante stravolgimento all’equilibrio di gioco e al bilanciamento dell’esperienza per il giocatore. Questo perché arrivati ad un certo punto, non si riuscirà più ad avvertire il centesimo boss come un’esperienza unica e irripetibile, ma piuttosto come l'ennesima rottura.
Aggiungo che solitamente con gli altri Souls, una volta finiti, ero avido di contenuti su YouTube. Ad oggi invece non ho praticamente visto nulla e non ho alcuno stimolo nel farlo, tanto mi ha saturato l’esperienza.
+ Miglior gameplay tra tutti i Souls
- Troppi contenuti ridondanti
- L'Interregno mi ha annoiato
VOTO: 7,5