Quando si parla di questa saga, è ormai assodato che spesso si preferisce (come del resto si ritiene il più difficile) il primo che si è giocato (non che sia sempre così, ma è un fenomeno abbastanza ricorrente)
certamente, seppur tra alti e bassi, ciascun capitolo ha una sua personalità e qualcosa da dire, incluso il tanto bistrattato DS2
detto questo, esprimo la mia preferenza cercando di contestualizzare il più possibile ciascun capitolo
Demon's è molto grezzo sotto tanti aspetti e ludicamente parlando non è invecchiato benissimo. Al contrario di tanti altri, la meccanica delle tendenze a me non è mai piaciuta (infatti non è più tornata). Inoltre il gameplay è piuttosto sbilanciato, e a parte alcuni picchi è difficile sostenere che sia il più difficile della saga. Tuttavia altrettanto innegabili sono i suoi meriti: in primis aver inventato la formula, un sistema di gioco immersivo e punitivo ma dannatamente gratificante. In secondo luogo, pur nel suo minimalismo tecnico, l'evocatività e la suggestione suscitati da diverse situazioni e ambientazioni gli conferiscono un'anima e una personalità che penso sarebbero in grado di sorprendere anche il più navigato giocatore della saga che si accingesse a provare il gioco oggi. Demon's Souls ha un'anima e uno stile visibilmente diversi da quello che sarebbe stato il suo successore, che in effetti nessuno pensò mai di definire diversamente da "successore spirituale". Nota di merito all'implementazione geniale dell'online, che già in questo capitolo riesce a dare il meglio di sé
Dark Souls a mio parere è il miglior compromesso raggiunto dalla saga: riesce a consacrarla al grande pubblico, senza che questo significhi svendersi. Se il predecessore ha inventato la formula, si può però dire che è questo capitolo a fare da matrice della famiglia dei souls-like. Stilisticamente si ha una decisa virata verso un dark fantasy spiccatamente più epico. Innegabile miglior pregio del titolo è l'open world interconnesso a progressione non lineare, del quale fin troppo spesso si leggono lodi. A questo capitolo inoltre si deve probabilmente la responsabilità di aver posto enfasi sulla narrazione lore-centrica (Demon's era molto più "esplicito" e chiaro in ciò che accadeva).
Dark Souls II è ludicamente e contenutisticamente sovrabbondante (penso sia anche più vasto del 3) e probabilmente questo è tanto il suo miglior pregio quanto il suo peggior difetto: il troppo stroppia talvolta, ed è statistico che non tutto quello che viene mostrato riesca ad essere all'altezza. Deve inoltre il suo marchio d'infamia ad altre due caratteristiche: l'accusa riguardante la mancanza di coerenza interna e interconnessione dell'open world (ma del resto nessun capitolo tornerà agli standard del primo Dark) e una marcata distanza stilistica dai suoi fratelli (imputabile all'assenza di Miyazaki). E' difficile contraddire nettamente una di queste due accuse; indubbiamente, più che la mancanza di ispirazione, pesa l'assenza di un forte elemento di coerenza stilistica, tanto relazionando il capitolo al resto della saga, quanto guardando all'interno del capitolo stesso. Il rovescio della medaglia è che si tratta comunque del capitolo forse più eterogeneo, e probabilmente ancora oggi il più bilanciato e divertente quando si parla di pvp.
Dark Sous III è tecnicamente il più evoluto ed un ottimo sequel del primo capitolo; in un certo senso si muove in una direzione praticamente opposta rispetto al secondo capitolo: laddove quest'ultimo si distaccava nettamente dai predecessori, DSIII è estremamente derivativo (includendo nell'equazione anche BB) e la controversia sta tutta qui: nel riuscire a tracciare la linea di confine tra "omaggio" e "debito". In ogni caso è un gioco decisamente organico ed è più coerente rispetto al secondo capitolo, soprattutto per quel che riguarda tanto la disposizione delle aree quanto degli oggetti al loro interno. Inoltre a mio avviso può vantare delle migliori boss fight dell'intera saga (incluso un boss finale che metto sotto soltanto a quello di BB). Il suo limite probabilmente è di dipendere troppo dal resto della saga per potersi permettere di brillare del tutto di luce propria.
Bloodborne per me è stato amore a prima vista; la volontà di creare qualcosa di nuovo è decisamente riuscita, ma non tanto a livello ludico per quel che mi riguarda, quanto piuttosto nell'essere riusciti a creare un prodotto lovecraftiano non su licenza dotato di personalità e carisma dirompenti. Complice forse l'impietoso confronto con il predecessore DSII, BB è probabilmente il miglior capitolo per quel che riguarda la creazione nei minimi dettagli di lore e atmosfera. Certe porzioni del gioco sono così belle e ispirate che me le ricordo ancora adesso vividamente, soprattutto nel dlc. Di contro, contestualizzato ai tempi, trovo che la sterzata nel gameplay non sia pienamente riuscita. Il gioco è divertente e gratificante, e lo snellimento delle meccaniche e funzionale nonché in grado di regalare bei momenti, ma tolto l'incanto derivato dal game design, non è difficile intravedere la povertà ludica del titolo: la prima run soffre di una pessima distribuzione di oggetti, armi ed equipaggiamenti, nel senso che per avere accesso a certe armi o build è necessario aspettare praticamente la seconda metà inoltrata del gioco....e considerato il ruolo ricoperto dalle armi nell'economia del gameplay, non è stata a mio avviso una saggia mossa. Inoltre i calici mettono facilmente a nudo la mancanza di un certo grado di varietà nelle build, che risentono soprattutto della carenza di un adeguato numero di oggetti di supporto/buff/magie e di un sistema di statistiche che finisce per essere quasi d'intralcio. E' forse uno dei giochi dei quali allo stesso tempo riesco a desiderare e NON desiderare un sequel
Tirando quindi le somme...il primo Dark
...che guardacaso è stato il primo che ho giocato