Discorso ciclico che non si incontra da un po'; la difficoltà nel rispondere a questa domanda sta nel fatto che, sostanzialmente, a seconda del contesto non sono bastati secoli e secoli di creazioni umane a mettere d'accordo le persone sul significato e sull'entità del termine "arte", e su cosa sia "artistico" o no.
In senso generale, l'"arte", facendo capo al termine ars in latino, è semplicemente una "tecnica" produttiva altamente codificata e riconoscibile come appartenente ad un gruppo o ad una professione, un insieme di regole e competenze necessarie a produrre qualcosa, qualcosa che non potrebbe essere prodotto da chiunque senza avere queste conoscenze.
A questo significato generale poi si aggiungono le implicazioni derivate dall'estetica: travalicando l'aspetto meramente pragmatico, oggetto della sanzione di "artisticità" di un prodotto sono gli effetti che questa produce nell'osservatore, forse anche il suo impatto culturale, ma tutto questo non nell'ambito di una sfera puramente soggettiva, ma sempre in relazione paradigmatica con gli altri prodotti della stessa "arte" (o di altre affini). Infine, ovviamente, il discorso sull'estetica tende a privilegiare oggetti che fanno di quello estetico il loro fine principale: scherzando qualcuno potrebbe dire ad un falegname che ha realizzato una splendida porta che è "un artista", ma la porta è un oggetto che ha un fine principalmente pratico e non è visto come oggetto di un'esperienza estetica, a differenza di un dipinto, un film, un libro; certo, se la porta fosse realizzata in modo da colpire in qualche modo l'osservatore e non servisse come "porta" ma come oggetto fine a sé stesso, portatore di un qualche messaggio di chi l'ha creata, qualcuno potrebbe anche chiamarla "arte". Allo stesso modo, un dipinto, un libro o un film qualsiasi non sono per forza arte: certamente una persona è più incline a chiamare "arte" un romanzo che non un trattato di pedagogia, "Quarto potere" piuttosto che "Natale sul Nilo", e così via.
A questa generalizzazione si possono trovare mille obiezioni, ma è proprio qui la difficoltà del dibattito. Dove inizia e dove finisce il confine per cui un oggetto che abbia comunque tutte queste caratteristiche (esprime un contenuto del suo autore, è un'eccellenza tecnica nel campo della propria arte ed ha un fine principalmente estetico) è considerabile un prodotto "d'arte"?
Non penso che troveremo facilmente la risposta qui dentro, quindi non possiamo che basarci su parametri dovuti alla sensibilità personale.
Il videogioco difficilmente viene socialmente identificato come arte perché innanzitutto il suo fine principale è quello ludico (e quello secondario quello di prodotto commerciale), in secondo luogo perché gli aspetti di eccellenza tecnica che dovrebbero essere oggetto della valutazione in merito alla sua "artisticità" sono confusi persino tra gli appassionati: pensiamo ai giochi di Kojima, laddove c'è tanto chi pensa che siano alcune delle massime espressioni del medium, altri invece che ritengono che non dovrebbero neanche essere considerati videogiochi per la vera o presunta forte ibridazione con il cinema. C'è chi pensa che gli unici videogiochi degni di essere chiamati arte siano quelle esperienze un po' particolari ed eccentriche che tendono ad uscire dai canoni e dallo standard, molti dei quali oggi etichetteremmo sotto la dicitura "walking simulator".
Insomma, sembra quasi diffusa in una specifica parte dei giocatori l'idea che i videogiochi "artistici" siano quelli che siano meno videogiochi degli altri, o lo siano per aspetti che non hanno a che fare con la principale componente che caratterizza il videogioco (l'essere "ludico").
Infine, motivo di minore entità, aggiungo la mia idea che a differenza delle arti principali, nel videogioco non è ancora sufficientemente riconosciuta la dignità e l'autorità della personalità creatrice.
Finita tutta questa disamina, il mio pensiero personale: i videogiochi sono arte?
Per rispondere dal punto di vista estetico (che credo sia quello implicato nel topic), in senso assoluto, no. Come del resto non è arte qualsiasi film, qualsiasi libro, qualsiasi dipinto e qualsiasi canzone.
Detto questo, ci sono dei videogiochi ai quali, dal mio punto di vista e secondo la mia sensibilità, può essere riconosciuto lo statuto di prodotto d'arte, in quanto realizzati secondo parametri di eccellenza, e in quanto veicoli ed espressione dei contenuti di una o più forti presenze creatrici, che sono stati in grado di colpirmi e creare in me un valore. Tuttavia, penso che sarebbe anche giusto dire "questo videogioco è arte" soltanto di videogiochi che sono in grado di fare questo sfruttando quelle che sono le caratteristiche principalmente del videogioco...un gioco potrebbe avere una colonna sonora eccellente, un comparto artistico fenomenale, ma non essere arte in quanto "videogioco" (che nella mia visione non significa escludere queste componenti dal giudizio, ma nemmeno isolarle: bisognerebbe considerare il tutto come un qualcosa che funziona in maniera unitaria e organica).
In questo senso, il più recente esempio concreto che mi viene in mente è Nier Automata. Il finale E mi ha davvero colpito, proprio perché Taro è riuscito a veicolare un messaggio personale, potente ed importante sfruttando la specificità del videogioco come medium, senza scimmiottare gli altri, e realizzandola con semplicità.
Fine WoT :champagne: