cafo678
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Why Game Developers work such insane hours?
Ciao ragazzi,
oggi vi voglio parlare di un problema che secondo me viene trattato poco e che merita più attenzione: il così detto "CRUNCH".
Per quei pochi di voi che non sanno di cosa sto parlando, crunch è il termine con cui viene indicato un incremento delle ore lavorative che solitamente avviene verso la fine dei progetti nell'industria videoludica.
Ora, io ho fatto il programmatore, e so bene che non è una cosa che avviene solo nel mondo dei videogiochi, ogni volta che mi son trovato a lavorare su un progetto di qualsiasi tipo, e che quindi aveva una data di scadenza in cui doveva essere consegnato al cliente, bhe, verso la fine gli stratordinari si sono sempre fatti, e so con certezza che anche molti di voi potranno raccontare storie simili nelle loro esperienze.
Ma allora perchè nei videogiochi si è creata questa nuova formula, alla fine si parla di qualche strordinario, no?
Eppure si utilizza questo nuovo termine, a volte si riferisce ad una crunch culture, la cultura del crunch.
Un conto è dare il 300% per 1, 2 settimane alla fine di un progetto, ma il crunch nell'ambiente videoludico è qualcosa di diverso.
Innanzitutto è considerato normalità, non viene espressamente chiesto ma se non lo fai verrai rimpiazzato in fretta, le ore extra non sono pagate quanto dovrebbero, diversi sviluppatori hanno raccontato di crisi personali di ogni tipo: perdita di rapporti coi figli, divorzi, relazioni troncate con amici e familiari, depressione, problemi mentali ecc ecc...
Avviene dappertutto, nel 2015 la GDA fece un sondaggio e il 62% degli sviluppatori ammise di lavorare in un'azienda che prevedeva delle condizioni di crunch, molto spesso non solo verso la fine dei progetti, soprattutto se si prendono in esame giochi che hanno bisogno di un costante aggiornamento (per esempio i F2P).
Alla firma del contratto molto spesso va firmato anche un NDA in cui ti viene espressamente chiesto di non parlare di certe cose, e inutile dire che o li firmi entrambi nello stesso momento, o il lavoro non lo ottieni.
L'altra faccia della medaglia è che il mercato è spietato, e i lavoratori non sono trattati come ci immaginiamo, le tutele e i diritti dei developer non sempre sono quelli che si otterrebbero in altri lavori, l'industria è giovane e mancano leggi che regolamentino bene l'ambiente, vi ricordate di Telltale?
Le date vanno rispettate e nel gaming le scadenze sono molto restrittive, troppi soldi in ballo, e se quell'animazione deve essere finita oggi, deve essere finita oggi.
E qualcuno dovrà finirla.
Basta una veloce ricerca su google, YouTube, forum, andare sul subreddit dei developer o sfogliare le pagine di Kotaku e GameInformer per trovare esperienze e articoli di ogni tipo, probabilmente vi ricorderete le ultime grandi "notizie" relative a Rockstar, a Bioware, EA o a Naughty Dog.
Inutile continuare a raccontarvi di tutto ciò che negli anni è venuto fuori sull'argomento, come ho già detto, basta una veloce ricerca su internet.
Vi consiglio 2 contenuti abbastanza recenti che ho trovato molto interessanti, l'ultima puntata di una serie Netflix hostata da un comico veramente bravo che analizza in modo completo questa pratica (la trovate sia su Netflix, ma l'hanno anche caricata completa su YT) e un video di Sabaku. Vi consiglio comunque di approfondire a vostro piacimento.
Noi siamo i giocatori, noi siamo quelli che finanziano quest'industria.
Continuiamo a seguire la nostra passione perchè centinaia di persone in ogni studio mettono la stessa identica passione nel craftare mondi ed esperienze che ci catturano mentre siamo sul divano con il pad in mano.
Forse iniziare a capire un po' meglio cosa si nasconde dietro al realizzazione dei nostri videogiochi preferiti può farci vedere le cose da una prospettiva diversa.
Non è colpa nostra, assolutamente, ma forse possiamo fare qualcosa.
Che poi ... di chi è la colpa?
Degli sviluppatori? Perchè non dicono no?
Gente che ha studiato anni per seguire la propria passione, quella di voler creare videogiochi e che a un certo punto si è trovata nella posizione di sviluppatore in una delle più grandi case videludiche mondiali.
E' letteralmente un sogno che diventa realtà, e dovrebbero rischiare di far scappare il loro sogno? Perchè, non ci sono altri 10000 animatori, programmatori, modellatori, artisti che aspirano al tuo posto?
Dei director, manager o dei producer?
Perchè quando il publisher ti dice che il videogioco va consegnato tra qualche mese e tu hai ancora 10 feature da implementare, gli ultimi livelli da completare, il controllo bug per entrare in fase gold, cosa gli rispondi? Che ti serve più gente? Più soldi? Più tempo?
Degli azionisti? Del capitalismo?
:polmo:
Non lo so, spero si crei una discussione interessante, è un argomento che mi sta molto a cuore.
Ho studiato informatica perchè volevo creare videogiochi, nella mia scuola superiore doveva esserci una classe extra orario scolastico per approfondire l'informatica nei nuovi media, corso che non c'è mai stato.
Preso il diploma mi scontrai con la realtà italiana, nessuna univeristà aveva corsi inerenti ai videogiochi e fui pigro anche io a non informarmi meglio, avrei comunque potuto fare indirizzi più generali ma che avrebbero fatto il loro dovere.
Ancora oggi a 24 anni ho quella vocina in testa che mi dice che forse dovrei farlo, è un po' di tempo che nel tempo libero studio Unreal e Unity.
Chissà che forse un giorno non mi potrei ritrovare nell'industria, e in quel caso avrei il coraggio di ribellarmi? Proprio nel momento in cui potrei fare quello che sogno da quando per la prima volta accesi un gameboy con dentro Super Mario?
Noi siamo solo videogiocatori e non facciamo altro che dare 70, 50, 30, 10 euro per un gioco, ma potremmo pesarli in modo diverso conoscendo un po' di retroscena.
E' giusto che in cambio dei nostri soldi ci venga dato un prodotto funzionante, completo e con meno difetti possibili ma potremmo forse pesare meglio le parole quando ci lamentiamo per 3 mesi di ritardo di un videogioco, quando ci lamentiamo di qualche bug al day one o quando sputiamo odio gratuito sui forum.
Recentemente è nato il primo sindacato per gli sviluppatori dell'industria videoludica, gli sviluppatori si stanno unendo per far approvare nuove leggi lavorative per questa nuova industria più allo sbaraglio di quanto si pensi.
https://www.gameworkersunite.org/
Ciao ragazzi,
oggi vi voglio parlare di un problema che secondo me viene trattato poco e che merita più attenzione: il così detto "CRUNCH".
Per quei pochi di voi che non sanno di cosa sto parlando, crunch è il termine con cui viene indicato un incremento delle ore lavorative che solitamente avviene verso la fine dei progetti nell'industria videoludica.
Ora, io ho fatto il programmatore, e so bene che non è una cosa che avviene solo nel mondo dei videogiochi, ogni volta che mi son trovato a lavorare su un progetto di qualsiasi tipo, e che quindi aveva una data di scadenza in cui doveva essere consegnato al cliente, bhe, verso la fine gli stratordinari si sono sempre fatti, e so con certezza che anche molti di voi potranno raccontare storie simili nelle loro esperienze.
Ma allora perchè nei videogiochi si è creata questa nuova formula, alla fine si parla di qualche strordinario, no?
Eppure si utilizza questo nuovo termine, a volte si riferisce ad una crunch culture, la cultura del crunch.
Un conto è dare il 300% per 1, 2 settimane alla fine di un progetto, ma il crunch nell'ambiente videoludico è qualcosa di diverso.
Innanzitutto è considerato normalità, non viene espressamente chiesto ma se non lo fai verrai rimpiazzato in fretta, le ore extra non sono pagate quanto dovrebbero, diversi sviluppatori hanno raccontato di crisi personali di ogni tipo: perdita di rapporti coi figli, divorzi, relazioni troncate con amici e familiari, depressione, problemi mentali ecc ecc...
Avviene dappertutto, nel 2015 la GDA fece un sondaggio e il 62% degli sviluppatori ammise di lavorare in un'azienda che prevedeva delle condizioni di crunch, molto spesso non solo verso la fine dei progetti, soprattutto se si prendono in esame giochi che hanno bisogno di un costante aggiornamento (per esempio i F2P).
Alla firma del contratto molto spesso va firmato anche un NDA in cui ti viene espressamente chiesto di non parlare di certe cose, e inutile dire che o li firmi entrambi nello stesso momento, o il lavoro non lo ottieni.
L'altra faccia della medaglia è che il mercato è spietato, e i lavoratori non sono trattati come ci immaginiamo, le tutele e i diritti dei developer non sempre sono quelli che si otterrebbero in altri lavori, l'industria è giovane e mancano leggi che regolamentino bene l'ambiente, vi ricordate di Telltale?
Le date vanno rispettate e nel gaming le scadenze sono molto restrittive, troppi soldi in ballo, e se quell'animazione deve essere finita oggi, deve essere finita oggi.
E qualcuno dovrà finirla.
Basta una veloce ricerca su google, YouTube, forum, andare sul subreddit dei developer o sfogliare le pagine di Kotaku e GameInformer per trovare esperienze e articoli di ogni tipo, probabilmente vi ricorderete le ultime grandi "notizie" relative a Rockstar, a Bioware, EA o a Naughty Dog.
Inutile continuare a raccontarvi di tutto ciò che negli anni è venuto fuori sull'argomento, come ho già detto, basta una veloce ricerca su internet.
Vi consiglio 2 contenuti abbastanza recenti che ho trovato molto interessanti, l'ultima puntata di una serie Netflix hostata da un comico veramente bravo che analizza in modo completo questa pratica (la trovate sia su Netflix, ma l'hanno anche caricata completa su YT) e un video di Sabaku. Vi consiglio comunque di approfondire a vostro piacimento.
Noi siamo i giocatori, noi siamo quelli che finanziano quest'industria.
Continuiamo a seguire la nostra passione perchè centinaia di persone in ogni studio mettono la stessa identica passione nel craftare mondi ed esperienze che ci catturano mentre siamo sul divano con il pad in mano.
Forse iniziare a capire un po' meglio cosa si nasconde dietro al realizzazione dei nostri videogiochi preferiti può farci vedere le cose da una prospettiva diversa.
Non è colpa nostra, assolutamente, ma forse possiamo fare qualcosa.
Che poi ... di chi è la colpa?
Degli sviluppatori? Perchè non dicono no?
Gente che ha studiato anni per seguire la propria passione, quella di voler creare videogiochi e che a un certo punto si è trovata nella posizione di sviluppatore in una delle più grandi case videludiche mondiali.
E' letteralmente un sogno che diventa realtà, e dovrebbero rischiare di far scappare il loro sogno? Perchè, non ci sono altri 10000 animatori, programmatori, modellatori, artisti che aspirano al tuo posto?
Dei director, manager o dei producer?
Perchè quando il publisher ti dice che il videogioco va consegnato tra qualche mese e tu hai ancora 10 feature da implementare, gli ultimi livelli da completare, il controllo bug per entrare in fase gold, cosa gli rispondi? Che ti serve più gente? Più soldi? Più tempo?
Degli azionisti? Del capitalismo?
:polmo:
Non lo so, spero si crei una discussione interessante, è un argomento che mi sta molto a cuore.
Ho studiato informatica perchè volevo creare videogiochi, nella mia scuola superiore doveva esserci una classe extra orario scolastico per approfondire l'informatica nei nuovi media, corso che non c'è mai stato.
Preso il diploma mi scontrai con la realtà italiana, nessuna univeristà aveva corsi inerenti ai videogiochi e fui pigro anche io a non informarmi meglio, avrei comunque potuto fare indirizzi più generali ma che avrebbero fatto il loro dovere.
Ancora oggi a 24 anni ho quella vocina in testa che mi dice che forse dovrei farlo, è un po' di tempo che nel tempo libero studio Unreal e Unity.
Chissà che forse un giorno non mi potrei ritrovare nell'industria, e in quel caso avrei il coraggio di ribellarmi? Proprio nel momento in cui potrei fare quello che sogno da quando per la prima volta accesi un gameboy con dentro Super Mario?
Noi siamo solo videogiocatori e non facciamo altro che dare 70, 50, 30, 10 euro per un gioco, ma potremmo pesarli in modo diverso conoscendo un po' di retroscena.
E' giusto che in cambio dei nostri soldi ci venga dato un prodotto funzionante, completo e con meno difetti possibili ma potremmo forse pesare meglio le parole quando ci lamentiamo per 3 mesi di ritardo di un videogioco, quando ci lamentiamo di qualche bug al day one o quando sputiamo odio gratuito sui forum.
Recentemente è nato il primo sindacato per gli sviluppatori dell'industria videoludica, gli sviluppatori si stanno unendo per far approvare nuove leggi lavorative per questa nuova industria più allo sbaraglio di quanto si pensi.
https://www.gameworkersunite.org/
