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L'angolo di Socrates | Sport e Pop Culture

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Inauguriamo questo nuovo spazio, pensato per parlare di sport sotto una cornice più ampia e cercando di superare la dimensione puramente agonistica. Lo sport è un elemento sempre più centrale nel dibattito culturale, mantenendo al tempo stesso il suo storico ruolo di termometro sociale, spesso il più schietto specchio del tempo in cui viviamo. Questo topic vorrebbe quindi essere un raccoglitore di argomenti, di impressioni e di pareri, sottoforma di video, articoli, analisi di particolare interesse che esulino dalla singola partita o performance, o da analisi a caldissimo che verranno comunque destinate alle discussioni ufficiali.
Sono quindi ben accetti spunti di riflessione, richieste, domande e curiosità. Non sono accetti, e di conseguenza verranno cancellati, post generici, notizie senza un minimo di spunto di riflessione o che comunque avrebbero la loro dimensione ideale negli altri topic di sezione.

Inizio postando il più recente trigger per aprire questo topic, ossia una lettera aperta di Toni Rudiger, scritta su The Player's Tribune, dove affronta la questione del razzismo nel calcio (e nella società) da un punto di vista molto interessante, puntando il dito principalmente sul suo ambiente professionale e su come i social network abbiano sostanzialmente fagocitato qualsiasi tipo di empatia verso il fenomeno, sostanzialmente riducendo la "protesta" a tweet e status:

 

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Inizio postando il più recente trigger per aprire questo topic, ossia una lettera aperta di Toni Rudiger, scritta su The Player's Tribune, dove affronta la questione del razzismo nel calcio (e nella società) da un punto di vista molto interessante, puntando il dito principalmente sul suo ambiente professionale e su come i social network abbiano sostanzialmente fagocitato qualsiasi tipo di empatia verso il fenomeno, sostanzialmente riducendo la "protesta" a tweet e status:

Molto interessante, ci sono diversi spunti notevoli.
Mi ha molto colpito una frase: "feeling like we have done something". Ultimamente ho notato sui social (in particolar modo su Twitter) quante persone si sentano degli attivisti semplicemente perché mettono questa o quella bandiera nel nome, postano qualche slogan o fanno un paio di retweet. Che non dico siano cose sbagliate (ed a volte possono anche risultare utili), ma non a tal punto da sentirsi degli attivisti rivoluzionari. Specie se oltre a ciò non si fa nient'altro di concreto.

Interessante anche un altro passaggio, seppur questa volta più calcistico:
And look how fast the story can change. Four months ago, social media said I was worthless. Kai was not good enough. Timo was not good enough. Never mind that Kai and Timo had moved to a new country in the middle of a pandemic. Never mind that we are human beings, not robots. It didn’t matter. We were all worthless.

Now here we are four months later, in a Champions League final.



Questa è una cosa verissima e che facciamo praticamente tutti. Ci mettiamo pochissimo a bollare questo o quel calciatore come un pippone senza chiederci se ci sia altro dietro i motivi delle cattive prestazioni. Ed alcuni non si fanno minimamente problemi ad andare ad insultare direttamente nei loro profili questo o quel calciatore per le prestazioni negative, a volte con commenti disumani. Ed ha nuovamente ragione nel dire che no, non sono soltanto troll. Dietro questo o quel nickname ci sono delle persone in carne ed ossa che non si fanno alcun problema ad andare a scrivere certe aberrazioni mentali al diretto interessato, come se bastasse il fatto che sia un personaggio pubblico per potergli dire la qualunque.
 

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Molto interessante, ci sono diversi spunti notevoli.
Mi ha molto colpito una frase: "feeling like we have done something". Ultimamente ho notato sui social (in particolar modo su Twitter) quante persone si sentano degli attivisti semplicemente perché mettono questa o quella bandiera nel nome, postano qualche slogan o fanno un paio di retweet. Che non dico siano cose sbagliate (ed a volte possono anche risultare utili), ma non a tal punto da sentirsi degli attivisti rivoluzionari. Specie se oltre a ciò non si fa nient'altro di concreto.

Interessante anche un altro passaggio, seppur questa volta più calcistico:
And look how fast the story can change. Four months ago, social media said I was worthless. Kai was not good enough. Timo was not good enough. Never mind that Kai and Timo had moved to a new country in the middle of a pandemic. Never mind that we are human beings, not robots. It didn’t matter. We were all worthless.

Now here we are four months later, in a Champions League final.



Questa è una cosa verissima e che facciamo praticamente tutti. Ci mettiamo pochissimo a bollare questo o quel calciatore come un pippone senza chiederci se ci sia altro dietro i motivi delle cattive prestazioni. Ed alcuni non si fanno minimamente problemi ad andare ad insultare direttamente nei loro profili questo o quel calciatore per le prestazioni negative, a volte con commenti disumani. Ed ha nuovamente ragione nel dire che no, non sono soltanto troll. Dietro questo o quel nickname ci sono delle persone in carne ed ossa che non si fanno alcun problema ad andare a scrivere certe aberrazioni mentali al diretto interessato, come se bastasse il fatto che sia un personaggio pubblico per potergli dire la qualunque.
Sì concordo, qui si innesta una riflessione più ampia sul concetto di partecipazione attiva e di come l'era di internet ne abbia modificato pressochè ogni aspetto. Questo vale pressoché per qualsiasi questione, ed è una dinamica che ho "subito" anche io, lo dico senza vergogna alcuna :asd: Per determinate questioni, un tweet o uno status per pulirsi la coscienza e avere la scarica di endorfine del like è più che sufficiente e socialmente accettato. Nessuno ti direbbe mai "ok parli parli ma nel concreto cosa fai?", come potrebbe accadere per altre questioni.
A questo aggiungerei anche il fatto che determinati argomenti siano orami sostanzialmente relegati a quella dimensione. Già l'opposizione e l'attivismo anti-razzista è sempre più narcotizzato, con la sua esistenza stessa che viene periodicamente messa in dubbio (in Italia c'è ancora un sacco di gente convinta che il razzismo non esista). Non è una cosa per cui si scende in piazza, e il paragone che Rudiger fa con le proteste per la Superlega sono assolutamente calzanti (e qui entra in gioco anche una dinamica squisitamente capitalistica che magari ora lascio in un angolo :asd:)

Sulla progressiva e ormai totale deumanizzazione degli sportivi, soprattutto i calciatori, ci sarebbe da parlare parecchio. Per esempio, per te il fatto che vengano pagati così tanto può giustificare tutto? Perchè il sentimento comune è spesso quello: prendi milioni di dollari, quindi io ho il diritto di infamarti come, quando e per quanto tempo mi pare.
 

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Sì concordo, qui si innesta una riflessione più ampia sul concetto di partecipazione attiva e di come l'era di internet ne abbia modificato pressochè ogni aspetto. Questo vale pressoché per qualsiasi questione, ed è una dinamica che ho "subito" anche io, lo dico senza vergogna alcuna :asd: Per determinate questioni, un tweet o uno status per pulirsi la coscienza e avere la scarica di endorfine del like è più che sufficiente e socialmente accettato. Nessuno ti direbbe mai "ok parli parli ma nel concreto cosa fai?", come potrebbe accadere per altre questioni.
A questo aggiungerei anche il fatto che determinati argomenti siano orami sostanzialmente relegati a quella dimensione. Già l'opposizione e l'attivismo anti-razzista è sempre più narcotizzato, con la sua esistenza stessa che viene periodicamente messa in dubbio (in Italia c'è ancora un sacco di gente convinta che il razzismo non esista). Non è una cosa per cui si scende in piazza, e il paragone che Rudiger fa con le proteste per la Superlega sono assolutamente calzanti (e qui entra in gioco anche una dinamica squisitamente capitalistica che magari ora lascio in un angolo :asd:)

Sulla progressiva e ormai totale deumanizzazione degli sportivi, soprattutto i calciatori, ci sarebbe da parlare parecchio. Per esempio, per te il fatto che vengano pagati così tanto può giustificare tutto? Perchè il sentimento comune è spesso quello: prendi milioni di dollari, quindi io ho il diritto di infamarti come, quando e per quanto tempo mi pare.
Il fatto che vengano pagati così tanto è sicuramente una giustificazione per alcuni. Ma per me influisce anche il come vengono trattati gli sportivi sia dalla stampa che dalle società o comunque dagli organizzatori di determinati eventi. Ho visto ad esempio il caso generato dalla tennista che aveva annunciato di non voler partecipare alle conferenze stampa del Roland Garros, metto un paio di articoli riassuntivi della situazione per chi non ha idea di cosa sia successo:

Ora, io non guardo un incontro di tennis da almeno un decennio e della tennista in questione non so niente ma la cosa che più mi ha colpito è stata la reazione degli organizzatori. Possiamo lamentarci dei tifosi sui social se di fronte alla manifestazione di un disagio da parte di un atleta importante chi organizza i tornei ha come prima reazione quella di minacciare sanzioni?
Per di più, chiedo davvero perché non lo so: le reazioni della stampa quali sono? C'è stata autocritica da parte della stampa sportiva?
Ed evito di parlare del fatto che la salute mentale viene troppo spesso sottovalutata perché il discorso si slegherebbe anche dal mero ambito sportivo.
 

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Il fatto che vengano pagati così tanto è sicuramente una giustificazione per alcuni. Ma per me influisce anche il come vengono trattati gli sportivi sia dalla stampa che dalle società o comunque dagli organizzatori di determinati eventi. Ho visto ad esempio il caso generato dalla tennista che aveva annunciato di non voler partecipare alle conferenze stampa del Roland Garros, metto un paio di articoli riassuntivi della situazione per chi non ha idea di cosa sia successo:

Ora, io non guardo un incontro di tennis da almeno un decennio e della tennista in questione non so niente ma la cosa che più mi ha colpito è stata la reazione degli organizzatori. Possiamo lamentarci dei tifosi sui social se di fronte alla manifestazione di un disagio da parte di un atleta importante chi organizza i tornei ha come prima reazione quella di minacciare sanzioni?
Per di più, chiedo davvero perché non lo so: le reazioni della stampa quali sono? C'è stata autocritica da parte della stampa sportiva?
Ed evito di parlare del fatto che la salute mentale viene troppo spesso sottovalutata perché il discorso si slegherebbe anche dal mero ambito sportivo.
Beh sì, son trattati sostanzialmente come prodotti e le interviste/conferenze stampa sembrano sempre più una transazione obbligatoria. Poi ci sono i vari decoy, gli Spalletti per dire, che fanno sembrare tutto molto più spontaneo e genuino, quando in realtà moltissimi preferirebbero evitare. Anche perchè, diciamocelo, il 99% sono domande del cazzo, anche quando ci sarebbero cose interessanti e rilevanti da chiedere.

Sulla questione della Osaka ci sarebbero parecchie cose da dire. In primis, qualsiasi sportivo di questo livello che prende posizione per la tutela della salute mentale ha il mio totale sostegno, a prescindere da quali siano le sue motivazioni. La Osaka poi si trova in un condizione personale diffcile, che ovviamente a noi non arriva per i discorsi citati anche prima (eeeh ma che problemi vuoi che abbia, pensa a chi non arriva a fine mese e altre robe da whatboutism 101). Tipo, avere a che fare con ste robe:


Per me le reazioni degli organizzatori e le sanzioni, rendono tutto ancora più giusto e legittimo, e mi portano ancora di più dalla parte di Osaka. Ma finchè c'è gente (nello specifico un sedicente ""giornalista sportivo"" italiano che ciclicamente mi fa sanguinare gli occhi sui social) che la accusa di essere egoista e di non pensare ai giornalisti che potrebbero soffrire di depressione per le sue reazioni spazientite di fronte a certe domande (qui siamo su nuovi livelli di non sono razzista/fascista/maschilista ma...), saremo sempre punto e a capo.
 

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Articolo sicuramente parziale, ma che funziona nel sollevare determinate questioni riguardanti il "lavoro" dello sportivo e dove sarebbe il confine tra obblighi pubblici e sofferenza privata.

 

Y2Valian

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Questa è una cosa verissima e che facciamo praticamente tutti. Ci mettiamo pochissimo a bollare questo o quel calciatore come un pippone senza chiederci se ci sia altro dietro i motivi delle cattive prestazioni. Ed alcuni non si fanno minimamente problemi ad andare ad insultare direttamente nei loro profili questo o quel calciatore per le prestazioni negative, a volte con commenti disumani. Ed ha nuovamente ragione nel dire che no, non sono soltanto troll. Dietro questo o quel nickname ci sono delle persone in carne ed ossa che non si fanno alcun problema ad andare a scrivere certe aberrazioni mentali al diretto interessato, come se bastasse il fatto che sia un personaggio pubblico per potergli dire la qualunque.
Che è tranquillamente una delle cose più idiote al mondo d'oggi e non capisco il perchè la gente sfoghi le proprie frustrazioni su atleta e persona X.
Per come sono fatto io non andrei mai sul profilo di Casticoso a dirgli "A'cornutoh", o su quello di Corbin "Ti devono licenziare" o su quello di LBJ "Lechoke".

Sarà che il credo della mia vita è "Se non è una roba veramente importante sticazzi, se è importante rimboccati le maniche".
Sulla questione della Osaka ci sarebbero parecchie cose da dire. In primis, qualsiasi sportivo di questo livello che prende posizione per la tutela della salute mentale ha il mio totale sostegno, a prescindere da quali siano le sue motivazioni. La Osaka poi si trova in un condizione personale diffcile, che ovviamente a noi non arriva per i discorsi citati anche prima (eeeh ma che problemi vuoi che abbia, pensa a chi non arriva a fine mese e altre robe da whatboutism 101). Tipo, avere a che fare con ste robe:
Vogliamo parlare di Ilicic, che per i giornalisti veniva fatto passare per un moscione viziato, quando ha - purtroppo - problemi di depressione?
Su Kyrie Irving idem (e purtroppo anche io con il Nets ho pensato spesso "dai'sto qua fa finta") e poi arriviamo ai casi estremi di Hana Kimura.
 

Cripper

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Per me le reazioni degli organizzatori e le sanzioni, rendono tutto ancora più giusto e legittimo, e mi portano ancora di più dalla parte di Osaka. Ma finchè c'è gente (nello specifico un sedicente ""giornalista sportivo"" italiano che ciclicamente mi fa sanguinare gli occhi sui social) che la accusa di essere egoista e di non pensare ai giornalisti che potrebbero soffrire di depressione per le sue reazioni spazientite di fronte a certe domande (qui siamo su nuovi livelli di non sono razzista/fascista/maschilista ma...), saremo sempre punto e a capo.
chi è questo pennivendolo ?
 

yonkers86

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Che è tranquillamente una delle cose più idiote al mondo d'oggi e non capisco il perchè la gente sfoghi le proprie frustrazioni su atleta e persona X.
Per come sono fatto io non andrei mai sul profilo di Casticoso a dirgli "A'cornutoh", o su quello di Corbin "Ti devono licenziare" o su quello di LBJ "Lechoke".

Sarà che il credo della mia vita è "Se non è una roba veramente importante sticazzi, se è importante rimboccati le maniche".

Vogliamo parlare di Ilicic, che per i giornalisti veniva fatto passare per un moscione viziato, quando ha - purtroppo - problemi di depressione?
Su Kyrie Irving idem (e purtroppo anche io con il Nets ho pensato spesso "dai'sto qua fa finta") e poi arriviamo ai casi estremi di Hana Kimura.
Beh sì, su Ilicic pure qui sul forum ho letto che è moscio, che è distratto, che non ha la mentalità giusta, e così via :asd:
chi è questo pennivendolo ?
Ti ho mandato un PM :asd:
 

Y2Valian

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chi è questo pennivendolo ?
Calma che ti possono denunciare (cfr. caso di giornalista vs Fabrizio "Fazz" Gilardi, che ha dovuto pagare 10k per ingiurie presenti nella chat di Ball Don't Lie da parte di terzi utenti) :asd:
Beh sì, su Ilicic pure qui sul forum ho letto che è moscio, che è distratto, che non ha la mentalità giusta, e così via :asd:

Ti ho mandato un PM :asd:
Oh, mi auguro che chi dice quelle cose su chi soffre di depressione, non provi mai quello che una persona depressa stia passando, perchè una volta che stai così, basta un niente che ritorni a stare una chiavica ed avere giorni, settimane completamente rovinate.

Quindi, sarò sempre vicino a dare una oliva greca ed un prosciutto che è uno zucchero a chi sta in un periodo demmerda, perchè so cosa voglia dire...ma vabbè, parto per la tangente perchè 3 birre in una oretta sono troppe per il vecchio BrancaleoneValian e non sono più allenato.
 

Iblis

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Se non seguite il tennis, non parlate di cose che non conoscete.
Osaka è una narcisista sociopatica.
 

yonkers86

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