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- 20 Gen 2020
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LEGGENDE METROPOLITANE
Le leggende metropolitane giapponesi sono racconti soprannaturali(spesso aventi come basi dei racconti popolari antichi, leggende o storie riconducibili alla mitologia nipponica), oppure semplicemente strani che non hanno riscntro certo nella realtà. nel primo gruppo i personaggi fantastici sono spesoso gli Yokai(creature mitologiche) e gli Onryo (fantasmi in cerca di vendetta). spesso queste leggende metropolitane hanno degli elementi educativi (o comunque un intento pedagogico)
Di seguito alcune leggende metropolitane(horror e non):
Incendio e intimo femminile
Il 16 dicembre 1932, un incendio nel centro commerciale Shirokiya di Tokyo provocò 14 morti. Durante l'incendio, molte commesse in kimono furono costrette a salire sul tetto dell’edificio all’ottavo piano. Le voci diffuse dissero che alcune di queste donne si rifiutarono di saltare sulle reti di sicurezza adibite dai vigili del fuoco sul terreno. Tradizionalmente, le donne dell’epoca non portavano indumenti intimi sotto il kimono, e preferirono morire piuttosto che saltare e andare incontro a una pubblica umiliazione.Questa notizia attirò l'attenzione mediatica anche in Europa. Si dice che dopo quanto accaduto, fu ordinato alle commesse di indossare l’intimo sotto i kimono, contrariamente all'usanza dell’epoca. Contrariamente a queste voci, Inoue Shoichi, professore di costumi giapponesi e architettura presso il Centro Internazionale di Ricerca per gli Studi Giapponesi, ha rigettato la tesi delle donne morte per troppo pudore. Secondo Inoue, la maggior parte delle persone sarebbero state salvate dai vigili del fuoco, e la storia delle donne che preferirono morire con il loro pudore intatto è stata creata ad hoc per gli occidentali. La storia è stata pubblicata in molti libri a tema, tra cui alcuni pubblicati dall'Agenzia antincendio. Inoltre, si ritiene che l’incendio allo Shirokiya sia stato un catalizzatore per il cambiamento della moda giapponese del tempo, in particolare fu introdotta l’usanza di indossare biancheria intima all'occidentale, anche se non ci sono prove a sostegno di questa tesi.
Lo spot maledetto della Kleenex
Nel 1980, la Kleenex, per pubblicizzare i suoi fazzoletti, mandò in onda tre spot in Giappone, dove compariva una donna vestita con una toga bianca e un bambino vestito come un orco giapponese, entrambi seduti sulla paglia. Ogni annuncio aveva la canzone It's a Fine Day di Jane & Barton in sottofondo. Molti spettatori trovarono lo spot inquietante. Alcuni denunciarono che secondo loro la musica suonava simile a una vecchia canzone folk tedesca, le cui parole contenevano una maledizione, benché il testo della canzone dello spot fosse in inglese. A causa della sua atmosfera inquietante, molte voci cominciarono a circolare sul cast, ad esempio che molti degli attori andarono incontro a una morte prematura a causa di strani incidenti e che la protagonista dello spot, Keiko Matsuzaka, fosse rimasta incinta di un bambino-demone
La maledizione del Parco di Inokashira
Nel Parco di Inokashira, a Tokyo, si trova un lago dove i visitatori possono noleggiare barche a remi. Gira voce che se una coppia facesse un paio di giri su una barca il loro rapporto finirebbe per rompersi. La leggenda è collegata a un santuario locale dedicato a Benzaiten. Si dice che la divinità sia molto gelosa e vendicativa e faccia sì che le coppie si lascino appena dopo l’uscita in barca.
Aka Manto
Aka Manto, conosciuto anche come mantello rosso, veste rossa o cappa rossa, è un fantasma giapponese che infesta i bagni delle ragazze. Appare indossando un mantello rosso e una maschera bianca sul volto, e sembra che possieda un fascino tale da ammaliare qualsiasi ragazza che lo incontri.
Aka Manto si nasconde nell'ultima cabina della toilette femminile e appena entri, esce fuori e chiede “cosa preferisci, mantello rosso o blu?”
Se la risposa è rosso, il fantasma ti taglierà la gola e ti decapiterà, facendo si che i tuoi vestiti diventino rossi del tuo sangue. Se rispondi blu, ti stringerà il collo fino a soffocarti e la tua faccia diventerà blu.
Non pensarci nemmeno di rispondere con un terzo colore. Se lo facessi, il pavimento si aprirebbe sotto i tuoi piedi e bianche mani pallide ti afferrerebbero trascinandoti direttamente all'inferno.
Una storia di fantasmi racconta di una ragazza che un giorno sentì una voce provenire dalla toilette accanto a quella dove si trovava in quel momento nei bagni della scuola, che le chiese “indossiamo la veste rossa?” La ragazza si spaventò e corse fuori dal bagno con i jeans ancora calati. Raccontò l'accaduto a un insegnante e fu chiamata la polizia.
Una poliziotta entrò nel bagno, mentre il partner maschio attese fuori. Ella sentì di nuovo la voce chiedere “indossiamo la veste rossa?” L'uomo all'esterno del bagno sentì la sua partner rispondere “ok!” Inprovvisamente fu udito un urlo seguito da un tonfo. Quando l'agente aprì la porta del bagno, trovò la sua partner morta in un lago di sangue. La sua testa era stata mozzata e il sangue aveva colorato di rosso i suoi vestiti.
Nel folklore giapponese, questo fantasma viene chiamato in diversi modi: “Aka Manto”, “Aka hanten, Ao hanten”. Alcuni pensano che anni fa, Mantello rosso fosse un uomo che con il suo fascino attirava molte donne. Era così attraente che le ragazze arrossivano ogni volta che egli le guardava. Il suo viso era perfetto, tanto da doverlo nascondere da una maschera. Un giorno, rapì una giovane donna e non fu più visto.
In un'altra versione, viene semplicemente chiamato “mantello rosso” o “cappa rossa”. Si nasconde nei bagni e chiede se vuoi una cappa rossa. Se rispondi di si, ti stacca la parte superiore del corpo strappandoti la pelle dalla schiena.
In un'ulteriore versione, viene chiamato “carta rossa, carta blu” (Akai Kami, Aoi Kami). Le ragazze che entrano in bagno, sentono una voce provenire dall'ultima cabina che chiede “vuoi carta rossa o blu?” rispondere rossa equivale a morire di morte sanguinosa dopo essere state spellate vive. Rispondere blu significa venire prosciugate di tutto il sangue dal corpo.
In molte altre versioni, si racconta di una mano insanguinata che emerge dalla toilette e tenta di trascinarti giu, oppure di sangue che piove dal soffitto fino ad annegarti e mani bianche che appaiono soffocandoti. In una versione più comica, se rispondi “giallo” come colore alla sua domanda, ti costringerà con la testa nel water facendoti odorare la tua stessa urina. Che schifo!
Aka Manto si nasconde nell'ultima cabina della toilette femminile e appena entri, esce fuori e chiede “cosa preferisci, mantello rosso o blu?”
Se la risposa è rosso, il fantasma ti taglierà la gola e ti decapiterà, facendo si che i tuoi vestiti diventino rossi del tuo sangue. Se rispondi blu, ti stringerà il collo fino a soffocarti e la tua faccia diventerà blu.
Non pensarci nemmeno di rispondere con un terzo colore. Se lo facessi, il pavimento si aprirebbe sotto i tuoi piedi e bianche mani pallide ti afferrerebbero trascinandoti direttamente all'inferno.
Una storia di fantasmi racconta di una ragazza che un giorno sentì una voce provenire dalla toilette accanto a quella dove si trovava in quel momento nei bagni della scuola, che le chiese “indossiamo la veste rossa?” La ragazza si spaventò e corse fuori dal bagno con i jeans ancora calati. Raccontò l'accaduto a un insegnante e fu chiamata la polizia.
Una poliziotta entrò nel bagno, mentre il partner maschio attese fuori. Ella sentì di nuovo la voce chiedere “indossiamo la veste rossa?” L'uomo all'esterno del bagno sentì la sua partner rispondere “ok!” Inprovvisamente fu udito un urlo seguito da un tonfo. Quando l'agente aprì la porta del bagno, trovò la sua partner morta in un lago di sangue. La sua testa era stata mozzata e il sangue aveva colorato di rosso i suoi vestiti.
Nel folklore giapponese, questo fantasma viene chiamato in diversi modi: “Aka Manto”, “Aka hanten, Ao hanten”. Alcuni pensano che anni fa, Mantello rosso fosse un uomo che con il suo fascino attirava molte donne. Era così attraente che le ragazze arrossivano ogni volta che egli le guardava. Il suo viso era perfetto, tanto da doverlo nascondere da una maschera. Un giorno, rapì una giovane donna e non fu più visto.
In un'altra versione, viene semplicemente chiamato “mantello rosso” o “cappa rossa”. Si nasconde nei bagni e chiede se vuoi una cappa rossa. Se rispondi di si, ti stacca la parte superiore del corpo strappandoti la pelle dalla schiena.
In un'ulteriore versione, viene chiamato “carta rossa, carta blu” (Akai Kami, Aoi Kami). Le ragazze che entrano in bagno, sentono una voce provenire dall'ultima cabina che chiede “vuoi carta rossa o blu?” rispondere rossa equivale a morire di morte sanguinosa dopo essere state spellate vive. Rispondere blu significa venire prosciugate di tutto il sangue dal corpo.
In molte altre versioni, si racconta di una mano insanguinata che emerge dalla toilette e tenta di trascinarti giu, oppure di sangue che piove dal soffitto fino ad annegarti e mani bianche che appaiono soffocandoti. In una versione più comica, se rispondi “giallo” come colore alla sua domanda, ti costringerà con la testa nel water facendoti odorare la tua stessa urina. Che schifo!
Passeggero fatale
La leggenda racconta di un autista solitario che percorre col suo taxi una strada buia durante la notte. All'improvviso appare una persona che chiede di salire. La persona si siede sempre e solamente nei sedili posteriori dell’autovettura e chiede di essere portato in un luogo di cui il tassista non ha mai sentito parlare. Quando chiede informazioni al passeggero, quest’ultimo gli fornirà indicazioni sempre più complesse fino a portarlo in vicoli e strade sconosciuti di campagna. Dopo aver percorso questa distanza il conducente incomincia a sentirsi a disagio. Si gira verso il sedile posteriore per chiedere al passeggero il luogo esatto in cui si trovano, ma a quel punto si accorge che egli è svanito nel nulla. Il tassista si rigira verso il volante giusto in tempo per rendersi conto che la sua vettura sta precipitando dal bordo di un precipizio.
Gozu
Gozu (traducibile come testa di bue), è una leggenda metropolitana giapponese che si ritiene così orribile che le persone che la leggono, la ascoltano o ne sentono parlare vengano sopraffatte da una paura così grande da tremare violentemente per giorni e giorni fino alla morte. Una variante parla di un insegnante che racconta la storia ai suoi alunni in un momento di noia, con la conseguenza di renderli catatonici e far perdere loro la memoria. Altre varianti includono il dettaglio che nessuno è in grado di raccontare la storia dal momento che si muore dopo averla sentita.
Leggenda shinigami
Di notte può capitare di percorrere uno dei tunnel a galleria dentro Tokyo e trovare all'uscita una figura avvolta da un mantello nero, arrivata per prendere l'anima di chi sta guidando. In realtà non ci sono testimonianze perché chi vede questa figura poi trova la morte in un incidente stradale. Riesce ad inquietare i cittadini di Tokyo ancora ai giorni nostri, sebbene ci siano maggiori controlli.
Il buco infetto
Una ragazzina, contro il volere dei genitori, decide di farsi da sola il buco per l'orecchino, consigliata da una sua amica a usare un ago e del disinfettante. Dopo qualche giorno sente un fastidio terribile e si accorge che una specie di filo pende dall'orecchio in corrispondenza del foro, e decide di estrarlo pensando sia un rimasuglio di tessuto impigliato. Lo tira via ma questo sembra più lungo di quanto si aspettasse, continua a tirare e il filo continua a uscire dall'orecchio senza sosta. Allora decide di reciderlo con una forbice, ma ecco che nel momento in cui taglia davanti a lei cade il buio e non vede più nulla. Terrorizzata chiama i genitori, che la portano subito in ospedale, dove i medici allibiti gli dicono che la ragazzina rimarrà cieca per sempre. Quello che infatti ha tagliato via era il nervo ottico che si era fatto strada attraverso il buco infetto.
Il gatto porta fortuna
Il gatto del Tempio: Un ricco feudatario, durante un temporale, si stava riparando sotto un albero vicino al tempio Gotoku-ji (nella parte Ovest di Tokio). Il feudatario vide il gatto del monaco del tempio che lo chiamava e andò verso di lui; un attimo dopo l'albero fu colpito da un fulmine. Il ricco signore, che era così scampato al fulmine, fece amicizia col povero monaco e ciò portò prosperità al tempio. Quando il gatto morì, probabilmente in suo onore fu costruito il primo Maneki neko.
Kuchisake-onna
Coloro che camminano da soli la notte rischiano di imbattersi nella Kuchisake-onna, una donna dalla bocca completamente squarciata da orecchio a orecchio. Ella ha l’abitudine di nascondersi il viso con una mascherina (fatto comune per i giapponesi, che la utilizzano per proteggere gli altri da possibili contagi da raffreddore o influenza), chiedendo a colui che incontra: «Sono bella?». Se la persona risponde no, viene uccisa con delle forbici che Kuchisake porta sempre con sé, se risponde sì, la donna si toglie la mascherina mostrando il viso sfigurato e riproponendo la domanda. In questo caso non c’è scampo, se si risponde no si viene uccisi, se si risponde sì si subisce la sua stessa mutilazione alla bocca. Un modo per sfuggire a Kuchisake sarebbe quello di rispondere “sei così così” mettendola in confusione, o lanciarle della frutta e scappare mentre lei se ne nutre.
Teke-teke
Teke-teke è una leggenda metropolitana giapponese, riguardante una ragazza che saltò o cadde sopra i binari e fu tagliata a metà dal treno in arrivo. La storia narra di un ragazzo che andando via da scuola, sentì un rumore alle sue spalle. Voltandosi vide una bella ragazza affacciata ad una finestra. La giovane aveva le braccia posate sul davanzale, e lo fissava. Quando si accorse di essere osservata, la ragazza sorrise e strinse le braccia intorno al corpo. All'improvviso, cadde dalla finestra ed atterrò sul suolo. Il ragazzo realizzò con orrore, che lei aveva perso la parte inferiore del corpo. La ragazza iniziò ad avvicinarsi a lui, correndo sui gomiti e producendo un rumore simile ad un teke-teke-teke. Il ragazzo provò a camminare, ma congelato dalla paura non si mosse. In pochi secondi, lei fu sopra di lui, estrasse una falce tagliandolo a metà e rendendolo come lei. Si dice che i malcapitati che vengano uccisi in questo modo diventino teke-teke a loro volta.
Toire no Hanako-san
Come nella maggior parte delle leggende giapponesi, anche la leggenda di Hanako-san ha a che fare con i bagni delle scuole nipponiche. Hanako-san di solito sta chiusa nella terza cabina del bagno del terzo piano, anche se il suo nascondiglio può cambiare da scuola a scuola. Si tratta principalmente di una ragazza-fantasma che passa il suo tempo a terrorizzare chiunque tenti di interagire con lei o che abbia il coraggio di disturbarla. Si può richiamare la sua attenzione bussando per tre volte alla porta, chiamando il suo nome e facendole una domanda. Spesso le viene chiesto: «Sei lì, Hanako-san?». Se Hanako-san è in quel bagno, allora si udirà una debole voce rispondere: «Sì, sono qui». E chiunque si azzardi, spinto da curiosità, ad aprire la porta per vederla, vedrà una ragazzina vestita di rosso che vi saluta, trascinandovi dentro il bagno. Tuttavia sembra essere per lo più innocua se ci si tiene alla larga dalla cabina in cui si è rinchiusa.
La storia di Oiwa
La storia di Oiwa è una delle più famose storie di fantasmi giapponesi. In Giappone è conosciuta come “Yotsuya Kaidan” e racconta di una donna che venne avvelenata dal marito infedele. Il suo fantasma ritorna dalla morte con il volto sfigurato, per esigere vendetta.Oiwa era una giovane e bella ragazza che viveva in un piccolo paese del Giappone. Era fidanzata con un uomo di nome Iemon e, nonostante egli non possedesse molto denaro, lo amava con tutta se stessa. Quando Iemon le chiese di sposarlo, Oiwa ne fu follemente felice. Dopo il matrimonio si trasferirono e presto lei restò incinta del loro primo figlio. A Oiwa non importava che Iemon era povero, ma il fatto che egli non avesse prospettiva alcuna, l'averebbe in futuro turbata e depressa.Iemon cominciò presto a odiare la sua giovane e felice moglie e intraprese una relazione extraconiugale con una ricca donna di nome Oume. La corteggiò per mesi e mesi, finchè Oume si innamorò di lui malgrado la sua povertà e il fatto che fosse già sposato con Oiwa.Un giorno, il padre di Oume venne per incontrare Iemon e gli disse che sua figlia lo amava molto, ma era disonorevole che egli fosse già sposato. In questa situazione Iemon non avrebbe potuto avere Oume e ottenere così la ricchezza e la nobiltà che ella possedeva. Iemon ascoltò con attenzione.Per molto tempo, Iemon rimuginò sulle parole del padre di Oume. Un piano crudele iniziò a prendere forma nella sua mente. Decise che l'unica maniera per sposare Oume era sbarazzarsi di Oiwa e del figlio che ella portava in grembo. Pensò che il modo più semplice per farlo era avvelenarla e far sì che sembrasse una morte naturale. La povera Oiwa ignorava del tutto i piani omicidi del marito. Completamente ignara del fato che le stava per accadere, continuava felicemente i preparativi per la nascita del loro pargolo.Una sera, Oiwa e Iemon erano seduti a cenare. Oiwa notò che suo marito era stranamente silenzioso e sembrava che fosse nervoso per qualche motivo. Gli disse di mangiare la sua cena, ma lui non volle toccare il cibo. Le gridò di smetterla di agitarsi e di mangiare, perchè disse, doveva essere in forze per il piccolo. Alla fine, Oiwa smise di insistere nel tentativo di allettare l'appetito del marito e iniziò a mangiare la sua cena. Non passò molto che ella iniziò a sentirsi terribilmente male. Iemon la guardava freddamente mentre il veleno faceva effetto, non offrendole aiuto o conforto. Ma Oiwa non morì subito. Il suo viso fu sfigurato dagli effetti del veleno. Poi perse conoscenza. Iemon era troppo codardo per finire il lavoro che aveva iniziato. Così prese il corpo inerme di Oiwa e lo adagiò su un letto. Finalmente Oiwa si risvegliò. Non ricordava nulla dell'avvelenamento, ma aveva perso il bambino e la sua faccia era ripugnante, terribilmente sfigurata.Nonostante ciò, Oiwa visse.Iemon era disperato. Giocava la parte del marito preoccupato, ma continuava a pensare a un modo per sbarazzarsi di sua moglie. Una sera portò Oiwa fuori per una lunga camminata. Arrivarono nei pressi di una scogliera, e Iemon si guardò intorno per vedere se ci fosse qualcuno nelle vicinanze. Non vide nessuno.Iemon spinse giù Oiwa. Recuperò in seguito il corpo senza vita e le dette il miglior funerale che egli potesse permettersi, spendendo tutto il denaro in una grande processione degna del dolore di un marito che ha perso la propria moglie.Iemon sapeva naturalmente che i suoi problemi economici sarebbero stati solo temporanei, ora che Oiwa non c'era più.Pensando che i suoi guai fossero finiti, Iemon pianificò le sue nozze con Oume. Durante la notte prima che il matrimonio avesse luogo, notò che la lampada che aveva di fianco al letto si stava attenuando. Egli la osservò con curiosità, poiché essa cominciò a cambiare aspetto. Improvvisamente, la faccia sfigurata di Oiwa rimpiazzò la lampada e la sua immagine si espanse per tutta la stanza. “Traditore!” sibilò.Iemon afferrò un bastone e lo agitò contro la faccia di Oiwa, ma essa scomparve e la lampada si infranse e cadde sul pavimento. Gli parve di udire la fievole risata di una donna provenire dall'esterno. Scosso dall'avvenimento, Iemon si convinse di aver bevuto troppo la sera prima e che la visione di Oiwa ne fosse il risultato. Tornò a letto.Il giorno seguente, Iemon aveva già scordato tutto riguardo allo spettro della notte precedente. Lui e Oume celebrarono finalmente il matrimonio. Ma quando Iemon le alzò il velo, il giovane e bel viso della donna scomparve e al suo posto vide la faccia sfigurata di Oiwa che sibilò per la seconda volta “traditore!”.Inorridito dalla visione, Iemon sguainò la sua spada e decapitò lo spettro di Oiwa. La testa troncata rotolò sulla navata della chiesa, ma quando si fermò, Iemon scoprì con orrore che era la testa di Oume. Egli sentì di nuovo in lontananza il suono di una risata prendersi gioco di lui.Cercando un posto dove nascondersi, Iemon tornò alla sua vecchia piccola casa, dove un tempo viveva con Oiwa. Improvvisamente sentì bussare alla porta, quando aprì, vide Oiwa. Di nuovo afferrò la spada e decapitò il fantasma - solo per scoprire che aveva appena decapitato il nonno di Oume.Vicino alla pazzia, Iemon corse alla scogliera dove portò Oiwa la sera in cui la uccise. Ormai la risata della donna lo seguiva dovunque egli andasse. Si fermò davanti al dirupo, guardando in basso. Indeciso se gettarsi nel vuoto.Alcuni passanti raccontarono di aver visto il fantasma di una donna spingerlo giù dal dirupo e gettarsi dopo di lui, ridendo...
Yama-Uba
Yama Uba, chiamata anche la strega della montagna, è un demone proveniente dal folklore giapponese che vive in una capanna tra le montagne e si ciba di chiunque sia abbastanza sventurato da incontrarla.Si tratta di una strega dall'aspetto abominevole, con lunghi capelli incolti e ingialliti, occhi penetranti e una bocca larga quasi quanto l'intero volto.La leggenda racconta che questa strega era un tempo una donna anziana che viveva in un piccolo villaggio in Giappone. La zona fu colpita da una terribile carestia e per poter conservare il poco cibo rimasto, i suoi figli decisero di non sfamarla più e di liberarsene, portandola fuori dal villaggio e abbandonandola nei boschi dove sarebbe presto morta di fame.Ma Yama Uba non morì. Si diresse nelle montagne e trovò rifugio in una caverna. Molti anni di solitudine la resero pazza e cannibale, vivendo esclusivamente della carne di chiunque uccidesse.Costruì una piccola capanna nelle profondità della foresta e da allora le sue prede sono i viaggiatori che si perdono nelle montagne. Appare ai loro occhi come una donna giovane e dai modi gentili, offrendo loro riparo per la notte nella sua capanna. Una volta colti dal sonno, Yama Uba li uccide e li divora. A volte usa gli stessi capelli per intrappolare le sue vittimi e attirarle verso la grande bocca.Alcune storie raccontano che la strega della montagna si offre di indicare la strada giusta al viaggiatore che la incontra dopo essersi smarrito, ma invece lo porta sulla cima di un dirupo e fa sì che egli precipiti sulle rocce sottostanti. Yama Uba infine si ciba dei suoi resti.
Teke Teke
Il Giappone è per i suicidi ciò che l'America è per la torta di mele, da nessuna parte l'argomento è più presente e i giapponesi lo dimostrano per qualunque motivo: da una relazione finita male a dei pessimi voti.
Le storie di fantasmi non fanno eccezione, si dice infatti che il Teke Teke sia una donna che, saltata o caduta sui binari di un treno della metropolitana, sia stata brutalmente tagliata a metà. Vedendo come essere tagliata a metà può rovinare la giornata, la sua rabbia e il suo dolore l'hanno trasformata nel Teke Teke. Esso vaga per tutto il Giappone con solamente il torso della donna, si trascina con le braccia e il suono che produce mentre si muove è descritto dal "teke-teke-teke" dei suoi gomiti che urtano l'asfalto. Perché non ci sono circuiti di F1 per questa specialità? (questa battuta è così cretina che mi vergogno quasi ad averla tradotta xD)
Assumendo che, dopo averlo visto, non siate immediatamente corsi via, il mostro vi si lancerà contro come l'attrazione più arrabbiata di un Sideshow e vi affetterà perfettamente a metà. Il Teke Teke farà ancor di più teke teke in questi casi, poiché se verrete presi sarete condannati a diventare come lui.
Le storie di fantasmi non fanno eccezione, si dice infatti che il Teke Teke sia una donna che, saltata o caduta sui binari di un treno della metropolitana, sia stata brutalmente tagliata a metà. Vedendo come essere tagliata a metà può rovinare la giornata, la sua rabbia e il suo dolore l'hanno trasformata nel Teke Teke. Esso vaga per tutto il Giappone con solamente il torso della donna, si trascina con le braccia e il suono che produce mentre si muove è descritto dal "teke-teke-teke" dei suoi gomiti che urtano l'asfalto. Perché non ci sono circuiti di F1 per questa specialità? (questa battuta è così cretina che mi vergogno quasi ad averla tradotta xD)
Assumendo che, dopo averlo visto, non siate immediatamente corsi via, il mostro vi si lancerà contro come l'attrazione più arrabbiata di un Sideshow e vi affetterà perfettamente a metà. Il Teke Teke farà ancor di più teke teke in questi casi, poiché se verrete presi sarete condannati a diventare come lui.
L'ho cominciato, se qualcuno ne conosce qualcuna (che magari non c'è su wikipedia dato che ho fatto già io un bel po' di collage), sarebbe una figata! Per la mitologia aggiungo qualcosa dopo, se comunque postate qualcosa lo aggiungo al volo! Purtroppo ho dovuto copiare mooolto da wikipedia, se conosete altri varianti le metto subito.
Fonti:
Wikipedia
crepypastaforum
Altri
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