L'evoluzione delle serie tv | Come è cambiata la televisione negli anni e il rapporto con il cinema

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Si può senza dubbio dire che nel corso di quest'ultimi due decenni le serie televisive e la televisione in generale abbiano attraversato una profonda evoluzione. A partire dalla fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila, abbiamo assistito alla nascita di progetti sempre più ambiziosi, da un punto di vista sia narrativo che economico: un numero sempre maggiore di produzioni che hanno portato a definire questa come la "Golden Age" della televisione. Pensate che solo dal 2011 al 2016 si è registrato un incremento del 71% degli show realizzati: parliamo di qualcosa come 4/500 all'anno.

Ma come sono esattamente queste "nuove" serie? Una delle differenze più evidenti col passato è sicuramente il passaggio graduale a forme narrative di tipo orizzontale, trasformando così lo spettatore da casuale ad abituale. Le serie sono veri e propri film in più parti e lo spettatore vuole e deve seguirle dall'inizio alla fine se vuole restare in pari. E uso la parola "film" non a caso, considerando quanto la televisione ormai appaia qualitativamente quasi allo stesso livello del cinema, sia grazie ai mezzi, che al grosso capitale economico che negli anni si è gradualmente spostato (non è più così raro che un episodio possa costare milioni di dollari), che alla partecipazione di grossi nomi del mondo cinematografico. Sempre più registi e attori di cinema, infatti, scelgono di dedicarsi a progetti televisivi, consci del fatto che non solo avranno modo di lavorare in progetti di spessore, ma anche di guadagnarci bene.

Ma questa grande evoluzione forse non avrebbe raggiunto l'apice se non fosse stato per la parallela evoluzione delle piattaforme di distribuzione. Netflix, Amazon, Hulu son solo gli esempi più importanti di questo enorme processo. Grazie a loro, e in particolare a Netflix, abbiamo assistito ad un aumento smisurato di serie televisive prodotte e del numero di spettatori che adesso possono sfruttare anche computer, tablet o smartphone. E sempre grazie a loro alcuni registi scelgono di produrre i loro film direttamente per il mercato televisivo piuttosto che per quello cinematografico (Coen, Scorsese ecc..).

E tutto questo non può che influire anche sul mercato straniero, compreso quello italiano. Netflix ha prodotto (Suburra, Sulla mia pelle) e continua a produrre in Italia. Serie e film che vanno ad affiancarsi ad altre opere di grande successo internazionale come The Young Pope (HBO) e Gomorra (Sky), dimostrando che anche il nostro paese, timidamente, prende parte a questa grande trasformazione.

Ma la Golden Age della televisione è destinata a durare in eterno? E i suoi effetti sono solo positivi?

Alcuni sostengono che quest'era sia destinata a finire molto presto, un po' perchè il grosso numero di produzione non può fisiologicamente essere sostenuto da una qualità costante, e un po' perchè il mercato è ormai saturo e lo spettatore non riesce a vedere tutto. 

E il cinema? Come si evolverà in futuro il rapporto tra piccolo e grande schermo? Coesisteranno pacificamente o uno fagociterà l'altro?

Gli spunti di riflessione sono tanti. Usate questo topic per discuterne ed esprimere le vostre opinioni. 

 
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Dico solo che ormai abbiamo a mio avviso già raggiunto il punto massimo di saturazione, con evidenti ricadute sulla qualità generale delle serie e la capacità di catturare l'interesse del grande pubblico come un tempo. Pensate ai tempi di Lost o più di recente ai primi tempi di TWD o GOT: queste serie tv sono state dei veri e propri eventi mondali, di portata dirompente, erano sulla bocca di tutti, appassionati o meno, e monopolizzavano le discussioni praticamente ovunque (forum, social e via dicendo). Questo perchè, a prescindere da un discorso qualitativo, l'appuntamento settimanale con queste serie si trasformava davvero in un evento in grado di polarizzare l'attenzione del grande pubblico e di stimolare la "chiacchiera" generale su quello che stava succedendo e quello che sarebbe accaduto negli episodi successivi.

Oggi ormai non è più così, perchè siamo sommersi da tutte le parti da nuove serie, grandi e piccoli nomi, l'attenzione del pubblico si frammenta, le serie che davvero spiccano sono sempre meno visto che per lasciare il segno in questo marasma di prodotti devi essere davvero meritevole e davvero originale, e le nuove forme di distribuzione di certo non aiutano: Netflix, Amazon Prime e servizi simili hanno ucciso quello che era il classico rito dell'uscita settimanale degli episodi, della chiacchiera e della teorizzazione tra un episodio e l'altro, che in fin dei conti è sempre stata la "magia" aggiunta delle serie tv rispetto al cinema. Sfido chiunque a non ricordare con nostalgia le settimane di folli teorie tra un episodio e l'altro di Lost, ma pensiamo anche all'ultima stagione di Twin Peaks e alle pagine a pagine di inchiostro digitale che abbiamo speso tra un episodio e l'altro in teorizzazioni varie in attesa dei nuovi episodi...Oggi tutto questo è sempre più raro, tutti si guardano quello che vogliono quando vogliono e per carità, la cosa ha certamente i suoi vantaggi (io stesso sono il primo a fare binge-watching selvaggio su Netflix), però bisogna prendere atto che è una modalità di fruizione del prodotto televisivo molto distante da quella "classica" cui eravamo da sempre abituati.

Onestamente penso davvero che ciò che le serie tv stiano perdendo sia proprio la loro "serialità", sempre più improntate invece ad un modello vicino all'essere un "lungo film diviso in tante parti", giusto per intenderci. E sia chiaro che per serialità non intendo tanto distinguere tra i tipi di narrazione orizzontali o verticali (i cari vecchi telefilm procedurali insomma), quanto piuttosto mi preme mettere l'accento sulle modalità di distribuzione e di fruizione cui accennavo sopra, completamente diverse rispetto al passato.

 
Per me sono rimaste invariate i capolavori escono adesso come sono usciti in passato da ambo le parti :unsisi: sono cambiati i metodi di visualizzazione ma se le serie o un film meritano riescono a crearsi un loro spazio a prescindere  :unsisi:

 
La Golden Age è già finita, numeri positivi a parte, è chiaro come la situazione attuale della TV assomigli molto a quella precedente al "videogame crash", cioè troppa scelta e alienazione e confusione da parte dei consumatori.

Non c'è dubbio poi che non vi sia più quella trepidazione per la puntata seguente di una serie, ma non sono certo che sia tutta colpa dei servizi di streaming.

Secondo me l'enfasi esagerata sulla trama orizzontale, sull'onda del successo di LOST e di Game of Thrones, ha stufato e frustrato gli spettatori a lungo andare, perché un conto è se alcune serie avessero tale caratteristica, un altro è se ce l'hanno TUTTE.

Personalmente io sono sempre stato un fanatico del cinema, ma durante il periodo di esplosione di queste serie mi ero convertito alla TV e non vedevo altro... da quando Breaking Bad è finito però sono ritornato al cinema, perché ero stufo di dover aspettare settimane per una conclusione soddisfacente per ogni serie. La formula è stanca, STANCHISSIMA!

Secondo me non sono gli spettatori che sono stati abituati al binge-watching da Netflix, sono HBO e soci che hanno tirato troppo la corda con la stessa formula trita e ritrita e il pubblico di conseguenza si è stancato di aspettare una vita prima di avere il cosiddetto payoff da parte delle serie TV, e Netflix ne ha approfittato dando una TV soddisfacente e subito, e da qui nasce il successo.

Dare al pubblico ciò che vuole però è un'arma a doppio taglio, sia per i canali di distribuzione TV (tradizionali o streaming), sia per gli spettatori, e Netflix e soci se ne accorgeranno molto presto, così come se ne accorgeranno gli utenti.

 
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Il mercato odierno è indubbiamente saturo, si fa fatica a seguire ciò che si è già iniziato, figurati a guardare tutto ciò che esce di nuovo e interessante. Ma è anche grazie a Netflix e co. che oggi possiamo vedere quello che vogliamo quando vogliamo, e questo per me è un passo avanti gigantesco rispetto al passato. Essere costretti ai ritmi settimanali della TV, non potersi perdere un episodio per evitare di inseguire improbabili repliche o cercare l'episodio stesso con altri metodi, sono aspetti che al giorno d'oggi lasciano il tempo che trovano.

 
Il vero problema nasce dalla frammentazione del servizio un tempo c'era Netflix e poco altro ora invece si stanno aggiungendo nuovi distributori ciscuno col suo catalogo esclusivo fatto che sta mettendo in crisi anche i binge watchers che hanno alcune stagioni da una parte ed altre da un'altra e magari la stagione finale da un'altra parte ancora , oppure come nel caso dei crossovers DC avere gli episodi su piattaforme diverse perchè diverse sono le esclusive e quindi resi impossibili da seguire.

quelle che continuate a chiamare "serie" in realtà sono un'unica storia in 10 episodi o poco più e funzionano sopratutto col binge watching , ma un anno tra una fase e l'altra è troppo , oltretutto scema l'interesse e se gli ascolti calano c'è anche il rischio che poi non prosegua. 

Le trasmissioni settimanali sono una cosa ancora diversa per esempio le relazioni fra i personaggi , sia di lavoro che sentimentali o semplicemente familiari sono più "vere" perchè sono temporalmente prolungate . Un personaggio ricorrente che ha una relazione con uno dei protagonisti e che compare 3 o 4 volte ogni 4 puntate in un anno racconta di una storia di vari mesi , una crisi che comincia 7 puntate prima si conclude dopo quasi due mesi reali per lo spettatore lasciando ad intendere senza bisogno di mostrarli  conflitti e liti che poi portano alla separazione , nel binge watching la cosa risulta forzata , la percezione temporale degli eventi è di pochi giorni e risulta troppo rapida , sia come svolgimento che come continuità e risulta anche forzato il risentimento fra le parti , lasciarsi per un compleanno dimenticato dopo essersi incontrati 3 puntate prima  è eccessivo e fanciullesco , lasciarsi per lo stesso motivo dopo un mese invece lascia intendere che in quel mese sono accadute cose e che quella è solo la goccia finale.

Quindi si i mezzi di comunicazione sono diversi , ma in quella diversità ci sono ancora elementi che rendono un mezzo migliore dell'altro a seconda di quel che si vuol fare.

Tra l'altro stanno rivelando fior di attori che prima erano poco noti dai protagonisti di The Americans a quelli di Homeland 

Poi c'è il catalogo che le TV non possono sfruttare le piattaforme in streaming invece si tenendo in catalogo cose di qualità che altrimenti non vedrebbero repliche 

 
Io penso che la Golden Age della televisione invece sia proprio ora.

Tra la fine degli anni '90 l'inizio dei '00 sì è assistito all'evoluzione ma è oggi che si è raggiunta la massima espressione. Da quando avere tanti prodotti è un male? Adesso escono serie tv per tutti i gusti. C'è fermento, si investe. Su piccolo schermo si vedono attori che fino a 10 anni fa mai si sarebbe pensato. Cioè ragazzi, Hopkins, Jim Carrey, Kevin Spacey, Woody Harrelson, Amy Adams, Clive Owen,  Colin Farrell, Matthew Mccounaughey, James Franco, Billy Thornton, Martin Freeman, Maggie Gyllenhaal, Micheal Pitt, Tom Hardy sono solo alcune delle star che hanno intrapreso un percorso televisivo dopo essersi affermati nel cinema e non il contrario come un tempo accadeva. E che attori sono?

Di serie tv capolavoro ne continuano ad uscire. Anzi, in generale, al netto dell'incremento vertiginoso del numero di serial, la qualità media è salita.

Le serie tv sono diventate veri e propri fenomeni di massa. Fino a qualche anno fa chi si vedeva Lost etc.? Per quanto famosa, era un fenomeno molto più circoscritto. Rispondo: gli appassionati e qualche soggetto che aveva la Pay tv.

Il fenomeno serial è iniziato prima di netflix et simila. Personalmente ho incominciato ad avvertirne la portata da Breaking Bad, all'incirca.

Certo le piattaforme streaming lo hanno ampliato definitivamente, modificandone l'utilizzo e la sua frequenza, togliendo probabilmente di mezzo anche molta pirateria. Ma questo e il binge-watching che hanno a che fare con il decadimento in sè che leggo essere avvertito? Mi manca proprio il collegamento/nesso tra fruizione selvaggia e punto di decadimento.

Inoltre...il binge watching non è un obbligo e numerose ancora sono le serie tv a cadenza settimanale, anche sulle piattaforme streaming (ovviamente non i loro prodotti originali). Penso all'ultima stagione di Games of Thrones che è stata seguitissima e commentatissima, ovunque.

I Canali Tv storici e canonici continuano ad esistere e sfornare prodotti, e a questi canali storici se ne sono affiancati molti nuovi.

Il fruitore è spaesato dalla troppa offerta? Io non penso. 

Il moltiplicarsi dell'offerta è dovuto ad un' enorme esplosione della domanda e del numero di appassionati/spettatori, come detto. 

All'orizzonte serie tv da videogiochi (halo, the Witcher etc.), su saghe letterarie (oltre a the Witcher, il Signore degli anelli), su saghe cinematografiche storiche (Star Wars), progetti di ogni tipo per ogni genere.

Tutto quanto detto è cioè che considerate decadimento di questo media? Si sta cambiando modo di guardare il cinema... si perché non attribuire alle serie tv la qualifica di cinema lo trovo irrispettoso per quello che offrono. Non hanno più nulla da invidiare al film tradizione in sala, dalla regia agli effetti speciali, dalla recitazione alla sceneggiatura; addirittura offrono MOLTO di più in termini di coinvolgimento e approfondimento.

Io vedo un futuro sempre più roseo e ricco di qualità per le serie tv.

Il rapporto film su piattaforma-film in sala cinema invece non riesco ad interpretarlo e non ho idea se andrà a decretare l'eliminazione di questi ultimi. Probabilmente solo il tempo ce lo dirà.

 
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Era una discussione interessante, altri pareri?

 
Io, se devo essere onesto, ho qualche riserva sulla generazione attuale. Ultimamente non gioco più ai videogames, guardo solo serie tv. E ce ne sono di interessanti, non lo nego. Il problema è che negli ultimi tempi preferisco iniziare serie tv vecchie, perché quelle attuali, spesso, non mi soddisfano, sono troppo "di massa", fatte con lo stampino. Sembrerò un nostalgico, ma non lo sono, visto che ho iniziato seriamente a interessarmi al fenomeno solo con Lost e Prison Break. Secondo me, qualche decennio fa si osava di più. Ora si osa pure, ma quasi sempre solo a livello tematico. Il problema è che anche quando vengono presentati temi nuovi o insoliti le modalità di rappresentazione si somigliano in buona parte. L'obiettivo è compiacere in ogni modo lo spettatore, un po' come avviene con la pornografia. Ecco, secondo me le serie tv attuali sono pornografia, spesso di qualità, non lo nego, ma comunque poco coraggiose, poco propense a spiazzare le spettatore. E, anche quando lo fanno, non lo scuotono nel profondo. La salvezza può venire dalle miniserie o dalle serie che durano una sola stagione (True Detective 1, 3, Fargo 1, The Night of) o dalle serie antologiche come Black Mirror. Un caso a parte è la terza stagione di Twin Peaks, in cui l'autore ha avuto campo libero e se ne è fregato del tutto dello spettatore. Di certo la situazione attuale non è messa poi così male, ma vorrei più coraggio.

 
Io, se devo essere onesto, ho qualche riserva sulla generazione attuale. Ultimamente non gioco più ai videogames, guardo solo serie tv. E ce ne sono di interessanti, non lo nego. Il problema è che negli ultimi tempi preferisco iniziare serie tv vecchie, perché quelle attuali, spesso, non mi soddisfano, sono troppo "di massa", fatte con lo stampino. Sembrerò un nostalgico, ma non lo sono, visto che ho iniziato seriamente a interessarmi al fenomeno solo con Lost e Prison Break. Secondo me, qualche decennio fa si osava di più. Ora si osa pure, ma quasi sempre solo a livello tematico. Il problema è che anche quando vengono presentati temi nuovi o insoliti le modalità di rappresentazione si somigliano in buona parte. L'obiettivo è compiacere in ogni modo lo spettatore, un po' come avviene con la pornografia. Ecco, secondo me le serie tv attuali sono pornografia, spesso di qualità, non lo nego, ma comunque poco coraggiose, poco propense a spiazzare le spettatore. E, anche quando lo fanno, non lo scuotono nel profondo. La salvezza può venire dalle miniserie o dalle serie che durano una sola stagione (True Detective 1, 3, Fargo 1, The Night of) o dalle serie antologiche come Black Mirror. Un caso a parte è la terza stagione di Twin Peaks, in cui l'autore ha avuto campo libero e se ne è fregato del tutto dello spettatore. Di certo la situazione attuale non è messa poi così male, ma vorrei più coraggio.
Non c'è bisogno di scomodare la pornografia come paragone per un'opera fatta per compiacere lo spettatore, tutti i prodotti "artistici" moderni soffrono di questa sindrome: cinema, musica e videogiochi in primis.

Concordo comunque, ma la standardizzazione riguarda principalmente i blockbuster, e questo apre la porta a produzioni di nicchia che osano eccome. Bisogna cercare meglio, guardarsi attorno con più attenzione, e le cose originali le trovi sempre, in tutti i campi artistici.

P.S. Non è proprio di nicchia, essendo HBO, ma io consiglio vivamente "Sharp Objects", serie che osa parecchio e molto bella :ahsisi:

 
Ultima modifica da un moderatore:
Tu hai ragione nel dire che ci sono prodotti di nicchia interessanti. Io, dato che vedo quasi solo serie tv, ne ho viste tante. Quello che noto, però, è il poco coraggio in cose che hanno a che fare con l'impostazione generale. Ti ringrazio per avermi consigliato Sharp Objects, non la conoscevo. La guarderò :sisi:

Se ne conosci altre, comunque, non esitare a proporle

 
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