Riflessione L'utenza videoludica oggi

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8 Gen 2021
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Premetto che il topic non mira a screditare l'utenza del forum (che anzi è un'isola felicissima confrontata con quello che riserva "l'esterno"), bensì l'utenza "di massa", quella che commenta su Metacritic, Twitch o YouTube, come anche in alcuni gruppi Facebook.
La mia riflessione nasce, banalmente, dall'esperienza maturata in questi ultimi 5 anni, dove mi sono affacciato appunto a quell'utenza di massa, uscendo dalla mia zona di sicurezza.

Se, da un lato, si demonizza, a volte esageratamente, la critica, dall'altro si nota la presenza di un'utenza che nelle piattaforme più vaste raccoglie in maggioranza soggetti faziosissimi, che giudicano giochi, se va bene, vedendo qualche run del loro streamer preferito, oppure, alla peggio, basandosi su semplici pregiudizi che enfatizzano all'inverosimile, come se per loro smontare o elogiare un gioco fosse una questione di vita o di morte. L'ho notato in The Last of Us 2, quando ovunque si leggevano e sentivano critiche asprissime imperniate su di un'esperienza nulla o limitata, se non addirittura volutamente faziosa, dell'opera; in Elden Ring, quando si utilizzava il riciclo degli elementi precedenti e alcuni elementi tecnici anacronistici per gettare acredine su di un titolo onestamente maestoso; recentemente in Zelda TotK e FF16, dove, da un lato, è la fiera del commento troll "è un DLC" e, dall'altro, si fa a gara per giudicare il gioco in relazione al passato della saga oppure criticare senza basi il CS. Anche quando un gioco ha delle criticità più marcate di altri (come FF16) gli elementi negativi vengono gonfiati, quasi parodiati, per banalizzare la discussione e lasciarla arenare nello scontro tra fazioni polarizzatissime.
Eppure, oggi, un utente avrebbe un'infinità di risorse alle quali attingere per sviluppare una propria cultura videoludica e recensire titoli in maniera analitica e ponderata. Nel web si trovano saggi e articoli di vario genere su game disegn e marketing, quanto sui processi produttivi che stanno a monte dell'industria. E anche dove l'interesse non è così tecnico, com'è giusto che sia, un utente avrebbe modo di analizzare a mente fredda i titoli di cui parla.

Quindi i mezzi per diventare un appassionato consapevole esistono, eppure la discussione sembra, sempre più, assestarsi su livelli di tifoseria da stadio. Sinceramente le ragioni possono essere molteplici. Un attaccamento morboso alla propria saga preferita/console di riferimento, la necessità di giustificare un acquisto dietro a un mondo, quello dei videogiochi, che ci richiede di scegliere, dietro a soldi sempre più limitati, un'unica console da utilizzare o addirittura solo un piccola schiera di titoli ai quali giocare. Quindi chi ha speso soldi per PS5 dovrà demolire Nintendo per giustificare, a se stesso e al pubblico, il proprio acquisto, e viceversa.

Considero i videogiochi una forma d'arte, ciononostante l'utenza mi sembra estremamente indietro rispetto ad altre forme d'arte. Una delle caratteristiche che secondo me richiama queste criticità è il fatto che, come accade nel cinema a dire il vero, moltissimi utenti si sentono i depositari dell'opera e non riescono a vederla più da lontano, come un prodotto realizzato secondo visioni artistiche e scelte precise in relazione a quelle date visioni. Un utente che giudica il titolo così soggettivamente e in maniera così boriosa, in un certo senso non considera il videogioco una forma d'arte, ma quasi una parodia di essa, qualcosa di livello inferiore alla "vera" arte.

Voi che ne pensate? Anche voi percepite questa tendenza oppure le mie sono lamentele da elitista? E se percepite anche voi questa tendenza, secondo voi è destinata a peggiorare oppure è una semplice flessione temporanea?
 
Ultima modifica da un moderatore:
Premetto che il topic non mira a screditare l'utenza del forum (che anzi è un'isola felicissima confrontata con quello che riserva "l'esterno"), bensì l'utenza "di massa", quella che commenta su Metacritic, Twitch o YouTube, come anche in alcuni gruppi Facebook.
La mia riflessione nasce, banalmente, dall'esperienza maturata in questi ultimi 5 anni, dove mi sono affacciato appunto a quell'utenza di massa, uscendo dalla mia zona di sicurezza.

Se, da un lato, si demonizza, a volte esageratamente, la critica, dall'altro si nota la presenza di un'utenza che nelle piattaforme più vaste raccoglie in maggioranza soggetti faziosissimi, che giudicano giochi, se va bene, vedendo qualche run del loro streamer preferito, oppure, alla peggio, basandosi su semplici pregiudizi che enfatizzano all'inverosimile, come se per loro smontare o elogiare un gioco fosse una questione di vita o di morte. L'ho notato in The Last of Us 2, quando ovunque si leggevano e sentivano critiche asprissime imperniate su di un'esperienza nulla o limitata, se non addirittura volutamente faziosa, dell'opera; in Elden Ring, quando si utilizzava il riciclo degli elementi precedenti e alcuni elementi tecnici anacronistici per gettare acredine su di un titolo onestamente maestoso; recentemente in Zelda TotK e FF16, dove, da un lato, è la fiera del commento troll "è un DLC" e, dall'altro, si fa a gara per giudicare il gioco in relazione al passato della saga oppure criticare senza basi il CS. Anche quando un gioco ha delle criticità più marcate di altri (come FF16) gli elementi negativi vengono gonfiati, quasi parodiati, per banalizzare la discussione e lasciarla arenare nello scontro tra fazioni polarizzatissime.
Eppure, oggi, un utente avrebbe un'infinità di risorse alle quali attingere per sviluppare una propria cultura videoludica e recensire titoli in maniera analitica e ponderata. Nel web si trovano saggi e articoli di vario genere su game disegn e marketing, quanto sui processi produttivi che stanno a monte dell'industria. E anche dove l'interesse non è così tecnico, com'è giusto che sia, un utente avrebbe modo di analizzare a mente fredda i titoli di cui parla.

Quindi i mezzi per diventare un appassionato consapevole esistono, eppure la discussione sembra, sempre più, assestarsi su livelli di tifoseria da stadio. Sinceramente le ragioni possono essere molteplici. Un attaccamento morboso alla propria saga preferita/console di riferimento, la necessità di giustificare un acquisto dietro a un mondo, quello dei videogiochi, che ci richiede di scegliere, dietro a soldi sempre più limitati, un'unica console da utilizzare o addirittura solo un piccola schiera di titoli ai quali giocare. Quindi chi ha speso soldi per PS5 dovrà demolire Nintendo per giustificare, a se stesso e al pubblico, il proprio acquisto, e viceversa.

I social purtroppo non sono un luogo di confronto fra utenti realmente interessati ad approfondire ma dei posti di svago dove sovente capita di leggere la notizia su un tema che ci appassiona mediamente, con post che sono studiati per incalzare l'utente da titoli clickbait alla FFXVI delude in GIappone? Vende meno di FFVII: Remake. Non ti puoi aspettare conversazioni elevate da vetrine deputate alla contemplazione di culi o al pettegolezzo, poiche' non sono fatti per l'approfondimento dei succitati argomenti.
Per gli aggregatori vale un discorso diverso e sebbene sia d'accordo con te su alcuni dettagli che hai esposto in seguito e ci arriveremo, devi tenere a mente che i suddetti portali(come facebook, youtube e altri social in effetti) sono pieni zeppi di troll pagati per indirizzare l'opinione pubblica, altri invece piu' zelanti lo fanno perche' in questo mondo l'appartenenza a un sistema conta ancora e in modo quasi comico: nell'home video nessuno si affezione alla casa di produzione di un lettore blu ray, al massimo c'e' stata qualche diatriba ideologica sui formati ai tempi della faida Blu Ray/HD-DVD, per il resto ci si concentra su quello che gli hardware mettono in mostra su schermo. C'e' una motivazione logica e ampiamente comprensibile che motiva la console war(non ultimo il fatto che non esista film al mondo che sia presente esclusivamente su lettori Sony o Philips per esempio), ma ovviamente la deriva piu' borderline e' abbastanza astrusa.
Twitch e' un covo di streamer che cerca di monetizzare un moloch indefinito chiamato chat in cui la profondita' del messaggio tipo e' questo "OMG you boomer scrub :ohyess::ohyess::ohyess: . " e loro stessi interagiscono solo con chi gli permette di fare piu' visualizzazioni, poi anche usando il proprio tempo per scrivere lunghi messaggi, ci si ritrova dispersi nel marasma di messaggi inutili come il sopra interpretato :asd:.
Reddit e' gia' piu' interessante ma comunque molto confusionario, i thread si disperdono rapidamente e gran parte dell'utenza e' zoomer, abituata ad esprimersi con 300-400 caratteri massimo. Ci sono tanti spunti interessanti ma li devi andare a cercare con il lanternino.
Per il resto io credo che la console war, anche a causa del fatto che il videogioco classico(cioe' quello con microtransazioni assenti o limitate) sia diventato un prodotto per millenials che ormai i trenta li hanno passati da un pezzo, sia diventata molto piu' goliardica e appannata rispetto al passato. C'e' ancora qualche matto fissato che brucia playstation su youtube perche' ritiene che Sony sia il male nel mondo o che gode degli scandali della comunita' pro di Smash, in quanto Nintendo da sempre fomenterebbe strani comportamenti, ma ci sono pazzi in ogni settore e non vedo perche' il nostro debba fare eccezione.

Considero i videogiochi una forma d'arte, ciononostante l'utenza mi sembra estremamente indietro rispetto ad altre forme d'arte. Una delle caratteristiche che secondo me richiama queste criticità è il fatto che, come accade nel cinema a dire il vero, moltissimi utenti si sentono i depositari dell'opera e non riescono a vederla più da lontano, come un prodotto realizzato secondo visioni artistiche e scelte precise in relazione a quelle date visioni. Un utente che giudica il titolo così soggettivamente e in maniera così boriosa, in un certo senso non considera il videogioco una forma d'arte, ma quasi una parodia di essa, qualcosa di livello inferiore alla "vera" arte.

Voi che ne pensate? Anche voi percepite questa tendenza oppure le mie sono lamentele da elitista? E se percepite anche voi questa tendenza, secondo voi è destinata a peggiorare oppure è una semplice flessione temporanea?

Ricorda sempre che pur essendo una forma d'arte, non e' concepita per essere tale.
Io ritengo che in questo senso si siano fatti passi da gigante, tenendo a mente che il videogioco non e' un quadro che deve essere venduto a una sola persona e che pertanto deve crogiolarsi nella sua unicita' o quantomeno scarsita' per essere definito di valore. Il successo di un videogioco e' per definizione dei suoi stessi produttori da ritrovare nel numero di utenti che ne fruiscono e questo da sempre.
Non a caso noterai che i titoli piu' influenti sono anche quelli che vendono piu' copie, chi si ricorda piu' di Ico o Another World per citarne due? Che senso ha per Sony o chicchessia continuare a produrre titoli che venderanno pochissimo?
 
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I social purtroppo non sono un luogo di confronto fra utenti realmente interessati ad approfondire ma dei posti di svago dove sovente capita di leggere la notizia su un tema che ci appassiona mediamente, con post che sono studiati per incalzare l'utente da titoli clickbait alla FFXVI delude in GIappone? Vende meno di FFVII: Remake. Non ti puoi aspettare conversazioni elevate da vetrine deputate alla contemplazione di culi o al pettegolezzo, poiche' non sono fatti per l'approfondimento dei succitati argomenti.
Per gli aggregatori vale un discorso diverso e sebbene sia d'accordo con te su alcuni dettagli che hai esposto in seguito e ci arriveremo, devi tenere a mente che i suddetti portali(come facebook, youtube e altri social in effetti) sono pieni zeppi di troll pagati per indirizzare l'opinione pubblica, altri invece piu' zelanti lo fanno perche' in questo mondo l'appartenenza a un sistema conta ancora e in modo quasi comico: nell'home video nessuno si affezione alla casa di produzione di un lettore blu ray, al massimo c'e' stata qualche diatriba ideologica sui formati ai tempi della faida Blu Ray/HD-DVD, per il resto ci si concentra su quello che gli hardware mettono in mostra su schermo. C'e' una motivazione logica e ampiamente comprensibile che motiva la console war(non ultimo il fatto che non esista film al mondo che sia presente esclusivamente su lettori Sony o Philips per esempio), ma ovviamente la deriva piu' borderline e' abbastanza astrusa.
Twitch e' un covo di streamer che cerca di monetizzare un moloch indefinito chiamato chat in cui la profondita' del messaggio tipo e' questo "OMG you boomer scrub :ohyess::ohyess::ohyess: . " e loro stessi interagiscono solo con chi gli permette di fare piu' visualizzazioni, poi anche usando il proprio tempo per scrivere lunghi messaggi, ci si ritrova dispersi nel marasma di messaggi inutili come il sopra interpretato :asd:.
Reddit e' gia' piu' interessante ma comunque molto confusionario, i thread si disperdono rapidamente e gran parte dell'utenza e' zoomer, abituata ad esprimersi con 300-400 caratteri massimo. Ci sono tanti spunti interessanti ma li devi andare a cercare con il lanternino.
Per il resto io credo che la console war, anche a causa del fatto che il videogioco classico(cioe' quello con microtransazioni assenti o limitate) sia diventato un prodotto per millenials che ormai i trenta li hanno passati da un pezzo, sia diventata molto piu' goliardica e appannata rispetto al passato. C'e' ancora qualche matto fissato che brucia playstation su youtube perche' ritiene che Sony sia il male nel mondo o che gode degli scandali della comunita' pro di Smash, in quanto Nintendo da sempre fomenterebbe strani comportamenti, ma ci sono pazzi in ogni settore e non vedo perche' il nostro debba fare eccezione.
Infatti, come detto, secondo me il fattore scatenante è la relazione forzata che c'è tra hardware ed opera. Tuttavia, analizzando altri ambiti artistici, seppure sotto una diversa inclinazione, esistono dei muri invalicabili che ingenerano comportamenti faziosi e forme di tifoseria o, peggio, atteggiamenti fideistici. Penso alle barriere linguistiche nelle quali si può imbattere un lettore in opere che non sono best-seller supportati dal mercato - es. gli atteggiamenti nazionalistici nella lettaeatura. Alla fine, in un modo o nell'altro, puoi trovare delle giustificazioni per atteggiamenti faziosi, anche se meno marcate.

Secondo me, il fatto è che il videogioco, nonostante sia una forma di arte giovane, ha raggiunto un buon picco qualitativo sul lato dei titoli, mentre il pubblico di massa è rimasto indietro. Altre forme d'arte hanno raggiunto delle età dell'oro, sebbene temporanee, dove alla qualità dei titoli si aggiungeva una conoscenza discreta o superiore dei fruitori. I videogiochi invece si sono scontrati con piattaforme-immondizia, tra Twitch e compagnia, che hanno fatto precipitare la qualità dell'utenza media.
Ricorda sempre che pur essendo una forma d'arte, non e' concepita per essere tale.
Io ritengo che in questo senso si siano fatti passi da gigante, tenendo a mente che il videogioco non e' un quadro che deve essere venduto a una sola persona e che pertanto deve crogiolarsi nella sua unicita' o quantomeno scarsita' per essere definito di valore. Il successo di un videogioco e' per definizione dei suoi stessi produttori da ritrovare nel numero di utenti che ne fruiscono e questo da sempre.
Non a caso noterai che i titoli piu' influenti sono anche quelli che vendono piu' copie, chi si ricorda piu' di Ico o Another World per citarne due? Che senso ha per Sony o chicchessia continuare a produrre titoli che venderanno pochissimo?
Alla fine quasi tutte le forme d'arte nascono per intrattenere. Nell'Antica Grecia si andava a teatro in cerca perlopiù di intrattenimento, non di contemplazione. E nella letteratura ha avuto spesso validità la regola di mercato della vendita di copie.
Il videogioco, di per sé, è una forma di arte semplicemente perché può generare esperienze artistiche mentre intrattiene. Anzi, il fatto che il videogioco renda partecipe il fruitore direttamente degli eventi narrati, permettendogli di interagire e agire in tempo reale sugli eventi in cui si imbatte, lo rende una forma d'arte unica nel suo genere. Questo pregio è anche il suo male, perché questo tipo di interazione rende il videogioco molto più fruibile di un libro, ad es,, e questa maggiore accessibilità apre il prodotto a un pubblico più vasto e a cui vengono richieste meno conoscenze di base per accedere all'opera, anche se a un livello basilare. Uno dei motivi per i quali la televisione ha fatto precipitare la lettura come forma di intrattenimento e ha raggiunto raramente delle vette qualitative artisticamente di pregio.

Alla fine si può discutere su quanto il videogioco somigli più a un programma televisivo che alla letteratura, ossia più a un mezzo marcatamente di intrattenimento anziché a una forma d'arte vera e propria. Ma questa oscillazione credo sia parte proprio delle opere artistiche e su quanto si concedano al fruitore (accade anche nel cinema e nel fumetto). Ribadisco che il problema dell'utenza è proprio quello di pretendere questa apertura da parte del videogioco, come se questo non fosse un prodotto artistico ma un prodotto di consumo che deve sempre rispondere alla esigenze del fruitore, che è una visione esattamente anti-artistica. Ogni utente si concepisce come il depositario dell'opera e non guarda alla visione artistica di chi l'ha realizzata. C'è pochissimo sforzo da parte dell'utente e questo si traduce in giudizi asprissimi su opere anche di qualità elevata. E ripeto che è assurdo, perché i mezzi per sviluppare una conoscenza solida esistono in grande numero e senza barriere di sorta.

Ciò che so per certo, però, è che il 90% dei luoghi dove posso discutere di videogiochi sono assolutamente inutili a tal fine. Non ha veramente più senso discutere su Youtube se avrai sempre come risposta una replica da troll e nemmeno intervenire su Twitch quando il tuo messaggio finirà "annegato" tra la marea di commenti inutili. Bisogna trovare delle isole felici ed arrendersi al fatto che potrai veramente esprimerti solo in luoghi di nicchia, cosa che mi dispiace e che non mi fa sperare bene per il futuro dell'industria
 
Purtroppo quando qualsiasi cosa approdi sui social, risente inevitabilmente dei termini in cui la comunicazione avviene su quei mezzi. I social polarizzano ogni tema, ambito e singolo argomento. Non credo sia nemmeno tanto un problema di immaturità del pubblico del videogioco come media/forma di intrattenimento/forma di arte, perché se è vero che alcune community sono particolarmente tossiche, anche altre pure meglio gestite risentono inevitabilmente di questa dinamica. Questo diventa ancora più vero nel caso in cui ci riferiamo ai commenti sotto i video degli influencer, perché piuttosto che provare ad analizzare criticamente il gioco in oggetto, si tende a suffragare o contraddire quanto detto dall'autore del video. Le community in questo caso sono in gran parte una grossa cassa di risonanza che non alimentano il dibattito ma semplicemente amplificano l'opinione dominante. Twitch è un discorso a parte, perché come dice Erik gira tutto intorno alla chat e a offrire contenuti per monetizzare sugli utenti. Anche lì, alcuni streamer sono più godibili di altri, ma l'interattività rimane limitata. Mettici anche che il 99% dei contenuti e dei creator è espressamente tarato sul linguaggio e sui modi della generazione Z e il quadro è completo.

Di conseguenza, non saprei dirti qual è davvero lo stato dell'utenza videoludica di oggi, ma di sicuro per quanto le loro interazioni sui social siano indicative, non sono gli unici elementi che concorrono a definirla. Questo anche perché data l'eterogeneità del bacino, è anche difficile fare un punto della situazione: il videogiocatore sono io, 35 enne che ha cominciato col Mega Drive con delle pause in mezzo, il 45 enne meganerd che ha giocato tutto lo scibile dal C64 alla Ps5, e il 14 enne che a la PS5 come prima console. Capisci bene che è difficile considerare il tutto come un insieme omogeneo e alla fine, per quanto a noi possano fare schifo certe iterazioni videoludiche pensate sui gusti dei giovanissimi, dobbiamo anche pensare che è giusto che loro abbiano quello che gli piace. Esempio: Fortnite. A me fa venire l'orticaria, però è un fenomeno culturale e sociale di tale portata che non me la sento di liquidarlo con indignazione e basta.

E qui mi ricollego al discorso sul videogioco come forma d'arte, che è un mio pallino sin da quando ho studiato estetica all'università. Tu hai giustamente notato come il videogioco somigli a volte più a forme di intrattenimento, ma in realtà tutta l'arte è così. Viviamo in un sistema dove l'opera d'arte è oggetto di consumo. Sicuramente il videogioco, nel suo essere un media trasversale, "Multi-mediale" in senso letterale, può risentire ancora di più di alcune logiche, ma il suo essere commerciale non è qualcosa che delegittima la sua pretesa di artisticità. Quello che ancora non fa percepire il videogioco come arte secondo me è da ricercare più in un background culturale, almeno su due livelli: il primo, più terra terra, è che il videogioco viene ancora visto come un divertimento per bamboccioni troppo cresciuti. È il caso di quando fanno quei servizi osceni sul TG. Mentre anche la persona più ignorante in materia riconosce nel cinema una forma d'arte, nonostante tanti prodotti siano dozzinali e votati all'intrattenimento, lo stesso soggetto non pensa ai videogiochi in questo senso, per ignoranza del medium. Il secondo livello è più radicato ed è sia causa che conseguenza del primo: la società occidentale ha un grandissimo problema col gioco come attività slegata dai processi di produzione del capitale. Il gioco è per definizione qualcosa di libero, che leva tempo al lavoro. Se l'artista viene spesso visto come indolente e scansafatiche, il videogiocatore è l'estremizzazione del concetto. Difficile quindi pensare che il videogioco possa essere un arte.

Certo è che alla fine il gaming è un settore in rapidissima crescita, che porta tanto denaro, specialmente confezionando prodotti adatti ai gusti dalla generazione Z. In sostanza, penso sia davvero difficile rispondere alla tua domanda o forse semplicemente una risposta unica non c'è (e sarebbe già questa una risposta :asd:).
 
Caspita capitato proprio da quando sto qua dopo anni di distacco dal forum, non me ne ero neanche accorto ci fosse questo thread.

Sarò breve: si deve criticare tutto, non si deve offendere la persona direttamente in nome della difesa di un concetto reputato personalmente "invalicabile", i grandi numeri se causano problemi però è giusto siano messi in causa (la decadenza capita sempre quando si annacqua qualcosa per renderlo appetibile ai più, tralasciando gli appassionati che hanno permesso si arrivasse al lilvello di notorietà raggiunto nel corso degli anni).

Se si vuole il discorso costruttivo è necessario anche il contrasto ma deve essere sempre mirato a far crescere la discussione attorno il gioco e contesti analoghi\attinenti al gioco.

La critica funge, insomma, da traino per gli appassionati e per gli sviluppatori: se c'è solo accolada o piaggeria, poi non ci si sorprenda o scandalizzi se i giochi escono con le day 1 patch o day 1 DLC che RICHIEDONO INTERNET e sfavoriscono chi i giochi li vuole in formato fisico.

Punto.
 
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