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Premetto che il topic non mira a screditare l'utenza del forum (che anzi è un'isola felicissima confrontata con quello che riserva "l'esterno"), bensì l'utenza "di massa", quella che commenta su Metacritic, Twitch o YouTube, come anche in alcuni gruppi Facebook.
La mia riflessione nasce, banalmente, dall'esperienza maturata in questi ultimi 5 anni, dove mi sono affacciato appunto a quell'utenza di massa, uscendo dalla mia zona di sicurezza.
Se, da un lato, si demonizza, a volte esageratamente, la critica, dall'altro si nota la presenza di un'utenza che nelle piattaforme più vaste raccoglie in maggioranza soggetti faziosissimi, che giudicano giochi, se va bene, vedendo qualche run del loro streamer preferito, oppure, alla peggio, basandosi su semplici pregiudizi che enfatizzano all'inverosimile, come se per loro smontare o elogiare un gioco fosse una questione di vita o di morte. L'ho notato in The Last of Us 2, quando ovunque si leggevano e sentivano critiche asprissime imperniate su di un'esperienza nulla o limitata, se non addirittura volutamente faziosa, dell'opera; in Elden Ring, quando si utilizzava il riciclo degli elementi precedenti e alcuni elementi tecnici anacronistici per gettare acredine su di un titolo onestamente maestoso; recentemente in Zelda TotK e FF16, dove, da un lato, è la fiera del commento troll "è un DLC" e, dall'altro, si fa a gara per giudicare il gioco in relazione al passato della saga oppure criticare senza basi il CS. Anche quando un gioco ha delle criticità più marcate di altri (come FF16) gli elementi negativi vengono gonfiati, quasi parodiati, per banalizzare la discussione e lasciarla arenare nello scontro tra fazioni polarizzatissime.
Eppure, oggi, un utente avrebbe un'infinità di risorse alle quali attingere per sviluppare una propria cultura videoludica e recensire titoli in maniera analitica e ponderata. Nel web si trovano saggi e articoli di vario genere su game disegn e marketing, quanto sui processi produttivi che stanno a monte dell'industria. E anche dove l'interesse non è così tecnico, com'è giusto che sia, un utente avrebbe modo di analizzare a mente fredda i titoli di cui parla.
Quindi i mezzi per diventare un appassionato consapevole esistono, eppure la discussione sembra, sempre più, assestarsi su livelli di tifoseria da stadio. Sinceramente le ragioni possono essere molteplici. Un attaccamento morboso alla propria saga preferita/console di riferimento, la necessità di giustificare un acquisto dietro a un mondo, quello dei videogiochi, che ci richiede di scegliere, dietro a soldi sempre più limitati, un'unica console da utilizzare o addirittura solo un piccola schiera di titoli ai quali giocare. Quindi chi ha speso soldi per PS5 dovrà demolire Nintendo per giustificare, a se stesso e al pubblico, il proprio acquisto, e viceversa.
Considero i videogiochi una forma d'arte, ciononostante l'utenza mi sembra estremamente indietro rispetto ad altre forme d'arte. Una delle caratteristiche che secondo me richiama queste criticità è il fatto che, come accade nel cinema a dire il vero, moltissimi utenti si sentono i depositari dell'opera e non riescono a vederla più da lontano, come un prodotto realizzato secondo visioni artistiche e scelte precise in relazione a quelle date visioni. Un utente che giudica il titolo così soggettivamente e in maniera così boriosa, in un certo senso non considera il videogioco una forma d'arte, ma quasi una parodia di essa, qualcosa di livello inferiore alla "vera" arte.
Voi che ne pensate? Anche voi percepite questa tendenza oppure le mie sono lamentele da elitista? E se percepite anche voi questa tendenza, secondo voi è destinata a peggiorare oppure è una semplice flessione temporanea?
La mia riflessione nasce, banalmente, dall'esperienza maturata in questi ultimi 5 anni, dove mi sono affacciato appunto a quell'utenza di massa, uscendo dalla mia zona di sicurezza.
Se, da un lato, si demonizza, a volte esageratamente, la critica, dall'altro si nota la presenza di un'utenza che nelle piattaforme più vaste raccoglie in maggioranza soggetti faziosissimi, che giudicano giochi, se va bene, vedendo qualche run del loro streamer preferito, oppure, alla peggio, basandosi su semplici pregiudizi che enfatizzano all'inverosimile, come se per loro smontare o elogiare un gioco fosse una questione di vita o di morte. L'ho notato in The Last of Us 2, quando ovunque si leggevano e sentivano critiche asprissime imperniate su di un'esperienza nulla o limitata, se non addirittura volutamente faziosa, dell'opera; in Elden Ring, quando si utilizzava il riciclo degli elementi precedenti e alcuni elementi tecnici anacronistici per gettare acredine su di un titolo onestamente maestoso; recentemente in Zelda TotK e FF16, dove, da un lato, è la fiera del commento troll "è un DLC" e, dall'altro, si fa a gara per giudicare il gioco in relazione al passato della saga oppure criticare senza basi il CS. Anche quando un gioco ha delle criticità più marcate di altri (come FF16) gli elementi negativi vengono gonfiati, quasi parodiati, per banalizzare la discussione e lasciarla arenare nello scontro tra fazioni polarizzatissime.
Eppure, oggi, un utente avrebbe un'infinità di risorse alle quali attingere per sviluppare una propria cultura videoludica e recensire titoli in maniera analitica e ponderata. Nel web si trovano saggi e articoli di vario genere su game disegn e marketing, quanto sui processi produttivi che stanno a monte dell'industria. E anche dove l'interesse non è così tecnico, com'è giusto che sia, un utente avrebbe modo di analizzare a mente fredda i titoli di cui parla.
Quindi i mezzi per diventare un appassionato consapevole esistono, eppure la discussione sembra, sempre più, assestarsi su livelli di tifoseria da stadio. Sinceramente le ragioni possono essere molteplici. Un attaccamento morboso alla propria saga preferita/console di riferimento, la necessità di giustificare un acquisto dietro a un mondo, quello dei videogiochi, che ci richiede di scegliere, dietro a soldi sempre più limitati, un'unica console da utilizzare o addirittura solo un piccola schiera di titoli ai quali giocare. Quindi chi ha speso soldi per PS5 dovrà demolire Nintendo per giustificare, a se stesso e al pubblico, il proprio acquisto, e viceversa.
Considero i videogiochi una forma d'arte, ciononostante l'utenza mi sembra estremamente indietro rispetto ad altre forme d'arte. Una delle caratteristiche che secondo me richiama queste criticità è il fatto che, come accade nel cinema a dire il vero, moltissimi utenti si sentono i depositari dell'opera e non riescono a vederla più da lontano, come un prodotto realizzato secondo visioni artistiche e scelte precise in relazione a quelle date visioni. Un utente che giudica il titolo così soggettivamente e in maniera così boriosa, in un certo senso non considera il videogioco una forma d'arte, ma quasi una parodia di essa, qualcosa di livello inferiore alla "vera" arte.
Voi che ne pensate? Anche voi percepite questa tendenza oppure le mie sono lamentele da elitista? E se percepite anche voi questa tendenza, secondo voi è destinata a peggiorare oppure è una semplice flessione temporanea?
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