News Nuovi sviluppi per il quindicenne di Crema “malato di videogiochi”: il tribunale ha ordinato l’allontanamento dalla famiglia

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Crema (Cremona), 6 febbraio 2018 - Clamorosa e inattesa svolta nel caso del minorennecremonese “malato di Playstation” che, su relazione dei servizi sociali di Crema, nel dicembre scorso il giudice v
oleva togliere alla famiglia per mandarlo in comunità a causa della sua dipendenza da videogiochi. Una eventualità che sembrava essere stata «congelata», visti i buoni propositi del ragazzo e gli sforzi della madre di risolvere positivamente il problema. Ma ieri alla madre del ragazzo è stato notificato il decreto del giudice sul suo allontanamento e la convocazione presso il centro assistenza alla persona di Crema per stamattina alle 10.30. «Mio figlio non viene perché sarà a scuola. Ci andrò io, accompagnata dall’avvocato Francesco Miraglia, che ci ha seguito sin qui», ha riferito la madre del ragazzo.

 


La vicenda torna dunque alla ribalta. Dopo l’udienza del 6 dicembre, chiesta dal legale e nella quale l’avvocato Miraglia aveva fatto presente come, sotto la minaccia dell’allontanamento dalla famiglia per entrare in una comunità il ragazzo, 15 anni, aveva spontaneamente consegnato i videogiochi alla madre, aveva scritto una lettera alla giudice del tribunale dei minori di Brescia Emma Avezzù perché lo lasciasse in famiglia e da allora aveva cominciato a frequentare la scuola senza saltare una lezione, c’era stata una pausa di riflessione. Tuttavia, il magistrato Francesco Allegri, corroborato dai giudici onorari Francesca Dabassi e Filiberto Superbi, al termine dell’audizione aveva riferito che restava del parere che il ragazzo andasse allontanato dalla famiglia, ma che ci avrebbe comunque pensato.


 


E il 28 dicembre il magistrato aveva emesso il suo decreto nel quale confermava la decisione di allontanare il ragazzo dalla famiglia per farlo entrare in comunità. Nel frattempo, il 27 dicembre, c’era stato però un colloquio tra la madre del giovane, la sindaca Stefania Bonaldi e l’assessore Michele Gennuso. La donna aveva chiesto ancora una volta la possibilità di cambiare interlocutori perché non aveva alcuna fiducia nelle persone dei servizi sociali incaricate di trattare il caso. «Sindaca e assessore stavolta non mi hanno detto di no – riferisce la mamma – e in più abbiamo chiesto che fosse attivato un servizio scolastico di sostegno a mio figlio, come previsto dalla legge in questi casi». Ma da allora nulla è successo, se non il fatto che ieri è arrivato il decreto del giudice che ordina l’allontanamento.


 


La vicenda parte oltre un anno fa, quando la donna aveva chiesto aiuto ai servizi sociali perché non riusciva a far smettere suo figlio dal giocare con i videogiochi. Il ragazzo era così preso che giocava tutta la notte e la mattina non ce la faceva ad andare a scuola perché si addormentava. I servizi sociali avevano informato il giudice del tribunale di minori di Brescia della questione, avvertendo che avevano inutilmente esperito tutte le strade e ottenendo così un decreto di allontanamento dalla famiglia del ragazzo. La madre aveva trovato sostegno nel Comitato cittadini per i diritti umani, che con il responsabile Paolo Raot aveva fornito assistenza legale e organizzato un’opposizione al prelevamento del giovane quando, tre mesi fa due assistenti sociali si erano presentati a casa del giovane per portarlo via. Ma adesso sembra arrivato il punto di non ritorno.


Fonte: Il Giorno

- - - Aggiornato - - -

Se ho sbagliato sezione, nel caso, chiedo ai miei colleghi di spostare. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
È pieno di minori che versano in situazioni familiari DISASTROSE(ed io ne só qualcosa dato che conosco l'ambiente)e questi perdono tempo ad allontanare un ragazzino dalla famiglia(che mi pare tutt'altro che assente)e mandarlo in comunità, a volte mi viene voglia di prenderli a schiaffi i giudici

Poi va beh, almeno qui dalle mie parti i servizi sociali sarebbero da fucilare più o meno

 
I servizi sociali, esulando dai sicuri buoni propositi e dalla certa presenza di alcuni elementi validi, sono una istituzione orripilante. Come medico mi è capitato di averci a che fare per qualche caso e davanti alle loro parole rimango spesso stordito, cercando di capire se sono seri o mi stanno prendendo in giro.

Questo caso a me sembra assurdo. No comment proprio.

 
I servizi sociali, esulando dai sicuri buoni propositi e dalla certa presenza di alcuni elementi validi, sono una istituzione orripilante. Come medico mi è capitato di averci a che fare per qualche caso e davanti alle loro parole rimango spesso stordito, cercando di capire se sono seri o mi stanno prendendo in giro. Questo caso a me sembra assurdo. No comment proprio.
Mi hai incuriosito. Racconta un po' :morris82:

 
I servizi sociali, esulando dai sicuri buoni propositi e dalla certa presenza di alcuni elementi validi, sono una istituzione orripilante. Come medico mi è capitato di averci a che fare per qualche caso e davanti alle loro parole rimango spesso stordito, cercando di capire se sono seri o mi stanno prendendo in giro. Questo caso a me sembra assurdo. No comment proprio.
Anch'io, avvocato, ci ho avuto a che fare in qualche separazione coniugale con figli minori e penso che spesso facciano più danni che bene.

 
Mi hai incuriosito. Racconta un po' :morris82:

Anch'io, avvocato, ci ho avuto a che fare in qualche separazione coniugale con figli minori e penso che spesso facciano più danni che bene.
ce ne sarebbero diversi, ma ve ne racconto uno che mi ha colpito.

Vengo chiamato come guardia medica da un pz alle 11:30 di sera per una influenza. Niente di che.

Vado, al telefono mi aveva detto di avere 65 anni, sembrava ne avesse 80. Casa piccola (e vabbeh) piena di cianfrusaglie, sporca, maleodorante. Bottiglie di alcolici, vuote, ovunque. Lo visito, una normale influenza. Gli chiedo se abbia parenti "si, una sorella, ma ha la sua vita" fine. gli prescrivo cosa prendere e gli chiedo se avesse altri problemi. Non sa, mi fa vedere le medicine. Guardo, sospetto fosse cardiopatico. "ma le prende queste pastiglie?" spallucce. Esco da quell'appartamento sinceramente dispiaciuto e colpito. Chiamo la centrale, decidiamo fosse opportuno un intervento dei servizi sociali.

Ci pensano alla centrale. Ricevo una telefonata, un responsabile per chiedermi delucidazioni sul caso e cosa suggerivo. Beh innanzi tutto una persona per somministragli la terapia corretta, e magari una pseudo assistenza per la vita quotidiana. "eh, ma noi cosa possiamo farci? Saranno un po' cazzi suoi" testuali parole.

Io rimango sgomento. Non solo per il concetto, ma per come è stato espresso.

Ribatto che è il loro lavoro, e che questa persona forse avrebbe beneficio di frequentare una comunità o cmq fare qualcosa per impegnare la giornata. "eh ma è giovane" ho capito ma ha evidenti problemi. "vedremo cosa si può fare". Gli chiedo nome e cognome "perchè?" come perchè tu sai chi sono lo voglio sapere anche io. Finisce li.

Qualche turno dopo...chiama il 118: doc, c'è da fare una constatazione di decesso. Ok, mi da nome e indirizzo. ***** non mi era nuovo. Vado. era lui. Con la sorella che mi apre la porta. "Non rispondeva al telefono, l'ho trovato così" bottiglia ancora abbracciata nel rigor mortis, due cartine di farmaci vuote sul comodino. Suicidio? Forse. Ma era li da parecchio. Turno infrasettimanale. Chiamo la centrale. Fornisco i dati, chiedo quali sevizi fossero stati attivati. Niente. Niente. La mia chiamata della scorsa volta era risultata in un ciottolo in uno stagno.

Segnalo il nome del "responsabile". E finisce li.

Quel povero cristo era li da quasi 24 ore, freddo e duro come il marmo. Se avessero attivato qualcosa lo avremmo scoperto prima, anzi forse sarebbe ancora qui.

Io ho esaurito il mio incarico e ora sono altrove. Ma maledizione che nervoso.

 
ce ne sarebbero diversi, ma ve ne racconto uno che mi ha colpito.Vengo chiamato come guardia medica da un pz alle 11:30 di sera per una influenza. Niente di che.

Vado, al telefono mi aveva detto di avere 65 anni, sembrava ne avesse 80. Casa piccola (e vabbeh) piena di cianfrusaglie, sporca, maleodorante. Bottiglie di alcolici, vuote, ovunque. Lo visito, una normale influenza. Gli chiedo se abbia parenti "si, una sorella, ma ha la sua vita" fine. gli prescrivo cosa prendere e gli chiedo se avesse altri problemi. Non sa, mi fa vedere le medicine. Guardo, sospetto fosse cardiopatico. "ma le prende queste pastiglie?" spallucce. Esco da quell'appartamento sinceramente dispiaciuto e colpito. Chiamo la centrale, decidiamo fosse opportuno un intervento dei servizi sociali.

Ci pensano alla centrale. Ricevo una telefonata, un responsabile per chiedermi delucidazioni sul caso e cosa suggerivo. Beh innanzi tutto una persona per somministragli la terapia corretta, e magari una pseudo assistenza per la vita quotidiana. "eh, ma noi cosa possiamo farci? Saranno un po' cazzi suoi" testuali parole.

Io rimango sgomento. Non solo per il concetto, ma per come è stato espresso.

Ribatto che è il loro lavoro, e che questa persona forse avrebbe beneficio di frequentare una comunità o cmq fare qualcosa per impegnare la giornata. "eh ma è giovane" ho capito ma ha evidenti problemi. "vedremo cosa si può fare". Gli chiedo nome e cognome "perchè?" come perchè tu sai chi sono lo voglio sapere anche io. Finisce li.

Qualche turno dopo...chiama il 118: doc, c'è da fare una constatazione di decesso. Ok, mi da nome e indirizzo. ***** non mi era nuovo. Vado. era lui. Con la sorella che mi apre la porta. "Non rispondeva al telefono, l'ho trovato così" bottiglia ancora abbracciata nel rigor mortis, due cartine di farmaci vuote sul comodino. Suicidio? Forse. Ma era li da parecchio. Turno infrasettimanale. Chiamo la centrale. Fornisco i dati, chiedo quali sevizi fossero stati attivati. Niente. Niente. La mia chiamata della scorsa volta era risultata in un ciottolo in uno stagno.

Segnalo il nome del "responsabile". E finisce li.

Quel povero cristo era li da quasi 24 ore, freddo e duro come il marmo. Se avessero attivato qualcosa lo avremmo scoperto prima, anzi forse sarebbe ancora qui.

Io ho esaurito il mio incarico e ora sono altrove. Ma maledizione che nervoso.
Porca ..... Fiamma che brutta cosa...:tristenev:

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Non so cosa pensare del caso, la famiglia non mi sembra molto presente in realtà, i genitori sarebbero potuti intervenire in 1000 modi incisivi ma hanno deciso di non farlo.

 
ce ne sarebbero diversi, ma ve ne racconto uno che mi ha colpito.Vengo chiamato come guardia medica da un pz alle 11:30 di sera per una influenza. Niente di che.

Vado, al telefono mi aveva detto di avere 65 anni, sembrava ne avesse 80. Casa piccola (e vabbeh) piena di cianfrusaglie, sporca, maleodorante. Bottiglie di alcolici, vuote, ovunque. Lo visito, una normale influenza. Gli chiedo se abbia parenti "si, una sorella, ma ha la sua vita" fine. gli prescrivo cosa prendere e gli chiedo se avesse altri problemi. Non sa, mi fa vedere le medicine. Guardo, sospetto fosse cardiopatico. "ma le prende queste pastiglie?" spallucce. Esco da quell'appartamento sinceramente dispiaciuto e colpito. Chiamo la centrale, decidiamo fosse opportuno un intervento dei servizi sociali.

Ci pensano alla centrale. Ricevo una telefonata, un responsabile per chiedermi delucidazioni sul caso e cosa suggerivo. Beh innanzi tutto una persona per somministragli la terapia corretta, e magari una pseudo assistenza per la vita quotidiana. "eh, ma noi cosa possiamo farci? Saranno un po' cazzi suoi" testuali parole.

Io rimango sgomento. Non solo per il concetto, ma per come è stato espresso.

Ribatto che è il loro lavoro, e che questa persona forse avrebbe beneficio di frequentare una comunità o cmq fare qualcosa per impegnare la giornata. "eh ma è giovane" ho capito ma ha evidenti problemi. "vedremo cosa si può fare". Gli chiedo nome e cognome "perchè?" come perchè tu sai chi sono lo voglio sapere anche io. Finisce li.

Qualche turno dopo...chiama il 118: doc, c'è da fare una constatazione di decesso. Ok, mi da nome e indirizzo. ***** non mi era nuovo. Vado. era lui. Con la sorella che mi apre la porta. "Non rispondeva al telefono, l'ho trovato così" bottiglia ancora abbracciata nel rigor mortis, due cartine di farmaci vuote sul comodino. Suicidio? Forse. Ma era li da parecchio. Turno infrasettimanale. Chiamo la centrale. Fornisco i dati, chiedo quali sevizi fossero stati attivati. Niente. Niente. La mia chiamata della scorsa volta era risultata in un ciottolo in uno stagno.

Segnalo il nome del "responsabile". E finisce li.

Quel povero cristo era li da quasi 24 ore, freddo e duro come il marmo. Se avessero attivato qualcosa lo avremmo scoperto prima, anzi forse sarebbe ancora qui.

Io ho esaurito il mio incarico e ora sono altrove. Ma maledizione che nervoso.
Questa storia è assurda, non pensavo che delle istituzioni di questo tipo potessero trattare con tale menefreghismo un caso del genere :morristend::morristend:

 
ce ne sarebbero diversi, ma ve ne racconto uno che mi ha colpito.Vengo chiamato come guardia medica da un pz alle 11:30 di sera per una influenza. Niente di che.

Vado, al telefono mi aveva detto di avere 65 anni, sembrava ne avesse 80. Casa piccola (e vabbeh) piena di cianfrusaglie, sporca, maleodorante. Bottiglie di alcolici, vuote, ovunque. Lo visito, una normale influenza. Gli chiedo se abbia parenti "si, una sorella, ma ha la sua vita" fine. gli prescrivo cosa prendere e gli chiedo se avesse altri problemi. Non sa, mi fa vedere le medicine. Guardo, sospetto fosse cardiopatico. "ma le prende queste pastiglie?" spallucce. Esco da quell'appartamento sinceramente dispiaciuto e colpito. Chiamo la centrale, decidiamo fosse opportuno un intervento dei servizi sociali.

Ci pensano alla centrale. Ricevo una telefonata, un responsabile per chiedermi delucidazioni sul caso e cosa suggerivo. Beh innanzi tutto una persona per somministragli la terapia corretta, e magari una pseudo assistenza per la vita quotidiana. "eh, ma noi cosa possiamo farci? Saranno un po' cazzi suoi" testuali parole.

Io rimango sgomento. Non solo per il concetto, ma per come è stato espresso.

Ribatto che è il loro lavoro, e che questa persona forse avrebbe beneficio di frequentare una comunità o cmq fare qualcosa per impegnare la giornata. "eh ma è giovane" ho capito ma ha evidenti problemi. "vedremo cosa si può fare". Gli chiedo nome e cognome "perchè?" come perchè tu sai chi sono lo voglio sapere anche io. Finisce li.

Qualche turno dopo...chiama il 118: doc, c'è da fare una constatazione di decesso. Ok, mi da nome e indirizzo. ***** non mi era nuovo. Vado. era lui. Con la sorella che mi apre la porta. "Non rispondeva al telefono, l'ho trovato così" bottiglia ancora abbracciata nel rigor mortis, due cartine di farmaci vuote sul comodino. Suicidio? Forse. Ma era li da parecchio. Turno infrasettimanale. Chiamo la centrale. Fornisco i dati, chiedo quali sevizi fossero stati attivati. Niente. Niente. La mia chiamata della scorsa volta era risultata in un ciottolo in uno stagno.

Segnalo il nome del "responsabile". E finisce li.

Quel povero cristo era li da quasi 24 ore, freddo e duro come il marmo. Se avessero attivato qualcosa lo avremmo scoperto prima, anzi forse sarebbe ancora qui.

Io ho esaurito il mio incarico e ora sono altrove. Ma maledizione che nervoso.
Letta così sembra che non abbia voluto prenderti sul serio. Guardia medica, giovane neolaureato catapultato sul campo, non è emergenza nè urgenza, ha visto un vecchio alcolizzato, wow.

Adesso non so bene come funzioni la prassi, ma se fosse arrivata la chiamata dal suo curante, o da qualche medico stagionato non avrebbero reagito così e forse sarebbe cambiato il risultato.

Tra un annetto o poco più potrebbe toccare anche a me, madonna che ansia :paura:

 
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