Ci sarebbe da fare una divisione in base a determinati aspetti, se mi dovessi concentrare sull'aspetto narrativo e di linguaggio proprio del videogioco inserito all'interno del contesto narrativo così a mente citerei:
FF VI - Posso immaginare l'estasi di chi all'epoca lo ha giocato con una sensibilità tale da permettergli di cogliere l'avanguardia rappresentata dall'opera. Basta in verità saggiare i primi 5 minuti di intro per capire come il linguaggio adottato da FF VI fosse anni luce avanti alla concorrenza dell'epoca, dall'incedere narrativo e relativo taglio cinematografico all'estetica, per finire nell'utilizzo delle musiche. Uematsu tira fuori un comparto sonoro incredibile, prog, ma soprattutto che diviene parte integrante dell'impianto narrativo dell'opera stessa (vedi Kefka o sul finale i temi congiunti di Locke e Celes), cosa che in pochissimi riescono a sfruttare con tale maestria tutt'ora. E loro lo hanno fatto nel 1994, 16-bit.
MGS 1 / 2 / 3 - Servono a dare un'idea dell'effettivo "gioco d'autore", con la visione di uno dei più influenti presenti sul mercato: Kojima. Che piaccia o no come utilizza il media, il suo linguaggio, e per estensione quello del suo team, sono un punto fermo nella storia del videogioco e nella fusione tra quest'ultimo ed il cinema.
Kentucky Route Zero - Qui si va sul difficile da digerire, ma lo considero il miglior impianto narrativo (o comunque in top 3) presente nel panorama. La forza di quest'opera sta, oltre a nobilitare il media con una qualità di scrittura e regia altissima, nel dimostrare come anche un qualcosa """senza""" giocosità effettiva sia al 100% un videogioco. Mi spiego meglio: è un avventura grafica molto minimalista, dove in verità si fa poco a parte muoversi, leggere, vedere ed ascoltare...eppure KR0 non potrebbe essere nient'altro che un videogioco. L'utilizzo della regia, dell'incedere narrativo, del mix superbo nella "messa in scena", funziona solo ed unicamente in virtù del fatto sia un videogioco e sfruttando la forza polarizzante intrinseca nel media. Ed è sinceramente incredibile, un vero trattato di amore nei confronti delle avventure grafiche, del teatro, del realismo magico, ma soprattutto del videogioco.
Silent Hill 2 - Senza alcun dubbio l'opera che ha dimostrato come poter raccontare e traslare l'horror di alto livello, quello spigoloso che ti segna e non rimane fine a sé stesso, all'interno del videogioco. SH 2 è la punta di diamante del genere, dove l'estetica fa da padrone.
System Shock 2 - Sostanzialmente tutto quello che vuole essere un immersive sim deve prendere a piene mani da quest'opera, volente o nolente. Ha settato degli standard altissimi nel far
vivere un'atmosfera in prima persona all'interno di un incedere galvanizzante, un doppiaggio preso seriamente ed un gameplay vario e dinamico. Difficile escluderlo se vogliamo approfondire la storia del videogioco prima di BioShock o Prey.
Ce ne sono ovviamente altri di assoluta importanza, io metterei dentro anche un
Disco Elysium perché è veramente un unicum nel media, specie per l'elaborazione sociale e satirica che tira fuori, con quelle qualità di scrittura, quelle atmosfere e quel doppiaggio.
Si potrebbe poi andare a parare su opere di importanza tecnica, che a sua volta diviene un implemento artistico ed essenziale per praticamente ogni opera successiva, come
Half Life.
O giochi di importanza strutturale per un genere (o più generi) d'appartenenza, come lo è stato
Zelda ALttP o
OoT per gli action adventure e
BotW per l'ossatura OW (e di recente
Elden Ring), piuttosto che
Dark Souls per aver letteralmente decostruito e ricostruito un genere, o ancora i primi
Metroid e
Castlevania che sono la base fondante per qualunque "Metroidvania".
Aggiungerei alla lista titoli di un'era scomparsa, come quella arcade, che è parte della storia del videogioco: E via di
Outrun,
Double Dragon,
Street Figher 2 o
Metal Slug (che onestamente assume anche valore di importanza nell'utilizzo della pixel art).
Ci sono poi giochi che hanno avuto una cruciale importanza nello stabilire la scena indipendente, che poi negli ultimi vent'anni circa (un po' meno forse) è divenuta quasi di culto tra gli appassionati (tant'è che due opere che ho citato sopra ne fanno parte), e magari citare come parte del movimento i celebri "one man game" (kinda) come
Yume Nikki,
Cave Story,
Braid o
To The Moon, piuttosto che una rivisitazione in chiave più moderna come
Undertale.
Vabbè sta pippa per dire che c'è molto da approfondire per un "vero giocatore"
A seconda di quali aspetti si vanno a ricercare...ed è abbastanza sorprendente per un media così giovane, tutto sommato.
PS: Si da per scontato che c'è poi l'unico vero Dio dalla quale non si torna indietro e verso cui tutti devono genuflettersi. Penso sia scontatissimo da dire eh, ma non si sa mai:
Katamari. Ovviamente
Katamari. Per sempre
Katamari. Praise the
Katamari.