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- 14 Mag 2011
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Nessun Batman cinematografico è Batman, ma quello di Burton è quello che ci si avvicina di più, soprattutto per l'atmosfera gotica di Gotham City.Il Batman di Burton non è Batman.
E se vogliamo dirla tutta Batman, come tutti i comics vetusti, ha avuto talmente tante rivisitazioni che è difficile dargli un'identità precisa, pur essendoci "linee guida" più o meno definite.
Batman è un eroe empatico che cerca disperatamente di riaccendere la speranza, come interpretato da Moore? Oppure un duro e brutale vigilante che vuole riportare l'ordine, seguendo un personale e insidacabile senso di giustizia, come interpretato da Miller?
Spider-Man fortunatamente non ha questo problema, nel senso che psicologicamente è quasi sempre rimasto più o meno lo stesso personaggio nel corso dei decenni, e pure le trasposizioni cinematografiche del personaggio sono state abbastanza azzeccate dal mio punto di vista.
Il problema sta in ciò che gira attorno a Peter, in particolare in questo nuovo ciclo. Essendo legato indissolubilmente al mondo condiviso degli eroi Marvel, questa nuova iterazione è stata inquinata da personaggi marginali del mondo di Peter (Iron-Man) rendendoli dei mentori e azzoppando la crescita del personaggio e indebolendone la forza iconica di Peter che da "ragazzo qualunque che, con risorse limitate e il suo genio e determinazione, da solo salva ripetutamente New York" diventa "ragazzo prodigio che, con l'appoggio di un mega-milionario e le sue tecnologie all'avanguardia, salva New York".
Prima Spider-Man ci faceva sognare di diventare degli eroi semplicemente andando all'università, oggi invece dobbiamo sperare che ci contatti Elon Musk per poter fare la differenza nel mondo
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