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Ok ok, topic sulla convivenza con altri esseri umani poco umani.
Inizio io con una storia ancora in svolgimento:
LA STORIA DEL COINQUILINO CHE INFINE PULÌ CASA (MALE)
INTRO
PRIMO CONTATTO
L'ARRIVO
L'ATTESA
L'INVITO
NOTTE
Viene a casa nel tardo pomeriggio. Convenevoli. Si finisce a parlare di stipendi, è l'unico e solo argomento di cui parla. Scopro che quello stesso giorno gli è arrivato lo stipendio più altri soldi da un vecchio lavoro. Ha guadagnato duemila euro quel giorno. Cinquanta euro per una stanza erano troppi.
È la canticchiante e danzante ***** del mondo.
Il mattino dopo mi alzo presto, devo andare al lavoro. Lui dorme beato, completamente avvolto nella coperta. Mummificato. Non si svegliava alle sei per andare al lavoro? Strano.
La sera torno a casa, lui non c'è, è al lavoro. È ufficialmente mio coinquilino. Entro in stanza. Il letto totalmente sfatto, la sua roba sparsa per tutta la stanza. Un lievissimo odore di sigaretta.
Strike Three.
OUT.
I TURNI
LA RIVELAZIONE
LA ROUTINE
LA FUGA
IL RITORNO
LA PULIZIA
IL MESSAGGIO
Inizio io con una storia ancora in svolgimento:
LA STORIA DEL COINQUILINO CHE INFINE PULÌ CASA (MALE)
INTRO
Questa è la maxistoria di un coinquilino che chiamerò FOGNA, di una coinquilina che chiamerò MAGLIA, di una casa che chiamerò casa perché le case non hanno un nome. Vi racconterò com'è sbocciato questo fiore puzzolente detto convivenza.
È fine Gennaio, in casa siamo in tre: io, Maglia e una terza persona, una ragazza, che di lì a poco, a fine Febbraio, lascerà la sua stanza. Come cortesia nei suoi confronti scrivo in qualche gruppo su fb "cercasi coinquilino, affittasi stanza" e robe del genere. (Non mi dilungo sul perché lo abbia fatto io e non i padroni di casa) Ogni tanto qualcuno risponde, alcuni vengono anche a vedere casa. Siamo ignari. Siamo ricotta lasciata al sole.
È fine Gennaio, in casa siamo in tre: io, Maglia e una terza persona, una ragazza, che di lì a poco, a fine Febbraio, lascerà la sua stanza. Come cortesia nei suoi confronti scrivo in qualche gruppo su fb "cercasi coinquilino, affittasi stanza" e robe del genere. (Non mi dilungo sul perché lo abbia fatto io e non i padroni di casa) Ogni tanto qualcuno risponde, alcuni vengono anche a vedere casa. Siamo ignari. Siamo ricotta lasciata al sole.
PRIMO CONTATTO
Casualmente, ma neanche tanto – come scoprirò in seguito – mi contatta Fogna, apparentemente dal nulla, mio vecchissimo compagno di scuola e conoscente dai tempi delle elementari, chiedendomi se conoscessi qualcuno che cercava coinquilini. Sono ingenuo e penso al caso, alla coincidenza fortuita. Ottimo, incredibile. Lo conosco, mi conosce, negli ultimi anni ci saremo visti tre volte, ma meglio lui che un estraneo totale. Giusto?
Parlo con la proprietaria di casa, le dico di questo mio amico ed è tutto ok. Entrerà far parte del terzetto alla fine di Febbraio.
Parlo con la proprietaria di casa, le dico di questo mio amico ed è tutto ok. Entrerà far parte del terzetto alla fine di Febbraio.
L'ARRIVO
Fogna però deve iniziare a lavorare dal primo Febbraio, quindi chiede a me una soluzione. Io non ne ho e lui decide di stare in un B&B fino a quando non potrà entrare in casa: Martedì 28 Febbraio. La notte tra lunedì e martedì sarà l'ultima notte dell'altro coinquilino, la notte tra martedì e mercoledì sarà la prima notte di Fogna. Ma non sempre le cose vanno come devono andare.
Fogna arriva in città, è in un B&B qui vicino, praticamente non conosce nessuno, mi chiama per vederci. Gli propongo di vederci una domenica pomeriggio. Vediamoci a metà strada, gli dico, siamo vicini. Alle sei al tale incrocio, propongo. Ok, dice lui.
Fogna arriva in città, è in un B&B qui vicino, praticamente non conosce nessuno, mi chiama per vederci. Gli propongo di vederci una domenica pomeriggio. Vediamoci a metà strada, gli dico, siamo vicini. Alle sei al tale incrocio, propongo. Ok, dice lui.
L'ATTESA
Scendo di casa verso le sei meno dieci, preoccupato di fare tardi. Ci vogliono una 15ina di minuti per arrivare al luogo dell'appuntamento a passo normale. Aumento un po' il passo, e circa a 3/4 di strada lo chiamo. Sono passati pochi minuti dopo le sei. C'è una bella aria fresca. Passeggio, penso alla ****, come sempre.
"hey sto arrivando, due minuti di orologio e sto lì".
"ah ok, io mi faccio una doccia e scendo, dammi dieci minuti" Risponde allegro.
Mi fermo un attimo, mi guardo attorno. È vero, sono troppo preciso. Colpa mia.
"ok dai, mi faccio un giro e ti aspetto".
"ok" E riaggancia.
Perplesso ne approfitto per farmi un giro in un locale lì vicino. Mercatino giapponese, roba carina ma troppo costosa. Questa è roba per i nerd di quinto livello, io sono solo al secondo. In più fa caldo, e c'è puzza di sperma secco e amori non corrisposti.
Fogna non si fa sentire. Sono venti minuti che aspetto. Dopo poco mi manda un messaggio: sto scendendo. Sono le 18:23 secondo whatsapp. Esco dal locale e mi dirigo al luogo dell'appuntamento. Un preciso incrocio davanti ad un locale preciso. È facile. Sa dov'è il locale, inoltre ha Google Maps sul telefono.
Aspetto. Passano altri venti minuti circa. Lo chiamo. "dove sei?" Non me lo sa spiegare, quindi mi manda la posizione tramite whatsapp. Sono le 18:42. Gli scrivo che lo raggiungo io. È in un'altra strada, davanti ad un altro locale, a telefono. Lo saluto con un cenno aspettandomi che chiuda immediatamente la chiamata. Passo altri dieci minuti circa a guardare il traffico mentre parla a telefono. Un'ora di attesa. Lo odio.
Gli dico che alle otto e mezza devo andar via. Insiste per fare nottata. Sono seccato, mi ha fatto aspettare un'ora senza neanche scusarsi e in più ho da fare. Alle nove meno un quarto continua a temporeggiare. Abbiamo parlato tutta la sera di quanto guadagna e di quanto guadagno. Taglio corto, paghiamo le birre e vado via.
Strike One.
"hey sto arrivando, due minuti di orologio e sto lì".
"ah ok, io mi faccio una doccia e scendo, dammi dieci minuti" Risponde allegro.
Mi fermo un attimo, mi guardo attorno. È vero, sono troppo preciso. Colpa mia.
"ok dai, mi faccio un giro e ti aspetto".
"ok" E riaggancia.
Perplesso ne approfitto per farmi un giro in un locale lì vicino. Mercatino giapponese, roba carina ma troppo costosa. Questa è roba per i nerd di quinto livello, io sono solo al secondo. In più fa caldo, e c'è puzza di sperma secco e amori non corrisposti.
Fogna non si fa sentire. Sono venti minuti che aspetto. Dopo poco mi manda un messaggio: sto scendendo. Sono le 18:23 secondo whatsapp. Esco dal locale e mi dirigo al luogo dell'appuntamento. Un preciso incrocio davanti ad un locale preciso. È facile. Sa dov'è il locale, inoltre ha Google Maps sul telefono.
Aspetto. Passano altri venti minuti circa. Lo chiamo. "dove sei?" Non me lo sa spiegare, quindi mi manda la posizione tramite whatsapp. Sono le 18:42. Gli scrivo che lo raggiungo io. È in un'altra strada, davanti ad un altro locale, a telefono. Lo saluto con un cenno aspettandomi che chiuda immediatamente la chiamata. Passo altri dieci minuti circa a guardare il traffico mentre parla a telefono. Un'ora di attesa. Lo odio.
Gli dico che alle otto e mezza devo andar via. Insiste per fare nottata. Sono seccato, mi ha fatto aspettare un'ora senza neanche scusarsi e in più ho da fare. Alle nove meno un quarto continua a temporeggiare. Abbiamo parlato tutta la sera di quanto guadagna e di quanto guadagno. Taglio corto, paghiamo le birre e vado via.
Strike One.
L'INVITO
Passa qualche giorno, mi chiama e dice (non ricordo le parole esatte) "oh quand'è che mi inviti a casa tua, così mi fai conoscere la futura coinquilina e vedo la casa". È vero, sono un animale sociopatico, ha ragione. Non posso passare le serate su youporn nella sezione aquariologia e ferramenta.
Si è letteralmente autoinvitato ma sta qui in città da solo. Ok, dico io, vieni questa sera e ceniamo insieme. Vieni alle otto, dico, prendiamo della pizza.
Arrivano le otto, attendo. Passano le otto, attendo. Va bene, un po' di ritardo ci sta, non c'è problema. Otto e mezza. Nove meno un quarto. Nove. Non voglio chiamarlo dopo l'altra sera. Nove e un quarto. Lo chiamo, non risponde. Scendo a comprare la pizza, perplesso e infastidito. Mentre mangio la pizza con le coinquiline, verso le dieci meno un quarto mi telefona: "scusa, mi ero addormentato".
Non gli credo. Strike Two.
Ci vediamo un'altra volta, mi invita a casa sua nel B&B. Strano, a me sembra proprio una casa in affitto, non ha nulla del B&B. Ma forse sono io malfidato. (Controllo su internet. È un B&B)
È un giorno infrasettimanale e vuole andare a ballare dopo la mezzanotte. Gli dico che il giorno dopo lavoro, quindi non posso. Anche lui deve lavorare, si deve svegliare alle sei, ma per lui non è un problema. Passiamo il resto della serata a parlare di lavoro.
Verso le dieci e mezza io mi avvio verso casa, lui va a ballare.
Si è letteralmente autoinvitato ma sta qui in città da solo. Ok, dico io, vieni questa sera e ceniamo insieme. Vieni alle otto, dico, prendiamo della pizza.
Arrivano le otto, attendo. Passano le otto, attendo. Va bene, un po' di ritardo ci sta, non c'è problema. Otto e mezza. Nove meno un quarto. Nove. Non voglio chiamarlo dopo l'altra sera. Nove e un quarto. Lo chiamo, non risponde. Scendo a comprare la pizza, perplesso e infastidito. Mentre mangio la pizza con le coinquiline, verso le dieci meno un quarto mi telefona: "scusa, mi ero addormentato".
Non gli credo. Strike Two.
Ci vediamo un'altra volta, mi invita a casa sua nel B&B. Strano, a me sembra proprio una casa in affitto, non ha nulla del B&B. Ma forse sono io malfidato. (Controllo su internet. È un B&B)
È un giorno infrasettimanale e vuole andare a ballare dopo la mezzanotte. Gli dico che il giorno dopo lavoro, quindi non posso. Anche lui deve lavorare, si deve svegliare alle sei, ma per lui non è un problema. Passiamo il resto della serata a parlare di lavoro.
Verso le dieci e mezza io mi avvio verso casa, lui va a ballare.
NOTTE
Finisce Febbraio, non ci siamo visti più. Domenica sera, il 26 Febbraio, mi chiama. La padrona del B&B non gli vuole rinnovare l'affitto per il 27 e 28, domenica sera è l'ultima notte, poi deve lasciare la stanza. La sua in casa si libera il Martedì, resterebbe una notte a spasso.
Mi chiede se conosco altri B&B, alberghi, stanze. Gli do il contatto di un hotel qui vicino. 50€ per una notte. È troppo, dice, non gli conviene. Gli dico che non so come fare, la stanza qui è ancora occupata. Insiste, inizia a chiedere se si può appoggiare su un divano qui a casa. Sa benissimo che non ci sono divani, un giorno è venuto a vederla con la proprietaria (senza avvisare).
Capisco cosa sta facendo. Sta cercando di farsi invitare in stanza da me senza chiedermelo apertamente. Sa che ho un letto matrimoniale. Per qualche strano motivo non lo chiede apertamente ma ci gira attorno. Mi diverto qualche altro minuto, poi quando sono stanco taglio corto. "ti vuoi appoggiare da me? Tanto è solo una notte". Ok, dice. Ovviamente.
Tyler Durden gli avrebbe detto "chiedimelo. voglio sentirtelo dire." Ma io non sono Tyler Durden, e il mio progetto Mayhem consiste nel mangiare la pizza seduto sul letto davanti alla tv.
Protagonista: Devo cercarmi un albergo.
Tyler: Cosa... Un albergo?
Protagonista: Sì.
Tyler: Basta chiedere!
Protagonista: Di che stai parlando?
Tyler: Oh, ***, tre boccali di birra e ancora non riesci a chiederlo.
Protagonista: Come?
Tyler: Mi hai chiamato perché ti serve un posto dove stare.
Protagonista: No, no, no, io non volevo...
Tyler: Invece sì, perciò chiedi. Salta i titillamenti e chiedi. Forza!
Protagonista: Sarebbe un problema...
Tyler: È un problema per te chiederlo?
Protagonista: Posso stare a casa tua?
Tyler: Sì.
Mi chiede se conosco altri B&B, alberghi, stanze. Gli do il contatto di un hotel qui vicino. 50€ per una notte. È troppo, dice, non gli conviene. Gli dico che non so come fare, la stanza qui è ancora occupata. Insiste, inizia a chiedere se si può appoggiare su un divano qui a casa. Sa benissimo che non ci sono divani, un giorno è venuto a vederla con la proprietaria (senza avvisare).
Capisco cosa sta facendo. Sta cercando di farsi invitare in stanza da me senza chiedermelo apertamente. Sa che ho un letto matrimoniale. Per qualche strano motivo non lo chiede apertamente ma ci gira attorno. Mi diverto qualche altro minuto, poi quando sono stanco taglio corto. "ti vuoi appoggiare da me? Tanto è solo una notte". Ok, dice. Ovviamente.
Tyler Durden gli avrebbe detto "chiedimelo. voglio sentirtelo dire." Ma io non sono Tyler Durden, e il mio progetto Mayhem consiste nel mangiare la pizza seduto sul letto davanti alla tv.
Protagonista: Devo cercarmi un albergo.
Tyler: Cosa... Un albergo?
Protagonista: Sì.
Tyler: Basta chiedere!
Protagonista: Di che stai parlando?
Tyler: Oh, ***, tre boccali di birra e ancora non riesci a chiederlo.
Protagonista: Come?
Tyler: Mi hai chiamato perché ti serve un posto dove stare.
Protagonista: No, no, no, io non volevo...
Tyler: Invece sì, perciò chiedi. Salta i titillamenti e chiedi. Forza!
Protagonista: Sarebbe un problema...
Tyler: È un problema per te chiederlo?
Protagonista: Posso stare a casa tua?
Tyler: Sì.
Viene a casa nel tardo pomeriggio. Convenevoli. Si finisce a parlare di stipendi, è l'unico e solo argomento di cui parla. Scopro che quello stesso giorno gli è arrivato lo stipendio più altri soldi da un vecchio lavoro. Ha guadagnato duemila euro quel giorno. Cinquanta euro per una stanza erano troppi.
È la canticchiante e danzante ***** del mondo.
Il mattino dopo mi alzo presto, devo andare al lavoro. Lui dorme beato, completamente avvolto nella coperta. Mummificato. Non si svegliava alle sei per andare al lavoro? Strano.
La sera torno a casa, lui non c'è, è al lavoro. È ufficialmente mio coinquilino. Entro in stanza. Il letto totalmente sfatto, la sua roba sparsa per tutta la stanza. Un lievissimo odore di sigaretta.
Strike Three.
OUT.
I TURNI
Passano le settimane, i suoi continui inviti ad andare a ballare sono sempre più radi. Si sta arrendendo al fatto che non ho 20 anni. Ho accettato solo una volta, proponendogli di andare a cena fuori – abbiamo passato la serata a parlare di stipendi e lavoro. La mattina esce dalla stanza alle undici passate per andare a lavoro verso mezzogiorno. Torna alle sette, si chiude in stanza. Il fine settimana, molto spesso, torna a casa sua.
Con calma propongo di fare dei turni per pulire casa. Siamo in tre, è piccola, ci vuole poco ma va fatto. Risponde che lui una volta ha comprato i tovaglioli o del detersivo, non ricordo. Cerca in qualche modo di giustificarsi. Io stavo solo proponendo di organizzarci. È strano.
In un modo o nell'altro è riuscito ad evitare di pulire casa.
Polemiche, scuse, assenze. Ogni richiesta viene accolta con stupore infantile.
Butta la spazzatura, gli dico. Ma scusa tu quando l'hai buttata? Che giorno preciso? A chi tocca? Risponde.
Puoi pulire? gli chiede Maglia. Questo fine settimana non ci sono, risponde.
Lavali i piatti che usi, gli diciamo. Non usare più i piatti è la sua risposta.
Si nutre di notte, inosservato, mangia in piedi velocemente. È come convivere con un procione.
Con calma propongo di fare dei turni per pulire casa. Siamo in tre, è piccola, ci vuole poco ma va fatto. Risponde che lui una volta ha comprato i tovaglioli o del detersivo, non ricordo. Cerca in qualche modo di giustificarsi. Io stavo solo proponendo di organizzarci. È strano.
In un modo o nell'altro è riuscito ad evitare di pulire casa.
Polemiche, scuse, assenze. Ogni richiesta viene accolta con stupore infantile.
Butta la spazzatura, gli dico. Ma scusa tu quando l'hai buttata? Che giorno preciso? A chi tocca? Risponde.
Puoi pulire? gli chiede Maglia. Questo fine settimana non ci sono, risponde.
Lavali i piatti che usi, gli diciamo. Non usare più i piatti è la sua risposta.
Si nutre di notte, inosservato, mangia in piedi velocemente. È come convivere con un procione.
LA RIVELAZIONE
Pasqua. Torno a casa. Incontro un amico che conosce anche Fogna. Chiacchierando sulla vita da fuorisede, scopro che Fogna, al tempo del primo contatto, sapeva perfettamente che io cercavo coinquilini. Sapeva ma non ha fatto domande dirette. Ormai è ovvio. È come quando hai già capito cosa rappresenta un puzzle, ma continui a mettere le tessere e l'immagine è sempre più chiara. Smetto di fidarmi del tutto di Fogna.
LA ROUTINE
Passano quasi due mesi. Io e Maglia siamo nervosi. Io a stento parlo con Fogna, qualche ciao sporadico quando entriamo o usciamo di casa.
Il resto del tempo è un fantasma. A volte ci ritroviamo tutti e tre in cucina a chiacchierare, ma se l'argomento non tocca lo stipendio, Fogna non spiccica parola, solo qualche cenno di assenso ogni tanto, con gli occhi fissi sul cellulare.
Non ha argomenti, non ha nulla da dire se non quanto guadagna.
Lui è il suo stipendio, lui è il contenuto del suo portafogli. Tyler Durden lo odia.
L'unica cosa che accende il suo interesse è sapere i nomi e cognomi delle persone che conosco e cosa fanno nella vita le conoscenze in comune che abbiamo. Noto che conosce molte cose di molte persone e non ha problemi a dirle in giro. È un procione nella mente di una pettegola nel corpo di un uomo rivestito di cedolini e rimborsi spese.
Il resto del tempo è un fantasma. A volte ci ritroviamo tutti e tre in cucina a chiacchierare, ma se l'argomento non tocca lo stipendio, Fogna non spiccica parola, solo qualche cenno di assenso ogni tanto, con gli occhi fissi sul cellulare.
Non ha argomenti, non ha nulla da dire se non quanto guadagna.
Lui è il suo stipendio, lui è il contenuto del suo portafogli. Tyler Durden lo odia.
L'unica cosa che accende il suo interesse è sapere i nomi e cognomi delle persone che conosco e cosa fanno nella vita le conoscenze in comune che abbiamo. Noto che conosce molte cose di molte persone e non ha problemi a dirle in giro. È un procione nella mente di una pettegola nel corpo di un uomo rivestito di cedolini e rimborsi spese.
LA FUGA
La misura è colma. La casa fa schifo. Da quando ha fatto polemica sui turni mi sto segnando sul calendario quando pulisco casa. È passato quasi un mese dall'ultima volta. Toccherebbe a lui. Glielo facciamo notare.
La cosa è andata più o meno così:
Maglia "ragazzi visto che ci siamo tutti vogliamo vedere questa cosa delle pulizie?"
Io "ok"
Fogna "ok." Fogna è in cucina, appoggiato col pc sul tavolo, sulle sue stesse briciole lasciate lì da due giorni.
Si discute delle modalità. Fogna cerca di allungare il discorso, come quando a scuola facevi le domande alla fine della spiegazione per perdere tempo per evitare l'interrogazione. Cosa c'è da discutere? I turni sono semplici e già decisi.
Io "allora, facciamo una volta alla settimana, a rotazione. puliamo tutta casa, buttiamo la spazzatura. semplice."
Fogna non alza lo sguardo dal computer. Non mi guarda.
Maglia "allora raga, come facciamo? Fogna toccherebbe a te adesso"
Fogna "ma io questo fine settimana torno a casa"
Maglia "ok ma a che ora? puoi pulire prim..."
Fogna "adesso". Fogna si alza, chiude il computer e fa per avviarsi verso la sua stanza.
Io "ok, a sto giro pulisco io e Fogna pulisce per due volte consecutive, non c'è problema"
Guardo il tavolo, ci sono ancora le briciole. Il lavandino è pieno dei cucchiaini usati da Fogna. Si nutre di soli yogurt.
Io "ah raga, poi chiaramente, puliamo se vediamo 'na macchia o delle briciole"
Fogna torna in cucina a passo svelto, pulisce in pochi secondi il tavolo e lava i cucchiaini, si catapulta in camera, butta dei vestiti alla rinfusa in una busta, prende la valigia e nel giro di dieci minuti è fuori dalla porta. Senza salutare.
Maglia passa e dice "ciao eh". Lui farfugia qualcosa. Non stavo ancora uscendo, dice. Va via comunque senza salutarmi.
Per la prima volta ha chiuso a chiave la porta della sua stanza prima di andare via.
Cala il silenzio in casa. È letteralmente fuggito.
La cosa è andata più o meno così:
Maglia "ragazzi visto che ci siamo tutti vogliamo vedere questa cosa delle pulizie?"
Io "ok"
Fogna "ok." Fogna è in cucina, appoggiato col pc sul tavolo, sulle sue stesse briciole lasciate lì da due giorni.
Si discute delle modalità. Fogna cerca di allungare il discorso, come quando a scuola facevi le domande alla fine della spiegazione per perdere tempo per evitare l'interrogazione. Cosa c'è da discutere? I turni sono semplici e già decisi.
Io "allora, facciamo una volta alla settimana, a rotazione. puliamo tutta casa, buttiamo la spazzatura. semplice."
Fogna non alza lo sguardo dal computer. Non mi guarda.
Maglia "allora raga, come facciamo? Fogna toccherebbe a te adesso"
Fogna "ma io questo fine settimana torno a casa"
Maglia "ok ma a che ora? puoi pulire prim..."
Fogna "adesso". Fogna si alza, chiude il computer e fa per avviarsi verso la sua stanza.
Io "ok, a sto giro pulisco io e Fogna pulisce per due volte consecutive, non c'è problema"
Guardo il tavolo, ci sono ancora le briciole. Il lavandino è pieno dei cucchiaini usati da Fogna. Si nutre di soli yogurt.
Io "ah raga, poi chiaramente, puliamo se vediamo 'na macchia o delle briciole"
Fogna torna in cucina a passo svelto, pulisce in pochi secondi il tavolo e lava i cucchiaini, si catapulta in camera, butta dei vestiti alla rinfusa in una busta, prende la valigia e nel giro di dieci minuti è fuori dalla porta. Senza salutare.
Maglia passa e dice "ciao eh". Lui farfugia qualcosa. Non stavo ancora uscendo, dice. Va via comunque senza salutarmi.
Per la prima volta ha chiuso a chiave la porta della sua stanza prima di andare via.
Cala il silenzio in casa. È letteralmente fuggito.
IL RITORNO
Pulisco casa da cima a fondo. Sul cesso ci si può mangiare. Decido comunque di mangiare in cucina. Al suo ritorno tocca a lui pulire. Passa una settimana in cui cerco di lordare il più possibile ogni angolo di casa. Evito solo di defecare sul pavimento per dignità personale.
È il mio nuovo progetto Mayhem.
Fogna torna. La casa è di nuovo in condizioni pietose, più del solito. Ci sarà da divertirsi. Torna domenica sera, 7 Maggio. Io e Maglia non diciamo niente. È appena tornato, non siamo nazisti. È il suo turno. Lui lo sa, noi lo sappiamo.
Lunedì pomeriggio chiacchieriamo, voglio essere socievole. Io e Maglia parliamo di condomìni e condòmini. Lui guarda il telefono, in silenzio. Ci informa che sta cercando un monolocale. Ne ha trovato uno con la signora delle pulizie, dice. Peccato fosse già preso.
È martedì mattina, ieri. In fondo al mio cuore risiede la speranza che si alzi un'oretta prima per pulire. Nulla.
Il piano cottura sembra un Pollock.
Si alza, cazzeggia al pc in cucina, nel degrado. Si teletrasporta in bagno, si veste e fa per uscire. Mi stizzisco.
"senti Fogna, ma tu quando scendi a casa?"
"venerdì"
"e prima di scendere riesci a pulire?"
"giovedì" Fogna è stupito.
"no guarda, la casa fa schifo, se puoi fallo oggi, perché veramente non si può"
"va bene, appena torno lo faccio" Fogna va via sbattendo la porta
Mi tremano le mani. Ho sete di sangue.
È il mio nuovo progetto Mayhem.
Fogna torna. La casa è di nuovo in condizioni pietose, più del solito. Ci sarà da divertirsi. Torna domenica sera, 7 Maggio. Io e Maglia non diciamo niente. È appena tornato, non siamo nazisti. È il suo turno. Lui lo sa, noi lo sappiamo.
Lunedì pomeriggio chiacchieriamo, voglio essere socievole. Io e Maglia parliamo di condomìni e condòmini. Lui guarda il telefono, in silenzio. Ci informa che sta cercando un monolocale. Ne ha trovato uno con la signora delle pulizie, dice. Peccato fosse già preso.
È martedì mattina, ieri. In fondo al mio cuore risiede la speranza che si alzi un'oretta prima per pulire. Nulla.
Il piano cottura sembra un Pollock.
Si alza, cazzeggia al pc in cucina, nel degrado. Si teletrasporta in bagno, si veste e fa per uscire. Mi stizzisco.
"senti Fogna, ma tu quando scendi a casa?"
"venerdì"
"e prima di scendere riesci a pulire?"
"giovedì" Fogna è stupito.
"no guarda, la casa fa schifo, se puoi fallo oggi, perché veramente non si può"
"va bene, appena torno lo faccio" Fogna va via sbattendo la porta
Mi tremano le mani. Ho sete di sangue.
LA PULIZIA
Io e Maglia siamo emozionati.
Dopo due mesi finalmente pulirà casa. Torna un po' più tardi del solito, fischiettando nervosamente. Come i gatti che fanno le fusa ininterrottamente quando stanno male.
Mi chiede dove sia lo straccio per lavare per terra.
È lì, tra la dispensa ed il frigorifero, chiunque dopo due mesi lo avrebbe saputo. Sono perplesso. È il suo modo per informarmi che sta per pulire casa.
Lo sento armeggiare nelle zone comuni. Si dedica particolarmente alla parte di pavimento davanti alle stanze mia e di Maglia. Continua a fischiettare come un condannato a morte che ostenta un sorriso salendo sul patibolo.
In meno di mezz'ora ha finito. Si siede al pc, in cucina, parte una telefonata in cui parla di lavoro. Si vanta delle sue prestazioni da venditore.
Maglia mi scrive su whatsapp, intanto. Deve comprare la carta igienica, mi scrive. Deve buttare la spazzatura, le rispondo.
Concordiamo di dirgli una cosa a testa.
Lo informiamo. "Ditemi cosa devo fare e faccio tutto, ok." È fin troppo servile. È sulla difensiva, è sempre stato sulla difensiva. Stavolta ha deciso di non polemizzare, ma di incassare il colpo da campione. Non ci casco.
Esce a vedere la partita della juve.
Sul cesso non si ci può mangiare stavolta. È ancora lurido. Riporto il piatto in cucina e mangio lì.
Dopo due mesi finalmente pulirà casa. Torna un po' più tardi del solito, fischiettando nervosamente. Come i gatti che fanno le fusa ininterrottamente quando stanno male.
Mi chiede dove sia lo straccio per lavare per terra.
È lì, tra la dispensa ed il frigorifero, chiunque dopo due mesi lo avrebbe saputo. Sono perplesso. È il suo modo per informarmi che sta per pulire casa.
Lo sento armeggiare nelle zone comuni. Si dedica particolarmente alla parte di pavimento davanti alle stanze mia e di Maglia. Continua a fischiettare come un condannato a morte che ostenta un sorriso salendo sul patibolo.
In meno di mezz'ora ha finito. Si siede al pc, in cucina, parte una telefonata in cui parla di lavoro. Si vanta delle sue prestazioni da venditore.
Maglia mi scrive su whatsapp, intanto. Deve comprare la carta igienica, mi scrive. Deve buttare la spazzatura, le rispondo.
Concordiamo di dirgli una cosa a testa.
Lo informiamo. "Ditemi cosa devo fare e faccio tutto, ok." È fin troppo servile. È sulla difensiva, è sempre stato sulla difensiva. Stavolta ha deciso di non polemizzare, ma di incassare il colpo da campione. Non ci casco.
Esce a vedere la partita della juve.
Sul cesso non si ci può mangiare stavolta. È ancora lurido. Riporto il piatto in cucina e mangio lì.
IL MESSAGGIO
Dopo la partita torna a casa. Io sono in camera mia, Maglia è in camera sua. Su Netflix c'è Louis C.K. che parla di aborti.
Lo sento muoversi tra bagno e cucina. Ha comprato quello che serviva. Mi avvisa su whatsapp dell'evento. Non mi parla a voce. Mi scrive da una stanza all'altra via whatsapp.
Inizia, via messaggi, una polemica postuma. Parla di fraintendimenti, cerca di rigirare la frittata attaccandosi ad un discorso sulla pulizia della casa fatto qualche giorno prima.
Gli dico che è tutto ok, basta che puliamo e rispettiamo i turni. Si arrampica sugli specchi, cerca di giustificarsi.
È tutto a posto, gli dico, nessun problema.
Non no tempo di discutere con la gente. La vita è breve.
Il suo contratto scade alla fine di Maggio. Spero se ne vada.
Lo sento muoversi tra bagno e cucina. Ha comprato quello che serviva. Mi avvisa su whatsapp dell'evento. Non mi parla a voce. Mi scrive da una stanza all'altra via whatsapp.
Inizia, via messaggi, una polemica postuma. Parla di fraintendimenti, cerca di rigirare la frittata attaccandosi ad un discorso sulla pulizia della casa fatto qualche giorno prima.
Gli dico che è tutto ok, basta che puliamo e rispettiamo i turni. Si arrampica sugli specchi, cerca di giustificarsi.
È tutto a posto, gli dico, nessun problema.
Non no tempo di discutere con la gente. La vita è breve.
Il suo contratto scade alla fine di Maggio. Spero se ne vada.