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The Plane Effect - Recensioni degli Utenti

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The Plane Effect
Il cucchiaio non esiste...?

Sveglia. Colazione. Auto. Ufficio. Lavoro. Pranzo. Lavoro. Auto. Casa. Famiglia. Letto. Sveglia. Colazione…

Cosa succederebbe se questa routine venisse di punto in bianco scombinata da strani eventi inspiegabili? È proprio da qui che inizia “The Plane Effect”, titolo indie sviluppato da Studio Kiku e Innovina Interactive, italianissime software house con sede a Genova.

The Plane Effect è un’avventura grafica con visuale isometrica, ambientata in un futuro distopico a tinte sovrannaturali. Il protagonista della storia è Solo, un ordinario padre di famiglia che alla fine di una faticosa giornata di lavoro in ufficio si appresta a tornare a casa per riabbracciare la moglie e figlia. Dopo un incipit all’apparenza piuttosto normale, la storia prende una piega molto strana. Senza capire bene come, il povero Solo si troverà travolto da eventi curiosi e circostanze sempre più inspiegabili, in un turbinio di situazioni assurde a cavallo tra l’onirico e il paranormale.

Il titolo di Studio Kiku e Innovina Interactive è caratterizzato da un gameplay piuttosto semplice e basilare. Solo è in grado di camminare, correre e saltare per il mondo di gioco, oltre che interagire con l’ambiente e gli oggetti circostanti. I comandi sono piuttosto approssimativi ma comunque sufficienti per procedere nei vari livelli, in cui si alterano vari enigmi ambientali e fasi di platforming abbastanza semplici. Nonostante il titolo sia completamente privo di combat system, non mancano anche alcuni brevi combattimenti. In queste fasi più “action” dovremo confrontarci con robot e strane creature aliene, sfruttando l’ingegno e l’ambiente circostante.

Le ambientazioni del mondo di gioco sono molto diversificate: durante l’avventura attraverseremo città, deserti, distese innevate, centri di ricerca e perfino lo spazio aperto. Oltre alle ambientazioni di quello che apparentemente sembra essere il mondo reale, nel lunghissimo e tortuoso tragitto verso casa ci imbatteremo nei “Glitch” che si attiveranno quando tenteremo di aprire la porta di fine livello.

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I “Glitch” sono luoghi interamente distaccati dalla realtà, in cui le regole del nostro mondo sembrano funzionare in modo completamente distorto e inspiegabile. Questi ambienti onirici e sovrannaturali vengono resi ancora più inquietanti dal fatto che una serie di individui senza identità osserva le nostre azioni dall’alto. Questi sinistri personaggi, inquadrati rigorosamente di spalle, sembrano essere dei doppioni di Solo, quasi come se delle forme alternative del protagonista guardassero e giudicassero le nostre azioni.

Per uscire dai “Glitch”e poter proseguire nella nostra strada verso casa dovremo raggiungere ogni volta un aeroplanino di carta (il “Plane” che dà il titolo al gioco) e che sembra essere il filo conduttore di tutte le nostre peripezie.

Analizzando l’aspetto estetico, il titolo si presenta con uno stile molto minimale. L’interfaccia è completamente priva di HUD e i modelli a schermo sono piuttosto approssimativi ma comunque in grado di restituire nel complesso un colpo d’occhio gradevole. Nota di dolore per quanto riguarda invece le animazioni del protagonista, che risultano molto legnose e poco convincenti.

L’aspetto più riuscito del titolo è sicuramente la componente sonora. I momenti di silenzio caratterizzanti le fasi di risoluzione degli enigmi sono intervallati da musiche molto piacevoli che si fanno notare durante le varie cutscene. La colonna sonora non risulta essere quindi un banale riempitivo ma diventa elemento fondamentale della narrazione e le melodie che accompagnano i filmati sapranno farsi apprezzare in particolare dagli amanti della musica ambientale e minimalista.

La storia di Solo viene raccontata solamente attraverso musica e immagini. Il titolo è infatti completamente muto, senza doppiaggio e senza la presenza di sottotitoli a schermo. Il protagonista non parla e non pensa, le sue emozioni ci vengono comunicate solo tramite linguaggio non verbale e il linguaggio del corpo.


+ Narrazione visiva ben riuscita
+ Colonna sonora degna di nota
+ Stile minimale che funziona

- Controlli appena sufficienti
- Animazioni del protagonista abbozzate
- Presenti bug che costringono al riavvio



The Plane Effect è un titolo senza molte pretese, minato da difetti oggettivi ma altresì caratterizzato da elementi a tratti sorprendenti. L’opera prima di Studio Kiku e Innovina Interactive è tutto sommato gradevole, in grado di far passare qualche ora in tranquillità e, perché no, anche di smuovere i cuori più teneri grazie alla meravigliosa colonna sonora ed alla storia di Solo che, nomen omen, racconta il dolore della solitudine e della perdita.


VOTO: 6,5
 
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