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L'Hellas Verona Football Club, più comunemente chiamato Verona, è la principale squadra cittadina di Verona. E' una delle società calcistiche italiane più antiche, essendo stata fondata nel 1903 come Hellas, la prima squadra di calcio nata a Verona. Attualmente milita in Serie B.

Il Verona, da quando esiste il girone unico (1929), è stata l'unica squadra di città non capoluogo di regione ed una delle poche squadre fuori dal calcio di vertice (insieme al Cagliari) a vincere un campionato di Serie A, nella stagione 1984-1985. Gli anni ottanta furono il periodo di maggiori soddisfazioni sportive per il club, che, a parte il citato scudetto, arrivò tre volte alla finale di Coppa Italia (1975-1976, 1982-1983 e 1983-1984). Inoltre dal 1983 al 1988 il Verona disputò diverse partite nelle coppe europee, con una partecipazione alla Coppa dei Campioni e due alla Coppa UEFA.

I gialloblu hanno partecipato a 24 campionati di Serie A, a 50 di Serie B e a 6 di Lega Pro. Il club scaligero è inoltre la seconda squadra (alle spalle del Brescia) con più presenze nel campionato cadetto, torneo che si è aggiudicato per tre volte (1957, 1982 e 1999), risultando così una delle poche società ad aver vinto sia il titolo di Serie B che quello di Serie A.

Tutti questi notevoli risultati, per una squadra di provincia, hanno dato vita ad un legame fortissimo fra la tifoseria e la squadra scaligera.

I colori della squadra, giallo e blu, riprendono quelli dello stemma di Verona (croce oro su sfondo azzurro). Soprannomi della squadra sono i mastini e gli scaligeri, entrambi con riferimento a Mastino della Scala della Signoria Della Scala, che governò la città durante il tredicesimo e il quattordicesimo secolo. Lo stemma araldico degli Scaligeri è rappresentato sulla tenuta di gioco e sul marchio societario come un'immagine stilizzata di due possenti mastini rivolti in direzioni opposte.

Il Verona campione d'Italia nel 1984-85

« Perché quando hai modo di conoscere ed apprezzare chi soffre con te alla domenica e partecipa alle tue gioie e ai tuoi dolori pur non essendo in campo, ti ci affezioni. Almeno io sono fatto così. E per questo motivo, per rispetto nei confronti chi mi ha amato e osannato fino ad invocarmi come sindaco di Verona, non ho accettato di vestire altre maglie di società italiane. Il loro rispetto meritava il mio rispetto... »

(Preben Elkjær Larsen)

Storia:

Gli albori

Gli studenti del Maffei che fondarono l'Hellas

Nel 1903 un gruppo di studenti del liceo classico Scipione Maffei fondò un club e lo battezzò Hellas (che è il nome con cui i Greci chiamano la loro nazione) su proposta del professor Decio Corubolo, per l'appunto insegnante di greco.

In questo periodo il calcio si giocava a livello professionale solo in Piemonte, Lombardia e Liguria (non a caso le prime società a vincere il titolo di campione d'Italia furono Genoa, Milan e Juventus), dove era più nutrita la presenza di cittadini britannici. Tuttavia, quando nel 1906 due squadre di Verona scelsero come stadio l'anfiteatro romano della città, l'entusiasmo e l'interesse del pubblico cominciarono ad aumentare.

In quegli anni "pionieristici" l'Hellas era una delle 3 o 4 squadre che giocavano prevalentemente a livello cittadino, contendendo soprattutto ai rivali della Bentegodi la supremazia sotto il campanile. Nella stagione sportiva 1908 l'Hellas iniziò tuttavia a confrontarsi con squadre della regione, dando origine a una rivalità col Vicenza Calcio tuttora molto sentita.

Nel 1911 la squadra iniziò a partecipare al campionato regionale, che fino al 1921 era la fase di qualificazione per le finali nazionali. Ottenne diversi secondi posti nel girone Veneto-Emiliano, ma non giunse mai alla finalissima contro i vincitori del girone nazionale.

Nel 1919, dopo la Prima guerra mondiale, la squadra si fuse con i rivali del Verona, cambiando il nome in Hellas Verona.

Dal 1921 al 1929 il Campionato di Prima Divisione si componeva delle migliori squadre dei vari gruppi regionali, fra cui anche la formazione veronese che riuscì più volte ad arrivare al girone finale, senza però ottenere grandi risultati.

Gli anni trenta e quaranta

All'avvio della Serie A a girone unico, nel 1929, l'Hellas si fuse con due rivali veronesi, Bentegodi e Scaligera, divenendo A.C. Verona e partendo dal campionato di Serie B in seguito al piazzamento ottenuto quell'anno nella Divisione Nazionale.

Al suo debutto nel campionato cadetto (1929-1930) chiuse con un incoraggiante sesto posto, con 7 punti di distacco dal Legnano promosso nella massima serie. Sarebbero occorsi quasi tre decenni (28 anni) per conquistare la promozione, con una serie di alti e bassi annuali che portarono il Verona ad alternare annate molto positive ad altre scoraggianti.

Mentre il mondo era impegnato nel secondo conflitto mondiale il Verona affrontò uno dei suoi peggiori momenti storici, retrocedendo in Serie C nel 1941 dopo aver subito una dura sconfitta a Modena (6-1). Fu un evento inaspettato, dato che solo due anni prima (1939) la squadra scaligera aveva sfiorato la promozione arrivando quinta a soli 3 punti di distacco dal Venezia promosso in A. Tuttavia alcuni segnali negativi si erano intravisti nell'annata di transizione fra la sfiorata promozione e la retrocessione, con i gialloblu che si erano salvati a fatica.

In ogni caso il Verona riuscì a risalire abbastanza in fretta, nel giro di sole due stagioni (1943). L'impresa non fu facile: in quell'epoca la Serie C si componeva di un'unica categoria e non esisteva la C-2, al di sotto vi era già la serie D. Ci si trovava ad avere a che fare quindi con un enorme agglomerato di squadre, divise in ben 12 gironi di diverse dimensioni, molte delle quali fallivano o si ritiravano dal campionato prima della sua conclusione. Le 12 squadre vincitrici dei rispettivi gironi (tra cui anche il Verona, quell'anno) si affrontavano in due gironi finali di 6 squadre ciascuno. Le prime due classificate di ciascun girone finale venivano infine promosse in serie B. L'Hellas quell'anno arrivò secondo dietro la Pro Gorizia, a pari punti con il Parma: sarebbe dunque stato necessario uno spareggio, ma la condanna per illecito sportivo degli emiliani (puniti con la condanna al sesto ed ultimo posto del girone finale) rese vana tale ipotesi ed i gialloblu poterono quindi festeggiare il ritorno in cadetteria.

La prima promozione in serie A: 1958

Dopo essere tornato nelle divisioni superiori, il Verona iniziò una lunghissima cavalcata che lo portò 14 anni dopo a vincere il suo primo campionato di Serie B. In mezzo ci furono una serie di prestazioni annuali rassicuranti che tennero gli scaligeri quasi sempre nella metà superiore della classifica. La promozione venne sfiorata già nel 1948, quando la squadra arrivò al secondo posto del girone B alle spalle di uno scatenato Padova: in quella specifica occasione però, solo la prima classificata dei due gironi veniva promossa in massima serie e così il Verona fu costretto a pazientare ancora, fino al 1957.

Quell'anno i gialloblu guidati da Angelo Piccioli furono i protagonisti del torneo e pareggiando in casa con il Como per 1-1 nell'ultima giornata di campionato ottennero il punto che mancava loro per poter festeggiare la tanto agognata promozione. L'entusiasmo fu tale che i tifosi corsero in campo per incoronare d'alloro il capo dei giocatori scaligeri.

Tuttavia, l'A.C. Verona restò in Serie A una sola stagione (1957/58), dopodiché fu costretto a tornare nella serie cadetta: ad un buon girone di andata seguì una seconda parte di stagione deludente che costrinse i gialloblu a disputare un infruttuoso doppio spareggio contro il Bari, secondo classificato tra i cadetti, che soffiò il posto in massima serie agli scaligeri (0-1, 0-2).

L'anno successivo la società veneta si fuse con un club minore veronese (chiamato anch'esso Hellas) per poter prendere la denominazione di Hellas Verona A.C., in omaggio alle sue origini.

Gli anni settanta e ottanta

Il decennio in serie A


Allenata da Nils Liedholm, la squadra ritornò in Serie A esattamente un decennio più tardi: nel 1968.

In mezzo ci furono una serie di annate anonime, con l'Hellas Verona capace di ottenere la salvezza con relativa facilità, ma senza mai entrare seriamente in lotta per la promozione.

In quella stessa stagione la promozione fu raggiunta all'ultima giornata, grazie ad una vittoria sul Padova per 1-0. Contemporaneamente, infatti, il Bari pareggiò a Perugia e consegnò la propria seconda posizione agli scaligeri, che poterono gioire assieme al Palermo primo classificato e al Pisa.

Stavolta i gialloblu non retrocessero subito ed anzi avviarono un lungo ciclo di salvezze ottenute con merito, che permisero loro di restare per un lunghissimo periodo nella massima serie. Di quegli anni si ricorda la storica vittoria per 5-3 ottenuta contro il Milan nell'ultima giornata della stagione 1972-1973 che costò al Milan lo scudetto; il risultato inaspettato e il modo rocambolesco con cui i rossoneri fallirono la conquista del titolo in favore della Juventus resero questa partita memorabile rendendo celebri anche coloro che ne furono i maggiori protagonisti, ovvero l'attaccante Livio Luppi che fece una storica tripletta, e l'ala Gianfranco Zigoni. Il Milan perse il campionato a Verona anche nel 1989-1990, quando, alla penultima giornata, fu sconfitto 2-1 e finì la partita in otto contro una squadra che poi retrocesse in Serie B. Da qui la celebre espressione della "fatal Verona".

Nel 1973-1974 l'Hellas Verona finì la stagione al quart'ultimo posto evitando così la retrocessione, ma fu condannato alla Serie B durante i mesi estivi a causa dello "Scandalo della telefonata" in cui furono coinvolti il presidente della squadra Saverio Garonzi e un ex, Sergio Clerici. Il Verona ritornò comunque subito in Serie A in virtù dello spareggio disputato e vinto a Terni contro il Catanzaro (1-0).

Le tre finali di Coppa Italia

Nella stagione 1975-1976 la squadra arrivò in finale di Coppa Italia per la prima volta nella sua storia, eliminando grandi squadre come Torino, Cagliari, e Inter dal torneo. Tuttavia, in finale l'Hellas Verona fu sconfitto 4-0 dal Napoli al termine di una partita che prima dell'autorete del portiere Alberto Ginulfi (avvenuta al 74º minuto) era rimasta in sostanziale equilibrio.

Il 15 aprile 1978 la squadra fu coinvolta nell'incidente ferroviario di Murazze di Vado (Bologna): si trovava a bordo del treno che deragliò e che fu investito dalla "Freccia della Laguna". Al momento dell'incidente la squadra si trovava a pranzo sulla carrozza ristorante, e fortunatamente non tra quelle scagliate dall'urto nel dirupo sottostante, ma la paura fu molta.

Dopo aver disputato dieci campionati su undici in Serie A dal 1968 in poi (che sarebbero stati undici senza lo "scandalo della telefonata"), il Verona tornò in Serie B nel 1979 e vi rimase per tre anni. Nel 1981 l'Hellas attraversò un periodo molto difficile e rischiò addirittura di non salvarsi, ma alla fine riuscì a centrare l'obiettivo minimo.

Solo l'anno dopo iniziò quello che sarebbe stato il ciclo di vittorie più importante della storia del club scaligero, che portò l'Hellas Verona nell'Olimpo delle grandi società italiane.

Sotto la guida dell'allenatore Osvaldo Bagnoli la squadra vinse il campionato di serie B nel 1982 stravolgendo ogni pronostico, dato che solo l'anno prima aveva lottato per non retrocedere. Il campionato di cadetteria fu vinto dopo aver ottenuto 17 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte, risultati che ricatapultarono l'Hellas nella massima serie. Il periodo magico continuò anche l'anno successivo nel girone di andata della Serie A, tanto che divise a lungo il primo posto della classifica con la Roma che poi vinse il titolo. Nel girone di ritorno ci fu un inevitabile calo fisico, ma la squadra riuscì comunque a terminare il campionato al quarto posto. L'Hellas andò oltre ogni più rosea previsione, dato che l'obiettivo iniziale di quell'anno era una salvezza tranquilla. Nello stesso anno giunse nuovamente in finale nella coppa Italia. Dopo una vittoria casalinga per 2-0 il Verona arrivò a Torino per giocare contro la Juventus che però vinse la coppa ai supplementari (il Verona fu sconfitto 3-0).

Nella stagione 1983-1984 la squadra disputò un altro eccellente campionato e giunse sesta alla fine del campionato. Inoltre disputò di nuovo la finale di Coppa Italia, ma ancora una volta non fu fortunata: dopo un pareggio nella partita di andata (1-1) l'Hellas infatti cadde nel ritorno all'Olimpico per 1-0 contro la Roma di Falcao.

Il Verona campione d'Italia nel 1984-85

« Perché quando hai modo di conoscere ed apprezzare chi soffre con te alla domenica e partecipa alle tue gioie e ai tuoi dolori pur non essendo in campo, ti ci affezioni. Almeno io sono fatto così. E per questo motivo, per rispetto nei confronti chi mi ha amato e osannato fino ad invocarmi come sindaco di Verona, non ho accettato di vestire altre maglie di società italiane. Il loro rispetto meritava il mio rispetto... »

(Preben Elkjær Larsen)

La struttura della squadra, dopo aver disputato due ottimi campionati di Serie A conclusi con l'Hellas Verona nella parte alta della classifica (ed entrambi corredati da una finale di Coppa Italia), era solida ed affidabile.

Inoltre, nell'estate del 1984 ci fu l'arrivo di due robusti giocatori stranieri di sicuro affidamento: il nazionale tedesco Hans Peter Briegel e il nazionale danese Preben Larsen-Elkjær (che scelse di farsi chiamare semplicemente Elkjær). Furono acquisti che permisero di colmare le piccole lacune di esperienza e di potenza che aveva precluso alla squadra l'ottenimento dei risultati che, sotto il profilo del gioco, meritava.

La formazione-tipo che vinse il campionato fu: Garella; Ferroni I, Marangon I; Briegel, Tricella, Fontolan I; Fanna, Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkjær; allenatore era Osvaldo Bagnoli. Tra le riserve, furono Luciano Bruni, Luigi Sacchetti e Franco Turchetta a dare il contributo più importante.

I momenti chiave di quel campionato furono:

La vittoria interna per 3-1 sul quotato Napoli di Maradona, appena arrivato in Italia, alla prima giornata, che era un club che aveva in programma di vincere lo scudetto nel giro di qualche anno;

Un'altra vittoria interna, contro i campioni d'Italia (e futuri campioni d'Europa) della Juventus battuta 2-0 (14 ottobre 1984, quinta giornata), con Elkjær che segnò un goal a Tacconi senza la scarpa che aveva perso nell'azione;

Il trionfo allo stadio Friuli di Udine (10 febbraio 1985, diciottesima giornata), quando i veronesi sconfissero in una rocambolesca gara l'Udinese per 5-3, risultato che fece cessare le speculazioni secondo le quali i giocatori stavano ormai perdendo energie;

Tre vittorie consecutive contro Roma (1-0), Fiorentina (1-3) e Cremonese (3-0) che fecero capire qual era la squadra più costante di quell'anno;

Infine un pareggio per 1-1 ottenuto a Bergamo contro l'Atalanta garantì la conquista del titolo con un turno di anticipo.

Hellas Verona campione d'Italia

12 maggio 1985 - Atleti Azzurri d'Italia, Bergamo

Atalanta - Verona

1 - 1

'Atalanta': Piotti, Osti, Gentile, Perico, Rossi, Magnocavallo, Donadoni, Vella, Magrin, Agostinelli, Pacione, Soldà, Codogno. (Malizia, Fattori e Larsson)

'Allenatore': Nedo Sonetti

'Verona': Garella, Volpati, Marangon, Tricella, Fontolan, Briegel, Fanna, Sacchetti, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer, Spuri, Ferroni (Donà, Bruni, Turchetta)

'Allenatore': Osvaldo Bagnoli

'Arbitro': Testa di Prato.

'Marcatori': 41' Perico, 51' Elkjaer.

'Spettatori': 21.308

L'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli vinse meritatamente il campionato ed entrò nella storia. Ottenne 15 vittorie, 13 pareggi, 2 sconfitte ed in totale 43 punti (si assegnavano ancora 2 punti per vittoria), staccando di 4 lunghezze il Torino secondo classificato, con Inter e Sampdoria a completare le prime quattro posizioni.

Lo scudetto assunse uno straordinario valore non solo perché conseguito in un'epoca in cui le squadre italiane stavano iniziando a riaffermarsi a livello internazionale (l'Italia stessa era campione del mondo) ma anche perché nel campionato italiano giocavano molti tra i migliori calciatori del mondo come Platini, Zico, Maradona, Sócrates, Rummenigge, Falcão) e molti altri.

La città scaligera restò molto legata alla canzone Verona Beat, ripresa per l'occasione da Umberto Smaila, e alle radiocronache del cronista ed attore teatrale Roberto Puliero.

In Europa

L'Hellas Verona ha debuttato nelle competizioni internazionali partecipando al torneo Anglo-Italiano negli anni settanta, risultando prima delle squadre italiane in un torneo dominato dalle squadre britanniche.

Nel 1982/83, in virtù della vittoria nel campionato cadetto dell'anno precedente, l'Hellas Verona partecipò alla Coppa Mitropa, nella quale non giunse, tuttavia, a risultati di rilievo.

La stagione successiva avvenne finalmente il debutto in una competizione internazionale di grande livello ma la squadra in Coppa UEFA nel 1983-1984, dopo aver superato il primo turno con una prestigiosa vittoria sul campo della Stella Rossa di Belgrado (1-0 a Verona, 2-3 a Belgrado), fu eliminata al secondo turno dagli austriaci dello Sturm Graz (2-2 a Verona, 0-0 a Graz).

La stagione 1985/86 vide la squadra in Coppa Campioni grazie allo scudetto conquistato nella stagione precedente. Nei sedicesimi l'Hellas incontrò ed eliminò il PAOK Salonicco (3-1 a Verona, 1-2 a Salonico, con doppietta di Elkjear). Ma negli ottavi il destino volle che incrociasse in uno scontro fratricida la Juventus campione uscente e ammessa di diritto alla manifestazione. La partita di andata si giocò al Bentegodi e finì 0-0. Quella di ritorno si giocò a Torino a porte chiuse (per via della sanzione irrogata dall'UEFA alla Juventus dopo la tristemente nota finale di Bruxelles contro il Liverpool) e finì 2-0 per i bianconeri anche grazie al discutibile arbitraggio del francese Wurtz[8].

Nella stagione 1987/88 la squadra ottenne il suo miglior risultato internazionale raggiungendo i quarti di finale della coppa UEFA grazie a quattro vittorie e due pareggi. Dopo aver eliminato Pogon Stettino (Polonia), Sportul (Romania) e Utrecht (Paesi Bassi), venne eliminata nei quarti dal Werder Brema (Germania) che vinse 1-0 a Verona, mentre il ritorno a Brema finì 1-1.

Nelle sue tre partecipazioni nelle principali Coppe Europee il Verona ha disputato 7 partite all'estero rimanendo sempre imbattuto.

Capocannoniere dell'Hellas Verona nelle Coppe Europee il danese Preben Elkjær Larsen con 11 gol in 11 partite.

Tra vecchio e nuovo millennio

I difficili anni 90


I risultati ottenuti negli anni 80 furono storici per una città di media dimensione come Verona con pochi tifosi fuori dalla provincia.

Con l'inizio del nuovo decennio, l'Hellas fu però costretto a voltare pagina. Dopo otto stagioni consecutive passate nella massima serie, contornate da uno scudetto e da due finali di coppa Italia, l'Hellas tornò in cadetteria nel 1990 dopo essere uscito sconfitto nel decisivo scontro salvezza di Cesena (1-0), inaugurando un decennio che non avrebbe riservato grandi soddisfazioni alla società scaligera.

Gli anni novanta furono infatti molto difficili per il club. La dirigenza in difficoltà finanziarie, gli allenatori ed i giocatori dovettero combattere anno dopo anno fra promozioni e retrocessioni continue, dando vita ad un'altalena fra A e B che durò fino al 1999.

Nel 1995 il club acquistò il nome Hellas Verona FC che mantiene ancora oggi (dopo aver usato per quattro anni il nome Verona Football Club in seguito al fallimento e alla rapida rinascita del 1991) e nel 1997 entrò in carica come presidente Giambattista Pastorello.

Dopo due promozioni (1991 con Eugenio Fascetti e 1996 con Attilio Perotti) seguite da immediate retrocessioni, la vittoria nel campionato di Serie B nel 1999 sotto la guida del futuro commissario tecnico della nazionale maggiore Cesare Prandelli e con una striscia di 8 vittorie consecutive tra la 6ª e la 13ª giornata (attuale record per i tornei di B a 22 squadre), aprì una nuova fase nella storia del club.

Dal 2000 al 2007: salvezze e retrocessioni

Il nuovo millennio iniziò bene, con gli scaligeri ancora allenati da Prandelli che dopo un inizio difficile avviarono una impressionante serie di risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, chiudendo il campionato di serie A al nono posto. L'anno successivo (2001), invece, la squadra allenata da Attilio Perotti faticò molto ed affrontò una stagione difficile che si chiuse però in maniera positiva, con un doppio spareggio salvezza vinto contro la Reggina 1-0 all'andata in casa, 1-2 al ritorno con gol decisivo di Cossato a pochi minuti dal termine).

Il campionato 2001-2002, invece, si concluse nel peggiore dei modi: una squadra composta anche da futuri campioni del mondo come Gilardino, Oddo e Camoranesi e da talenti come Adrian Mutu non riuscì a mantenere lo slancio iniziale che aveva portato gli scaligeri nelle primissime posizioni della classifica. Nel girone di ritorno la squadra mostrò segni di stanchezza e dopo un ultimo sussulto rappresentato da una vittoria sul Parma a sette giornate dalla fine iniziò a perdere colpi su colpi, scivolando sempre più in basso nella classifica, fino ad entrare in zona retrocessione proprio all'ultima giornata dopo una sconfitta esterna subita contro il Piacenza.

Seguirono alcune annate anonime disputate in serie B, alcune delle quali videro l'Hellas Verona faticare molto per salvarsi. La squadrà sfiorò comunque il ritorno in massima serie nel 2005, quando dopo un'annata passata ai vertici soffrì sul finale e concluse la stagione al 7º posto, con un solo punto in meno dell'Ascoli (promosso in Serie A dopo la squalifica del Genoa ed i problemi economici di Perugia e Torino).

Nei due anni successivi la società, complice anche l'ex presidente Pastorello[9], avviò un lento ma inesorabile declino che raggiunse il suo apice nel 2007. Quell'anno la squadra iniziò molto male il campionato ed alcune sconfitte di troppo impedirono la salvezza diretta degli scaligeri. Il Verona concluse infatti al quintultimo posto e dovette disputare un doppio spareggio salvezza con lo Spezia nel quale ebbe la peggio (2-1 a La Spezia e 0-0 al Bentegodi). Gli scaligeri vennero quindi retrocessi in serie C.

La "rivalità" con il Chievo

Fino al 2001 fra il Chievo e l'Hellas Verona non esisteva un rapporto competitivo: l'Hellas era il baluardo attorno al quale era ruotato per quasi cento anni tutto il calcio veronese, mentre il Chievo era una squadra locale che aveva trascorso diversi decenni a giocare nelle categorie inferiori. La prima promozione in serie B dei clivensi avvenne infatti solo nel 1994 e nell'occasione anche gruppi di tifosi delle Brigate Gialloblu si recarono a Carrara a sostenere il Chievo.

La promozione in Serie A del Chievo nel 2001 cambiò però radicalmente le cose: inanzitutto permise a Verona di diventare la quinta città italiana a poter vantare un derby di Serie A (chiamato il derby della Scala o, più raramente, il derby dell'Arena), dopo Milano, Roma, Torino e Genova. Inoltre mise fine ad un monopolio cittadino che la società scaligera esercitava indisturbata fin dal 1929 (anno della fusione con Bentegodi e Scaligera su ordine fascista).

Negli otto precedenti in Serie B, Chievo ed Hellas si erano divisi tre vittorie a testa e due pareggi (la più larga vittoria nel derby di Verona fu realizzata dall'Hellas nel 1998, quando i mussi volanti vennero travolti con un secco 4-0 nel girone di ritorno) senza quindi che nessuna delle due società stabilisse un'autentica superiorità sull'altra.

Il primo derby in serie A si disputò all'undicesima giornata del campionato 2001-2002, con le due squadre veronesi tra le prime quattro squadre in classifica. Fu vinto dall'Hellas Verona, capace di rimontare il doppio vantaggio del Chievo e di imporsi per 3-2. I marcatori dei gol furono in ordine Luciano e Corini per il Chievo e Oddo, Lanna (autorete) e Camoranesi per l'Hellas; il Chievo riuscì a vincere il derby di ritorno (2-1 con Cossato che andò a rimontare l'iniziale vantaggio di Mutu).

Anni recenti

Le quattro stagioni in Lega Pro


Era dagli anni 40 che la società scaligera non si trovava in così grave difficoltà. In quell'epoca però il Verona era tornato rapidamente nella serie cadetta, dopo sole due stagioni, mentre questa volta ce ne vollero ben quattro. Quattro campionati nei quali si alternarono risultati mediocri ad altri più soddisfacenti ma comunque discordanti, che non resero soddisfatti né i tifosi né la dirigenza. L'imprenditore Giovanni Martinelli nel 2009 divenne fra l'altro il nuovo presidente della società dopo la tragica morte del conte Arvedi, scomparso nel gennaio di quello stesso anno in seguito alle ferite riportate dopo un incidente stradale, e subentrò a Nardino Previdi rilevando l'intero club.

Venne cambiata spesso e volentieri la panchina: diversi allenatori si alternarono senza che nessuno di essi riuscisse a centrare l'obiettivo promozione. L'unico ad ottenere dei risultati concreti fu l'ex tecnico delle giovanili, Davide Pellegrini, che riuscì nell'impresa di salvare la squadra al termine della travagliata stagione 2007-2008: mai prima di allora l'Hellas Verona si era trovato a dover lottare per la permanenza in serie C, neppure nei tormentati anni 40. Per fortuna, la stagione peggiore di tutta la storia scaligera si chiuse nel modo migliore: la Pro Patria venne infatti superata nel doppio scontro salvezza (1-0, 1-1) e i tifosi poterono festeggiare.

La rosa della squadra fu rivoluzionata diverse volte negli anni successivi, alla ricerca di una formula vincente ancora sconosciuta, tanto che due anni dopo la squadra regalò un'ennesima delusione ai tifosi: dopo aver dominato per mesi il campionato nella stagione 2009-2010, il Verona infatti crollò sul finale, conquistando comunque i play-off ma finendo eliminato nella doppio finale degli spareggi promozione contro il Pescara (2-2, 1-0).

Tuttavia è da segnalare che nonostante le numerose delusioni i tifosi non abbandonarono mai la squadra al suo destino. Infatti la media spettatori in quattro anni di Lega Pro non fu mai al di sotto delle 10.000 unità, con picchi di quasi 15.000 spettatori nella stagione 2009/2010. Il record assoluto di pubblico lo si è avuto il 9 maggio 2010, quando si giocò la sfortunata partita Verona - Portogruaro dinanzi ad oltre 25.000 tifosi dell'Hellas. La festa dei gialloblu in ogni caso era solo rimandata.

Il ritorno in B

Neppure la stagione della promozione (2010-2011) era iniziata sotto una buona stella, tanto che il tecnico scelto durante l'estate dalla dirigenza (Giuseppe Giannini) era stato esonerato a novembre dopo aver raccolto solo 13 punti in 12 partite. Al suo posto venne ingaggiato un tecnico che in Romania aveva vinto tutto: Andrea Mandorlini. L'Hellas Verona aveva concluso il girone d'andata in piena lotta per non retrocedere, ma sotto la guida del nuovo tecnico iniziò una lunga rincorsa che portò i gialloblu ad agganciare il 5º posto (l'ultimo utile per disputare i play off) nelle ultime giornate di campionato.

Gli scaligeri ottennero infine la loro seconda finale play-off consecutiva, stavolta contro la Salernitana, dopo aver eliminato il Sorrento. Le due squadre disputarono la sfida decisiva a Salerno dopo aver richiamato quasi 50.000 tifosi fra l'andata e il ritorno, un record per la categoria. Gli scaligeri risultarono infine vincitori del play-off nonostante la sconfitta patita in trasferta (1-0), in virtù della netta vittoria ottenuta all'andata (2-0). L'Hellas Verona tornò quindi in Serie B, chiudendo il ciclo più negativo di tutta la sua storia e regalando un'immensa gioia ai tifosi.

Presente

2011-2012


La stagione 2011-2012 partì con molti volti noti: Mandorlini e quasi tutti i giocatori dell'anno prima vennero riconfermati, in quanto la rosa era già composta da giocatori di buon livello. Ad essi vennero affiancati alcuni giovani in cerca di affermazione come il greco Tachtsidis, di proprietà del Genoa e l'argentino Juanito Gomez, rientrato a Verona dopo un anno e mezzo passato nelle fila del Gubbio, che divennero ben presto colonne portanti della squadra.

Nel girone di andata dopo un periodo negativo di cinque partite in cui la squadra raccolse solo tre punti, i gialloblu si scatenarono e misero insieme ben nove vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, issandosi al secondo posto della classifica con pochi punti di distacco dal capolista Torino. Si tratta della striscia di vittorie consecutive più lunga di tutta la storia del club scaligero: il precedente record era di otto vittorie, ottenuto dal Verona allenato da Prandelli nel 1998-1999. Altro record personale abbattuto fu quello delle vittorie consucutive in trasferta, ben 5: Cittadella, Bari, Empoli, Parma e Livorno. Un altro record eguagliato dalla squadra scaligera riguarda la striscia di vittorie consecutive interne (12) che ha portato l'Hellas ad affiancare nell'albo d'oro la striscia del Genoa ottenuta nella stagione 2006-2007.

Il Verona chiuse la stagione regolare al quarto posto, alle spalle di Pescara, Torino e Sassuolo, sfiorando la promozione diretta già al primo anno dopo il ritorno in Serie B e qualificandosi per i Play-Off. In semifinale il Varese si impose però nel doppio confronto, vincendo per 2-0 nella gara di andata e pareggiando al Bentegodi (1-1).

Anche in Coppa Italia la squadra scaligera andò comunque oltre ogni previsione, eliminando Vicenza (1-2), Sassuolo (5-7 d.c.r.) e Parma (0-2) dal torneo e raggiungendo gli ottavi di finale dopo 15 anni (1996-1997). La corsa del Verona si fermò proprio all'Olimpico di Roma, dove i padroni di casa della Lazio si imposero per 3-2.

2012-2013

La nuova stagione vede diversi nomi nuovi presso la società di Via Torricelli: Martinelli lasciò infatti la quota di maggioranza del club (80%) all'ex vicepresidente del Bologna, Maurizio Setti, che divenne il nuovo presidente del club scaligero. Il presidente uscente mantenne comunque una piccola parte delle azioni della società. Setti rivoluziona dapprima l'organigramma societario, cambiando direttore generale (Gardini), segretario generale (Dibrogni) e direttore sportivo (Sean Sogliano), mantenendo tra i pochi punti fermi l'allenatore Mandorlini e poi inserendo nella rosa, tra gli altri, giocatori come Rivas, Carrozza, Grossi, Bačinovič e Crespo.






Palmarès

Competizioni nazionali [modifica]

Campione d'Italia: 1

1984-1985 Campionato di Serie B : 4

1956-1957, 1981-1982, 1995-1996, 1998-1999

Altri piazzamenti [modifica]

Coppa Italia: finalista

1975-1976, 1982-1983 e 1983-1984
 
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J.P.Pereira

Signore
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T

Tury95

Per le squadre di B c'è già il topic in rilievo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif

 

Xenoheart

Grazie di tutto Leo
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Posso aprire il topic sul Licata?:rickds:

 

El Principe

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Posso aprire il topic sul Licata?:rickds:
A sto punto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 

Brasilian

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Per le squadre di B c'è già il topic in rilievo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif
Ho chiesto il permesso //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/chris2.gif

Posso aprire il topic sul Licata?:rickds:
Dopo aver visto il topic sullo Spezia...mi sembrava doveroso aprirlo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 

El Parroco

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questo come ogni topic non di serie A, resterà aperto solo se avrà seguito

quindi inutile che pensate di aprire topic a cazzum perchè se non interessano (e considerato che il forum è aperto dal 2003 se certe squadre non hanno un topic ci sarà anche un motivo) verranno chiusi

 

.:Mus:.

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questo come ogni topic non di serie A, resterà aperto solo se avrà seguito
quindi inutile che pensate di aprire topic a cazzum perchè se non interessano (e considerato che il forum è aperto dal 2003 se certe squadre non hanno un topic ci sarà anche un motivo) verranno chiusi
Io sono interessato al Licata, dai Xeno aprilo :ivan:

 

straix

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Pichlmann per la serie b alta è scarsetto secondo me...
i suoi gol decisivi l'anno scorso se non ricordo male gli ha fatti.

voglio una vostra risalita in A, mi piacerebbe ritornare al bentegodi ma questa volta contro l'hellas, ci sono stato 2 anni fa contro il chievo e sembrava di giocare in casa nostra :bah!:

 
G

Guggi94

ma se quel brocco di ferrari (per fortuna) è stato squalificato, pichlmann ceduto e praticamente pure bjelanovic, chi farà da prima punta :wush:

 

Gianpi

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Vi guferò tutto l'anno:sad2:

 

MaStEr Fa#

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//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif Finchè vivrò, finché vivrò, finché vivrò...

 

Brasilian

Signore
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Vi guferò tutto l'anno:sad2:

//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif Finchè vivrò, finché vivrò, finché vivrò...
Forza Lavezzi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif Pandev è uguale //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 

Luka1993

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Forza Lavezzi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif Pandev è uguale //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
se però gianpi è interista non ti accanire contro di noi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

ma ancora non ho capito se sei di verona/milano/genoa/checaxxoneso?

 
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