Partiamo dal presupposto che questa notizia ha creato scalpore mediatico per il semplice fatto che c’è di mezzo Ciro Grillo, ma se ci fosse stato di mezzo un “non-VIP”, a nessuno sarebbe fregato nulla e molto probabilmente nessun giornalista avrebbe scritto niente in merito, per il fatto che la notizia sarebbe risultata essere poco appetibile e quindi poco vendibile.
Ad ogni modo, due anni per confermare uno stupro è semplicemente ridicolo e aggiungerei anche grave, a maggior ragione se ci sono i video che testimoniano in maniera inequivocabile le modalità del presunto stupro.
Denunciare uno stupro dopo 8 giorni è stupido, perché le lesioni da congiunzione carnale non possono essere più usate come prova inconfutabile; lasciate stare i tempi massimi stabiliti dalla legge, qualsivoglia tipo di denuncia va fatta immediatamente, otto giorni sono un’eternità, soprattutto per i fatti gravi.
Ci sono poi altri elementi che hanno insospettito gli stessi inquirenti, come il fatto che la vittima abbia continuato a pubblicare le foto delle vacanze sui social network come se niente fosse e di come questa abbia continuato a messaggiare amichevolmente coi presunti stupratori anche dopo il presunto stupro.
Personalmente questa storia, da come è stata narrata dai diversi giornali non mi convince nemmeno un po’ e aggiungo che è talmente poco convincente che l’unico motivo per cui se ne parla ancora è che tra gli indagati c’è il figlio di Beppe Grillo.
Comunque ho notato con immensa tristezza che all’interno dei vari social network, i detrattori del M5S sperano che Ciro Grillo venga condannato più per un loro sadico piacere personale che per un senso di legittima giustizia; alla luce di queste considerazioni demenziali, dico solo che le persone che strumentalizzano un presunto stupro (a partire dai giornalisti) per affrontare un dibattito politico, mi fanno una grande pena, a prescindere dalla fazione politica.