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Readyjack

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Dishonored 2

Come già scritto nel topic HBG, Dishonored 2 è stata certamente la mia sorpresa dell'anno.
Ammetto di aver mollato il primo dopo pochissime ore, non per demeriti suoi: mi aveva annoiato, probabilmente non era il periodo giusto per approcciarmi a un titolo del genere. Mi sono quindi dedicato al secondo capitolo con basse aspettative e solo perché era incluso con il PSNow.
Dishonored 2 è un Action-Adventure in prima persona (con particolare enfasi sullo stealth) sviluppato da Arkane Studios e pubblicato da Bethesda. Ambientato 15 anni dopo Dishonored, vestiremo i panni di uno tra i due personaggi disponibili: Corvo, protagonista del primo capitolo, ed Emily, sua figlia. Cosa questa scelta comporterà ai fini narrativi e del gameplay lo vedremo successivamente.
Già dall'inizio del gioco entrerete in possesso dell'equipaggiamento necessario per affrontarlo: la spada, la pistola e la balestra. Vi verrà inoltre chiesto se intendente sfruttare dei poteri mistici o farne a meno, ed è qui che si apre un mondo: oltre alle classiche meccaniche come accovacciarsi, saltare, correre ed effettuare uno zoom per mirare (a cui aggiungiamo altre finezze da stealth-game come la possibilità di sbirciare dal buco di una serratura o sporgersi da una copertura per studiare l'ambiente e pianificare il superamento di una zona) si aggiunge un set di poteri che vi permette di variare in maniera incredibile l'approccio alle missioni.
Degli esempi di poteri potrebbero essere una sorta di teletrasporto che vi permette di raggiungere zone sopraelevete o di passare da un punto all'altro dela stanza senza farsi vedere, la possibilità di impossessarsi momentaneamente di animali come topi e pesci per passare attraverso fessure della loro dimensione o addirittura di esseri umani per passare inosservati dalle guardie mentre attraversate un cancello o la possibilità di connettere le menti di diversi nemici per fare in modo che un particolare effetto (morte, svenimento, bruciature ecc.) applicato a una guardia si trasferisca direttamente alle altre collegate. Se pensate che, barra del mana permettendo, non avete alcun limite nei modi in cui potete combinare e concatenare i poteri tra loro potete già farvi un'idea di quanta varietà d'approccio ai problemi c'è anche solo di fronte a un gruppetto di nemici.
Un potenziale del genere sarebbe sprecato se non fosse supportato da un level design altrettanto vario e stratificato, per fortuna gli Arkane non sono certo dei pivelli in quest'ambito. Le missioni di Dishonored 2 sono costituite da mappe abbastanza estese e che sono costruite con una cura maniacale tale da permettere al giocatore e alla sua creatività di esprimersi al massimo delle sue possibilià. Che si tratti di attraversare un posto di blocco presidiato da guardie o di arrivare in una particolare stanza di un particolare edificio avremo sempre svariate soluzioni per completare il nostro obiettivo. Se a tutto ciò aggiungiamo la gamma di poteri sbloccabili e tutte le loro combinazioni il numero di strade percorribili per giungere al luogo X o eliminare il bersaglio Y è limitato solo e unicamente dalla creatività del giocatore.
I nemici inoltre sono mossi da un'intelligenza artificiale abbastanza articolata, fanno continue ronde, se vedono un corpo o anche solo un loro amico mancare dalla sua solita postazione inizieranno a insospettirsi, così come quando troveranno una porta o finestra aperta che si ricordavano di aver lasciato chiusa. Inoltre percepiscono molto bene i rumori che provochiamo, tale da renderli capaci anche di sentire i nostri passi se ci muoviamo velocemente sul piano sopra di loro. Alle difficoltà più avanzate scovano in fretta il giocatore e sono abbastanza risoluti nel ricercarlo se si insospettiscono abbastanza, offrendo una sfida davvero degna di nota per chi vorrà cimentarsivi in maniera completamente stealth.
La bontà del design dei livelli si percepisce anche solo pensando che il titolo è assolutamente completabile senza far uso di poteri, senza mai farsi inviduare dai nemici e senza uccidere nessuno. A questo proposito una particolarità dei due capitoli di dishonored è che il mondo di gioco e l'avanzare stesso della storia sono influenzati dal numero di cadaveri che ci lasciamo dietro. Se infatti si è armati di poca pazienza o semplicemente si vuole sfruttare al massimo tutti i poteri messi a disposizione dal gioco (e vi dirò la verità, uccidere in Dishonored 2 è incredibilmente soddisfacente) e si uccide una gra quantità di nemici la storia sarà influenzata da un livello di "caos" alto, che aumenterà il numero di guardie per le strade e ai posti blocco, il numero di edifici infestati da nidi di mosche del sangue (un particolare nemico di cui farò cenno dopo) e la cupezza del finale, così come quella dell'atteggiamento dei NPC verso di noi.
Al contrario avremo un caos basso, con conseguenze diametralmente opposte a quelle col caos alto. Un sistema abbastanza semplicicistico, che però contribuisce ad aumentare la rigiocabilità del prodotto. Inoltre giocare con caos basso diventa molto intrigante se si considera che per eliminare in maniera non letale i NPC bersagli delle missioni, cioè dei particolari NPC che per trama dovremo togliere di mezzo, sarà necessario esplorare a fondo la mappa di gioco, raccogliendo note, indizi e origliando conversazioni che suggeriranno dei metodi per eliminare i nostri bersagli senza versare una sola goccia di sangue (anche se, da un punto di vista puramente etico, alcuni destini che gli riserviamo potremmo considerarli peggiori della morte stessa). I livelli quindi non solo sono incredibilmente stratificati e complessi ma inoltre premiano l'esplorazione offrendo opportunità di gameplay e oggetti che permetteranno al protagonista di acquisire abilità via via sempre migliori.

Ultima nota sul level design: tutti i livelli sono costruiti in maniera incredibile, ma 3 di questi meritano riconoscimenti a parte, cioè le missioni 4,6 e 7. La prima è la pubblicizzatissima villa meccanica di Kirin Jindosh, un'abitazione trasformabile in base alle leve tirate e i pulsanti premuti in giro per essa, costruita in maniera davvero coerente con se stessa e che si può considerare un autentico labirinto bellissimo da esplorare. La seconda è una missione abbastanza semplice come costruzione della mappa (rispetto al resto, sia chiaro) ma che offre una incredibile varietà di approcci morali e di gameplay per essere affrontata, varietà superiore a tutto il resto del gioco (già alta di suo). La missione 7 è la mia preferita e lo considero uno dei livelli più belli mai costruiti per un videogioco, abbastanza ironico considerando che dopo il prologo è l'unico livello che vi costringe a giocare senza poteri, ma vi assicuro che la genialata ideata per sopperire a questa mancanza vi lascerà soddisfatti.
Sono rimasto letteralmente folgorato dalla qualità della missione 7, mai vista una mappa basata sullo switch tra due "dimensioni" (una nel presente e una tre anni prima) costruita così bene in un gioco 3D, è incredibilmente caratteristica ed eleva l'intero gioco a perla di level design difficilmente superabile nel suo genere, considerando la chicca delle azioni passate che si ripercuotono nel presente e lo specchio che permette di vedere in tempo reale ciò che succede nell'altro tempo. Semplicemente geniale.
Da questo punto di vista è un po' un peccato che dopo aver giocato questi livelli, che sono dei picchi altissimi della produzione, gli altri inizino a sembrare solo "belli". Sia chiaro, ovviamente non si può fare un gioco con una qualità costantemente uguale alle missioni sopracitate, ma personalmente le altre missioni dopo mi son sembrate banali nonostante la loro indiscussa complessità.

Narrativamente, nonostante il background sia abbastanza approfondito e affascinante, il titolo purtroppo lascia davvero a desiderare. La trama non offre particolari colpi di scena o li presenta male, seguire la storia è noioso e ciò nuoce parzialmente alla rigiocabilità a causa di alcune fasi puramente narrative che non si possono saltare. Inoltre la differenza tra i due personaggi selezionabili è minima. Se non fosse per il cambio di voce o le diverse considerazioni che i protagonisti fanno durante l'esplorazione delle ambientazioni non percepiremmo la differenza (o almeno a livello narrativo, dato che i due personaggi posseggono in realtà un set di poteri completamente diversi, che variano di molto l'approccio all'azione al variare del personaggio).
Anche dal punto di vista tecnico non parliamo di una perla, nulla di particolarmente brutto ma non è raro trovare texture in bassa definizione o che tardano a caricarsi, i modelli poligonali degli oggetti e dei personaggi non sono particolarmente dettagliati e le animazioni degli NPC non brillano per fluidità. A sollevare ciò però troviamo un comparto artistico veramente degno di nota, ci spostiamo dalla cupa e opprimente Dunwall del primo capitolo per arrivare alla tropicale e soleggiata Karnaca, anche se in realtà è afflitta dalla terribile piaga delle mosche del sangue che infettano i cadaveri con le loro larve e la città nasconde orrori, violenza e giochi politici della peggior specie (non distaccandosi quindi dai temi già affrontati in Dishonored). Inoltre la particolare stilizzazione degli NPC dona un carattere unico e riconoscibile al franchise, che trovo abbastanza gradevole.

Precisazioni sul come l'ho giocato per scrivere la review: ho impiegato circa 35 ore distribuite in due run per vedere tutto tra personaggi differenziati, caos alto, caos basso ecc. La prima run vi durerà sulle 20 ore esplorando per bene e giocando con approccio furtivo letale (l'approccio furtivo non letale vi richiederà necessariamente più tempo a causa della più meticolosa attenzione che dovrete riporre nel vostro gameplay, non conoscendo le mappe). Dunque il titolo non solo è longevo ma molto rigiocabile, nota positivissima ovviamente.

Penso di aver detto tutto ciò che mi sentivo di dire su questo meraviglioso titolo, per me è un capolavoro e sarebbe stato perfetto se non fosse per la narrativa e qualche difettuccio qui e lì. In ogni caso è una perla che va assolutamente giocata da chiunque ami i videogiochi che obbligano il giocatore a pensare per superare una zona ostica in maniera creativa, Dishonored 2 ama stimolare le vostre menti e lo fa dannatamente bene.

Voto: 9.5
 
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Qualche pensiero su Prey

L'ultima fatica di Arkane Studios (prima di Deathloop, che attendo pazientemente) si è dimostrata capace di riportare in modo ottimale la formula dell'immersive sim alla System Shock nell'era contemporanea, confezionando un prodotto che, come da loro tradizione, offre al giocatore centinaia di modi diversi per approcciarvisi grazie ad un level design sopraffino, una grande varietà di abilità utilizzabili e una gestione della fisica abbastanza realistica.
In Prey sarete gettati nella stazione spaziale Talos I, infestata da una specie aliena avvolta nel mistero e dalle cartteristiche molto peculiari. La storia di Prey prende a piene mani dalla cultura Sci-Fi pur con espedienti abbastanza originali. Il background narrativo è ampiamente approfondito e interessante, mette in mezzo argomenti di natura psicologica e fisica (ai pochi studenti di materie scientifiche che leggeranno questo post farà piacere vedere citazioni di fisica quantistica e relatività generale, anche se non approfondite per ovvi motivi) e insieme al design della nave contribuisce a dare al gioco un'atmosfera da thriller Sci-Fi niente male. Purtroppo la trama in sè non è raccontata magificamente, la narrazione ha dei picchi di colpi di scena all'inizio del gioco che di fatto sono insuperati dal resto, rendendo il ritmo dell'avventura abbastanza scialbo per poi risollevarsi verso la fine.
I personaggi secondari in compenso hanno un'approfondimento soddisfacente e vi terranno impegnati con delle quest dedicate alla conoscenza del loro background e del loro rapporto con il/la protagonista, colto/a da un'amnesia parziale per motivi che non vi spoilero.

Per quanto riguarda il gameplay, chiariamo subito che Prey non va valutato come un FPS: è infatti considerabile come un immersive-sim (rigorosamente in prima persona) in cui avete la possibilità di far uso di alcune armi (potenziabili con l'avanzare dell'avventura, ma molto poche in numero) per prevalere sui nemici ma il cui perno principale è la libertà d'approccio e d'esplorazione. Trovate come il cannone a colla che potete usare per creare scale e ponti improvvisati e balestre giocattolo che sparano dardi che interagiscono con gli schermi touch-screen testimoniano come Prey voglia fare della creatività del giocatore il suo principale strumento. Ad aumentare le possibili variabili bisogna aggiungere la gamma di poteri alieni ed abilità umane (totalmente opzionali) che arricchiscono ulteriormente la qualità del level design.
Talos I è divisa in diverse sezioni che consistono in mappe limitate ma ricchissime di contenuti, passaggi segreti, chiavi da trovare e porte da aprire grazie al vostro ingegno e alla vostra voglia di esplorare, forse l'attività più piacevole da svolgere nel gioco data la gran mole di dettagli distribuiti nelle mappe.
Un problema molto grave, almeno nella versione PS4, sono la lunghezza dei caricamenti da un'area all'altra: all'inizio dell'esperienza non ne soffrirete molto, ma più andrete avanti nel gioco più dovrete fare avanti e indietro per Talos I, rendendo le numerevoli sequenze di caricamento davvero frustranti.
I nemici che affronterete sono di diversa tipologia ma, nonstante il loro background sicuramente affascinante, sono poco vari e molti non sono altro che semplici reskin di altri con abilità poco differenti: un peccato, ciò rende i combattimenti ripetitivi a lungo andare laddove invece i primi scontri vi terranno costantemente sulle spine perché goffi, lenti e con pochi poteri e armi.
Dopo queste considerazioni si può dire che Prey è un grande titolo che però soffre di ritmo e qualità generale non costanti durante le circa 30/40 ore di campagna, sia dal punto di vista della storyline che dal gameplay. Tuttavia mi sento di consigliarlo, se avete amato titoli come Bioshock sarete facilmente catturati dal fascino della narrativa e di Talos I, un'ambientazione che riesce a reggere l'intero prodotto insieme al suo level e game design di alto livello. Se in generale amate la cultura Sci-Fi, la narrativa a metà tra thriller psicologico e fantascienza e consapevolezza di avere come unico limite all'esplorazione la vostra creatività Prey potrebbe essere un gioco che fa decisamente per voi, pur con i suoi difetti.

Voto: 8
 

Hell

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VISAGE

Sembra incredibile, ma ho fatto quasi 15 ore con questo gioco! In realtà il motivo è che si rimane spesso bloccati e si gira tanto per la casa in cerca di qualche oggetto da raccogliere o di qualche enigma da risolvere per andare avanti.
Il gioco è strutturato in modo complicato, è uno dei giochi più strani a cui io abbia mai giocato per via di una trama ingarbugliata e di alcune situazioni surreali che accadono su schermo.
Detto ciò, confermo che Visage è uno dei titoli più spaventosi mai creati. Inquieta, trasmette angoscia, presenta bellissime ambientazioni realizzate con molta cura (e con qualche bug) e soprattutto il sonoro è qualcosa di incredibile.

Come dicevo prima, il gioco è strutturato in maniera strana, ci sono in tutto 3 capitoli da portare a termine, più altre missioni scollegate tra loro, utili per costruire una maschera che, una volta trovati tutti i pezzi, ti permette di finire il gioco.

Visage presenta situazioni di gioco spesso folli e psicologicamente destabilizzanti. Le apparizioni dei fantasmi sono realizzate con ingegno e spesso accadono nei momenti più impensabili. Scordatevi i classici jumpscares, qui la paura viene causata da momenti di gioco curati alla perfezione, tra livelli ambientati nell'oscurità e nemici in grado di farvi venire degli infarti solo a guardarli. Da giocare rigorosamente con le cuffie.

Sono rimasto spesso (molto spesso) bloccato, perché non riuscivo a trovare degli oggetti in giro per la casa, oggetti ben nascosti, difficili da scovare. Ciò ha generato a tratti impazienza e noia. Infatti consiglio il gioco solo a chi ha molta dimestichezza con il genere, perché uno dei difetti (o pregi) di Visage è che alcuni enigmi sono abbastanza illogici e arrivare spesso alla soluzione non è una passeggiata. Anche il gameplay è parecchio ostico e bisogna abituarsi a dei controlli macchinosi e complicati.

Nonostante i difetti, però, Visage è un Horror con la h maiuscola, psicologico e angosciante, spaventoso e bello da vedere, meno da giocare a causa dei comandi un po' scomodi. Consigliato comunque a tutti gli appassionati, ma non aspettatevi assolutamente un gioco facile.

VOTO: 7.5
Post unito automaticamente:

FAHRENHEIT

Insieme a Visage, ho finito anche Fahrenheit, un gioco completato anni fa su PS2 e che ho piacevolmente ripreso su PS4.
Questo tuffo del passato è dovuto al fatto che io amo questo gioco, perché presenta un'atmosfera incredibile e, almeno nella prima parte, una trama degna di un film noir.
Non ricordavo che la seconda parte fosse così assurda :asd:
Giocandolo all'epoca, nel lontano 2002, non ci feci caso, ma oggi due domande me le sono fatte. Il finale è fatto di fretta, senza alcuna logica e cancella quanto di buono fatto in tutta la prima, stupenda, parte di gioco.

Va beh, ciò non influisce il mio giudizio, dopotutto stiamo parlando di un titolo PS2 e, a quei tempi, rimasi sorpreso dalla maturità di questo gioco.
Belle ambientazioni, doppiaggio discreto, situazioni interessanti... Resta comunque un titolo godibile, adulto e affascinante.

VOTO: 8
 
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Hell

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SYBERIA 3

Sono un grandissimo fan della serie e attendevo il terzo capitolo da anni con trepidante attesa. Attesa, ahimè, purtroppo mal ripagata.

Finito ieri, il gioco mi ha deluso non poco. Di affascinante la storia non ha nulla, niente a che vedere con i primi due bellissimi episodi, per me perfetti.
Per prima cosa il gameplay, disumano a dir poco, legnoso e lento, la telecamera non è da meno, il gioco va a scatti e i personaggi sono tutti anonimi, persino Kate Walker ha perso il suo carisma.
Il sonoro non è male, ma le musiche si ripetono fino alla nausea e la grafica è davvero grezza.

Salvo le ambientazioni (non tutte), alcune parecchio suggestive, e gli enigmi, geniali (anche se a tratti assurdi).

Il finale aperto non aiuta di certo un titolo appena sufficiente. Peccato davvero. Speriamo che col nuovo capitolo (che sembra promettente), si riesca a perdonare questo mezzo passo falso.

VOTO: 6.0
 

Giamast

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Sackboy: A Big Adventure

Assolutamente tra le sorprese del 2020, Sackboy: A Big Adventure si è rivelato un platform di alto livello, capace finalmente di migliorare la serie su uno degli aspetti storicamente più carenti: il platforming. Mentre nei classici Little Big Planet la formula di gioco era spesso "annacquata" dalla componente editor, con Sackboy i SUMO Digital hanno sapientemente scelto di mettere il gameplay al primo post, mirando fin da subito ad offrire un platforming essenziale, preciso e responsivo. Il risulto generale è assolutamente da lodare, perchè il titolo offre un gameplay bilanciato quasi alla perfezione, con una curva di difficoltà certosina e capace di soddisfare qualsiasi tipologia di giocatore, dai bambini alle prime armi ai giocatori navigati cresciuti a pane e platform. L'approccio generale del gioco è quello che molto spesso ritroviamo anche nei platform Nintendo, ovvero il classico "facile da giocare, difficile da padroneggiare", sebbene il livello di sfida negli ultimi due mondi subisca comunque un'impennata non indifferente anche per i giocatori non interessati al completamento al 100% dei livelli.
Di base, comunque, il gioco resta accessibile a tutti, anche grazie alla splendida modalità cooperativa perfettamente integrata nel gioco, dal primo all'ultimo livello, e capace di regalare un divertimento ancora maggiore e potenziando ulteriormente la rigiocabilità del titolo (inoltre, nei livelli only-coop questa modalità brilla al massimo del suo splendore)

A livello di contenuti il gioco riesce ugualmente a sorprendere, perchè sia che vogliate semplicemente completare la main story, sia dedicarvi al completismo più sfrenato, stiamo comunque parlando di un quantitativo di ore più che soddisfacente: almeno 15 ore per completare la main story senza toccare alcun extra, 30-40 ore per il 100% del gioco. Inoltre, la varietà di situazioni e contenuti è encomiabile e questo consente al gioco di mantenersi fresco e divertente per tutta la sua durata.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, su PS5 il gioco regala un impatto grafico di tutto rispetto, con livelli coloratissimi e una gran resa dei materiali, oltre a cutscenes sorprendentemente ben realizzate per un titolo di questo tipo, il tutto condito da 60FPS praticamente granitici, caricamenti praticamente inesistenti e un gran uso delle feature PS5 (sistema Attività e Dualsense controller).

Ciò che manca al gioco per fare il salto di qualità ulteriore è certamente una generale mancanza di originalità, sia nelle meccaniche che nel design dei livelli, oltre che un gameplay sicuramente certosino e ben bilanciato, ma comunque molto basilare. L'impressione è che SUMO Digital abbia voluto giocare sul sicuro, puntando su un platform con una formula ben rodata, senza strafare ma confezionando il tutto nella miglior maniera possibile. Il risultato finale è un ottimo platform e un gran rilancio per la serie, una base da cui partire per raggiungere vette ancora più alte con (si spera) il prossimo capitolo del pupazzo di pezza.


8



Marvel's Spider-Man: Miles Morales


Lo spin-off dedicato a Miles Morales è l'ennesimo centro da parte di Insomniac, capace di confezionare una nuova avventura dai ritmi forsennati e dall'alto tasso di spettacolarità. Una grande storia, un'ottima scrittura e un bel cast di personaggi riescono a tenere incollati allo schermo praticamente dall'inizio alla fine, mentre il gameplay rodato del primo capitolo risulta ancor più divertente e stratificato grazie all'aggiunta dei nuovissimi poteri Venom e una serie di accorgimenti e bilanciamenti ulteriori alla formula. Dal punto di vista tecnico regala un'esperienza praticamente next-gen, grazie ad un impatto grafico clamoroso, un'implementazione del raytracing senza precedenti su console e un'effettistica fuori di testa. I 60FPS, infine, sono la ciliegina sulla torta, ma senza dimenticare i caricamenti azzerati capaci di lasciare a bocca aperta in un titolo open-world.
Un'avventura assolutamente da giocare, pur tenendo a mente la sua natura di spin-off rispetto al primo capitolo, da cui quindi eredita tutti i punti di forza, ma anche tutti i principali difetti (contenuti secondari, meccaniche stealth, roster di villains, ecc...), oltre ad un riciclo generale che chiaramente salta subito all'occhio.


7,5
 

_Aya_

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Outer Wilds:

Bellissimo dal punto di vista dei contenuti: l'esplorazione dei pianeti raggiunge livelli di sense of wonder raramente visti, con tante trovate originali e interessanti per caratterizzarli. Lo spazio è rappresentato come un ambiente affascinante, ma al tempo stesso inquietante per le sue numerose insidie. Trovarsi su pianeti come Vuoto Fragile o i Gemelli Clessidra è un'esperienza indimenticabile. Molto interessanti anche le indagini, che consistono nel cercare anche negli anfratti più improbabili dei pianeti documenti e registrazioni sulla lore del mondo di gioco. La razza aliena estinta su cui occorre indagare è veramente affascinante, e ti spinge ad affezionarti ad essa (e rattristarti per la sue estinzione) nonostante alcuni suoi aspetti un po' sinistri. Tutto è estremamente coinvolgente per chi, come me, non cerca l'azione a tutti i costi (chi la cerca invece dovrebbe tenersene alla larga, perché ne troverà zero) e che trae maggiore soddisfazione dagli espetti più strettamente "intellettuali".
Incredibile come questo indie del budget limitato sia riuscito a creare un mondo mille volte più accattivante di tanti open world giganti AAA.
PERO' ci sono alcuni difetti che rendono in diversi momenti l'esperienza piuttosto frustrante. Ho fatto un po' di fatica con i controlli, cosa dovuta sicuramente anche al fatto di trovarmi ogni volta su un pianeta dalla gravità variabile e di ritrovarmi spesso sballottata in direzioni diverse da quella desiderata. Questo si combina a un sistema di salvataggio poco libero: il gioco salva in automatico i risultati delle indagini già svolte solo alla fine di ogni morte o di ogni loop temporale, ma non c'è alcuna possibilità di effettuare salvataggi intermedi. Tale semplice opzione avrebbe permesso ad esempio di riprovare con minore frustrazione alcuni passaggi un po' più platform, resi problematici dal sistema di controllo, o alcuni enigmi basati sul trial and errore (in cui un errore ti può costringere a ricominciare dalla base).
Gioco comunque consigliatissimo per le persone armate di pazienza e soprattutto a quelle che cercano qualcosa di diverso dal solito.

Voto: 8


The Last Guardian:


Premetto che di Ueda ho apprezzato molto Shadow of the Colossus, ma molto meno ICO (per quanto lo abbia comunque gradito). Quest'ultimo, nonostante la bellissima atmosfera e quel particolare modo di narrare per sottrazione altamente autoriale, ha un gameplay che si basa molto su enigmi ambientali di per sé poco memorabili (oltre che ad un "combattimento" molto elementare e stancante, per quanto capisce il senso di certe scelte).
Ecco, dal punto di vista degli enigmi ambientali TLG ha un "problema" simile a ICO anche se, superate le fasi iniziali più noiose, più avanti si avverte un miglioramento e il gioco di lascia giocare molto più volentieri. Sotto l'aspetto del gameplay insomma lo metto comunque sopra a ICO, ma c'è un altro minus: l'ho trovato meno fresco e meno "nuovo" dei due giochi precedenti. In pratica unisce quello che hanno fatto gli altri due capitoli: ti ritrovi ad avere a che fare con un'entità molto più grande di te (come in Shadow of the Colossus), ma invece di esserti ostile questa diventa un alleato (come l'alleato di ICO), a fasi alterne protettore e da proteggere. Questa fusione mi ha sorpreso rispetto ai predecessori molto meno di quanto abbia fatto SOTC rispetto a ICO (o ICO nel contesto del panorama videoludico del tempo). Inoltre la stessa ambientazione delle rovine, per quanto sempre molto bella, vista per la terza volta inevitabilmente colpisce un po' meno.
La cosa migliore del gioco invece è Trico stesso, ben caratterizzato sia esteticamente sia caratterialmente. E' stato da molti criticato per la sua intelligenza artificiale, ma su questo non concordo: io ho apprezzato proprio il fatto che spesso non reagisca in modo immediato e automatico a ogni tuo comando, come è plausibile che si comporti una creatura dotata di vita propria. Al tempo stesso questa "minore reattività" non mi ha mai dato eccessivi problemi idi gameplay, basta solo aspettare un po' di più e avere pazienza, invece di premere compulsivamente i tasti.
Nel complesso è comunque un'esperienza gradevole per chi apprezza quello stile autoriale, ma per il top consiglierei sempre Shadow of the Colossus.

Voto: 7
 

Oretel

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PLANESCAPE TORMENT: ENHANCED EDITION

Si tratta di un rpg old school risalente al lontano 1999, rimasterizzato prima su PC e uscito un anno fa anche su console. Da appassionato di rpg è inutile che dica quanto mi sia piaciuto. Il gioco è interamente in inglese (neanche dei più facili), eppure non mi ha impedito di godermi appieno questa autentica perla. Le meccaniche gdr sono molto profonde e le quest possono quasi sempre essere risolte in vari modi. Ottima la caratterizzazione dei personaggi, primari e non.
Se devo trovare un difetto al titolo è che graficamente (come è anche normale essendo passati 20 anni) non è invecchiato bene, anzi.. A risentirne maggiormente sono le cutscenes, che si vedono davvero male. Ed è per questo che non gli do 10, perché secondo me quelli di Beamdog (gli autori della remastered) potevano e dovevano fare di più. Ma per quanto riguarda la bontà del titolo è un autentico capolavoro.

VOTO: 9.5
 

Giamast

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Maneater

Senza troppi giri di parole, Maneater è un titolo estremamente vecchia scuola, sia nella struttura che nella tipologia di gioco: un gioco che prende un'idea, la mette in pratica senza torppi fronzoli e abbellimenti e ti fa fare quello per dieci ore filate senza infamia e senza lode. Un gioco sicuramente originale nel concept e anche capace di strappare una risata di tanto in tanto, un'esperienza leggera e con tonnellate di contenuti volutamente trash e riferimenti alla cultura pop. Chiaramente non si va oltre il semplice essere uno squalo che azzanna tutto il possibile e di fatto è quello che il gioco ti chiede di fare per le sue 8-10 ore di durata, ove le uniche deviazioni sono sparuti puzzle ambientali (molto elementari) e poco altro.
La ripetitività è all'ordine del giorno già dopo poche ore, ma se preso a piccole dosi è un titolo capace comunque di divertire, anche grazie ad una buona progressione e personalizzazione dello squalo, forse l'unica componente davvero originale del titolo e che avrebbe meritato anche maggior approfondimento.

In linea di massima un titolo con difetti importanti, ma anche senza troppe pretese, buono da intervallare con altri titoli e in periodi in cui si cerca un po' di leggerezza.

6
 

Hell

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THOSE WHO REMAIN

Finito pure questo. Non mi aspettavo chissà che cosa, quindi ci ho giocato senza troppe pretese. Ammetto che inizialmente l'ho trovato sciabo come gioco, sia tecnicamente che a livello di gameplay. Poi il gioco ingrana, le ambientazioni si fanno più interessanti, così come la trama, l'atmosfera diventa più suggestiva e alcune situazioni di gioco cominciano ad essere coinvolgenti (a tratti inquietanti).
Tuttavia senza raggiungere un elevato livello di qualità, che si mantiene comunque su discreti livelli.
Più che altro, il gioco è una sorta di puzzle game. Ci sono molti enigmi da superare, alcuni ambientali, alcuni realizzati con cura, molto logici e interessanti. La trama è buona, mentre la possibilità di muoversi su due piani temporali spezza un po' l'esplorazione (a volte fiacca) del gioco.
Un horror discreto, che si lascia giocare ma tecnicamente realizzato in modo molto approssimativo. Si poteva fare molto di più.

VOTO: 6.5
 

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CLOSE TO THE SUN

Finito ieri.
Non mi aspettavo nulla da questo gioco, leggendo anche le discrete recensioni, eppure mi ha colpito in positivo.

Partiamo dalle ambientazioni, per me la parte più riuscita dell'intero gioco. Le ho trovate curatissime e belle da vedere, ce n'è una in particolare in cui gli sviluppatori hanno fatto un lavoro eccellente
il teatro

La trama non presenta chissà quali colpi di scena, anzi, alcuni sono anche prevedibili, ma scorre comunque piacevolmente, grazie anche ad un doppiaggio in italiano di buona fattura.

Il gioco presenta enigmi forse fin troppo facili, ma penso sia stato fatto volutamente, essendo fortemente story driven. Ci sono tuttavia fasi abbastanza ansiogene dove fuggire a perdifiato dal nemico di turno. Nulla di così complesso, ma rendono il gioco più frenetico e spezzano piacevolmente l'esplorazione.

L'atmosfera e le ambientazioni mi hanno ricordato a tratti Bioshock, a tratti Dead Space, ma Close to the Sun dimostra poi di avere una sua identità.

Consigliato se vi piacciono le avventure. Mi aspettavo una difficoltà più alta, ma il titolo degli italiani Storm in a Teacup ha saputo catturarmi con poche pretese.

VOTO: 8.0
 

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BLAIR WITCH

L'ultimo capitolo è qualcosa di indescrivibile.
Ma partiamo con ordine. Blair Witch non è un gioco che fa paura, a parte qualche jumpscares verso il finale. Comunque l'atmosfera è disturbante e la tensione abbastanza alta, anche grazie alle ambientazioni davvero riuscite, soprattutto quando sono avvolte dal buio.
La trama in verità poteva essere sviluppata meglio, il tutto, ad un occhio attento, potrebbe apparire molto prevedibile, considerando che il finale presenta un colpo di scena che poteva essere studiato meglio.
Gli enigmi sono facili, praticamente attraverso dei nastri da vedere con la videocamera, ciò che succede durante le registrazioni accade pure in tempo reale in ciò che ci circonda (se vi trovate davanti ad un capanno con una porta chiusa e nel nastro guardate qualcuno che la apre, questa magicamente si apre davanti a voi).
Uno dei difetti del gioco è che spesso si gira per il bosco senza capire dove andare, se non si è molto attenti. La presenza del cane è stata però un'ottima aggiunta e la sua IA è stata sviluppata a dovere.
Ottimo il sonoro, da giocare assolutamente con le cuffie.
Il gioco fino al capitolo 16 meritava un 7.5, ma è stato dopo il capitolo finale, il 17, che ho assegnato mezzo punto in più.
Credetemi se vi dico che l'ultima parte di gioco è un viaggio mentale del protagonista fatto di sangue, violenza e tanta paura. Senza spoilerare nulla, il tutto si svolge dentro una casa al buio... E non da soli.
L'ultimo capitolo trasforma a tutti gli effetti il gioco in un horror psicologico vero e proprio, dove la psiche del protagonista verrà messa a dura prova da qualcosa di davvero disturbante.
Un bel titolo, quindi, da giocare di notte e con le cuffie.

VOTO: 8.0
 

Oretel

Signore
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ICEWIND DALE: ENHANCED EDITION

Si tratta di un rpg old school, ambientato nei forgotten realms nell'universo di Dungeons and Dragons (lo stesso universo di Baldur's Gate. Da appassionato di gdr è inutile sottolineare quanto mi sia piaciuto, ma a differenza di altri titoli ambientati nello stesso universo questo titolo è incentrato maggiormente nei combattimenti (non che non sia presente una buona componente ruolistica, anzi..). Il gioco è in visuale isometrica e graficamente non è invecchiato bene. Tuttavia la grafica penso che sia l'ultimo aspetto da considerare in giochi di questo tipo, soprattutto alla luce del fatto che Icewind Dale è un gioco originario del lontano 2000.
La storia è avvincente anche se non presenta nulla di particolarmente originale. All'inizio dell'avventura si può scegliere se creare da zero il party o utilizzarne uno predefinito. Il sistema di combattimento è abbastanza fluido ma complesso e devo dire che la difficoltà complessiva del gioco è piuttosto elevata, soprattutto ai livelli più alti. Per cui chi non è avvezzo al genere potrebbe trovare delle serie difficoltà, quindi consiglio di iniziare con un livello di difficoltà basso.
Insomma, Icewind Dale mi è piaciuto molto e mi ha divertito per tutte le 43 ore che ho impiegato per portarlo a termine; ora spero che un giorno possa arrivare anche il secondo capitolo su console.

Voto: 9
 

Readyjack

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Sackboy: A Big Adventure
Sackboy: A big Adventure è un tentativo, ben riuscito seppur con qualche problema, di sfruttare il franchise di Little Big Planet (in particolare il personaggio di Sackboy) per tirare su un platform puro e con una sua direzione precisa.
il titolo non è altro che un classico platform 3D, accessibile per qualunque fascia d'età ma che non manca di contenuti adatti anche a chi cerca un minimo di sfida. Essendo un titolo con una grande quantità di livelli (divisi in 5 mondi) e collezionabili si presta molto facilmente ai giocatori che bramano completare al 100% scoprendo tutto lo scopribile.
Il gameplay seppur molto semplice è comunque abbastanza preciso e responsivo da essere godibile, pur mancando dei tecnicismi di altri suoi colleghi e nonostante ci siano delle meccaniche specifiche (come per esempio aggrapparsi agli oggetti in movimento o mirare con opportuni gadget) che non sono altrettanto ben congegnate, risultando a tratti anche frustranti perché la loro poca precisione porta ad errori indesiderati (che si intensificano nelle fasi più concitate come le prove a tempo).
Anche se talvolta poco precise le meccaniche di gioco funzionano e sono abbastanza varie da rendere ogni livello diverso dai precedenti: in particolare ogni quadro che si verrà chiamati ad affrontare presenta una gimmick diversa (usare il rampino per dondolare in giro, sparare con i guanti laser, correre per portare degli oggeti da un punto all'altro, livelli a tempo di musica ecc.) che gli dona un'aria fresca e da questo punto di vista c'è poco di cui lamentarsi (forse trovo mal implementate le fasi in cui il gioco prende una visuale in 2D, in certe situazioni la telecamera non riesce a dare il giusto senso di profondità e porta a fare errori nei salti o nel raccoglimento di oggetti, ed è abbastanza frustrante).
Completare al 100% il titolo non è semplice, è pienissimo di livelli che aumentano man mano di complessità, ci sono tantissime sfide a tempo impegnative (che, se completate tutte, ne sbloccano una finale da fare di fila in 8 minuti senza morire, abbastanza frustrante e realizzata in modo molto pigro, ma pur sempre una sfida molto alta) e vi richiederà circa una trentina di ore (a fronte delle 12/15 necessarie per completare solo la storia).
A livello visivo c'è poco da dire: Sackboy A Big Adventure riprende in toto lo stile "fai da te" delle ambientazioni dei Little Big Planet e lo rende bene, è tutto molto colorato e piacevole da vedere (detto avendolo giocato su Ps4, su Ps5 la resa è molto migliore con anche ottimi effetti di luci e ombre, che comunque nella versione base non sono per nulla brutti) seppur le ambientazioni pecchino di originalità, non rispetto al franchise ma rispetto al genere tutto, e un po' dispiace.
Ecco, forse uno dei più grandi difetti del gioco è proprio l'essere molto derivativo ma senza aggiungere nulla di particolare al genere d'appartenenza. C'è comunque da dire che rivoluzionare l'industria è era certo il suo obbiettivo, il titolo funziona, intrattiene, è comunque di buona qualità e, volendo, si tratta di un'ottima base per un eventuale sequel che possa limare i suoi difetti ed avere più personalità.
in generale lo consiglio agli amanti del platform e del completismo e a chi desidera un bel videogioco da giocare in coop (ci sono pure dei livelli dedicati a questa modalità e inaccessibili altrimenti) senza particolari riserve se non quella di non aspettarsi un gioco eccelso.

Voto: 7.5
 

Hell

Horror Maniaco
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GET EVEN

Che dire, è uno dei giochi più strani e bizzarri a cui io abbia mai giocato. Iniziamo con ordine, il gioco si divide in due parti.
La prima parte, quella che mi è piaciuta di più, è un crescendo di follia e stranezze, un viaggio mentale del protagonista che presenta situazioni grottesche e, in apparenza, senza alcun nesso logico. La trama penso sia il punto forte del gioco, scritta bene e molto coinvolgente, così come il sonoro, davvero azzeccato e a tratti disturbante. Sì, il gioco in alcuni punti è davvero molto cupo e presenza scene alquanto inquietanti, grazie infatti alle musiche e al sonoro davvero ben curati.

Poi finisce la prima parte e... Dalla seconda parte tutto cambia. La trama continua ad appassionare e a diventare pian piano più chiara, fino all'inaspettato colpo di scena finale, che ho molto apprezzato. Purtroppo dalla seconda parte la qualità del gameplay subisce un brusco calo. Se nella prima parte le fasi shooter erano sporadiche (per fortuna, visto che sono fatte abbastanza male), nella seconda parte diventano la parte preponderante del gioco, risultando così noiose. Il gioco diventa un fps a tutti gli effetti e l'atmosfera cambia totalmente.

Peccato, perché la prima parte, nonostante i difetti, l'ho trovata geniale e ben sviluppata. La seconda parte un po' meno e, mi spiace dirlo, fa abbassare il mio voto personale.
Consigliato se amate i giochi che fanno della trama il loro punto di forza.

VOTO: 7.0
 

pnt23

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Avevo un po' di minirece in backlog, scritte tutte insieme quindi spero che l'italiano non sia indecente :asd:

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GOD OF WAR (2018)

Santa Monica ha fatto pienamente centro con il nuovo capitolo della saga di Kratos. Ho sentito parlare in lungo e in largo del nuovo God of War, e le aspettative che avevo sono state soddisfatte - se non altro in linea con quanto avevo capito dopo aver letto tanti commenti da parte dei fan. Il God of War del 2018 riesce a sbloccare una saga che aveva rischiato con i capitoli più recenti di invecchiare, proponendo un gameplay completamente nuovo e ramificato, ma replicando la visceralità del combattimento, se non addirittura moltiplicandolo data la forza del nuovo punto di vista con telecamera molto più vicina all'azione di quanto non avvenisse nei giochi classici.

Quello che mi sono reso conto è che forse nel nuovo GOW c'è stata una rincorsa verso un genere che non fa per me. Il mondo si è allargato, sono arrivate le subquest e una grande quantità di contenuti secondari - che in linea generale non stimolano sempre a mio parere a continuare ad esplorarli e completarli. Quello che vince in GOW è il combattimento in sè, l'atmosfera e la spettacolarità delle situazioni di gioco proposte, e il senso di progressione - ma le missioni secondarie in sè non mi hanno particolarmente impressionato, men che meno è stata minima la voglia di continuare con l'esplorazione fine a se stessa. Diciamo che da questo punto di vista il gioco non mi ha convinto, e dato che tutti gli han dato votoni la propongo come scusa del voto sotto al 9 :D

Scherzi a parte comunque nella sua interezza senza dubbio GOW è un prodotto di qualità elevata, che forse riprenderò in mano in futuro per completare ciò che manca ed esplorare ulteriormente gli aspetti di worldbuilding, altra caratteristica che è stata molto ampliata in questo capitolo. Magari non sarò il fan più grande di questa saga, ma sicuramente terrò d'occhio il nuovo gioco e recupererò con calma anche lui.

8.5


HOLLOW KNIGHT

Hollow Knight mi ha sorpreso. A livello di genere i metroidvania non mi sono mai piaciuti particolarmente, considerandoli alla stregua di piccoli 'open world' con quantità enormi di backtracking spesso e volentieri gratuite. A fare la differenza tra una buona e cattiva esperienza in non avvezzi al genere come il sottoscritto è la qualità degli elementi di contorno e come il gioco sfrutta la sua struttura senza che questa gli si ritorca contro. E diamine, HK ci riesce in questa impresa impossibile: atmosfera incredibile con molto mistero da esplorare semplicemente grazie all'input del giocatore, dato che la storia è raccontata solo a tratti e gran parte delle informazioni sul mondo sono raccontate in modo indiretto (commenti degli NPC, cartelli criptici, il comportamento stesso e forma di taluni nemici e boss), cosa che in genere con me non fa presa ma mi ha convinto in Hollow Knight abbastanza da non portarmi alla noia.

A questa ruota dentata si incastra la struttura di base del gameplay, con un moveset inizialmente limitato ma che si amplia piano piano man mano che si procede, permettendo al giocatore di affrontare sfide di platforming e combattimenti coi nemici sempre più complesse e soddisfacenti da affrontare. Ci sono tante sfacettature al gameplay di HK e si ha costantenemente la sensazione di poter migliorare e sconfiggere anche i boss più ostici, grazie anche a dei comandi puliti e senza input lag uniti a hitbox precise e mai vaghe.

Questo restituisce una esperienza che premia il giocatore, proponendogli tanti segreti da scoprire e tante sfide da affrontare, senza necessariamente a obbligarlo. Per cui, il completista che cerca una sfida avrà pane per i suoi denti, ma anche il giocatore normale potrebbe essere interessato a continuare dopo quella che rappresenta la 'main quest', sbloccando nuovi avversari e aspetti di worldbuilding. Per me questo sentore non ci è stato, ma il gioco mi ha portato via diverse ore comunque e non me ne sono pentito.

9.0


UNCHARTED: L'EREDITÀ PERDUTA

Devo dire che ero partito con aspettative abbastanza moderate nei confronto del gioco che scherzosamente con gli amici chiamavo 'Uncharted Girl Power'. Immaginate la mia sorpresa quando la cosiddetta 'girl power' mi ha preso oltre ogni pronostico.

In linea generale L'Eredità Perduta non rivoluziona particolarmente la formula vista in Uncharted 4. Quello che il gioco si propone di fare è un semplice more of the same con qualche piccola soluzione per portare qualcosa di nuovo, a partire da una storia tutta nuova con il ritorno di un personaggio assente in Uncharted 4 e creata per approfondirlo, a mio dire riuscendo nell'intento. Come in Uncharted 4 c'è stato anche un tentativo di esplorare i rapporti umani, e anche se i risultati raggiunti in Unchy 4 non ci sono stati qui, è stato comunque bello seguire questi personaggi in un'altra caccia al tesoro (con un villain in media con la serie senza infamia e senza lode). Quello che il gioco riesce a fare mostrando ancora una volta l'eccellenza di Naughty Dog è in fatto di resa delle ambientazioni, spesso e volentieri da mozzare il fiato, e che propone allo stesso tempo anche arene discretamente grandi su cui misurarsi con gli encounter dei nemici.

Quindi direi che l'esperimento è riuscito e che in linea generale L'Eredità Perduta riesce nel suo intento di dare qualcosa di valido ai fan per continuare a fare esperienza di questa saga. Sperando che, se mai Uncharted tornerà, riuscirà a fare un altro salto di qualità - per ora non mi è dispiaciuto tornare in questo mondo di ladri di tesori.

8.0
 

Hell

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THE SUICIDE OF RACHEL FOSTER

Ammetto che mi ha sorpreso, in positivo. Non mi aspettavo assolutamente nulla, l'ho visto in sconto, ho guardato il trailer e l'ho comprato. Penso di aver fatto bene a farlo, perché il gioco regala qualche ora piacevole e sorprendente.
Come tutti i giochi del genere, la trama è la parte più curata. Ma anche l'ambientazione non è da meno. Girare per l'immenso hotel è gradevole, quasi angosciante, perché si percepisce la solitudine del posto e la malinconia della protagonista, rimasta bloccata lì dentro per via di una tempesta di neve. La storia è un crescendo, parte in modo molto semplice fino ad esplodere nell'inquietante parte finale, dove il gioco regala il meglio di sé diventando molto cupo, tendente quasi all'horror.

Nel gioco non esistono enigmi, né fughe rocambolesche e neanche combattimenti. Racconta una storia, coinvolge nelle semplici azioni che ci fa fare, incuriosisce, a tratti fa venire anche i brividi.
Insomma, non annoia, e questa è una cosa non da poco.

Le varie stanze dell'hotel sono ben realizzate e a volte mi sono perso perché non riuscivo a trovare una stanza, anche se la mappa mi ha leggermente aiutato.

Consigliato se amate le storie alla The Town of Light, What Remains of Edith Finch o The Vanishing of Ethan Carter.
The Suicide of Rachel Foster tratta temi forti e adulti proprio come i titoli sopra citati.
E devo dire che ci è riuscito molto bene.

VOTO: 7.5
 

Vc3nZ_92

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Astro's Playroom
recensione a cura di Vc3nZ_92

Astro's Playroom è un gioiellino, sia ludico, sia emozionale. Non sempre servono il tramone o la regia cinematografica, a volte è molto più bello prendere il pad in mano, chiudere gli occhi, e ritornare bambini. Non avrei potuto chiedere di meglio per iniziare la mia esperienza ludica su PlayStation 5.

Recensione completa qui: CLICK!

Video-recensione:



VOTO: 8,5
 

zaza50

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Astro's Playroom
recensione a cura di Vc3nZ_92

Astro's Playroom è un gioiellino, sia ludico, sia emozionale. Non sempre servono il tramone o la regia cinematografica, a volte è molto più bello prendere il pad in mano, chiudere gli occhi, e ritornare bambini. Non avrei potuto chiedere di meglio per iniziare la mia esperienza ludica su PlayStation 5.

Recensione completa qui: CLICK!

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VOTO: 8,5

Gioia per le mie orecchie sentire ste cose su Astro :bruniii:
 

Giamast

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Assassin's Creed Valhalla

L'ennesima entry nella prolifica saga di Ubisoft è un titolo enorme, che come da tradizione offre dei valori produttivi difficilmente riscontrabili nell'industria e capace di offrire un'esperienza immensa e stratificata.
Chiaramente chi si aspetta un cambio di passo netto rispetto alle ultime due iterazioni non potrà che restare deluso: Valhalla riprende di peso la struttura già vista in Odyssey e Origins, con una nuova e stupenda ambientazione e con alcune piccole (ma significative) differenze strutturali. A differenza di Odyssey infatti, AC Valhalla mette sul piatto un'esperienza molto più lineare nella progressione narrativa e di gioco, abbandonando gran parte delle caratteristiche RPG del precedente capitolo ed in favore di un approccio più classico alle quest e allo sviluppo del personaggio. La scelta risulta vincente, in quanto la qualità media dei contenuti secondari finisce per guadagnarne e l'esperienza generale, per quanto resti comunque enormemente diluita ed allungata, riesce a risultare meno pesante anche dopo aver trascorso un monte ore importante.
Tra i punti di forza del gioco rientra ovviamente anche la splendida ambientazione vichinga, capace di offrire uno dei mondi di gioco più belli ( da vedere e da esplorare) visti in questo media, oltre ad una sorprendente varietà di situazioni e una cura certosina di ogni tipologia di attività.
Restano purtroppo i problemi soliti della serie, quali una struttura ormai troppo appesantita da meccaniche vetuste, un combat system grezzo e macchinoso, un polishing generale del titolo molto scadente (tonnellate di bug e glitch, problemi tecnici vari, animazioni scadenti, ecc...). La main quest inoltre, per quanto risulti a mani basse tra le meglio scritte ed avvincenti della serie, soffre di un eccessivo annacquamento per quanto riguarda la parte dedicata alle alleanze inglesi.

In definitiva, AC Valhalla si presenta forse come il miglior titolo del nuovo corso, capace di offrire un'esperienza mastodontica e pregna di contenuti di qualità, ma che allo stesso tempo è incapace di discostarsi significativamente dai precedenti capitoli e finisce per ereditarne tutti i limiti e difetti storici.

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Vc3nZ_92

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Ora che ho riavuto il mio PC ho finalmente aggiornato tutto :sisi:

Qualche cambio punteggio e due new entries :sisi:

PErò pochi giochi PS5, su su :sisi:
 
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