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Rufy21100

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One Piece Pirate Warriors 4 - 8,0

La ciurma di cappello di paglia ritorna al genere musou dopo la doppia (e poco piacevole) parentesi su altri due generi. Il ritorno sarà stata la scelta giusta? Vediamolo insieme.

One Piece Pirate Warriors 4 ci farà precipitare subito nel vivo degli eventi, nell’isola di Wano, con un piccolo tutorial che mi ha gasato un botto sia per gli avversari che affrontiamo, sia per le novità presentate tutte d’un colpo. All’improvviso, però, l’azione si interrompe, non appena avremo battuto Big Mama e Kaido e verremo sbalzati indietro nel tempo facendo ripartire il gioco da Alabasta. Il titolo di Omega Force, infatti, accompagna passo passo il giocatore in tutte le avventure dei Mugiwara. Rivivremo le origini di Luffy e della sua ciurma, per poi giungere fin dove l’azione si era interrotta.

La modalità Storia, detta Diario Narrativo, partirà dunque dallo scontro con la Baroque Works e Crocodile. Si passerà poi a Enies Lobby, Marineford, Dressrosa. Infine alle due saghe inedite di questo capitolo, Whole Cake Island contro l’esercito di Big Mama e la saga del Paese di Wa, attualmente in corso nel manga. Tutto è ben collegato e la storia è fruibile e semplice da seguire anche da coloro che non hanno mai avuto a che fare con il manga, e nonostante ci siano stati dei tagli molto spiacevoli, l’opera è portata a schermo quasi nella sua interezza.

Come appena lasciato intendere, anche gli estranei al manga familiarizzeranno subito con i vari personaggi. Questi vengono introdotti ed approfonditi bene. Riesce dunque semplice avvicinarsi a Luffy e al suo mondo fatto di battaglie sgargianti, pirati di ogni forma, dimensione e aspetto. Ci ho messo una ventina di ore di gioco per completare il Diario Narrativo alla difficoltà massima. Da sottolineare che One Piece Pirate Warriors 4 si conclude con un arco narrativo inedito. E proprio nelle fasi finali il titolo tocca il picco di epicità non solo in termini di storia, ma anche di gameplay perché vedremo tutte le mosse nuove dei vari personaggi della ciurma oltre a battagliare contro avversari unici e “malati“.

Le varie missioni quindi ripropongono con cura i setting tipici della saga. Gli obiettivi di gioco di ciascuno stage sono ben contestualizzati in base al plot originale e al “villain” di turno. Durante l’azione verremo interrotti più o meno frequentemente da intermezzi. Essi si presenteranno sia sotto forma di comuni cutscenes sia come vignette tipiche del manga cartaceo.

Dal punto di vista del gameplay One Piece Pirate Warriors 4 non si discosta poi molto dal suo predecessore. Dunque, superata la fase di tutorial, ciò che dovremo fare, altro non sarà che far fuori migliaia di nemici su cui sperimentare le varie tecniche che contraddistinguono ogni combattente. Schiere di nemici si disporranno in ogni angolo della mappa, suddivisa in aree da conquistare. Verremo sfidati ad avanzare, fino al raggiungimento della meta finale, che spesso corrisponde al boss dell’arco narrativo che si sta attraversando in quel momento.

Sono state introdotte migliorie per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi e la gestione delle mosse speciali. Nel precedente capitolo bisognava livellare il personaggio manualmente. One Piece Pirate Warriors 4, invece, presenta un nuovo sistema di progressione basato su delle mappe. Per mezzo di esse potremo sbloccare dei potenziamenti tramite dei gettoni che vanno recuperati nel corso delle varie missioni. In questa mappa generale, ogni potenziamento che sbloccheremo sarà reso disponibile a tutti i personaggi. Ciò comporta una crescita equilibrata di ogni personaggio, senza ritrovarci a dover utilizzare sempre gli stessi che abbiamo potenziato a dovere. Ogni personaggio avrà, inoltre, altre due mappe esclusive. Sarà presente anche un livello della ciurma. Esso servirà solamente a sbloccare delle determinate medaglie per ogni personaggio, in modo da acquisire le mosse e le abilità più rare.

Ogni personaggio potrà equipaggiare fino a quattro mosse speciali contemporaneamente. Ognuna di esse avrà un proprio tempo di ricarica che potrà variare attaccando o subendo danni. Queste mosse variano tra prese, attacchi caricati e gli immancabili power up, come il Gear Fourth di Luffy o la trasformazione in drago di Kaido. I power up dureranno per un periodo limitato e dovremo attendere il tempo di ricarica prima di poterli riutilizzare. Si potranno equipaggiare anche delle abilità passive che andranno a migliorare, ad esempio, i nostri attacchi o i danni che infliggeremo.

Grazie all’estrema fedeltà con cui gli sviluppatori hanno riprodotto i vari membri del roster ed relativi pattern, la classica ripetitività del genere musou viene quasi meno. Il roster è molto ampio nonostante esso abbia subito tanti tagli dal capitolo precedente e presenta buona parte dei personaggi principali del gioco. Ognuno di loro è caratterizzato in maniera estremamente minuziosa. Sia per quanto riguarda il moveset, sia per quanto riguarda i suoi punti di forza e di debolezza. Sanji, ad esempio, si ritroverà in difficoltà se verrà schierato in campo contro qualsiasi donzella. Affinché i personaggi del roster si differenziassero non solo per via dei pattern di attacco ma anche in base a delle caratteristiche principali, essi sono stati suddivisi in 4 categorie: Potente, Veloce, Tecnico e Volante. I Potenti potranno scagliare potenti attacchi in grado di generare onde d’urto capaci di spazzare via tutti gli avversari circostanti. I personaggi Veloci disporranno di una maggiore resistenza. I Tecnici disporranno invece di un assalto caricato che attira a sé tutti i nemici presenti nelle vicinanze. I Volanti, infine, potranno eseguire uno scatto dopo l’altro, fino all’esaurimento della stamina, per rimanere in aria e lanciare un’offensiva in picchiata.

L’aggiunta più importante è costituita, però, dall’introduzione dei Titani, personaggi di dimensioni enormi come Big Mama e Kaido. Per tirar giù questi colossi servirà una strategia, in quanto dispongono di un’armatura. Essa attutisce i danni ricevuti e può essere distrutta solamente con specifici attacchi, portati al momento giusto. Una volta distrutta l’armatura, questi nemici entreranno in uno stato di stordimento. In questa fase non saranno in grado di difendersi, risultando così vulnerabili a combo o mosse speciali. Fortunatamente, non saranno solamente dei boss gestiti dall’intelligenza artificiale che saremo chiamati a sconfiggere nel corso della nostra avventura: essi faranno parte del roster e controllare un essere mastodontico, dotato di un elevatissimo potere distruttivo, come Kaido, risulterà decisamente appagante e quasi over powered.

Come nei precedenti capitoli abbiamo inoltre altre due modalità di gioco: il Diario Libero dove potremo semplicemente rigiocare le varie missioni del gioco con qualsiasi personaggio che desideriamo e il Diario del Tesoro dove affronteremo centinaia di battaglie differenti e prorompenti. Da ricordare che è presenta anche la modalità multi-giocatore, sia in locale che online.

Per concludere, parliamo di grafica, sonoro e comparto tecnico. Durante la mia esperienza non ho notato cali di frame e come per i precedenti ho trovato ottima anche la grafica del gioco. Doppiaggio molto buono.




+ Piccole novità alla formula ludica lo rendono molto più vario per gli standard del genere
+ Caratterizzazione di tutti i personaggi
+ I fan di One Piece ne resteranno veramente entusiasmati
 







- Piccoli tagli rispetto ai precedenti capitoli
- Un minimo di noia può comunque affiorare dopo svariate ore





Pirate Warrios 4 rappresenta un ottimo ritorno della ciurma di cappello di paglia sui nostri schermi. Nonostante qualche taglio rispetto al titolo precedente, riesce a portare tante piccole novità che rendono l’incedere dell’azione piacevole e mai stancante, nonostante il genere. Uno dei migliori musou degli ultimi anni, imprescindibile per i fan dell’opera di Eiichirō Oda.


 

 




 





 ​



 
B

BigBoss91

recensione Hollow Knight

https://www.spaziogames.it/hollow-knight/

Hollow Knight è un atto d’amore verso il medium video-ludico, prima ancora che uno dei migliori metroidvania di sempre. È un titolo che rasenta la perfezione sotto molteplici aspetti, level e sound design su tutto, e che per qualità e supporto post lancio è diventato meritatamente metro di paragone per diversi progetti indipendenti e non. Hollow Knight intrattiene senza problemi per una smodata quantità di ore, che vanno ben oltre quelle necessarie a completare la campagna principale, anche grazie all’aggiunta nel pacchetto dei DLC realizzati nel corso degli anni. Si tratta di un titolo unico e stratificato che può essere fruito, in maniera del tutto personale, da qualunque videogiocatore. L’unica condizione è quella di non fermarsi alla superficie: come il piccolo cavaliere protagonista si è costretti a scendere nelle profondità di Nidosacro per scoprire tutto ciò che il Team Cherry ha realizzato e proposto al pubblico.




 stile da vendere
+ Nidosacro è un mondo vivo, ricco di fascino e di segreti
+ Rapporto qualità prezzo eccezionale.
+ Sviluppo del personaggio articolato e complesso
Meccaniche classiche e novità si sposano in un connubio ottimo...







- … a patto di sperimentare parecchio
- Picchi di difficoltà di alcune sfide opzionali che possono scoraggiare i più






Voto: 9,5

 

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TORMENT: TIDES OF NUMENERA 

Si tratta di un rpg isometrico sviluppato da Inxile Entertainment. Un rpg vecchio stile, dalla trama matura e profonda. Proprio la trama, insieme alle numerose missioni secondarie rappresenta il punto di forza del titolo. Un punto molto interessante è il fatto che si può realmente terminare il gioco senza mai combattere. In tanti rpg lo promettono ma in ben pochi lo permettono; questa è sicuramente la cosa che ho maggiormente apprezzato.

Altra nota di merito va alla rigiocabilità: il gioco è pieno zeppo di scelte che possono portare a conseguenze differenti, ciò sicuramente alimenta la curiosità alla base delle proprie azioni. 

Purtroppo il gioco non è localizzato in italiano ma, contrariamente a quanto pensassi, non ho trovato la lingua inglese un ostacolo insormontabile.. Certo c'è qualche termine particolare ma non ha influito granché sulla comprensione dei numerosissimi testi. Già, perché in questo gioco si passa più tempo a leggere che a fare altro. Per me non si tratta di un difetto, anzi l'ho apprezzato molto ma mi rendo conto che non tutti possano trovare piacevole passare un'ora di fila a leggere dialoghi e il codex che descrive il mondo di gioco insieme ai personaggi che lo popolano. 

Buono anche il sistema di progressione del proprio personaggio (e dei compagni di viaggio), che vanta numerose abilità (proprie per ogni tipo di profilo: Cypher, guerriero ecc..) e skills (anamnesi, concentrazione, quick finger ecc..). 

Il motore grafico è Unity, carino ma che non fa miracoli graficamente. Il problema principale è che si porta dietro lo stesso difetto di Pillars Of Eternity: I tempi di caricamento purtroppo abbastanza lunghi. 

A fronte di questo difetto mi sento però di dire che i numerosi pregi di cui dispone il titolo in questione riescano ad accantonarlo. Penso davvero che Torment Tides of numenera sia un gioco fantastico, che è stato capace di catturarmi come solo in pochi altri titoli dello stesso genere sono riusciti a fare. Promosso a pieni voti. 

VOTO: 9



 

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Ho visto lo stesso topic per Xbox One e non pensavo che ci fosse anche per Ps4 :asd:

Ma le recensioni devono essere così corpose? Di là non ne ho viste molte così. Erano più sintetiche. 

 

Vc3nZ_92

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Ho visto lo stesso topic per Xbox One e non pensavo che ci fosse anche per Ps4 :asd:

Ma le recensioni devono essere così corpose? Di là non ne ho viste molte così. Erano più sintetiche. 


- Scala voto da 1 a 10 con step di 0,5 solamente (quindi, 10 - 9,5 - 9 - 8,5 - ... - etc, ma NON 8,4 - 7,2 - etc);
- Qualsiasi gioco PS4 che sia almeno in HD, pertanto NON valgono, ad esempio i PSX o PS2 Classic;
- Accettati anche giochi only DD;
Per le collection, potete recensire i titoli singolarmente o globalmente, a discrezione vostra;
- I giochi entrano in classifica (secondo post) al raggiungimento di 4 recensioni, come su Metacritic;
- Va bene anche una sola riga di commento/recensione, insomma giusto per non postare solamente il titolo con il voto, un minimo di motivazione mettetela. Per i voti eccessivamente alti (9 o più di 9) o eccessivamente bassi (5 o meno di 5) è consigliabile fare un commentino più approfondito (niente di esagerato, comunque).
dal primo post

 

R.Zoro92

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The Witcher 3 : Wild Hunt

Voto 9

+ Trama eccellente 

+ Personaggi unici 

+ Doppiaggio eccezionale soprattutto Geralt 

+ Missioni secondarie divertenti e interessanti come dovrebbero essere in tutti i videogiochi 

+ Graficamente stupendo ed ispirato 

+  Musiche e sonoro ottimi

+ Degno finale di una saga maestosa 

- Gameplay semplice non all'altezza di tutto il resto 

- Avrei preferito un finale unico

 

Vc3nZ_92

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Oretel

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BLACKGUARDS 2

Questo titolo è il secondo capitolo della saga di Blackguards, uno strategico a turni, che mischia una forte componente strategica con una altrettanta valida parte RPG (con un ricco albero delle abilità, un vasto arsenale di armi e la possibilità di interagire con dialoghi a risposta multipla negli accampamenti e nelle città con i propri compagni, mercanti ecc..).

La storia è raccontata similmente alle visual novel, ma non per questo è priva di carattere.. Anzi, la reputo il punto forte di questo titolo. 

Il vero difetto secondo me è talvolta una eccessiva difficoltà, data da indicazioni non sempre chiare nelle battaglie (ad esempio mi è capitato di vincere, salvo poi dover ripetere la battaglia perché era morto un companion, senza che venisse indicato fra le condizioni di vittoria). 

Tuttavia il titolo mi ha comunque intrattenuto con piacere per circa le 30 ore impiegate per portarlo a termine. Promosso. 

VOTO: 7

 

Vc3nZ_92

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Metro 2033 Redux
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



La serie di Metro è una di quelle serie che ho sempre voluto provare perché ha sempre avuto qualcosa che mi ha affascinato, ma al tempo stesso è sempre rientrata nella categoria dei recuperi a tempo perso, quando non avrei avuto altro da giocare e/o comprare. Fortunatamente quest'anno mi ci sono avvicinato, e non avrei potuto fare cosa migliore. Metro 2033 Redux è stato un vero fulmine a ciel sereno, un titolo che mi ha divertito ad ogni passo, ed ogni sessione di gioco mi ha stupito sempre più rispetto alla precedente. Andiamo più nel dettaglio, affinché capiate il perché ne sia rimasto così entusiasta.

Ludicamente, è uno dei titoli con il gameplay più immersivo che abbia mai giocato, per due motivi: quasi ogni azione avviene in tempo reale, senza che il gioco vada in 'pausa', e soprattutto, il gioco è pieno di queste azioni, che sia indossare e togliere la maschera anti-gas, pulirla, ricaricare manualmente la torcia, controllare la riserva d'aria sull'orologio multifunzione, etc., che possono sembrare inutili in prima battuta, ma che aumentano l'immersione in modo esagerato, proprio perché il videogiocatore deve eseguirle materialmente in prima persona. Esiste inoltre una modalità Ranger, che toglie anche i pochi aiuti visivi della modalità 'standard' ed amplia ancora di più il senso di immedesimazione.

Il gunplay vero e proprio è pesante, anche per non 'rompere' quanto appena descritto, e sinceramente l'ho trovato veramente funzionale. Magari ai giocatori di FPS più standard potrà sembrare un po' rigido ma a me, che non gioco molti titoli del genere, non ha dato per nulla fastidio. Da sottolineare che anche in questo caso c'è una piccola personalizzazione: a inizio gioco infatti potremmo scegliere tra modalità Sopravvivenza, con movimenti più rigidi e meno risorse e Spartano, che 'alleggerisce' un tantino il tutto e fa l'occhiolino a un sistema più classico.

La varietà è sublime: ogni sezione è diversa dall'altra e non saremo mai sopraffatti dalla noia, anzi. Inoltre, ai cunicoli claustrofobici della metro moscovita si alterneranno zone più ampie con un ottimo level design che permette di scegliere diverse strade e diversi approcci, soprattutto nelle zone presidiate dagli esseri umani, e non parliamo solo di approcci 'classici' del genere, ma anche approcci più stealth, letali o meno che siano, o ancora approcci misti.

A tal proposito, volevo aprire una parentesi sull'IA umana dei nemici: a volte sono indemoniati, a volte sono stupidissimi. Non ho capito la discriminante sinceramente, ma a volte potrebbero crearsi delle situazioni goffe e buffe (l'IA amica invece è perfetta). Ma a livello di varietà il difetto vero, per il sottoscritto, è dovuto alle scarse tipologie di mostruosità e soprattutto alla mancanza di boss fight vere e proprie.

Lato narrativo, la lore è qualcosa di sublime, anche grazie al fatto che il titolo sia tratto dall'omonimo romanzo. Anche la trama del gioco si segue bene ed è affascinante, il problema è che è raccontata in modo molto frammentario e non si riesce mai a creare pathos. A questo aggiungiamoci il mutismo di Artyom, il nostro protagonista, e il risultato che ne viene fuori è solo buono, ed è un peccato, perché con le premesse e con l'atmosfera che si respira si poteva fare molto meglio.

Sul versante tecnico è stato fatto un lavoro eccellente. Vorrei sottolineare che il Metro 2033 originale è un titolo del 2010, e questa versione Redux più che un remaster, è un vero è proprio rifacimento con tutti gli assets del sequel Last Light. Il colpo d'occhio ancora oggi è sublime, con effetti di luce e particellari veramente spettacolari. L'unica cosa che stona sono i modelli dei personaggi, veramente spigolosi e fuori 'contesto'. Tecnicamente gira tutto a 60 fps senza un minimo problema. Anche il comparto sonoro è promosso, con effetti ambientali e colonna sonora d'altissimo livello. Peccato solo per il doppiaggio italiano, poco espressivo e con 3 doppiatori in croce.

In definitiva, un vero gioiello che consiglio a tutti i videogiocatori. Uno dei titoli più immersivi e d'atmosfera degli ultimi anni, tirato a lucido in modo stupefacente su PS4, che purtroppo viene sempre poco considerato. Anche io stesso, nonostante abbia sempre voluto provarlo, non l'ho fatto fino a che la mia dolce metà non me lo ha regalato, e non posso che ringraziarla di cuore.

VOTO: 8,5
 
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Titanfall 2

Il titolo è sicuramente valido e presenta davvero tante belle idee e meccaniche di gameplay, alcune molto ben sviluppate ed altre purtroppo solo abbozzate. 

In generale ho davvero molto apprezzato il sistema di movimento, così come il level design di alcuni livelli (purtroppo non tutti) che ti spinge a sfruttare costantemente meccaniche come i salti e il wall-running, spesso con intere sezioni platform molto divertenti e adrenaliniche (anzi, personalmente ne avrei gradite anche di più). 

Il gioco offre anche tante altre meccaniche interessanti, spesso però solo abbozzate e mai approfondite realmente. Un esempio potrebbe essere il bellissimo capitolo con lo switch temporale, una meccanica questa che mi ha davvero colpito per il modo in cui è stata implementata, ma mi ha altrettanto deluso il fatto di vederla vincolata esclusivamente a quel capitolo, che a conti fatti costituisce una piccolissima porzione della campagna e null'altro. Ma questo è un problema abbastanza diffuso nel gioco, perché anche le meccaniche platform di cui sopra secondo me potevano essere molto più presenti e sviluppate, si potevano offrire magari sezioni più complesse o giocare maggiormente con l'inserimento di piccoli puzzle ambientali, che sono sì presenti ma anche questi in maniera abbozzata o troppo risicata.

Gunplay e sezioni a bordo del Titanie belli, ma non perfetti. Anche qui siamo su livelli molto buoni e la combinazione costante di sezioni con titanie e a piedi è sicuramente molto apprezzabile, ma non si raggiunge mai l'eccellenza, nel corso della gen sono sicuramente usciti fps molto più avanti da questo punto di vista.

Struttura delle aree e progressione fin troppo lineari, non c'è mai nessuna vera deviazione dal percorso principale e la libertà di approccio lasciata al giocatore è molto risicata (il che limita poi anche i modi di sfruttare le potenzialità del gameplay). Anche sotto questi aspetti il titolo è ormai ampiamente superato da altri esponenti del genere

A livello di trama l'ho trovato davvero molto scialbo, l'unica cosa davvero fatta bene è il "rapporto" tra il protagonista e il titanie BT, mentre tutto il resto davvero mediocre (personaggi secondari non pervenuti, villains insulsi, storia di base insipida). Longevità in linea con altri titoli simili, quindi campagna breve ma intensa e con un corposo multiplayer ad accompagnare. Quest'ultimo sicuramente ben fatto, ma niente che spicchi particolarmente nel panorama attuale, anche qui mi ha dato l'idea di un compito ben svolto ma che non offre nulla di davvero meritevole per passarci sopra più di qualche ora senza troppe pretese

Graficamente buono per essere un gioco del 2016, ma anche qui nulla per cui strapparsi i capelli.

Per me si è trattato di un onesto titolo da 7, con punti di forza ben delineati e qualche difetto macroscopico, mentre in tutto il resto fluttua su livelli buoni senza stupire particolarmente. Probabilmente 4 anni fa poteva essere apprezzato maggiormente in alcune cose, ma oggi è ormai superato in quasi tutte le componenti

PRO

+Sistema di movimento divertente e dinamico

+ Gunplay solido

+ Ottima gestione delle sezioni con il Titan

CONTRO

- Molte meccaniche, anche meritevoli, poco sviluppate o solo abbozzate

- Struttura dei livelli vetusta

- Storia e personaggi in gran parte dimenticabili

7

 
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Final Fantasy VII Remake

Gli anni passati in attesa di questo glorioso remake sono stati sicuramente tanti, come tanti sono stati anche gli anni passati a richiederlo a gran voce da parte dei fan di mezzo globo. Ma, da qualche settimana, finalmente Final Fantasy VII Remake è realtà, seppur dopo un percorso a dir poco accidentato e ricco di ostacoli, tanto è vero che molti fino a poche settimane fa ancora nutrivano forti dubbi sulla reale qualità di questo lavoro e le capacità di Square Enix di regalare finalmente ai fan un titolo degno del (pesantissimo) nome che porta. Eppure, il titolo che ci troviamo davanti si dimostra fin da subito capace di reggere pienamente l’eredità dell’originale e dei migliori capitoli di Final Fantasy, in un costante equilibrio di tradizione e modernità che ben rappresenta l’essenza stessa del concetto di ‘remake’.

Ci troviamo davanti ad uno dei migliori JRPG della generazione corrente, nonché ad uno dei migliori capitoli di Final Fantasy mai realizzati, pienamente degno di reggere sulle proprie spalle l’eredità del leggendario titolo originale. Qualche piccolo difetto tecnico ed un unico appunto ludico relativo al level design delle aree non compromettono in ogni caso il godimento generale della produzione, che nei suoi elementi più centrali (Combat System e storia) risulta assolutamente eccellente. Final Fantasy VII è tornato e, con questa base, il futuro del progetto remake non può che essere promettente.

+ Combat System e sistema delle Materie eccellenti
+ Storia, atmosfera e personaggi di altissimo livello
+ Colonna sonora tra le più belle mai ascoltate
+ Un sogno ad occhi aperti per i fan e un’avventura emozionante per i nuovi arrivati

- Qualche bruttura grafica di troppo
- Level design e struttura delle aree molto altalenante

9

(Recensione completa: QUI)

 

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Norman Bates
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Daymare 1998

Allora, ci sono tante cose da dire su Daymare. Dico subito che mi é piaciuto e pure tanto, ovviamente ci sono delle cose un po' meh su cui gli Invader dovranno lavorare ma, semmai volessero continuare la saga potrebbero creare una sorta di mini universo tutto loro visto che per quanto mi riguarda la storia é tutt'altro che conclusa.
Il gioco é un Resident Evil made in Italy, ne piú né meno, dal gameplay, alla storia, la presenza di enigmi, l'atmosfera horror che non spaventa mai realmente ma che trasmette tanta inquietudine.
Tecnicamente é buono, l'impatto visivo é ottimo, soffre di qualche caldo di frame rate nelle fasi piú concitate ma nulla di grave. Alla distinta resa generale si contrappongono le texture dei pg che sono aberranti a dir poco (oltre che anonime). Lato audio molto bene invece, belle musiche, suoni e rumori tetri al punto giusto.
Il gameplay si descrive prendendo Resident Evil 2 Remake, togliendo tutta la fluiditá di quest'ultimo e aggiungendo qualche meccanica un po' superflua. Grezzo é grezzo si, ma é divertente, alla fine si impara ad apprezzare pure la doppia corsa che puó sembrare inutile ma in realtá é utilissima a secondo delle evenienze. Ció che veramente ho odiato é la ricarica via menú. Per pompa e magnum il problema non si pone ma visto che per l'80% del gioco conviene utilizzare la pistola é stato frustrante, soprattutto durante le fasi con piú nemici e/o boss fight. Fortunatamente nei due pezzi piú difficili del gioco si trovano caricatori e munizioni in abbondanza che riescono a rendere quasi nullo il problema, peró proprio concettualmente trovo sbagliata l'idea che hanno avuto nel renderla cosí meccanica (anche perché va a spezzare il ritmo ogni volta che devi ricaricare la pistola durante tutto il gioco). Lato cure mi sono ricreduto, in realtá la mancanza di cure nei primi tre capitoli aiuta ad aumentare la tensione il che é un bene in un survival horror, rimango invece dell'idea che le siringhe per incrementare stamina e concentrazione siano inutili. Lato personaggi e storia il gioco é in tutto e per tutto un inno a Resident Evil, devo dire che sul finale si fa pure interessante anche se ho trovato alcune scelte un po' banali. I personaggi sono così così, Liev per il ruolo che ha e per come viene presentato funziona bene, idem Raiden. La star del gioco é sicuramente Sandman anche se pure su di lui alcune scelte di scrittura mi hanno lasciato un po' cosí. Samuel invece potenzialmente poteva essere un bel personaggio, ma la scelta di trasformarlo in un bad ass da parolacce e insulti lo rende piú un personaggio da fast and furious che altro. Longevitá ottima, a normale ci ho messo 9 ore saltando qualche collezionabile e offre un livello di sfida adeguato, soprattutto nelle fasi con Raiden.
Complessivamente é un buonissimo prodotto, un 7.5 se lo merita tutto, rimane l'amaro in bocca perché con qualche ritocco qua e lá e una scrittura piú efficace avrebbe potuto essere davvero un must have dell panorama indie.
Attendo comunque con trepidazione nuove info sul prossimo lavoro del team italiano.

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Shadow of the Tomb Raider
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Shadow of the Tomb Raider è il capitolo conclusivo della trilogia reboot iniziata nell'ormai lontano 2013. La formula del secondo capitolo qui trova la piena maturazione, tanto che ludicamente è impeccabile o quasi. L'amaro in bocca, tuttavia, resta, perché per la terza volta di fila hanno fallito lato storia e personaggi. Andiamo più nel dettaglio per capire il perché di quanto appena detto.

Cominciamo l'analisi dalla componente ludica. Per capire bene come funziona Shadow of the Tomb Raider pad alla mano, suddividiamo idealmente il gameplay del prodotto in tre categorie: combattimento, esplorazione ed enigmi. Il combattimento è la parte più debole del pacchetto. Nello specifico, il gunplay è rimasto lo stesso dei due titoli precedenti, con molte mancanze, ma funziona discretamente. Gli enemies encounters si possono affrontare anche stealth, componente che è stata leggermente migliorata ed ora è più curata ed appagante, anche grazie all'ottimo lavoro di level design, e finalmente in qualche situazione si riesce anche ad andare full stealth. L'IA nemica è molto scarsa, ma a differenza dei precedenti, qui i nemici fanno molti danni anche alla difficoltà standard, quindi l'approccio frontale alla Rambo dei precedenti a volte porta a morte prematura. Ad ogni modo, in questo terzo capitolo, le sezioni in cui fare fuori nemici, ad armi spianate o in stealth che sia, sono ridotte all'osso, e il grosso del gioco punta su esplorazione ed enigmi.

Bene, queste due componenti ludiche sono perfette o quasi. Nel gioco ci sono tantissimi enigmi, sia story-related che facoltativi, tutti ben congegnati. Non sono mai stupidi, e bisogna sempre ragionarci, ma allo stesso tempo non sono mai criptici e astrusi e non serve mai ricorrere a soluzioni, e questo è un bel punto di forza: riescono a dare al giocatore un profondo senso di appagamento e soddisfazione, anche perché gli aiutini non sono mai espliciti. L'esplorazione, fortemente connessa alla risoluzione di enigmi, oltre che al trovare collezionabili e zone facoltative come le tombe (che sono altri maxi-enigmi) riesce ad essere stimolante e mai stancante, grazie ad un certosino lavoro di level design e world-building che non rende mai la progressione ridondante. Pensate che ho concluso la mia prima run esplorando il mondo di gioco in lungo e in largo, con il 99% di completamento totale, senza mai stancarmi un minuto.

Un discorso a parte merita la difficoltà. Ad inizio gioco potremo scegliere tra Facile, Normale, Difficile e Molto Difficile, e la difficoltà ovviamente influenzerà le componenti ludiche di cui sopra (in realtà i preset sono tre, visto che l'ultima difficoltà è uguale alla penultima, ma senza check-point e quindi con solo la possibilità di salvare agli accampamenti). Ma allora perché ho voluto soffermarmi su questa cosa? Perché il gioco permette di personalizzare TOTALMENTE l'esperienza. Potremo scegliere Normale per i combattimenti e Difficile per l'esplorazione e gli enigmi, ad esempio, così non avremo nessun aiuto visivo (le classiche strisce colorate che segnalano i percorsi) e nessun hint sugli enigmi e, permettetemi di sbilanciarmi, in questo modo avremo un'esperienza veramente molto vicina a quella dei tanto osannati Tomb Raider classici. Una scelta tanto semplice quanto efficace, e sinceramente non capisco perché il sistema non venga implementato in molti più titoli.

Per concludere il discorso relativo al gameplay dobbiamo parlare della varietà dell'offerta ludica. In tutta sincerità, non avrei potuto chiedere di meglio. Come detto prima, enigmi ed esplorazione ci terranno impegnati per molto più tempo rispetto alle sparatorie, eppure non troverete mai, e dico mai, una soluzione ripetuta o banale. Il gioco riesce a proporre una serie di sfide dalla difficoltà crescente TUTTE diverse dall'inizio alla fine. Tutte e nove le tombe opzionali sono profondamente diverse (e grosse, tanto grosse), così come tutte le cripte, o ancora tutte le sezioni della storia. Il titolo riesce a regalare una sensazione di avventura senza pari, in poche parole. Questo è IL pregio del gioco.

Dopo aver tessuto le lodi sulla componente ludica, dobbiamo, ahimè, parlare della componente narrativa. La trama principale è insulsa, le sotto-trame secondarie anche, ma la cosa più brutta sono i personaggi: scritti malissimo, caratterizzati quanto un comodino, e con dei dialoghi tragicomici. Persino Lara qui è ritornata ai livelli di quella del primo capitolo del 2013, dopo un minimo e timido miglioramento della sua caratterizzazione avvenuta nel Rise. Non sapete quanto la cosa mi abbia dato fastidio. Sono riusciti a rendere antipatica un'icona del media, ancora non me ne capacito. Non si riesce mai ad empatizzare con i personaggi, con le loro vicende, con quello che ci circonda. Andremo avanti solo perché è veramente uno spettacolo da giocare, ed una scoperta continua, in tutti i sensi.

Per gli occhi è un piacere dall'inizio alla fine. Potenza bruta e art design ci regalano paesaggi mozzafiato: non c'è una sola location che non mi abbia lasciato a bocca aperta. Purtroppo anche qui, come nei precedenti, mancano alcune animazioni di raccordo, anche se la cosa è meno evidente che in passato. Da sottolineare anche il fatto che ci sono tre modelli poligonali in croce per i personaggi secondari e visto che interagiremo spesso con loro per le missioni secondarie la cosa potrebbe far storcere il naso ad alcuni. Componente sonora solo sufficiente. Le musiche fanno giusto il compitino e il doppiaggio in italiano è pessimo, soprattutto per un tripla A di questo calibro, senza girarci intorno.

Longevità veramente ottima. Sinceramente non saprei dividere le ore necessarie per la main da quelle per il 100%, perché sono stato catturato così tanto dal mondo di gioco che ho fatto tutto d'un fiato, però una trentina di ore per vedere, non dico tutto, ma abbastanza, servono. Se poi comprate i DLC (il Season Pass è spesso in offerta a meno di 7€) aggiungete altre 7/8 ore al computo totale, ma soprattutto aggiungete altri enigmi e sfide sempre appaganti, con soluzioni inedite rispetto al gioco base.

In definitiva, un ottimo gioco, anzi, un mancato capolavoro, per colpa della parte narrativa. La cosa che più fa arrabbiare è che in sette anni, con tre giochi, non sono riusciti a regalarci una bella storia, dei bei personaggi e farci affezionare alla nuova Lara, anzi. Tuttavia, come ribadito più e più volte, ludicamente è un piacere dall'inizio alla fine e riuscirà ad accontentare anche i vecchi fan che fino ad ora era stati delusi dal nuovo corso del brand.

VOTO: 8,5
 
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Rufy21100

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A ventisei anni di distanza dal terzo capitolo, torna sugli scaffali (digitali) Streets of Rage. I primi tre titoli della saga usciti tutti nell’arco degli anni 90, vengono ricordati dai nostalgici per aver innovato un genere che andava un sacco in quel periodo: i picchia-duro a scorrimento. Questa categoria raccoglie tutti quei giochi in cui bisogna per l’appunto picchiare tutto ciò che capita a tiro mentre camminiamo in una serie di scenari bidimensionali.

Rispetto al passato gli stili di gioco di ogni eroe ora sono ancor più differenziati. Prima ogni personaggio vantava mosse differenti ma bene o male sembrava più un semplice cambio skin che altro. Ora ognuno è ben diversificato e vanta un gameplay ben preciso. Axel, ad esempio, è rimasto il classico personaggio bilanciato, mentre Blaze, fa molto affidamento sui salti ed è la migliore nel concatenare più colpi in successione sfruttando i rimbalzi dei nemici colpiti. Cherry, invece, è la mia preferita fra tutti in quanto agile e perché attacca con la sua chitarra elettrica. Floyd è quello che ho trovato peggiore fra tutti: brutto, lento e noioso seppur sia effettivamente forte ma veramente tedioso pad alla mano. Infine, abbiamo anche Adam, un altro ritorno dal passato, ben bilanciato e in grado di fare scatti sia in avanti che indietro per schivare meglio gli attacchi avversari.

Rispetto ai capitoli precedenti della saga troviamo una maggiore fluidità, una grafica che fa la sua figura e l’inserimento di una mossa speciale chiamata mossa Stella oltre ad un tecnicismo migliore visto come si possono concatenare i colpi. Come in tutti i giochi del genere, durante la nostra avventura, troveremo oggetti curativi, soldi e segreti seppur essa sia veramente breve in quanto ci sono solo 12 livelli, completabili in appena un paio d’ore. Ovviamente il gioco punta sulla rigiocabilità grazie ai tanti personaggi e alle maggiori difficoltà (l’ultima veramente tosta, tanto che non sono riuscito a fare quasi nulla).

Streets of Rage 4 fortunatamente ha anche una componente multiplayer, sia online che offline. È stato davvero piacevole giocare con i miei amici, e fortunatamente online ho trovato anche pochissimo lag.

Oltre alla grafica ben fatta, il gioco presenta anche dei brani bellissimi, che riescono sempre ad accompagnare ottimamente l’azione a schermo.

+ Gameplay vario
+ Direzione artistica
+ Rigiocabile...

- ... ma veramente corto

8.5

Streets of Rage 4 riesce a trasportare la saga nel 2020, modernizzando la formula ma senza snaturarla. Un titolo veramente ben fatto, consigliato sia alle nuove leve che ai più vecchiotti.

 

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METAL GEAR SOLID V: THE PANTHOM PAIN

Si tratta dell'ultimo capitolo della longeva saga, purtroppo parto con una piccola premessa: mi sono perso i capitoli precedenti, per cui questo sicuramente andrà a influenzare la mia breve recensione, che sarà molto soggettiva.

Il gameplay l'ho trovato davvero instancabile perché tutto sommato lascia piena libertà di approccio. Le missioni possono essere completate sia in stealth che che con un approccio alla Rambo anche se ho preferito decisamente la prima via (visto anche il punteggio migliore nelle missioni).

Le missioni opzionali presentano degli obiettivi sempre simili tra loro ma le possibilità di approccio per portarle a termine sono davvero infinite, motivo per cui non mi hanno mai annoiato.

Anche le missioni della trama principale le ho trovate davvero ben strutturate, con delle cutscenes dalla qualità enorme, diversi colpi di scena e per via dei temi molto maturi che il gioco ha trattato per tutta la sua durata. Bella anche la possibilità di approfondire la storia con l'ascolto di numerose audiocassette ben recitate e immersive.

Ho apprezzato molto anche la componente gestionale della nostra base, da sviluppare per ingrandirla e migliorare le nostre armi, mezzi di trasporto e non solo.

Di ottimi titoli ne ho giocati diversi in questa gen ma nessuno mi ha lasciato così tante sensazioni positive e mi ha trasmesso la voglia di giocarlo per così tante ore (e pensare che inizialmente lo stoppai dopo le prime due ore.. sarà stato il periodo :asd: ).

In conclusione, mi sento di poter affermare con  assoluta certezza che (parere totalmente personale) Metal Gear Solid V: The Panthom Pain è il miglior titolo che io abbia mai giocato nel corso di questa generazione di console.

VOTO: 10 (e lode)

 
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