Finito.Parzialmente deluso.
Sotto il profilo narrativo è una perla che da sola vale l'acquisto: davvero tra questo e Dark Descent c'è un abisso. Tutto, dalle ambientazioni, ai colpi di scena fino alla splendida cura riposta nella scrittura di dialoghi e documenti è sublime.
Il finale lascia un non so che di insoddisfazione, di quelle che ti lasciano col vuoto per aver concluso una storia tanto raccapricciante, morbosa quanto maliziosamente affascinante.
Strega, A Machine For Pigs, con stile e dosando bene gli ingredienti.
Strega, ma non terrorizza.
Non c'è il timore di aprire una porta o di passare alla sezione seguente. Non c'è il sospiro di sollievo soffocato da l'urlo distante di una nuova minaccia. Non c'è la rocambolesca fuga per trovare un riparo, semplicemente perché ripari non ce ne sono.
Non ci si deve chiudere dentro a delle stanze implorando di non essere individuati, perché i nemici si evitano con facilità, non ci vedono molto ma noi li vedremo sempre.
Sì perché avere una lanterna che non necessità di ricariche di olio ci permette di osservare con cura tutto ciò che ci circonda e una volta trovati i nostri, pochissimi, rarissimi nemici, trovare una via per scansarli è compito facile.
Eppure le carte in regola c'erano: suoni storpiati, versi gutturali usciti da immonde creature, grida, pianti, musiche angoscianti.
Tutto, e niente.
Non è l'Amnesia che i fan volevano.
E' l'esatto negativo di Amnesia: Machine For Pigs ha quella profondità narrativa che mancava a Dark Descent, ma al prezzo di un gameplay tremendamente castrato, privo di enigmi che richiedano più di 5 secondi per essere completati e una longevità ridicola (completato in una sola partita, non dico altro).
Eppure la bellezza intrinseca di questo prodotto vale, vale davvero tanto.
E comunque lo stile che caratterizzava il capostipite, la squisita ricerca di un terrore psicologico basato sul vedo-non-vedo rimane.
Compratelo, gustatevelo.
Solo non sperate di rimanere terrorizzati, né tantomeno di trovare un gameplay profondo.