ci sto giocando per la prima volta anche io e sto faticando a vedere lo status di masterpiece o comunque di gioco over 90 di critica
perlomeno nelle prime ore/giorni, il gioco si estrinseca in attività giornaliere abbastanza ripetitive (che si sintetizzano tutte in "raccogliere risorse"): non ci sono tantissime cose da fare se non accumulare le due valute ingame (Miglia e Stelline, che si ottengono raggiungendo determinati obiettivi ingame e vendendo cose) per sbloccare nuovi oggetti da costruire/acquistare, utili per decorare il mondo di gioco e/o il proprio avatar.
lo sto giocando con tutta l'apertura mentale possibile ma non vedo grande profondità per il momento, a meno che a breve il gioco si apre a molte più possibilità e varietà.
indubbiamente è rilassante, questo va riconosciuto fin dalle prime ore.
Ok, seriamente, da profano che strabuzza gli occhi quando vede questo gioco, qualcuno saprebbe spiegarmi perché personalmente lo ritiene un must buy? Curiosità mia non provocatoria
Il successo di Animal Crossing a mio avviso, per quello che ho potuto vedere nel corso degli anni, viene praticamente da due punti fondamentali:
1) non è un videogioco come siamo abituati ad intendere
2) Nintendo Difference.
entrambi i punti si spiegano abbastanza da soli, ma per approfondire posso dire che:
in AC non esiste sfida, non esiste obiettivo, non esistono nemici. Nel corso degli anni tanti sono stati i tentativi di prendere spunto da questa serie, ma nessuno si è mai realmente avvicinato a quello che è lo spirito di animal crossing, cioè darti la più completa libertà su quello che è... praticamente niente. non hai un universo da esplorare come in no man's sky, non hai un mare sconfinato da cui sopravvivere come in subnautica, non hai fattorie da mandare avanti come harvest moon o stardew valley.
Ricordo ancora la recensione del capitolo sul Cubo di NRU che spiegava bene il concetto di sandbox, ovvero quel quadrato di sabbia dove i bambini si divertono nei parchi giochi. un quadrato di sabbia che non è assolutamente niente, ma che per la fantasia di un bambino può diventare di tutto.
e questo è Animal Crossing. un quadrato di niente che per noi può essere tutto. e proprio togliendo ogni qualsiasi obiettivo (anche "sopravvivi" è un obiettivo, e infatti non si parla quasi più di sandbox ma di survival dato che c'è sempre quella meccanica di sopravvivenza alla base di questi titoli) che puoi permettere al giocatore di dargli libertà su tutto quello che è nel limite di quel quadrato di sabbia. che in questo caso è un'intera isola da poter plasmare come vogliamo, fino al più minimo particolare. e in questo la serie è andata sempre più avanti dando la possibilità di essere gestita e personalizzata sempre più a fondo, garantendo più profondità da una parte e limando alcune meccaniche eccessivamente noiose dall'altra (come la crescita dei fiori ora automatica, ma se vogliamo i colori più rari e brillanti allora si deve innaffiare ogni giorno come ai vecchi tempi).
Animal Crossing non è un videogioco. è una sorta di bonsai digitale, un tamagotchi molto più complesso ed evoluto (che non vi richiederà però di dargli da mangiare e di pulirlo pena vederlo crepare), una sorta di staccare la spina per finire in un micro (micromicromicromicro) cosmo dove tutto è rivolto all'unico obiettivo di staccare la testa e rilassarti, che sia cercando un fossile per darlo a blatero e vederlo in tutta la sua imponenza nel museo, o che sia trovare finalmente quella fornitura da piazzare in casa per completare il nostro piccolo diorama dove ogni cosa è al proprio posto. testatelo dopo una giornata di lavoro, magari estenuante.
e qui entra in ballo la sempre presente Nintendo Difference, che confeziona in 6 giga di titolo un pacchetto delizioso e curato. un titolo che vive di innovazioni (come l'aver preso spunto dalle meccaniche survival dei giochi odierni non per cercare la sopravvivenza, ma semplicemente per creare oggetti e abbellire la nostra isola o la nostra abitazione) e di conservazioni, come un sistema di controllo limato sì ma non troppo. una nintendo difference che puoi trovare ed apprezzare anche solo vedendo finalmente le fronde degli alberi che si muovono al vento, che in questi giorni di primavera e quarantena sono come un desiderio visto che siamo confinati dentro le mura di casa.
e inoltre ricordare sempre: Animal Crossing non è un titolo da giocare ore e ore davanti al televisore o con la faccia attaccata alla switch portatile, ma è un titolo con cui vivere i ritmi che vogliamo, quando vogliamo. la sincronia con l'orologio, i giorni e i mesi è appunto per quello: nessuno ti dice di passare 3 ore a raccogliere farfalle e pesci, ma se vuoi lo fai. nessuno ti dice di togliere gli alberi normali per sostituirli con quelli da frutto, magari seguendo un pattern estetico di nostra preferenza, ma possiamo farlo se ne abbiamo voglia.
infatti coloro che poi mettono mano all'orologio interno per tagliare i ritmi del titolo non hanno capito proprio uno stracazzo di nulla del gioco e neanche se lo meriterebbero. a mio avviso.
è tutto li e niente nel gioco ti viene chiesto per forza. perfino i debiti per ripagare la casa li puoi gestire come vuoi o non restituirli mai, come proprio non succederebbe mai e poi mai nella realtà.
il bello di animal crossing è questo, che lui ti può dare tutto quello che vuoi e che desideri per un'esperienza distensiva e rilassante, nei suoi confini da quadrato pieno di sabbia. un'esperienza che ti devi creare tu al 100% e che il gioco ti suggerisce soltanto, ma che non ti costringe mai.