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Crash Bandicoot 4: It's About Time - Recensioni degli Utenti

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Crash Bandicoot 4: It's About Time
Il Prezzo della Difficoltà

Crash Bandicoot 4 è un titolo all’apparenza facile da inquadrare. Dalla sua uscita nel 2020, il cronologicamente quarto ma di fatto nono episodio della serie platform principale, il primo da più di un decennio, ha avuto modo di far parlare molto di sé per via della sua difficoltà elevata, rea di aver causato diversi lanci di controller nelle case di molti giocatori.

Questo titolo però non può essere ridotto ad un semplice ‘gioco troppo difficile’. I punti forti e le debolezze che caratterizzano Crash 4 non hanno a che fare solo con la sua presunta difficoltà, e nel complesso il gioco si pone su un piano diverso da tutti gli altri episodi platform della serie a cui appartiene. Per fare un quadro d’insieme che faccia giustizia al gioco, dobbiamo quindi passare in rassegna le sue parti passo per passo.

L’incipit di Crash 4 è estremamente semplice: Cortex è riuscito ancora una volta a tornare alla ribalta dopo il finale segreto di Crash Bandicoot 3 Warped e, con alcuni dei suoi vecchi alleati, intende mettere fine alla questione ‘Bandicoot’ una volta per tutte. Con l’ausilio di una macchina che mina l’integrità dello spazio-tempo, Crash e Coco dovranno viaggiare tra varie dimensioni per recuperare le ‘maschere quantiche’, difensori del multiverso dimensionale ed uniche in grado di opporsi ai cattivoni, e sconfiggere vecchie conoscenze per una quarta (nona?) volta.

La storia di Crash 4 scorre liscia e in modo spensierato, cosa che di base non è un problema dato che la serie non ha mai provato a raccontare storie particolarmente elaborate. Di fatto comunque essa funziona come scusa per portare i nostri protagonisti tra ambientazioni sempre diverse e giustificare alcune novità lato gameplay, e è presente qualche tentativo di aggiungere qualche guizzo narrativo che funziona solo a metà. Meglio invece per quanto riguarda lo humour, qualche buffa scena soprattutto per i personaggi più riusciti potrebbe strappare più di un sorriso.

Forse la cosa che mi sarebbe piaciuta vedere rivista è l’uso del cast dei personaggi che appaiono nel gioco. Alcuni fanno apparizioni limitate a cameo o comparse in background, quando sarebbe stato carino vederli in azione ed interagire con più personaggi, magari in una boss fight dedicata. L’assenza di un paio di personaggi iconici della serie e un numero limitato di boss fight soprattutto se comparato al minutaggio dei consueti stage platform completa il riquadro di quella che forse è una piccola occasione sprecata. Tuttavia, la maggior parte dei personaggi che appaiono sono assolutamente in grado di reggere la scena, cosa aiutata anche dal fatto che in questo gioco il ‘cattivo di turno’ ci invierà messaggi durante i livelli stessi per schernire (o lamentarsi dei nostri successi), un piccolo modo per aggiungere verve e dialoghi aggiuntivi a personaggi che altrimenti sarebbero limitati solo alle cutscene in cui appaiono.

Fatta questa premessa sullo sfondo, andiamo quindi al sodo: come si presenta Crash Bandicoot 4 come platformer? Inizialmente, il gioco si mostrerà molto familiare a chi la serie l'ha imparata a conoscere. Crash e Coco condividono il medesimo moveset esattamente come succedeva in Crash Bandicoot N. Sane Trilogy: saltano, scivolano, ruotano e combinano queste tre mosse insieme, allo scopo di rompere casse e superare i vari pericoli che si presentano davanti a loro in ogni stage. Tuttavia, il gioco inizierà presto a mostrare il suo lato più perfido: Crash 4 giocato per il semplice gusto di completare la storia non presenta picchi di difficoltà improvvisi e la difficoltà aumenterà in modo lineare, ma il massimo raggiunto negli ultimi stage saprà dare filo da torcere e cogliere decisamente impreparati se non si arriva preparati psicologicamente.

Qui però è anche il punto dove Crash 4, secondo me, mostra il suo più grande punto di forza: a livello di controlli questo è forse uno dei platform più ben concepiti che abbia potuto giocare. I problemi della N. Sane Trilogy sono lasciati indietro, così come l’input lag: Crash e Coco si muovono reattivi, rispondendo perfettamente ai comandi impartiti e permettendo combinazioni di mosse complesse ed adatte alle porzioni altrettanto complesse dei vari stage. Non importa quando appaia difficile una parte del gioco: non ho praticamente mai avvertito la tentazione di dare colpa al gioco per un mio errore mentre cercavo di capire la soluzione giusta per superare un determinato ostacolo. E per un platform 3D, seppur guidato a corridoi, è un aspetto assolutamente da premiare.

Ad aiutare ci pensa anche l’ombra evidenziata con contorno giallo che appare ogni qualvolta il personaggio è in volo, che potrebbe far alzare un sopracciglio ma in realtà è uno strumento quasi essenziale per controbilanciare la mancanza di prospettiva che a volte riguarda i giochi platform in tre dimensioni.

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Per donare varietà al tutto, Crash 4 propone due novità: Crash e Coco incontreranno le succitate maschere quantiche durante l’avventura e ognuna di queste donerà loro un potere diverso: far apparire o scomparire ostacoli o casse, ottenere una giravolta più forte in grado di far planare i nostri personaggi, rallentare il tempo o invertire la gravità. I livelli del gioco permettono l’uso delle maschere in determinate sezioni, dove il level design si complicherà di volta in volta per spingerci ad usare le abilità delle maschere. È un gradito fattore di varietà aggiuntivo che non pesa e rende più interessanti i livelli mano a mano che si prosegue nell’avventura.

La seconda e più controversa novità è data dai nuovi personaggi giocabili. Ognuno di loro (Tawna Alternativa, Dingodile e lo stesso Cortex) presentano un moveset dedicato e un feeling nettamente diverso da Crash e Coco. L’opinione su di questi varia molto da persona a persona, ma pad alla mano sia Dingodile che Cortex sono più che accettabili dato che propongono gameplay del tutto diversi da Crash e Coco, ricordando quasi dei puzzle game in certe fasi. Tawna invece convince meno, dato che il suo gameplay ricorda quello degli altri Bandicoot ma con meno mosse di platforming ‘libero’ a disposizione.

Se il gameplay di Crash 4 risulta ben costruito, a portarlo a schermo c’è un comparto tecnico veramente encomiabile. Il gioco è eccellente da vedere in termini di colori, scenari e personaggi. Vedremo delle ambientazioni molto diverse tra loro, ispirati a vari periodi storici (e non) come in Warped, ma con twist dovuti al tema interdimensionale, e l’Unreal Engine 4 si dimostra adatto a dare vita ai posti fantasiosi ideati dagli sviluppatori. I personaggi sono un altro punto forte, con Toys For Bob che ha voluto dare il suo tocco col design delle facce già note ma ha arricchito ulteriormente la loro personalità grazie alle animazioni, che sia in gioco che durante le cutscene regalano ai membri del cast tantissima personalità. In-game, tuttavia, Crash 4 dà la precedenza al frame rate, cosa gradita dato il genere di appartenenza e la generale difficoltà dei livelli più avanzati.

Come audio invece Crash 4 vanta di un buon doppiaggio in italiano con molti doppiatori storici che ritornano per dare la voci ai molti dei personaggi presenti facendo il loro dovere ed una colonna sonora che si limita a contribuire all’atmosfera senza essere però memorabile come le soundtrack di alcuni dei capitoli precedenti PS1 e PS2, ma con qualche traccia veramente eccellente che personalmente ho apprezzato molto.

Qui verrebbe da dire che Crash 4 sia veramente un ottimo gioco sotto ogni punto di vista, ma è ora necessario parlare del problema più grande del gioco e quello che ha di fatto sollevato un putiferio: non la difficoltà, bensì il completismo. I Crash Bandicoot sono in genere giochi che si prestano ad essere rigiocati per ottenere il 100%, ri-completando i livelli recuperando tutte le casse per ottenere collezionabili aggiuntivi (come le gemme nella trilogia originale) per sbloccare per esempio un finale segreto.

Crash Bandicoot 4 recupera questa idea, ma la porta ai suoi estremi e non necessariamente estremi positivi. Le gemme da una per livello diventano sei, con gemme nascoste, gemme recuperate ottenendo i frutti wumpa, gemme per le casse e gemme per il completamento con un numero massimo di retry. Le gemme sono poi accompagnate dalle reliquie delle prove a tempo, un ritorno da Warped che però in questo caso richiedono l’ottenimento tramite tempi molto più esigenti rispetto al precedente gioco (Warped richiedeva al giocatore solo le reliquie di zaffiro per vedere il finale segreto, con l’oro e il platino solo opzionali, mentre in Crash 4 dovrete vincere quelle di platino per vedere tutto). Come se non bastasse, si aggiungono anche le ‘reliquie insane’, forse il collezionabile più odiato del gioco, che richiede di completare ogni singolo stage senza morire e raccogliendo tutte le casse presenti.

Il problema di Crash 4 non è la presenza di questi test più tosti proposti al giocatore, ma il fatto che essi siano richiesti a tutti e che siano resi, a lungo andare, pesanti per via di un certo senso di prolissità che permea purtroppo buona parte del gioco. Gli stage di Crash 4 sono tra i più lunghi proposti dalla serie e spesso sono ulteriormente allungati da sub-stage bonus e percorsi segreti che non sono opzionali data la necessità di recuperare le casse presenti in essi per la reliquia insana: livelli da quasi 6-7 minuti di platforming che sono lungi dall’essere facili e costringono spesso al retry mettono facilmente a dura prova la pazienza del giocatore (peggiorata ulteriormente nel caso si giochi alla versione old gen del gioco, dato che un livello spesso richiede più di un minuto di caricamento per essere riavviato). Come se non bastasse, Crash 4 allunga ulteriormente il brodo con i livelli ‘timeline alternativa’ che richiedono di completare una sezione con un personaggio alternativo e poi di rifare una sezione già fatta in un livello precedente con una combinazione di casse diversa, e i livelli N. Vertiti, che sono versioni identiche degli stage già fatti con rielaborazioni estetiche (filtri video, effetti audio, ri-texturizzazioni ed altro). In aggiunta troviamo anche gli stage flashback, che vengono sbloccati trovando una cassetta raggiunta senza morire in alcuni stage ed offrono alcuni brevi, ma tosti stage in due dimensioni.

La somma di tutto questo è un gioco estremamente lungo che richiede uno sforzo molto alto rispetto ai giochi precedenti per ottenere i due filmati bonus (di cui uno non particolarmente entusiasmante se rapportato alla difficoltà affrontata per sbloccarlo), prolungato su una spesa di tempo molto alta non per via di stage nuovi, ma per la richiesta di ripetere sempre le stesse cose più e più volte. Il platforming ben fatto di Crash 4 non mostra il fianco neanche in questi frangenti, e di base sarete comunque spronati a riprovare per vincere uno stage ostico e ottenere il suo collezionabile avanzato, ma è facilmente comprensibile perché determinate sfide siano state considerate eccessive dai giocatori, anche considerando il fatto che determinate challenge sono decisamente più riuscite di altre. Rimuovere l’obbligo di fare alcune di questi compiti avrebbe giovato non poco al gioco e soprattutto alla sua rigiocabilità.

Per spezzare una lancia a favore del gioco, vanno menzionate come esempio positivo delle sfide per il completismo le reliquie delle time trials, le quali a mio parere sono un punto forte del gioco e sono decisamente più interessanti di quelle di Warped per via del moveset di Crash 4, arricchito da una mossa aggiuntiva bloccata a fine storia decisamente più interessante da masterare rispetto alla semplice corsa veloce con un tasto dei giochi precedenti. Anche gli stage flashback meritano di essere citati come un ottimo esempio, sono una gradita aggiunta e con aspetti di gameplay che sono specifici di questi livelli e assenti nel resto del gioco, senza però soffrire della lunghezza elevata e le richieste di run deathless che contraddistinguono i livelli principali del gioco.

Nella sua forma attuale Crash 4 può rappresentare comunque una sfida incredibilmente appassionante anche da completare del tutto, a patto di essere preparati ai picchi di difficoltà che arriveranno una volta completata la storia ed iniziato la fase di completamento post-ending. La rigiocabilità dopo aver completato tutto però sarà comunque un punto debole del gioco: la sola avventura da zero avrà comunque il suo perché, ma sarà difficile che abbiate voglia di ripetere tutte le sfide necessarie per ottenere di nuovo la percentuale massima di completamento, ripetendo più volte gli stessi livelli oltretutto per via degli stage N. Vertiti (forse l’aggiunta di cui si sentirebbe meno la mancanza se rimossa del tutto).


+ Visivamente un tripudio di colori e fantasia
+ Eccellente lato animazioni, soprattutto per i personaggi
+ Gameplay ben implementato e gratificante da padroneggiare
+ Alcune sfide post-game soddisfacenti da completare



- Altre sfide post-game molto ripetitive o discutibilmente punitive
- Nessuna apertura a chi non desidera completare tutti i contenuti post-game, re-run incluse
- Qualche elemento in più nella storia non avrebbe fatto male



In definitiva, Crash Bandicoot 4 è un gioco senza dubbio ottimo nel complesso. Bellissimo da vedere e gratificante da giocare, il gioco è grandioso fino alla fine dell’avventura, dopo la quale però mostrerà la sua parte più controversa, con i contenuti post main-story che hanno diviso l’utenza per motivi generalmente validi. Se rientrate nel target audience, Crash 4 sarà un gioco bello da completare e finirlo del tutto sarà un'esperienza infinitamente soddisfacente, altrimenti saranno dolori forti e sarà probabilmente meglio lasciar perdere prima che il gioco cessi di essere divertente e vi rimanga un brutto ricordo delle ultime avventure del Bandicoot.


VOTO: 8,5
 
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