Dandara
Ispirato da un personaggio realmente esistito, una guerriera afro-brasiliana di nome... Dandara, ecco un metroidvania dalla struttura piuttosto atipica.
Il mondo di gioco è disseminato di potenziamenti permanenti e spesso ci si scontra con zone in un primo momento inaccessibili in mancanza del relativo potere, ma il movimento del personaggio avviene unicamente saltando da una piattaforma all'altra sfidando la forza di gravità.
Questo sistema funziona, ma può risultare confusionario e fallace nelle fasi avanzate del gioco, dove l'abbondanza di nemici e la struttura più complessa dei livelli possono condurre a movimenti indesiderati. Con lo stick sinistro è possibile mirare alla piattaforma che si desidera raggiungere, ma anche senza mirare con la massima precisione ci si ritroverà su una piattaforma diversa, a volte non proprio quella che si intendeva raggiungere.
Ottimo il comparto artistico, con ambientazioni suggestive, una mappa di gioco molto articolata, una buona varietà di nemici e un design dei livelli soddisfacente, compresi quelli in cui si affronteranno i boss.
Il gioco, intorno alla metà dell'avventura, subisce un'impennata della difficoltà abbastanza evidente, sia per l'attivazione di meccanismi fino ad allora dormienti, sia per la presenza di nemici più forti e complicati da affrontare, sia infine per le citate problematiche che derivano dal sistema di controllo del personaggio, non sempre preciso.
A complicare ulteriormente le cose il sistema adottato dagli sviluppatori, per cui quando si muore tutta l'esperienza accumulata (il Sale, necessario per potenziare 4 diversi parametri) rimane sul luogo del decesso intrappolata nella nostra anima, e solo tornando in quel posto illesi sarà possibile recuperarla. Ciò costringe a valutare attentamente le proprie mosse e ad investire immediatamente il sale non appena possibile, cioè nei punti di salvataggio.
Nel complesso un gioco valido e curato, nonostante alcune imperfezioni, piacevole da giocare e portare a termine.
Voto 7