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Preparati: dlc omega caruccio, ma dlc leviathan una bomba assurda.Grandissimo gioco che ho platinato e reinstallato da poco per fare i 2 dlc che ho preso ieri, sono in offerta a 14.99 euro insieme.
È un gioco non perfetto ma è un capolavoro per molti aspetti, merita di essere giocato già solo per la storia, la regia e le ost.
(a me il cs è piaciuto)
Piccola chicca, se torni verso la fine del gioco tipo al mercante del Rifugio di Martha, avrà oggetti diversi esposti graficamente (ed in minor quantità), per testimoniare il passare del tempo.fermandoti al banco di un qualunque mercante, vedi davvero decine e decine di prodotti unici, tutti ultra-dettagliati,
Penso sia dovuto al fatto che, ahimè, il mondo a fine gioco diventa spento: meno gente, meno prodotti ai negozi, ecc.Piccola chicca, se torni verso la fine del gioco tipo al mercante del Rifugio di Martha, avrà oggetti diversi esposti graficamente (ed in minor quantità), per testimoniare il passare del tempo.
Ottima rece!
Esattamente.Penso sia dovuto al fatto che, ahimè, il mondo a fine gioco diventa spento: meno gente, meno prodotti ai negozi, ecc.
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LOGOS: The World of Final Fantasy XVI
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Complimenti, veramente una bella recensione.L’incontro ormai, ahimé, solo decennale, coi main della saga è avvenuto a fine estate, per me.
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Dopo 80 ore buone, tra main quest, dlc, e tutto il fattibile nel gioco, si è conclusa l’esperienza.
Premetto brevemente, riassumendo la recensione intera, per chi volesse skippare il resto: sì, è un FF “strano”, e un jrpg “strano” (e per questi motivi l’inizio sarà la parte peggiore), come del resto anche altri FF lo sono stati in passato, ma è un’esperienza unica, veramente bellissima, che mi ha emozionato tanto, che ho trovato curatissima, e che ritengo di alto livello. Insomma: gioco promosso.
Questa recensione sarà sicuramente lunga, ma descrivere il mio rapporto con questa saga, e con le sue recenti iterazioni, richiederebbe un libro più che un post. E ve lo evito e me lo evito. Ricapitolo solo la storia “recente” che ho col brand. La vecchia potete immaginarla.
Diciamo solo che, come tanti, dal XIII in poi, ho vissuto un distacco “emotivo” dalla serie. In verità? Forse già dal XII, capitolo che col tempo ho rivalutato tantissimo in positivo ma che all’epoca, da liceale, mi deluse per la sua semplice diversità dal resto della serie. FFXII era un gran gioco, comunque, ma iniziò a marcare una linea netta col passato, tale da farmi cominciare a chiedere “è ancora la mia IP preferita?”. Col XIII questa domanda ha avuto risposta: anche qui un percorso simile in verità, in quanto anche qui alla fin fine ho capito che il gioco non era male, rivalutandolo in seguito. Non bello quanto il XII, ovviamente, ma neanche brutto quanto la delusione a caldo mi aveva convinto. Ciononostante, un taglio col passato.
Poi VersusXIII e la sua travagliatissima storia: annunciato quando avevo 17-18 anni, come Versus, hype tremendo. Negli anni son cresciuto, il gioco è cambiato, è pure uscito e… sinceramente non un bruttissimo gioco, ma un mezzo disastro su più fronti, e credo il peggior FF esistente.
Annunciano FFXVI: sinceramente i trailer mi lasciavano tiepidissimo. Quel chara design in stile FFXIV coi side characters che sembravano npc di GTA (e questa è una lamentela rimasta anche ora che ho finito il gioco, ma ne parleremo più avanti) mi facevano pensare a una brutta piega. Poi la dichiarazione che avrebbe avuto un combat action, che solitamente adoro ma che, come tutti, non associo moltissimo all’IP. E dopo già FFXV a combat full action, speravo in un ritorno ai turni. Nada. Pessime prime impressioni. Ma poi, col tempo, rivedendo i trailer, devo dire che una mezza scintilla è scattata, messa in pausa fino a quando avrei avuto il mood giusto per giocarci.
Eccomi, come dicevo, dopo 80-90 ore, dlc inclusi.
TRAMA/NARRAZIONE/PERSONAGGI: il punto più forte del gioco. Tutto fatto bene, tutto scritto bene, tutto di grande sobrietà, tutto coerente. Certo, qualche roba un po’ troppo rapida c’è, e tanto si basa sul non-visto, non-detto, e non-vissuto. Ma l’avventura è densa, lunghissima, piena di dialoghi e cutscenes, come (quasi) ogni jrpg di questo tipo. Penso, tra le varie cose, di aver visto in questo gioco la storia d’amore più matura mai vista in un jrpg, e con gran distacco, come si rispetti per dei pg che sono over30 con l’età, quindi niente cagatine romance da anime per sfigati sui ragazzini. Ed è solo una parentesi, visto che la romance è tutt’altro che centrale alla vicenda, anzi solo una finestrella minuscola su uno scenario enorme.
Sicuramente non originalissimo come incipit narrativo, né è originale il suo mix politico-divino, già visto in FFTactics per dirne uno, e in altri jrpg. Però è fatto bene ed emoziona. Persino in alcune delle (tante, a volte troppe) side quest ho vissuto scene toccanti, fondamentali per piccoli grandi dettagli di lore. Il tutto agevolato dall’enciclopedia in game, dettagliatissima, con varie pagine per ogni personaggio, cronologia con albero delle relazioni tra personaggi e con finestra sui loro pensieri personali (yes, potete “leggere la mente” di ogni personaggio in un menu, vedendo, di ognuno, cosa pensa di ogni altro personaggio del gioco, e il tutto… in base al punto narrativo cronologico preso in analisi dallo schema). È tutto bello, maturo, solido, emozionante, coinvolgente. Ma devo dire che qualcosa del modus operandi non mi ha convinto al 100%, e non saprei neanche definire con precisione cosa: forse proprio questo avere solo una piccola grande finestra su un mondo e un cast che hanno troppo “dietro le quinte”. Forse la sensazione, nonostante i tanti dati di lore e le tante cutscenes, sempre di avere solo frammentini piccoli di quella che è una vicenda con mille facce, quindi. Non so.
Lode particolare al finale: mi ha emozionato più di tutto il resto.
I personaggi main, specialmente se guardiamo gli splendidi artwork disegnati a mano, sono esteticamente molto buoni; ma tanti, troppi, troppi personaggi ricorrenti secondari sembrano usciti dall’editor con cui creano npc di GTA. Tutti sono ben scritti e ce ne sono vari che riescono ad avere un deciso impatto a schermo. Il focus della vicenda rimane abbastanza forte sul protagonista, ma c’è una maggiore coralità rispetto agli altri FF, non grande quanto quella di FFTactics, ma comunque presente.
Piccola nota: c’è del gore, Clive è un vero badass, e c’è zero spazio per buonismi. Alcune sottotrame sono delicatamente toccanti, ma richiedono un certo coinvolgimento che non tutti i giocatori sono capaci di avere.
GRAFICA/COMPARTO VISIVO: la presentazione è straordinaria. Graficamente a questo gioco non si può dire nulla. Davvero tutto bellissimo e dettagliatissimo. Lo stile grafico a volte sembra forse troppo aderente al realismo, ma proprio per questo, quando poi parte con esplosioni fantasy di colori o natura, lo stacco risalta ancora di più e diventa un’ulteriore gioia per gli occhi.
Non esiste un jrpg in cui, fermandoti al banco di un qualunque mercante, vedi davvero decine e decine di prodotti unici, tutti ultra-dettagliati, esposti nella bancarella. (chi ricorda la frutta 2D di Xeno?). E non è solo potenza vuota; FFXVI la usa per rendere un mondo vivo e credibile, estremamente affascinante. Davvero uno spettacolo incredibile. Incluso nel combat: le animazioni sono tremendamente belle e dettagliate. Non fidatevi dei video e degli screen: è un gioco da vivere a schermo. Specialmente se parliamo di combat: se guardate i video vi sembrerà inutilmente complesso, visivamente, e troppo confusionario. Niente di tutto ciò, per chi ci gioca pad alla mano.
MONDO DI GIOCO: complice anche la grafica, di cui dicevo sopra, il gioco dona tantissimi paesaggi stupendi. Davvero tantissimi. Il problema è che, data la base “realistica”, spesso il dettaglio elevato e la bellezza generale pagano di una mancata iconicità. Un bosco di FFXVI avrà una vegetazione dettagliatissima e densissima, un’illuminazione da sogno… ma non sarà MAI iconico come l’evil forest di FFIX, o il bosco Macalania di FFX. Infatti dov’è che invece c’è iconicità? Nei pochi ma sentitissimi punti in cui esplode tutto il lato fantasy del setting del gioco, come dicevo prima: osservare l’enorme montagna di cristallo azzurro alle spalle della capitale di Oriflamme dall’alto di una collina sulla distanza è unico; per non parlare dell’onda-tsunami congelata nel tempo, nelle terre del nord; o il tempio nel cuore di Testa di Drago. Ma, per quanto IMMENSAMENTE MAESTOSE, sono pochissime location (fantasy) in un mondo che per il 95% offre gli stessi panorami e la stessa architettura che si potevano trovare nel nostro Medioevo reale. Tutto bello comunque, ma io avrei calcato - e non poco – la mano sulla parte fantasy.
Il difetto enorme di questo mondo di gioco, e assolutamente inspiegabile, è farti visitare decine di villaggi ma… NESSUNA delle capitali del gioco, visibili solo dalla distanza e note per il loro ruolo narrativo. Non ha nessun senso logico. Nessuno. Non parlatemi di budget perché: 1) una mega-città non devi mica per forza renderla tutta esplorabile! Tanti jrpg, inclusi i FF, da decenni usano l’escamotage della visita ai grandi quartieri e basta; 2) bastava usare il materiale creato per quei villaggi, sommarli, e si aveva la capitale. Se prendi il mercato di Boklad e la cittadina di Dalimil, li cancelli dal gioco e li fondi, ottieni una fantastica capitale esplorabile. Bastava quindi, banalmente, togliere sti numerosi mini-centri e villaggi, e sommarli per darci le capitali; 3) alcune capitali sono state create, in verità, ma fanno solo da sede di battaglie per la main quest una sola volta, e poi non ci si può mai più tornare.
Altro difetto è il fatto che questo mondo rimane bello per poco, e anche all’inizio in realtà ha zone grigie: per motivi narrativi, per quanto bellissimo, Valisthea è morente e gradualmente tutto perisce, nella natura, e tutti i colori del gioco svaniscono. Già il sopracitato realismo dominante non è che permetta grandi giochi cromatici o di gioia… poi ci si mettono i risvolti narrativi a rendere tutto ancora più smorto coi colori. Un peccato. Perché questa condizione dura fino a fine gioco, endgame incluso, e non si possono rivedere le location nel loro splendore delle prime ore di gioco. Gli stage più belli sono nel dlc di Leviathan, che infatti bypassa tutte queste regole e offre una regione coloratissima e piena di elementi fantasy.
Grande cura agli npc, animati da dio, dinamici: entri nel villaggio e c’è il carpentiere che trasporta sacchi, lo schiavo che usa la magia per congelare la carne del mercato, i venditori che urlano, i soldati che discutono, la gente che mangia e beve alle locande, ecc tutto in maniera molto credibile. Che è forse la base per grossi wrpg come The Witcher (non so, ma immagino), ma veramente rarissimo per i jrpg, invece da sempre molto più stilizzati su questo genere di rappresentazioni. I dialoghi a suddetti npc variano col proseguire della trama, e non poche volte. Insomma: tanta cura.
GAMEPLAY: in questo gioco si esplora e combatte. Nient’altro. L’esplorazione nei centri abitati è gratificante e coinvolgente; quella nei field è coinvolgente per la bellezza del mondo di gioco e la cura visiva, ma spesso poco gratificante perché i segreti da scoprire sono prossimi allo zero. Nessuno scrigno che valga la pena cercare, nessuna location da cui non saremmo comunque passati attraverso side quest, niente. Ciononostante io ho esplorato tutto con grande piacere, al solo scopo di godermi l’immersione totale. Anche perché (e qui veniamo al combat): combattere non stanca mai. Clive ha un moveset divertentissimo e fighissimo, in continua crescita durante il gioco, che permette battaglie spettacolari, specialmente coi boss, spesso enormi e animati divinamente. Non ho davvero nessuna critica particolare da fare al combat: una gioia per gli occhi, un gran divertimento tra le mani, easy to learn hard to master. Forse si poteva aumentare un po’ la difficoltà, ma non ho riscontrato quella facilità così estrema da essere fastidiosa per l’esperienza, come invece altri hanno segnalato. È facile, sì, non lo nego, ma non più di altri giochi o FF stessi mainstream. Io qualche game over l’ho fatto: da premettere che ero sempre per il risparmio di pozioni, e quindi preferivo non usarle, ma ho incappato almeno in una decina di gamer over. Anche di più se contiamo le side quest finali. Facile sì ma non in maniera fastidiosa, imho, e anche i più grandi FF di successo, spesso, non è che richiedessero grande sforzo.
La main quest è lineare, ma il gioco ti lascia quasi sempre la scelta di dedicarti al backtracking o alle secondarie, prontamente segnalate sulla mappa. Infatti è impossibile missare qualcosa. Il gioco è molto chiaro e diretto. Comodo, diciamo, ma in questo forse un po’ pigro.
La parte unica e assolutamente sopra le righe sono la manciata di boss fight sotto forma di Eikon: lì si raggiungono vette di epicità pazzesche, e non crederete ai vostri occhi. Molto scriptate, e poche di numero, servono a veicolare tutta l’epicità di questi grandi momenti narrativi, senza nulla togliere alle boss fight classiche, in forma umana, che saranno numerosissime, non temete.
In particolare l’eikon fight con Leviathan (ahimé, nel dlc) è stata la boss fight più epica che io abbia mai giocato, forse, in 30 anni di gaming, o sicuramente tra le più epiche. Quando ho visto l’onda Maremoto di Leviathan alzarsi in real time su di me, alta come un grattacielo, avevo la mascella a terra. Poi l’OST in quella boss fight… dio mio…
Le side quest al nocciolo son quasi tutte fetch quest, o cacce di mostri secondari, che fungono da scusa per: 1) farci esplorare parti di mondo non toccate a pieno dalla main quest; 2) raccontarci dettagli della lore e toccanti sottotrame, a volte su npc qualunque, altre volte su side characters degni di nota.
OST/SONORO: anche qui non c’è “l’iconicità” di un Uematsu, e neanche la magia di un Sakimoto, ma non posso dire di questa OST solo “ok”. È un’ottima OST, che sa gasare, emozionare, commuovere, e che infatti riascolterò nel tempo. Pagano forse le tracce “ambient” nei field: belle… bellissime davvero, ma mancano un po’ di quella memorabilità, non so perché, tipica del resto della saga. È ottima, anche eccellente. In alcuni momenti fa metà del lavoro, in maniera encomiabile. Gli manca solo quell’orecchiabilità da riascolto nei decenni, tipica invece di melodie più “semplici” come quelle di Uematsu. Ci tenevo a ripeterlo. Una grande ost, tirando le somme.
Effetti sonori eccellenti.
LONGEVITA’: tipicamente, i jrpg a combat action durano un po’ meno di quelli a turni, perché hanno meno tempi morti, invece, con mia grande sorpresa, FFXVI dura un gran bel po’ se non si ignora tutto ciò che è fuori dalla linea A-B che conduce al finale. Abbastanza corposo. Si tratta infatti di una lunga avventura con addirittura due enormi time skip narrativi: Clive ha 15 anni nel prologo brevissimo, poi 28 per la prima metà di gioco, e 32 nella seconda metà.
Come anticipato, è un jrpg atipico (ma meno di quanto credessi), un FF atipico (ma meno di FFXV), e non saprei dire “quanto FF” sia. Ormai è una cosa così vaga e sfumata, che discuterne neanche ha più senso. Con altre IP avrebbe senso, ma con FF è stato rivoluzionato tutto così tante volte, che ormai NON ESISTE, purtroppo, una definizione di cosa è FF. È un jrpg questo FFXVI? Sì, certamente, ed è di un’ignoranza paurosa (o stupidità, o spesso per semplice hating) l’insieme di persone che lo negano: cestinate immediatamente ogni commento troglodita che scrive che questo è “DMC”. Ha un lato gestionale, tipico soprattutto dei jrpg a turni, profondo e dettagliato? No. Come in quasi tutti gli action jrpg, conta come muovi il personaggio, e poco altro: non ci sono status (degni di nota), o elementi, o profondità nell’equip, ma sembra che nessuno dei criticoni abbia mai giocato action jrpg in vita sua. Di FF classico cosa si potrebbe dire che abbia, visto che sicuramente non è il combat? Il focus narrativo fortissimo, i classici ritorni di personaggi, bestiario, e immaginario (c’è Cid, ci sono i Piros, i Molboro, i Goblin, ci sono i cristalli centralissimi alla vicenda, ci sono le summon, si possono cavalcare i chocobo, ecc) come elementi singoli presi a sé. Se invece parliamo di sensazioni… sapete cosa? Non ne parliamo. Perché non serve. Quelle sono soggettive ed è quindi inutile intentarci un qualsiasi discorso sensato: per qualcuno già FFVII non era FF, per altri il X, il XII, il XIII, l’XI con la sua svolta online, o il XV per la svolta action, per altri il XVI… Arrivati a sto punto anche chissenefrega. Ormai FF va atteso per esperienza jrpg AAA come non ce ne sono altre sul panorama (FF, ad oggi e negli ultimi 15 anni, è letteralmente l’UNICO jrpg a budget AAA), con tutto quello che vuole offrire. Un giorno torneranno a farne uno classicissimo e a turni? Boh, possibile. Ma non mi meraviglierei neanche del contrario. Io ho abbandonato già da anni e anni l’idea fissa di un FF “come dico io”. Non c’è neanche più un director o team fisso, quindi davvero ogni nuovo capitolo è la reinterpretazione dell’IP. Ognuno può avere dei limiti PERSONALI, che però non deve imporre come oggettivi.
Dunque, bypassati sti discorsi ormai inutili su cosa sia FF o meno, il gioco va preso per quello che è. Ed è un’esperienza enorme, curatissima, emozionante, fatta anche col cuore, e per me un gioco promossissimo.
L’ho giocato subito dopo Metaphor e penso che siano due jrpg praticamente quasi opposti: dove uno brilla, l’altro meno, e viceversa. Un jrpg perfetto me l’immagino come un mix delle forze di Metaphor con quelle di FFXVI. E insieme a Unicorn Overlord, ho il mio trio che, pari merito, siede sul trono di jrpg della gen, per me. FORSE Unicorn leggermente sopra gli altri due. Ma si tratta solo di gusti personali, in quanto penso che, al contrario, FFXVI gli sia superiore come prodotto.
CONSIDERAZIONI GENERALI:
Se non vi è piaciuto sto gioco, avete un bidone al posto del cuore.
Se pensate non sia un jrpg, siete ignoranti.
Se pensate non sia FF, avete un pensiero legittimo, che condivido solo a metà, e su cui vi incoraggerei a sorvolare, perché non bisogna farsi fottere dalle aspettative: una volta superato e accettato il fatto che un prodotto non sia del modo che immaginavate/speravate voi, resta il prodotto in sé per quello che invece è e che vuole offrire. Avvicinatecivi per quello e nient’altro. Anche perché, ok è un jrpg atipico, ma non è che l’abbiano trasformato in un simulatore di supermercato; rimane un jrpg story-driven come è sempre stato.
Viste le vendite buone ma apparentemente non esaltanti, non so cosa ne sarà del futuro della serie. Da un lato mi dispiace tantissimo se abbassano il budget, perché FFXVI lo usa nel modo giusto, facendo della sua presentazione e spettacolarità un’arma in più nel coinvolgimento e nella costruzione del mondo di gioco. Elementi che nessun jrpg ha. Credetemi: passare dalle foreste brutte per una PS2 viste in Metaphor alla bellissima luce che penetrava le fronde rigogliose nei boschetti di FFXVI è stata una boccata d’aria fortissima. D’altro canto, magari, ridimensionare UN PO’ il budget potrebbe riportarci a un’esperienza un po’ più classica. Sono aperto al nuovo, e ho infatti amato questo gioco, ma anche io preferirei dopo tantissimi anni rivedere finalmente un FF che strizzi l’occhio all’era PS1-PS2.
Qualsiasi cosa faranno, la mia fiducia nel brand si sta rivitalizzando non poco. E attendo un remaster di FFXIII, pronto a rivalutarlo in positivo (per con tutti i difetti che ha e restano). Una cosa è certa: come dicevo a inizio post, ho smesso definitivamente di settarmi precise aspettative personali su “come” debba essere il prossimo FF. Quel che vorranno offrire, sarà. Certo se superano grossi limiti, anche per me ci sarà un passo indietro, ma finché faranno quantomeno jrpg, sono pronto a scoprire cos’hanno in serbo, con mentalità aperta.
VOTO: non lo so ma è stato bellissimo.
PS: ho fatto centinaia di screenshot con la bella photomode, robe da mani nei capelli dalla bellezza.