primo impatto positivissimo. chiaramente è solo un primo approccio, ma un po' temevo che l'impatto con lo stile quasi fiabesco potesse leggermente pesarmi oggi, rispetto a quando ho iniziato a leggerlo da coetaneo di harry e compagni
invece il libro torna a prenderti per mano, laddove si tratti pur solo di una fase introduttiva. chiaramente humour e stile british restano percepibilissimi.
la costruzione che si da ai dursley è fondamentale per capire motivo ed entità della gioia di harry quando più avanti troverà una vera casa.
zio vernon è un uomo comune di una famiglia perfettamente normale in un mondo che disapprova stranezze di ogni sorta. buffo che sotto quella maschera di bigottismo i più strani siano effettivamente proprio loro
ed è proprio con loro che la rowling lancia le prime critiche, tra le persone vestite in modo stravagante, ed i peggiori sono i giovani!, e anziani sconosciuti che ti abbracciano
da contraltare, un silenzioso moto di festa che si percepisce distintamente, e che il film purtroppo ignora del tutto, così come la prima parte di caratterizzazione degli zii.
ma veniamo a noi. a privet drive arriva silente, con uno strumento bizzarro la cui storia ed utilità sembra esaurirsi qui, e invece..
tra le altre cose, un appunto generale: qui viene citato IL giovane, tale dedalus (in quest'edizione diggle, ma forse era diverso in precedenza, mi sfugge ora), più avanti uno stringimano seriale, e altre cose. non tutto ai grandi fini di trama ha chissà che rilevanza, ma nel mondo costruito dall'autrice poco viene detto tanto per, quindi
fate attenzione alle piccole cose.
detto questo, il capitolo chiude come rappresentato poi anche nel film, ma non mi sarebbe dispiaciuto vedere questa maggior contestualizzazione della situazione in apertura.
magari un giorno, se e mai faranno la serie tv
ah, il discorso su dudley che pesta la madre fa sorridere anche me, ma è chiaro vada intesa tutta come folle caratterizzazione della famiglia