Riflessione Il completismo, il platino e dintorni

  • Autore discussione Autore discussione thyo85
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Mi permetto di chiedere qualcosa, di intavolare una discussione.

Rientrato da poco nel mondo videoloudico, dopo tanti anni di pausa tra il 2004 e il 2017, pur conoscendolo, recupero prima una Ps3 usata e poi una Ps4, con cui nel poco tempo possibile sto recuperando i migliori giochi usciti e da poco ho vissuto Death Stranding in contemporanea, per la prima volta dall'adolescenza, con soddisfazione.

Nel "rientrare" nel mondo e leggerne le discussioni, mi chiedo da tempo qualcosa sul tema "platinare" declinato in tutto il mondo achievements.

Mia premessa: non me ne frega niente, gioco per finire il gioco.

Mia domanda: ma quanto è "collezionismo" e quanto è piacere il platinare? Ci riflettevo su un paio di giochi che ho giocato (non li nomino per non far scivolare in discussioni su quel singolo gioco, che non è il focus) e leggevo di post di utenti sfiancati, di noia per raggiungere l'ultimo obiettivo per il platino, di persone con 200, 300 ore di giochi completati e sviscerati in ogni angolo.

Che ci sta, non è il male e che sta anche nella libertà di averne il tempo, eppure mi chiedo quanto non sia fine a sè stesso.

Non parlo di difficoltà, esempio, faccio The Last of Us a livello normale, poi un mese prima del due provo a rifarlo magari a difficile o leggendario, per riviverlo e sfidarlo ora lo conosco.

Parlo magari di open world dove il platino di un gioco sta nella ricerca di 40 collezionabili strani, nel terminare il gioco senza un'arma, nel sbloccare ognuno dei 140 estratti di diario e perdere per dire 5 ore per trovare l'ultimo, da 139 a 140, con gioco finito da un mese.

Escludendo di fare questo "platinamento" con guide, il fatto di dedicare così tanto tempo, quasi più di quell'avventura di 15, 30 o 40 ore pensate, per il solo raggiungimento di sterili obiettivi fini a sè stessi, a cosa porta? Soddisfazione? Frustazione? Sembra di doverlo fare? 

Così, fatemi sapere :-)

 
Ultima modifica da un moderatore:
Per alcuni porta ossioticina (DS docet :asd: ). E' un discorso soggettivo, qualcuno ricava soddisfazione dall'esibire la lista trofei, qualcun altro dal completare un gioco in ogni suo aspetto al di là dei trofei (ed anche se i trofei non ci sono), altri ancora non danno alcun peso alla cosa.

Personalmente se un gioco mi piace molto cerco di finirlo al 100%, il che di solito implica il trofeo di platino se si tratta digiochi PS, ma è un qualcosa con radici più profonde dei trofei, lo facevo anche prima che esistessero (ed anzi all'epoca dava più soddisfazione, perché questo obiettivi celavano sbloccabili).

 
Occhio, giusto per: il mio è un discorso diverso dal "finire il gioco al livello più complesso esplorando ogni mappa" (o declinato per strategici, platform ecc).

Ma su infinite liste di trofei (ma che ci sono anche sulle altre piattaforme eh, mica solo su Playstation) che possono essere "finisci il gioco 3 volte" "trova i 50 pezzi del puzzle nascosti nelle mappe" "finisci senza uccidere nemmeno xx" "potenzia ogni arma classe build al massimo" ; insomma tutti quelli che sono obiettivi extra il completare il gioco.

Banalmente, finito God of War al livello desiderato in base a tempo/voglia di sfida, tolto il discorso "me lo rigioco quanto è bello" sto intendendo tutte quelle dinamiche che leggo nei post per cui "lo rifaccio per trovare i 51 pezzi del o gli 11 punti di" a mio parere, non mi aggiunge niente in termini di sfida / trama / piacere.

Se ad esempio il modo più ovvio di fare platino a Detroit Become Human fosse "sblocca tutti i percorsi" potrei trovarlo sensato, sviscerare tutto il gioco (non lo so eh).

Se ci fosse invece uno strategico e l'ultimo obiettivo fosse "combatti almeno 4 campagne o 1500 missioni" quando magari con 3 o 400 li finisci, ecco che ricadiamo nel mio ragionamento di completismo un pò fine a sè stesso.

Un pò ci rientra anche Ds, che non volevo citare in fondo, ma in cui ad esempio voler raggiungere OGNI obiettivo credo possa aggiungere un fattore ripetizione / noia ad un gioco che si muove su equilibri sottili.

 
Non me ne frega una mazza, ogni tanto mi capita di platinare giochi che mi sono piaciuti veramente tanto ma niente di più...

 
Occhio, giusto per: il mio è un discorso diverso dal "finire il gioco al livello più complesso esplorando ogni mappa" (o declinato per strategici, platform ecc).

Ma su infinite liste di trofei (ma che ci sono anche sulle altre piattaforme eh, mica solo su Playstation) che possono essere "finisci il gioco 3 volte" "trova i 50 pezzi del puzzle nascosti nelle mappe" "finisci senza uccidere nemmeno xx" "potenzia ogni arma classe build al massimo" ; insomma tutti quelli che sono obiettivi extra il completare il gioco.

Banalmente, finito God of War al livello desiderato in base a tempo/voglia di sfida, tolto il discorso "me lo rigioco quanto è bello" sto intendendo tutte quelle dinamiche che leggo nei post per cui "lo rifaccio per trovare i 51 pezzi del o gli 11 punti di" a mio parere, non mi aggiunge niente in termini di sfida / trama / piacere.

Se ad esempio il modo più ovvio di fare platino a Detroit Become Human fosse "sblocca tutti i percorsi" potrei trovarlo sensato, sviscerare tutto il gioco (non lo so eh).

Se ci fosse invece uno strategico e l'ultimo obiettivo fosse "combatti almeno 4 campagne o 1500 missioni" quando magari con 3 o 400 li finisci, ecco che ricadiamo nel mio ragionamento di completismo un pò fine a sè stesso.

Un pò ci rientra anche Ds, che non volevo citare in fondo, ma in cui ad esempio voler raggiungere OGNI obiettivo credo possa aggiungere un fattore ripetizione / noia ad un gioco che si muove su equilibri sottili.
Intendevo proprio questo, i collezionabili sono parte del 100% quindi quando intendevo che se un gioco mi piace provoa finirlo la 100% volevo dire che cerco anche i collezionabili. Ma è una cosa che faccio raramente.

 
non mi interessa dare una valutazione generale, anche perchè non sono nella testa degli altri, quindi mi limito a parlare della mia esperienza.

me ne frego di trofei e completismo, un gioco per me finisce quando smetto di trarne godimento. a volte ciò comporta completarlo, altre volte, per incapacità o per scelta, mi fermo molto molto prima.

anche di trofei "facili" mi interessa pochissimo... se non sbaglio ad esempio nell' ultimo spiderman c'erano 20 laboratori? bene, all' inizio mi piacevano molto, poi ho perso interesse e mi sono fermato a 19 completati, ad uno dal trofeo (o erano 30 e mi sono fermato a 29, ora non ricordo il numero preciso, ricordo con certezza  che me ne mancava solo uno).

leggo però con interesse la lista dei trofei, a volte possono anche suggerire possibilità di gameplay che non avevo considerato

 
Ultima modifica da un moderatore:
Tutto dipende da come si vive la questione achievement/trofei.

Io lo vedo in diversi modi,per me sono un'opportunità per spolpare per bene il gioco,una sfida in più per far durare maggiormente giochi che altrimenti durerebbero molto meno.

Sono una persona che fa gli achievements,ma solo per quei giochi che siano decenti e dove io provo piacere nel giocarci.

Non sono il tipo da,mi compro il gioco di schifo pur di avere i 1000 punti oppure se il gioco è orribile non sento di giocarlo per forza per fare gli obiettivi,semplicemente si finisce e bon.

 
Giocando primariamente su console Nintendo, trovare la "lista della spesa" con tutti gli Achievment da completare è qualche cosa che mi capita di rado... ci sarebbe un discorso un po' più grande da fare però in breve, non mi piacciono quando i trofei diventano sostitutivi di ricompense in-game, per esempio la sfida che hai proposto in prima pagina "Finisci il titolo usando una sola arma" che può essere applicata in contesti arcade, potrebbe essere si interessante ma se la ricompensa è solo un messaggio testuale, senza nessuna cosa di tangibile in-game, mi sembra solo un modo pigro per gli sviluppatori di mettere ricompense senza perderci troppo tempo. Invece apprezzo quando questo genere di sfide portano a sbloccare qualche contenuto, anche il più banale possibile come una skin diversa per tale arma.

Tornando alla questione principale la maggior parte dei titoli che gioco cerco di completarli al 100%, per diversi motivi, quello principale però è che se un gioco mi piace, voglio approfondirlo il più possibile, alcuni mi dispiace finirli proprio perchè una volta fatto tutto, non ho più incentivi a giocarli. Non lo faccio per sbandierare al pubblico la mia impresa, ma è più a livello personale di sentirmi soddisfatto di aver compiuto tutto ciò che gli sviluppatori avevano in mente nello sviluppo del titolo... è un paragone un po' forzato ma è come quando leggi il Signore degli Anelli e e siccome ti ha appassionato, vai a comprare anche Lo Hobbit per poter approfondire ulteriormente il mondo di Tolkien

 
Personalmente trovo il sistema dei trofei un “di più” molto gradito e spesso, per giochi che mi piacciono, trovo stimolante e divertente cercare di platinarli, specialmente quando ci sono liste ben strutturate con trofei particolari da sbloccare, che magari richiedono soluzioni di gameplay originali o altre cose simili.

Comunque dopo due generazioni e tipo 12/13 anni da quando sono comparsi i trofei, ho appena 40 platini, sbloccati giusto per giochi a cui ho tenuto particolarmente (fare il 100% diventa una soddisfazione ulteriore) o comunque con liste trofei stimolanti e non noiose. Mai giocato un gioco esclusivamente per i trofei o perché avesse una lista facile, me ne frega zero di rimpinguare la mia collezione personale

Quindi, personalmente trovo il sistema dei trofei un qualcosa in più che spesso ti consente di divertiti di più con giochi che ti piacciono e perfino aumentarne la longevità in alcuni casi, nella peggiore delle ipotesi ti ritrovo una lista di cose da fare che puoi anche non toccare se non ti interessa ma che non fa nessun “danno” ad essere lì, quindi non capisco i discorsi che spesso leggo su quanto i trofei siano il male e vadano eliminati. A me non interessa collezionarli o sfoggiarli, ma non ho nulla contro i c.d. “trophy hunters”, di gente fissata con il completismo cronico ce n’è sempre stata in fin dei conti, fintanto che non si arriva ovviamente all’opposto estremo (tipo quei soggetti che non comprano un gioco con il platino difficile, ecc..)


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Ho platinato solo i giochi dove non c'è stato troppo sbattimento, roba che completando normalmente avrei raggiunto il 90% dei trofei minimo. Ma sto considerando l'idea di non platinare più nulla, più vado avanti e più mi rendo conto che anche quei platini semplicissimi siano solo tempo inutile, anzi lo considero proprio deleterio e se fosse per me dovrebbero sparire dalla faccia della terra. Sono un sistema scemo per gratificare il cliente, veramente fine a se stesso. Un sistema di classificazione basato sul niente, come se reiterare azioni sceme fosse indice di qualche tipo di completismo.

 
Ad oggi sono delle boiate e basta, se avessero ricompense tangibili in game, o un qualsiasi altro tipo di ricompensa li capirei pure, per ora mi sembrano checklist inutili e non capisco neanche come si possa provare soddisfazione a sbloccare delle scritte :asd:

Devo dire però che magari qualche achievement più creativo è pure simpatico da trovare, ma diciamo che il 99% sono "finisci il gioco così/completa la sidequest" e basta

 
Mi permetto di chiedere qualcosa, di intavolare una discussione.

Rientrato da poco nel mondo videoloudico, dopo tanti anni di pausa tra il 2004 e il 2017, pur conoscendolo, recupero prima una Ps3 usata e poi una Ps4, con cui nel poco tempo possibile sto recuperando i migliori giochi usciti e da poco ho vissuto Death Stranding in contemporanea, per la prima volta dall'adolescenza, con soddisfazione.

Nel "rientrare" nel mondo e leggerne le discussioni, mi chiedo da tempo qualcosa sul tema "platinare" declinato in tutto il mondo achievements.

Mia premessa: non me ne frega niente, gioco per finire il gioco.

Mia domanda: ma quanto è "collezionismo" e quanto è piacere il platinare? Ci riflettevo su un paio di giochi che ho giocato (non li nomino per non far scivolare in discussioni su quel singolo gioco, che non è il focus) e leggevo di post di utenti sfiancati, di noia per raggiungere l'ultimo obiettivo per il platino, di persone con 200, 300 ore di giochi completati e sviscerati in ogni angolo.

Che ci sta, non è il male e che sta anche nella libertà di averne il tempo, eppure mi chiedo quanto non sia fine a sè stesso.

Non parlo di difficoltà, esempio, faccio The Last of Us a livello normale, poi un mese prima del due provo a rifarlo magari a difficile o leggendario, per riviverlo e sfidarlo ora lo conosco.

Parlo magari di open world dove il platino di un gioco sta nella ricerca di 40 collezionabili strani, nel terminare il gioco senza un'arma, nel sbloccare ognuno dei 140 estratti di diario e perdere per dire 5 ore per trovare l'ultimo, da 139 a 140, con gioco finito da un mese.

Escludendo di fare questo "platinamento" con guide, il fatto di dedicare così tanto tempo, quasi più di quell'avventura di 15, 30 o 40 ore pensate, per il solo raggiungimento di sterili obiettivi fini a sè stessi, a cosa porta? Soddisfazione? Frustazione? Sembra di doverlo fare? 

Così, fatemi sapere :-)
Senza leggere gli altri commenti, ti dico solo che io ho platinato solo un titolo: Game of Thrones, più che altro perché si platinava da solo. Me ne sono accorto anni dopo, guardando per curiosità qual era la percentuale più alta. Mi è dispiaciuto, perché secondo me quella del platino è un'orribile invenzione. Una volta era fantastico finire un gioco in modalità diverse, perché sbloccavi modalità aggiuntive, equip fighi, costumi... Ora miri alla percentuale. Non so gli altri, ma io sono molto triste per questo. Ok che è una cosa in più, ok che a volte devi fare cose interessante per ottenere i trofei, ma l'atteggiamento giusto e sano, secondo me, è quello di evitare il platino anche se ho una percentuale, in quel gioco, del 99% e mi si chiede di fare qualcosa di veramente stupido o comunque noioso per arrivare al 100%. Anche se è il  gioco più bello del mondo. Non sopporto quelli che dicono che un gioco non lo finisci se non lo platini. Ok, ora leggiamo gli altri commenti :asd:

 
Ultima modifica da un moderatore:
 Una volta era fantastico finire un gioco in modalità diverse, perché sbloccavi modalità aggiuntive, equip fighi, costumi... Ora miri alla percentuale. 
Veramente queste cose ci sono ancora eh, non è che sono sparite.

Recentemente ho giocato Death Stranding e RE2, entrambi titoli che ricompensano notevolmente il giocatore completista con unlock in-game costanti, la situazione non mi sembra tanto diversa rispetto al passato e se lo è la colpa non è di certo dei trofei (un sistema che anche prima della scorsa gen si ritrovava comunque spesso implementato internamente a molti giochi). In passato probabilmente si tendeva ad inserire più extra o modalità aggiuntive per compensare la minor "grandezza" dei giochi, che molto spesso duravano neanche 10 ore e il replay value era l'unica cosa in grado di non farti abbandonare il gioco. Oggi giochi corti o lineari non sono più visti di buon occhio, la tendenza a fare giochi più grossi (spesso open world) e con ore di contenuti triplicate se non oltre rispetto al passato ha un po' tolto importanza a queste forme di rigiocabilità (seppur, come dicevo, non siano scomparse, anzi)

 
Veramente queste cose ci sono ancora eh, non è che sono sparite.

Recentemente ho giocato Death Stranding e RE2, entrambi titoli che ricompensano notevolmente il giocatore completista con unlock in-game costanti, la situazione non mi sembra tanto diversa rispetto al passato e se lo è la colpa non è di certo dei trofei (un sistema che anche prima della scorsa gen si ritrovava comunque spesso implementato internamente a molti giochi). In passato probabilmente si tendeva ad inserire più extra o modalità aggiuntive per compensare la minor "grandezza" dei giochi, che molto spesso duravano neanche 10 ore e il replay value era l'unica cosa in grado di non farti abbandonare il gioco. Oggi giochi corti o lineari non sono più visti di buon occhio, la tendenza a fare giochi più grossi (spesso open world) e con ore di contenuti triplicate se non oltre rispetto al passato ha un po' tolto importanza a queste forme di rigiocabilità (seppur, come dicevo, non siano scomparse, anzi)
Non sto dicendo che le due cose siano collegate, ma che oggi la tendenza è questa. Ci sono pure oggi sbloccabili interessanti, ma in misura minore rispetto al passato

 
Io sono uno che ha sempre esplorato ogni aspetto di un videogioco: non li compro mai quando escono (3 sole eccezioni in tutta la mia lunghissima carriera), quindi quello che compro so perfettamente che mi piace e che voglio spolparlo per bene. Sono uno dei pazzi che si è cercato 900 semi korogu in zelda da solo per esempio, e non mi sono annoiato. Mi piace riporre nello scaffalebun gioco sapendo che non ha più niente da offrirmi. Per come sono fatto io il platino è una conseguenza e non una ricerca, e nella stragrande maggioranza dei casi, una volta che ho completato un gioco come dico io, o ho il platino o sono al 90% per ottenerlo. A quel punto di solito mi spingo per ottenerlo (difatti ne ho 74), ma non è mai stata una forzatura, solo un premio grafico per il mio giocare normalmente. Penso di questi 74 solo 4/5 mi hanno richiesto un'azione che non avrei fatto da solo, e a quel punto ho fatto un piccolo sforzo, anche per soddisfazione personale. Certo, poi il platino di gta v col piffero, non mi sono messo a giocare online solo per ottenerlo. Ti dirò: spesso gioco con le notifiche dei trofei disattivate :asd: . Però ecco, per il videogiocatore che sono il platino è automatico. Mi piace molto l'idea dei trofei comunque, la accolsi volentieri

 
Nessuna generalizzazione riguardo al completismo sarebbe più fedele per me di dire: per ogni gioco ho il mio 100%, strettamente contestuale; se il platino coincide con questo 100% ben venga, ma non è condizione necessaria; spesso mi fermo prima, talvolta vado oltre.

In maniera molto simile a come ha detto wmario, per quanto mi riguarda, prima di riporre un gioco nello scaffale, devo aver esaurito il mio grado di "soddisfazione personale" riguardo quel titolo; devo essere arrivato a dire "ok sono soddisfatto". Non esausto, ma soddisfatto. Quindi se vedo che qualcosa mi porterebbe a nausearmi del gioco, come qualche platino eccessivamente oneroso, lascio perdere senza problemi.

Ci sono giochi per i quali mi sono "sforzato" più di altri per godermi quel 100%, ma solo perché corrispondeva al mio; altri in cui mi sono fermato ad un passo dalla fine, perché magari quel singolo o quel paio di trofei mancanti rischiavano di compromettere la mia esperienza complessiva.

Ci sono sicuramente trofei che possono essere un'occasione di sperimentare, ma mi capita di trovare molto più spesso questa condizione nei requisiti di ranking del gioco stesso (se presenti) o in imposizioni personali, piuttosto che in liste esterne. Del resto il mio approccio al 100% è assolutamente invariabile anche con i giochi nintendo, come controprova a me stesso della mia coerenza interna.

Del resto però è giusto così...in fondo, non è il completismo di per sé qualcosa di assolutamente fine a sé stesso? Che farcene di un salvataggio con un numero di ore a 3 cifre? Del party di un jrpg con tutte le stat al posto giusto? Di un personaggio invincibile? Di una lista di equipaggiamenti completa? In fondo tutto questo non è altro che parte della gratificazione soggettiva del "giocare". Le liste trofei semplicemente provano ad avere la pretesa di universalizzare e rendere numerici dei parametri che magari prima non lo erano; resta al giocatore la capacità e il senso critico di accettare o ignorare questa "proposta" (che è senza dubbio "invadente", ma sempre tale resta).

 
E' qualcosa che esiste dall'alba dei tempi, posso dire che "platinavo" quando compilavo il grillario di KH o completavo le gare di gran turismo pure delle vetture che non mi piacevano. Con la PS3 semplicemente questo "modus operandi" è stato furbescamente incanalato da immagini, barrette, scambi sociali che hanno creato il fenomeno del "platinare" (perchè il "millare" di MS non tira). Spesso poi come si diceva sbloccare trofei può essere uno stimolo ad approcciare il gioco in maniera diversa e porta a scoprire qualcosa di nuovo. Nel complesso li trovo un'ottima innovazione, e quasi sempre prima di iniziare un gioco che li supporta guardo la lista e provo a capire cosa è fattibile fare e cosa no.

Ai tempi di PS3, dove avevo meno giochi e più tempo, ci tenevo abbastanza. Ora che ho più giochi e meno tempo, è raro che mi intestardisca a finirli quando l'impresa mi sembra lunga e tediosa. L'ho fatto con giochi a cui tenevo particolarmente tipo Death Stranding, in un periodo in cui avevo tempo, e penso di farlo anche con Mario Odyssey anche se non ha un vero e proprio platino. Ora come ora sono "contento" di aver completato certi titoli. Ma ho pure giochi che ho adorato con % di trofei bassissime, o perchè desidero ritornarci in seguito, o perchè semplicemente non voglio forzare la mano più del dovuto e rischiare di mandarmi qualcosa di traverso. E ho pure cessi inenarrabili col 100%, ma giusto perchè mi infastidiva lasciarli così, a poco sforzo dalla fine pur se si trattava di allungare un pochino l'esperienza negativa.

Platinare è la pura soddisfazione di dire "sì, ho finito il gioco". E' semplicemente lo step successivo al vedere i titoli di coda anche se il gioco si fa un po' moscio. Spesso sono attività fini a sè stesse, che in piccole dosi sono accettabili, ad alte dosi diventano tediose. Mollare un gioco prima di averne finito tutto ciò che è fattibile "senza grossi sforzi" mi dispiace, ma di ammazzarmi più di tanto per il semplice trofeo mi sconquiffera poco. Sono oramai un pigro completista, che si inventa molte scuse per passare presto al prossimo gioco poco dopo i titoli di coda, e non rimanere impantanato più del necessario per attività fini. Però sbloccare i trofei e vedere la barra di completamento riempirsi è sempre gratificante, inutile girarci attorno.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Ho platinato solo l’ultimo God of War perché il platino non solo è facile ma è sensato. La loro presenza non pregiudica il modo in cui vivo l’esperienza, se vedo che è fattibile ci provo, se mi stanco o ha obiettivi improponibili lascio stare. Senza frustrazione o altro. Vanno presi per quello che sono, un plus all’esperienza, non una parte integrante di essa.

 
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