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Gli do un bel 9: il solito Nolan che ho imparato ad amare, semplice ma complesso al tempo stesso.
Ottima sceneggiatura, visionario ma non pacchiano, effetti speciali misurati: con un soggetto del genere c'era il rischio di lasciarsi prendere la mano, commettendo lo stesso errore dei protagonisti.
Fortuna che Nolan non perde mai di vista il proprio totem.
Finalmente l'ho visto anch'io, e gli do un 10. Sarà che sono ancora " a caldo", ma non riesco a trovargli un difetto. Concordo con quanto scritto sopra, Nolan riesce a rendere bene la complessità della trama senza sfociare nel pacchiano, sia a livello visivo che a livello narrativo, il film è crudelmente logico, nei suoi parametri. Il rischio, drammatico, era quello che il film si piegasse su se stesso fino a diventare stucchevole e improbabile, invece mantiene sempre un rigore ferreo, nonostante l'astrattezza, infatti, la trama è coinvolgente e semplice da seguire. Ovviamente necessita di una seconda, ma anche una terza visione per essere compreso a pieno, ma sarà un piacere perché ne vale proprio la pena.
Attori tutti perfettamente calati nella parte, Di Caprio compreso, che, stranamente, in questo film ho apprezzato, ma particolarmente buone le due protagoniste femminili e Tom Hardy (Eames). Regia, come al solito, praticamente perfetta di Nolan. Musiche adattissime al contesto. Ritmo sostenuto, senza cali, quasi frenetico, le due ore e mezza volano letteralmente, trasmette adrenalina dalla prima all'ultima inquadratura.
Ripeto, 10, scala la classifica dei miei film preferiti, e sono convinto che le visioni future non potranno che migliorare la mia impressione.
Visto la scorsa settimana. Un bel film ma mi aspettavo più coraggio da parte di Nolan per quanto riguarda la fotografia e alcune scelte stilistiche. Poteva dirigersi verso immagini più forti e affascinanti e invece abbiamo di fronte scenari fin troppo "accettabili" per i nostri occhi. Un sogno canonico insomma, si poteva fare di più da questo punto di vista. Per il resto la regia è pregevole, come anche la sceneggiatura, solida e rigorosa.
Sono globalmente molto d'accordo con il tuo giudizio, eccetto per un paio di considerazioni.Non trovo le sceneggiature dei film di Nolan inconsistenti; o meglio, trovo che le trame in se siano sempre degli archetipi se vuoi anche banali, ma molto ben raccontati e sviluppati.
Sul pubblico medio, ho paura che non sia una semplice considerazione di Nolan: è un regista che fa film che devono ANCHE far girare dei bei soldoni, quindi la poca propensione del pubblico medio ad interpretare, anche se la cosa è decisamente chiara,o a pensare a quello che sta guardando è una realtà di fatto che Nolan, nella sua posizione attuale, deve tenere per forza in conta; ovvio che così si sfocia nel didascalismo spinto, e personalmente penso che Nolan abbia le tasche abbastanza piene di dollari da potersi permettere di abbandora qualsiasi componente diciamo "blockbusterosa" dai suoi prossimi lavori (ovvero il post Batman, magari sganciandosi dalla logica delle major).
Con inconsistenti mi riferivo al fatto che spesso e volentieri ad una seconda visione o con un po' di ragionamento ci si rende conto che non stiano granché in piedi, oltre al fatto che la presenza di dialoghi e scene così chiari ed indirizzati impedisce allo spettatore di costruire con la propria immaginazione o di tentare di leggere la mente dell'autore. Non dico di essermi aspettato un film di Lynch ma questo Inception è meno visionario di The Prestige e mi sarei aspettato che, visto il soggetto, fossero stati aggiunti elementi in grado di proporne una seconda visione ed invece, almeno nel mio caso, non è così ed accade sistematicamente con tutti i lavori di Nolan, anzi spesso e volentieri la seconda visione in tempi recenti li impoverisce perché arrivo a notare dettagli ed incongruenze che a primo impatto ho tralasciato completamente, questo perché non è bravo a scegliere/costruire sceneggiature su più piani di lettura e, visti certi temi, in questo caso c'è molto rammarico.
Con inconsistenti mi riferivo al fatto che spesso e volentieri ad una seconda visione o con un po' di ragionamento ci si rende conto che non stiano granché in piedi, oltre al fatto che la presenza di dialoghi e scene così chiari ed indirizzati impedisce allo spettatore di costruire con la propria immaginazione o di tentare di leggere la mente dell'autore. Non dico di essermi aspettato un film di Lynch ma questo Inception è meno visionario di The Prestige e mi sarei aspettato che, visto il soggetto, fossero stati aggiunti elementi in grado di proporne una seconda visione ed invece, almeno nel mio caso, non è così ed accade sistematicamente con tutti i lavori di Nolan, anzi spesso e volentieri la seconda visione in tempi recenti li impoverisce perché arrivo a notare dettagli ed incongruenze che a primo impatto ho tralasciato completamente, questo perché non è bravo a scegliere/costruire sceneggiature su più piani di lettura e, visti certi temi, in questo caso c'è molto rammarico.
Ecco, neanche io mi aspettavo Lynch ma sono d'accordo sul fatto che non si sia sperimentato per nulla o quasi. Parliamo di sogni, i piani spaziali e temporali su cui si può agire sono praticamente sconfinati e Nolan che fa? Mi propina un livello di COD sulla neve? La città devastata non basta, ci voleva un impatto più forte, visionario appunto.
Con inconsistenti mi riferivo al fatto che spesso e volentieri ad una seconda visione o con un po' di ragionamento ci si rende conto che non stiano granché in piedi, oltre al fatto che la presenza di dialoghi e scene così chiari ed indirizzati impedisce allo spettatore di costruire con la propria immaginazione o di tentare di leggere la mente dell'autore. Non dico di essermi aspettato un film di Lynch ma questo Inception è meno visionario di The Prestige e mi sarei aspettato che, visto il soggetto, fossero stati aggiunti elementi in grado di proporne una seconda visione ed invece, almeno nel mio caso, non è così ed accade sistematicamente con tutti i lavori di Nolan, anzi spesso e volentieri la seconda visione in tempi recenti li impoverisce perché arrivo a notare dettagli ed incongruenze che a primo impatto ho tralasciato completamente, questo perché non è bravo a scegliere/costruire sceneggiature su più piani di lettura e, visti certi temi, in questo caso c'è molto rammarico.
Volevo condividere con voi questa interpretazione, che potrebbe essere la piu' veritiera :
Ogni singolo momento di Inception è un sogno.
Magari tra qualche anno questa diventerà l’interpretazione ufficiale del film e ogni altra interprerazione non sarà neanche lontamente presa in considerazione. Il film lo rivela chiaramente, non nasconde mai la verità al pubblico.
Qualcuno trova l’idea narrativamente ripugnante, perchè pensa che un film in cui tutto è un sogno sia un film senza fondamenta, un film per il quale il pubblico sta perdendo il proprio tempo.
Se non fosse che questo è esattamente ciò a cui Nolan vuole andare contro. Il film è una metafora del modo in cui Nolan lavora come regista, e ciò che sta dichiarando lui ultimamente è che la catarsi interna al sogno è tanto reale quanto la catarsi della vita reale. Inception riguarda il modo di fare film, e il cinema è il sogno condiviso a cui vuole arrivare realmente in regista.
Io credo che Inception sia un sogno per il fatto che anche il concetto del sogno condiviso è un sogno. Dom Cobb non è un estrattore. Non può entrare nei sogni degli altri. Non sta lavorando per la Cobol Corporation. Ad un certo punto lo dice a se stesso, attraverso la voce di Mal, che è la proiezione del suo subconscio. Lei gli chiede quanto lui pensi che questo mondo sia reale, dato che è stato inseguito per tutto il mondo da buffoni senza un volto.
Glielo chiede nella scena che tutti noi sappiamo essere un sogno, ma Inception ci riporta a questo elemento da qualche altra parte. Il personaggio di Michael Caine implora Cobb di tornare alla realtà, di svegliarsi. Durante l’inseguimento a Mombasa, Cobb prova a scappare lungo un vicolo, e i due edifici tra i quali sta correndo si stringono sempre più verso di lui: un classico momento di ansia tipica del sogno. Quando finalmente Cobb si libera, trova il personaggio di Ken Watanabe che lo aspetta, contro ad ogni logica. A parte la logica del sogno.
Molto nel film gira intorno a due temi, elementi unici per i sognatori che possono essere utilizzati per capire se qualcuno sta sognando o se è sveglio. Il Totem di Cobb è una trottola, che gira all’infinito quando è addormentato, e il fatto che la trottola smetta di girare in molti punti nel film è visto da molti come il segno che Cobb sia sveglio durante quelle scene. Il problema però è che la trottola non sempre è il totem di Cobb: lui l’ha presa da sua moglie, che si è uccisa perchè credeva che stessero ancora vivendo in un sogno. C’è più di una lieve possibilità che lei abbia ragione – si noti infatti che quando Cobb ricorda il suo suicidio lei si trova, stranamente, seduta sul cornicione dalla parte opposta della strada rispetto alla camera che avevano affittato. Si potrebbe pensare che Mal semplicemente abbia affittato un’altra stanza dall’altra parte della strada, ma la nozione più realistica è che lui si trovi in un sogno, con il dislivello fra i due che funge da metafora per la stiuazione dei due amanti. Quando Mal salta lascia la trottola nel mondo dietro di sé, e se avesse avuto ragione sul fatto che il mondo era tutto un sogno, il fatto che questa girasse o meno sarebbe stato insignificante. E’ un costrutto da sogno in ogni caso. Non c’è alcun modo per utilizzare la trottola come prova di realtà.
Guardando il film da questa ottica è possibile vedere svelata chiaramente la logica del sogno. Come viene detto nel film, i sogni sembrano veri sul momento e solo quando sei sveglio le cose sembrano strane. Le sequenze “reali” del film sono riempite con momenti che, retrospettivamente, sembrano strani o improbabili o inspiegabili. Anche le basi alla tecnologia del sogno condiviso sono incredibilmente vaghe, e non credo sia solo perchè Nolan volesse semplificare le cose . È solo perchè la mente inconscia di Cobb inserisce elementi riempitivi a poco a poco.
C’è dell’altro, ma avrei bisogno di riguardare il film con un block notes per catturare tutte le evidenze. Il finale sembra essere senza dubbio un sogno – dalla modalità “sognante” con cui è girato e montato il film dal momento in cui Cobb si sveglia sull’aereo fino al momento in cui lui stesso torna a casa e trova i suoi bambini nella posizione esatta e con esattamente gli stessi vestiti con cui lui continuava a ricordarli. A prescindere dalla caduta o meno della trottola, Cobb sta sognando.
Il punto è che Cobb sta sognando e trova comunque la sua catarsi (il poter finalmente guardare la faccia dei propri figli). È importante realizzare che Inception non è uno sguardo autobiografico non-così-velato al modo in cui Nolan lavora. In una recente intervista, Leonardo diCaprio- che è stato un aiuto importante per Nolan nello scrivere le parti finali dello script – paragona il film NON a Matrix o a qualche altro film mentalmente intricato ma a 8 ½ di Fellini. Questa è probabilmente la seconda cosa più significativa che diCaprio abbia detto durante il tour promozionale del film, mentre la prima era che Cobb era basato su Nolan. 8 ½ è totalmente autobiografico per Fellini ed è incentrato su un regista italiano che prova a superare il suo blocco facendo un film (un film di fantascienza, tra l’altro). È un film sul “girare un film”, così come lo è Inception.
La squadra che effettua il “colpo” si può chiaramente associare ai principali componenti della produzione di un film. Cobb è il regista mentre Arthur, il ragazzo che effettua la ricerca e che predispone i luoghi in cui sognare, è il produttore. Ariadne, l’architetto dei sogni,è la sceneggiatrice – crea il mondo dentro al quale si entrerà. Eames è l’attore (è così ovvio che il personaggio si siede a un tavolino “mirrored vanity” old fashioned, di quelli che utilizzerebbero gli attori). Yusuf è il tecnico; è da ricordare che l’Oscar è arrivato dall’accademia delle Arti e delle Scienze Cinematografiche, e si richiede un buon numero di teste tecniche per far decollare un filmdel genere. Lo stesso Nolan lo ha più o meno spiegato nell’ultima parte del commento al film, dicendo “Ci sono molte similitudini impressionanti [tra quello che fa il team e il processo di creazione di un film di Hollywood]. Quando per esempio il team è fuori lungo la strada che loro stessi hanno creato, analizzandola, è esattamente identico a ciò che facciamo durante le esplorazioni tecniche quando giriamo”.
Questo lascia fuori due figure. Saito è il personaggio dei soldi, il grande uomo in giacca e cravatta a cui piace essere parte del gioco. Fischer, il bersaglio, è il pubblico. Cobb, come regista, guida Fischer attraverso un coinvolgemte stimolante ed eccitante viaggio, che lo porta a capire qualcosa su se stesso. Cobb è il regista del film a tutti gli effetti (o piuttosto la miglior versione possibile di un regista – sicuramente non un Michael Bay) che guida l’azione, lo spettacolo, ma che trasmette anche il significato, l’umanità e l’emozione.
L’aspetto “film come sogno” è parte del motivo per cui Inception mantiene il sogno così ben fondato, reale. Nel film viene spiegato che giocare troppo nel sogno mette in guardia il sognatore sulla falsità di ciò che lo circonda; questa è solo un’altra versione della sospensione di incredulità su cui tutto il film si impernia. Appena gli spettatori sono spinti fuori dal film per qualche elemento – una scena improbabile, una battuta divertente, una performance scarsa – è possiible che l’incantesimo del sogno cinematico sia completamente rotto e che essi si perdano.
Da buon regista, Cobb è anche un bravo artista, il che significa che anche quando sta creando un sogno su un inseguimento su motoslitte, porta qualcosa di se stesso al suo interno. Mal. È l’impulso autorale, il bisogno di portare i propri interessi, ossessioni e problemi dentro a un film. È ciò che i migliori registi fanno. È significativo che Nolan lo veda come una sorta di problema; sospetto che un’altro regista avrebbe assegnato a Mal la parte dell’elemento speciale che rende Cobb così brillante.
Inception è così importante perchè è quello che i grandi film si sforzano di essere. Dopo aver visto un grande film si esce cambiati, con nuove idee piantate in testa, con le reti neurali risistemate a seconda di ciò che si è appena visto. A un livello inferiorie lo stesso Inception lo fa, con il pubblico che lascia la sala mormorando le proprie impressioni sulle percezioni e sui come il film li ha fatti sentire. Nuove idee, nuovi pensieri, nuovi punti di vista sono un souvenir più duraturo della matrice di un biglietto.
È possibile vedere Fischer, l’obiettivo, non come un pubblico ma come il personaggio che è stato posizionato nel film-sogno. A essere onesti, non ho ancora ben soldificato il mio pensiero sul posto che occupa Fischer nella rete allegorica, ma ciò che è importante è che la svolta di Fincher nella fortezza sulla neve è reale. Nonstante il fatto che suo padre non sia lì, nonstante il fatto che la trottola non è mai stata di fianco al letto del padre, le emozioni che prova Fischer sono genuine al 100 %. Non importa che il film che stiamo guardando non sia una storia reale, che siano solo persone ben pagate che mettono in piedi uno spettacolo – quando un film ti emoziona, lo fa per davvero. Le lacrime che piangi durante UP sono totalmente reali, anche se assolutamente niente di quello che vedi sullo schermo è mai esistito nel mondo fisico.
Per Cobb tutto ciò ha un significato profondo. Mentre Cobb non ha problemi con il padre (almeno per quanto ci è dato sapere), sta anche lui, come Fischer, facendo i conti con una perdita. Sta provando ad affrontare la morte della moglie*; il viaggio di Fischer riflette quello di Cobb anche se non ne è una copia esatta punto per punto. Ciò è importante per Nolan, che è solito fare film con forti componenti personali – che parlano di cose che ovviamente lo interessano o lo riguardano, ma non parlano direttamente di lui. Altri registi (Fellini) possono aver fatto film che sono velatamente autobiografici, ma non è questo che stanno facendo Nolan o Cobb. I film (o sogni) che stanno mettendo insieme riflettono ciò che stanno attraversando ma non sono facilmente “mappabili” su di loro. Parlando a “Film Comment”, Nolan dice che non è mai stato in psicanalisi. “Credo di utilizzare la regia per quello scopo. Ho una relazione profondissima con quello che faccio”.
Per molti aspetti Inception è una base che sorregge l’Inglorious Barterds della scorsa estate. In quel film Quentin Tarantino celebrava il modo in cui il cinema può cambiare il mondo, mentre in Incepion Nolan esamina i modi in cui il cinema, l’ultimo sogno condiviso, può cambiare l’individuo. L’intero film è un sogno, mentre i confini del film stesso, ma in senso più metaforico, sono il sogno di Nolan. Lui sogna Cobb, e trova nei suoi movimenti una rivelazione e risoluzione, proprio come Cobb sogna Fischer raggiungendo la catarsi e il cambiamento.
Il fatto che l’intero film sia un sogno non è una scappatoia o una perdita di tempo, ma una manifestazione definitiva dei temi e del significato del film. È tutta una finzione. Ma è tutto molto, molto reale. Ed è qualcosa che ogni singolo amante del film capirà implicitamente e completamente.
* vale davvero la pena notare che se si accetta che l’intero film sia un sogno Mal potrebbe non essere morta. Potrebbe semplicemente aver lasciato Cobb. La sofferenza che lui sta serbando nel profondo della sua mente non è meno reale sia che sia viva sia che sia morta – lui l’avrebbe comunque persa.
Traduzione di :
NEVER WAKE UP: THE MEANING AND SECRET OF INCEPTION
di Massimo Bianconi
E aggiungo questo :
Non so se lo avete notato, ma quando cercano le informazioni del giapponese ed usano la tecnica del sogno nel sogno , sono in realta' su un treno. Li aiuta un ragazzino che gli mette le cuffie sulle orecchie. Ma se quella e' la realta' , perche' le lancette dell'orologio del ragazzino vanno cosi' veloce ?
Ecco, neanche io mi aspettavo Lynch ma sono d'accordo sul fatto che non si sia sperimentato per nulla o quasi. Parliamo di sogni, i piani spaziali e temporali su cui si può agire sono praticamente sconfinati e Nolan che fa? Mi propina un livello di COD sulla neve? La città devastata non basta, ci voleva un impatto più forte, visionario appunto.
E invece a me è proprio questa specie di "esagerazione controllata" che piace dei film di Nolan. Questo è un film in cui si rischia da un momento all'altro di scivolare nell'improbabile, di rovinarlo, appunto, esagerando. Nolan tiene le briglie del film con grande saggezza, lasciandolo quantomeno plausibile.
bellissimo gli do 10 mi ha emozionato molto ....adoro i film che anche una volta che ho finito di vederli mi fanno ancora pensare alle varie sfaccettature e i minimi particolari che fanno venir voglia di rivederlo piu' volte
Visto ieri, questo film mi ha sconvolto per la sua genialità. Qualche incongruenza c'è, non si nota durante la prima visione ma la si percepisce, e difatti si è spinti a vederlo una seconda volta, ma nonostante tutto mi ha coinvolto come pochi film negli ultimi anni. Nolan mi ha aiutato a riscoprire l'affetto sepolto che provavo per il cinema.
E finalmente l'ho visto! Purtroppo mi sono perso quelle che furono a suo tempo le appassionanti discussioni con la crème della sezione, ma un commenti lo lascio ugualmente.
Partiamo con il dire che una cosa è sicura, voglio sapere da Nolan cosa avesse intenzione di realizzare con questo film. Magari l'ha pure detto ma me lo sono perso, non l'ho seguito molto. Il fatto è che a seconda di come lo si interpreta può essere un film appena sufficiente così come uno tra i migliori degli ultimi anni. Per quanto mi riguarda sono per una perfetta via di mezzo, ma andiamo con ordine.
Che cos'è Inception? È un elegantissimo film, questpo è evidente. Nolan analizza il sogno in maniera brutalmente razionale, senza addentrarsi nell'onirico e nel fantastico, ma senza perdere di vista la spettacolarità e l'enorme potenziale che (cinematograficamente e non) il sogno possiede. Non credo di avere mai visto una cg così ben curata, i paradossi sono un vero spettacolo. Così come la bellissima Ellen che piega la città su se stessa, ci mancava poco che mi veniva un'erezione. E sempre parlando di Ellen è quella che, a mio parere, ha dato la prova migliore, seguito subito dal buon Hardy (se solo avesse avuto quei bellissimi baffi che ha in Bronson...). Generalmente comunque il film non fa affidamento sulle interpretazioni dei singoli, e lo stesso Di caprio mi ha lasciato vagamente indifferente (ben più memorabile la sua recente interpretazione in Shutter Island).
Tornando a parlare del sogno e della sua struttura, l'idea di base è ottima e funzionale. Non è eccessivamente complicato comprendere il tutto (basta stare bene attenti nella prima ora), ma di certo lo spettatore avrà sempre, dall'inizio alla fine, un motivo per rimanere stupito. Forse però, e qua partiamo con i punti negativi, Nolan si è perso per strada qualche regolina, o almeno a me c'è un unico punto che non è ancora chiaro
perchè Ellen e il tipo (non di caprio eh) hanno bisogno del calcio per risalire dal limbo? Da quello che ho capito questo meccanismo serve per richiamare la persona da un livello inferiore, quindi quello nella neve sarebbe bastato no?
ma per il resto sono dell'idea che il tutto sia rimasto coerente con le regole dettate all'inizio.
Ora però arriviamo alle interpretazioni. Sostanzialmente arrivati alla fine rimaniamo con un dubbio
è tutto un sogno? sì no
La prima ipotesi è la più comoda, in quanto ammettendo che tutto sia un sogno si andrebbero automaticamente a giustificare diverse sbavature, e avrebbe anche più senso che alla fine Di Caprio assista alla stessa identica scena che continuava a vedere (i bambini nella stessa identica posizione). A conti fatti è anche una soluzione coerente, in quanto hanno usato tanto tempo all'inizio per spiegare come funziona il sogno lasciando un'altra spiegazione in sospeso: come funziona il meccanismo che permette di entrare nel sogno? Vediamo questa valigietta, loro che si bucano e BAM siamo detro. Ma ha senso lasciare tutto per buono senza spendere nemmeno mezza parola? E allora di caprio e la moglie come potevano entrare senza bucarsi? Se ammettiamo che tutto un sogno questo ha ovviamente senso
E' questo il problema, a scegliere una interpretazione piuttosto che un'altra cambia radicalmente il giudizio. Il sono per la soluzione "comoda", mi piace di più. E per questo sono dell'idea che un bel 8 sia il voto migliore per questa pellicola. Decisamente mi è piaciuto di più di The prestige.
Alla View Conference a Torino oggi c'era Paul Franklin il supervisore degli effetti visivi di Inception. Spiegava un po come ha lavorato alla realizzazione di molti degli effetti speciali e certe scene erano davvero assurde //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif