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Non sono nuovo nel forum, anni fa avevo un altro account ma ho perso la mail, quindi eccoci con un nuovo primo post Scrivo col senno di chi ha iniziato ad accumulare un po' di anni, ma non ha mai perso la passione per questa meraviglioso mezzo di arte e intrattenimento. Non sono ancora passato alla current gen (anche perché bene o male un GoW Ragnarok o un Halo Infinite te li trovi anche sulle vecchie console.. già aspetto il momento di recuperare FFXVI a pochi euro quando decido di passare alla ps5 ). Però, c'è una cosa che sento ultimamente. La questione longevità: tutti i titoli si fanno sempre più lunghi, seeeeempre più lunghi. Ora, millenni fa ricordo la bellezza di scoprire titoli come Heavy Rain, BioShock Infinite, The Last Guardian (forse un po' controverso quest'ultimo, anche se l'ho adorato). Avventure varie, diverse e che chiedevano una settimana per essere completati. Poi passavi ad altro, se volevi il gioco enorme passavi allo Skyrim o Persona di turno. Ecco, io non trovo più questa scelta. Noto che i tripla A oramai sono tutti open world da 100 ore che richiedono un mese di ferie per essere giocati. Ho visto che c'è poca roba tra le avventure dalla longevità contenuta che sembrano valide da recuperare (es. Alan Wake II e Ratchet and Clank Rift Apart). Che poi, a giocare solo open world non vi rompete un po' a ripetere la stessa azione per 50 ore, per quanto sia ben studiata? Un gioco breve ha più possibilità di avere una qualità e una varietà maggiore, non siete d'accordo? Non voglio essere provocatorio, volevo vedere un po' che ne pensavate voi.. o magari mi dite che sono io ad essermi perso qualcosa in mezzo alla strada
P.s.: pensiero nato quando ho visto il goty 2023: tra Dragon Age Inquisition, The Witcher 3, Elden Ring e Baldur's Gate III sembra che i soldi per produrre tripla A ce li mettono solo sui gdr fantasy medievale da 200 ore.. ovviamente rispetto per tutti questi titoli
Ormai ogni gioco se non supera le 30/40 ore sembra che non vada bene e solo per questo motivo il gioco è una merda
E' un trend a cui ho fatto caso anche io, motivo per il quale mi sto ributtando sul retro-gaming, che sto alternando a Persona 3 Reload, sono passati due mesi da quando l'ho iniziato e sono ancora a 31 ore di gioco, praticamente mezz'ora al giorno... fosse per me giocherei di più, ma fra lavoro e ragazza il tempo non è molto. Se continuo così ci metterò 4/5 mesi a finirlo, va da sè che uno non può giocarsi tutti i giochi che escono (e ci sta), ma manco a giocarne 2 all'anno... si sente la mancanza di giochi corti di qualità, anche perché col vizio che hanno di fare giochi enormi, non si concentrano sulla qualità delle singole meccaniche, esce un calderone di roba che non è nemmeno divertente.
Non sono nuovo nel forum, anni fa avevo un altro account ma ho perso la mail, quindi eccoci con un nuovo primo post Scrivo col senno di chi ha iniziato ad accumulare un po' di anni, ma non ha mai perso la passione per questa meraviglioso mezzo di arte e intrattenimento. Non sono ancora passato alla current gen (anche perché bene o male un GoW Ragnarok o un Halo Infinite te li trovi anche sulle vecchie console.. già aspetto il momento di recuperare FFXVI a pochi euro quando decido di passare alla ps5 ). Però, c'è una cosa che sento ultimamente. La questione longevità: tutti i titoli si fanno sempre più lunghi, seeeeempre più lunghi. Ora, millenni fa ricordo la bellezza di scoprire titoli come Heavy Rain, BioShock Infinite, The Last Guardian (forse un po' controverso quest'ultimo, anche se l'ho adorato). Avventure varie, diverse e che chiedevano una settimana per essere completati. Poi passavi ad altro, se volevi il gioco enorme passavi allo Skyrim o Persona di turno. Ecco, io non trovo più questa scelta. Noto che i tripla A oramai sono tutti open world da 100 ore che richiedono un mese di ferie per essere giocati. Ho visto che c'è poca roba tra le avventure dalla longevità contenuta che sembrano valide da recuperare (es. Alan Wake II e Ratchet and Clank Rift Apart). Che poi, a giocare solo open world non vi rompete un po' a ripetere la stessa azione per 50 ore, per quanto sia ben studiata? Un gioco breve ha più possibilità di avere una qualità e una varietà maggiore, non siete d'accordo? Non voglio essere provocatorio, volevo vedere un po' che ne pensavate voi.. o magari mi dite che sono io ad essermi perso qualcosa in mezzo alla strada
P.s.: pensiero nato quando ho visto il goty 2023: tra Dragon Age Inquisition, The Witcher 3, Elden Ring e Baldur's Gate III sembra che i soldi per produrre tripla A ce li mettono solo sui gdr fantasy medievale da 200 ore.. ovviamente rispetto per tutti questi titoli
I giochi si adattano al mercato, evidentemente i players di oggi vogliono mattoni da 100+ ore. Possiamo fare qualcosa per invertire il trand ? Non credo. :/
Per quanto riguarda la mia esperienza personale ho abbandonato i titoli lunghi da tempo, compro solo gli imprescindibili tipo Final Fantasy, pkmm ecc... Ad oggi per me andare oltre le 30 ore è una tortura. Poi chiaramente se un titolo mi diverte posso infognarmi anche per tantissime ore, esempi recenti sono Helldivers 2 dove ho più di 100h o Yoshi Crafted World che per il 100% ho impiegato parecchio tempo.
Nel corso del tempo ho notato anche che pochissimi giochi sono rigiocabili, vuoi per le troppe ore necessarie per completarli, per mancanza di stimoli ecc... Un esempio che mi viene in mente è TLoU 2 (che non è manco ow) che amo alla follia ma che dopo 2 run anche basta, a differenza del primo che rigiocherei anche adesso.
Vero che BG3 dura >100 ore, ma è anche vero che è uno dei pochissimi titoli di cui praticamente non c'è neanche una singola cosa che ne diluisce la durata. La qualità rimane altissima dall'inizio alla fine
sarà che i big money si fanno su quella formula li per questo ci investono? non esistono giochi "brevi" che vendono quanto i giochi che hai citato. Purtroppo la massa gioca a poca roba quindi vuole che il gioco che acquista una volta l'anno sia piu lungo possibile in modo fa star apposto per mesi.
Sono cambiati i tempi e oggi l'unica soluzione è tirare linee rosse. Bisogna giocare meno titoli e abituarsi ad investire più tempo ad un singolo gioco, puntare al completismo. Quel tipo di varietà non tornerà più e forse è un male, o forse un bene? Non lo so, ma le abitudini vanno cambiate o ti limiti a "spiluccare" tutto e non goderti niente.
Ho giocato 350 ore a Elden Ring e non me ne pento, e adesso ho iniziato Baldur's Gate 3. Fino a Settembre sono a posto.
Questo settore ormai è ipertrofico e il tempo va investito bene, inutile fare i recensori improvvisati.
mi ritrovo nella tua stessa situazione, e mi viene sinceramente difficile capire come facciano gli altri (specie sul forum, ma anche qualche amico) a conciliare vita, lavoro, relazioni, amicizie e titoli di una lunghezza simile
per carità io non gioco poco, ma considerando che ho amico sparsi per l'Italia (e fortunatamente qualcuno a Bari), in settimana se gioco dopo lavoro, gioco con loro online per "sentirli" e scambiare due chiacchiere, e a cena ovviamente mi sto con la mia ragazza con cui convivo. Il sabato vado allo stadio o a casa di amici a vedere il Bari (e la serie A), magari giochiamo anche a Bang di persona (gioco di carte) e la sera magari torno a prendere la mia ragazza e si esce tutti insieme.
in pratica mi resta la domenica, dove comunque faccio la spesa, sistemo delle cose a casa e coltivo anche altri hobby.
per me dedicare più di 2-3 ore a settimana a giochi single player è diventato impossibile, non so veramente come facciano tutti gli altri
Post automatically merged:
tornando al discorso "trend", secondo me una discreta colpa la ha anche la stampa di settore.
basti vedere i millemila articoli negativi per la durata di Hellblade 2 (che è pure a prezzo budget), quando anche il primo durava così e nella storia tantissimi giochi hanno avuto e ancora hanno durate simili (anche AAA come RE Village).
ovvio che creando un alone negativo attorno al fattore durata convinci il pubblico della domenica a non considerare il titolo meritevole del denaro investito, lo recensisci male perché avvalori la tua stessa tesi/filosofia e avvii un circolo vizioso che non fa altro che intestardire e rendere più tossici i consumatori.
io onestamente penso da tempo che una discreta parte di colpa dello stato attuale in cui versa l'industria sia da attribuire all'ultimo decennio agghiacciante di stampa di settore.
è la stampa ad educare le masse e a muovere i comportamenti, vale anche per l'informazione classica e riguardante temi più importanti come politica, economia e cronaca.
Non sono nuovo nel forum, anni fa avevo un altro account ma ho perso la mail, quindi eccoci con un nuovo primo post Scrivo col senno di chi ha iniziato ad accumulare un po' di anni, ma non ha mai perso la passione per questa meraviglioso mezzo di arte e intrattenimento. Non sono ancora passato alla current gen (anche perché bene o male un GoW Ragnarok o un Halo Infinite te li trovi anche sulle vecchie console.. già aspetto il momento di recuperare FFXVI a pochi euro quando decido di passare alla ps5 ). Però, c'è una cosa che sento ultimamente. La questione longevità: tutti i titoli si fanno sempre più lunghi, seeeeempre più lunghi. Ora, millenni fa ricordo la bellezza di scoprire titoli come Heavy Rain, BioShock Infinite, The Last Guardian (forse un po' controverso quest'ultimo, anche se l'ho adorato). Avventure varie, diverse e che chiedevano una settimana per essere completati. Poi passavi ad altro, se volevi il gioco enorme passavi allo Skyrim o Persona di turno. Ecco, io non trovo più questa scelta. Noto che i tripla A oramai sono tutti open world da 100 ore che richiedono un mese di ferie per essere giocati. Ho visto che c'è poca roba tra le avventure dalla longevità contenuta che sembrano valide da recuperare (es. Alan Wake II e Ratchet and Clank Rift Apart). Che poi, a giocare solo open world non vi rompete un po' a ripetere la stessa azione per 50 ore, per quanto sia ben studiata? Un gioco breve ha più possibilità di avere una qualità e una varietà maggiore, non siete d'accordo? Non voglio essere provocatorio, volevo vedere un po' che ne pensavate voi.. o magari mi dite che sono io ad essermi perso qualcosa in mezzo alla strada
P.s.: pensiero nato quando ho visto il goty 2023: tra Dragon Age Inquisition, The Witcher 3, Elden Ring e Baldur's Gate III sembra che i soldi per produrre tripla A ce li mettono solo sui gdr fantasy medievale da 200 ore.. ovviamente rispetto per tutti questi titoli
attenzione però che stai citando titoli parecchio distanti nel tempo l'uno dall'altro.
the witcher 3 è del 2015, bg 3 fine 2023 per esempio, nel mezzo di roba fuori dall'ambiente ruolistico, ne è uscita parecchia.
poi è vero che i giochi oggi tendono a puntare all'ow, perchè?
forse è più facile fare un ow mediocre e buttarci cagate di ogni natura per riempire i buchi, guarda i ghost recon (wasteland bellissimo gioco, ma che è strapieno di cazzate inutili per allungare il brodo, seppur opzionali, o valhalla per rimanere in tema ubisoft che i soldi per sborsare tripla a ne hanno) poi se uno vuole li completa, altrimenti no, piuttosto che creare un'esperienza meno longeva, ma molto più compatta ed intensa, come the last of us o da quel che ho visto alan wake 2, che ho intenzione prima o dopo di recuperare (anche se pure qui la durata è aumentata di parecchio dal primo, che si attestava a malapena sulla decina di ore e va detto, doveva durare di più) e prendersi comunque un rischio dove l'esigenza di mercato è cambiata e con essa la pretesa del consumatore, risultando magari in titoli che lasciano l'amaro in bocca perchè.....troppo brevi.
io amando il genere ruolistico ed essendo un appassionato da tempo di questa tipologia di gioco e videogioco, sono abituato a giochi di grossa durata, anzi, giocare a titoli inferiori alla trentina di ore, è diventato quasi un buttare i soldi, senza considerare l'aspetto multiplayer.
anche se ovviamente un buon lavoro rimane un buon lavoro, la serie dei the walking dead per citare alcuni tra i giochi che preferisco.
ma sbagli a dire che un gioco di 50 ore, ripete la stessa cosa, perchè così non è, se è fatto bene.
e tolto inquisition, i titoli che hai citato ne sono una prova lampante, giochi dal centinaio d'ore minimo, che offrono però alcune tra le esperienze ludiche più dinamiche, variegate e memorabili della storia del videogioco.
ognuno ha i suoi gusti, lo capisco e farei lo stesso discorso se oggi mi dovessi confrontare con un mercato di soli titoli dalla ventina di ore massimo, perchè mi diventerebbe complicato e difficile continuare a seguire il mio hobby.
quindi non giustifico nè prendo posizione, questo è un messaggio di risposta senza parte nè pretese
mi ritrovo nella tua stessa situazione, e mi viene sinceramente difficile capire come facciano gli altri (specie sul forum, ma anche qualche amico) a conciliare vita, lavoro, relazioni, amicizie e titoli di una lunghezza simile
per carità io non gioco poco, ma considerando che ho amico sparsi per l'Italia (e fortunatamente qualcuno a Bari), in settimana se gioco dopo lavoro, gioco con loro online per "sentirli" e scambiare due chiacchiere, e a cena ovviamente mi sto con la mia ragazza con cui convivo. Il sabato vado allo stadio o a casa di amici a vedere il Bari (e la serie A), magari giochiamo anche a Bang di persona (gioco di carte) e la sera magari torno a prendere la mia ragazza e si esce tutti insieme.
in pratica mi resta la domenica, dove comunque faccio la spesa, sistemo delle cose a casa e coltivo anche altri hobby.
per me dedicare più di 2-3 ore a settimana a giochi single player è diventato impossibile, non so veramente come facciano tutti gli altri
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tornando al discorso "trend", secondo me una discreta colpa la ha anche la stampa di settore.
basti vedere i millemila articoli negativi per la durata di Hellblade 2 (che è pure a prezzo budget), quando anche il primo durava così e nella storia tantissimi giochi hanno avuto e ancora hanno durate simili (anche AAA come RE Village).
ovvio che creando un alone negativo attorno al fattore durata convinci il pubblico della domenica a non considerare il titolo meritevole del denaro investito, lo recensisci male perché avvalori la tua stessa tesi/filosofia e avvii un circolo vizioso che non fa altro che intestardire e rendere più tossici i consumatori.
io onestamente penso da tempo che una discreta parte di colpa dello stato attuale in cui versa l'industria sia da attribuire all'ultimo decennio agghiacciante di stampa di settore.
è la stampa ad educare le masse e a muovere i comportamenti, vale anche per l'informazione classica e riguardante temi più importanti come politica, economia e cronaca.
mah, ti dirò, io son più dell'idea che un cambiamento parte dal settore stesso, prima che da fattori esterni.
con la venuta di giochi ow di un certo spessore e calibro, si è dato il via ad un esigenza nel giocatore che altre sh hanno cercato di accontentare, emulando un genere di gioco a tal punto da trasformarlo in un modello di programmazione standard.
ed ecco la corsa a chi lo ha più lungo, fondamentalmente, e in un ambiente di questo genere, così competitivo, chi ha il coraggio di tornare indietro?
è successa la stessa cosa con il gioco di ruolo, quanti action, sparatutto, avventure propongono oggi un sistema di potenziamento del personaggio, con livelli, statistiche, equipaggiamenti di grado e livello crescente, sistemi gestionali e di scelte?
Ormai ogni gioco se non supera le 30/40 ore sembra che non vada bene e solo per questo motivo il gioco è una merda
E' un trend a cui ho fatto caso anche io, motivo per il quale mi sto ributtando sul retro-gaming, che sto alternando a Persona 3 Reload, sono passati due mesi da quando l'ho iniziato e sono ancora a 31 ore di gioco, praticamente mezz'ora al giorno... fosse per me giocherei di più, ma fra lavoro e ragazza il tempo non è molto. Se continuo così ci metterò 4/5 mesi a finirlo, va da sè che uno non può giocarsi tutti i giochi che escono (e ci sta), ma manco a giocarne 2 all'anno... si sente la mancanza di giochi corti di qualità, anche perché col vizio che hanno di fare giochi enormi, non si concentrano sulla qualità delle singole meccaniche, esce un calderone di roba che non è nemmeno divertente.
pero persona 3 è un gioco datato quindi i giochi lunghi sono sempre esistiti, forse ora lo sono di piu. anche a me dopo un po scoccia giocare sempre allo stesso gioco.
la verità è che manca il tempo. un rpg ci sta che duri 30 ore. eppure sembra troppo lungo. anche io ho ora che lavoro e che ho ripreso a giocare, noto che ho quasi l'ansia e la fretta di finire un gioco perchè non so poi il mese successivo quanto tempo avro per giocare, ma anche perchè un gioco andrebbe goduto come una serie tv, e non dedicandoci 5 ore a malapena a settimana. mettici l'attività fisica, gli amici il lavoro, le robe da fare in casa. io programmavo la mia vita anche secondo i videogiochi onestamente meglio ora che non ho voglia di giocare. mi sento piu libero
Dipende dall'approccio del giocatore/dalla struttura dell'OW.
Un buon OW solitamente è flessibile e parte del contenuto distribuito nello spazio di gioco serve a rendere il mondo coerente dal punto di vista dell'esperienza. Ma ciò non vuol dire che quel gioco finisca solo quando si è completato tutto ciò che offre. Spesso parte del giudizio negativo nasce dalla sindrome del completismo, dove il gioco viene considerato concluso quando è esattamente tutto il contenuto ludico ad essere finito. Ma in realtà il gioco non richiede tutte le 150 ore (esempio) per essere finito e perdere dei collezionabili non altera in negativo l'esperienza, anzi.
Con gli OW, secondo me, serve un approccio meno analitico e più personale.
Detto ciò, un problema di eccessiva longevità esiste ed è particolarmente presente in quelli che definisco dei cattivi OW (che sono il 95% del mercato OW)
Per certi versi capisco il tuo discorso anche perchè da alcuni anni a questa parte il tempo per il gaming mi si è ridotto di molto e la lunghezza dei titoli è un elemento che "aiuta" a giocarne sempre meno...da un punto di vista il giocare meno implica anche uno spendere meno,il che può essere anche positivo,dall'altro comporta il fatto che un CP2077 mi duri 3-4 mesi per completarlo (per esempio)
Detto ciò sono dell'idea che se la qualità dei contenuti rimane sempre alta o comunque di buon livello la longevità è solo che un pregio; se invece è solo riempitivo per dire "guarda duro 1000 ore" un po' per "machismo" allora il discorso cambia
Quanto detto vale sicuramente per la maggior parte dei blockbuster ma i blockbuster possono tranquillissimamente essere evitati, esce continuamente tanta troppa roba di tutti i generi e per tutti i gusti. Basta sapere cosa si vuole (e quanto tempo si ha a disposizione) ed è piuttosto facile orientarsi. Poi ovviamente in ogni campo ci sono opere più o meno valide.
Era da tempo che volevo rispondere con attenzione a questa discussione. Allora, secondo me qui si intersecano almeno due grandi argomenti importanti, e vorrei dire la mia su entrambi.
1 - Perché molti blockbuster/mainstream sono titoli open world/sandbox che durano molte ore?
Premetto che secondo me questa affermazione non è del tutto vera, ma sicuramente è vera nella dimensione in cui per i titoli di una certa importanza si tende spesso a cercare materiale per "annacquare" il brodo anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Secondo me le ragioni principali sono due. La prima è che continuando a passare da una generazione all'altra, la mia impressione è che il progresso tecnico si sia andato sempre più dimostrando in termini quantitativi (mondi più grandi, performance migliori, modelli più definiti, risoluzione più alta ecc.), tant'è che credo che ancora oggi gli open world AAA siano un pochino considerati il mezzo principale per dimostrare la potenza di una console, e nella psicologia dei giocatori (o forse degli sviluppatori) sono secondo me stati interiorizzati come uno dei generi più "prestigiosi". Del resto, quanti di noi da piccoli nelle prime generazioni sognavano videogiochi con "mondi grandi ed esplorabili"?
Gli open world sono un pochino la realizzazione di questo sogno d'infanzia, il problema è che la maggior parte delle volte oltre allo showcase tecnico c'è poco altro. Ben presto gli sviluppatori hanno compreso che non bastava creare un mondo grande per fare un grande gioco, che la costruzione di un mondo non implica automaticamente un sistema di regole di gioco, ed essendo titoli potenzialmente molto impegnativi in termini di risorse, la maggior parte delle volte si finisce per emulare le trovate degli aprifila "commerciali" del genere (in particolare i giochi Ubisoft). I giocatori poi hanno via via accettato questo compromesso, e per questo secondo me si è consolidata questa tipologia.
Parallelamente a questo discorso che riguarda specificamente gli OW, si è nel contempo creata a mio parere (complice l'aumento dei costi) la percezione che un gioco pagato un certo quantitativo di denaro debba necessariamente impiegare un certo numero di ore. Anche perché, con lo sdoganamento del supporto tramite dlc, è nell'interesse di una sh produrre MENO giochi, tenerci sopra il giocatore più tempo e monetizzare con contenuti digitali a cadenza regolare.
Concludo dicendo che il giocatore oggi in fondo vive un po' una contraddizione, perché da una parte siamo tutti nauseati dai mattoni di 100+ ore (ma molti anche di 30), dall'altra però quando esce uno Spiderman 2 e si annuncia una longevità di una 30ina di ore, i giocatori gridano allo scandalo (a rinforzo del discorso costo=genere=durata).
2 - Quanti giochi da 100+ ore valgono il mio tempo?
Allora, inizio dicendo che i giochi da 100+ ore sono il mio incubo. Nell'infinito backlog che mi porto dietro da un decennio, sono quelle pietre miliari enormi che stanno lì, aspettando di essere piazzate nel "periodo giusto" per essere smaltite un po' alla volta.
Come giustamente diceva qualcuno, non tanto il mondo videoludico, ma in generale il mondo dell'intrattenimento oggi è ipertrofico. Siamo bombardati continuamente di contenuti, di informazioni, tutte ugualmente attraenti, viviamo di impulsi e desideri dalla natura effimera che esigono di essere appagati in breve tempo. Istintivamente proviamo il desiderio di provare ogni gioco interessante o chiacchierato, per non rimanere "indietro", forse perché da giovani facevamo così e ne avevamo il tempo (e la voglia).
La verità è che bisogna imparare a fare selezione, che non c'è niente di vergognoso se non abbiamo giocato tutti "The Witcher III" o "Zelda Breath of the Wild", che se arriviamo a vivere il videogiocare come un lavoro secondo me qualcosa ci è sfuggito di mano e dobbiamo riconsiderare le nostre priorità.
Molto molto spesso vivo in questa "gabbia della longevità", faccio calcoli con i contatori e con i periodi di vita per vedere quanti giochi grossi riesco a "togliermi" in un dato periodo libero, soffro davanti ad un'attività estenuante e ripetitiva nel tentativo di appagare una compulsione completista figlia di una gioventù ormai perduta e di una certamente radicata FOMO.
Ma la verità (che spesso mi dimentico) è che 100 ore DIVERTENTI non ti pesano.
La longevità non è veramente così importante se il gioco ti diverte.
In queste generazioni di videogiochi annacquati mi succede sempre meno spesso, ma negli ultimi anni mi è capitato diverse volte con alcuni videogiochi di giocare e divertirmi senza badare al contatore delle ore, senza pensare a cosa rimaneva indietro, senza pensare a cosa avrei giocato dopo o a quando avrei finito il titolo; pensando solo che "non volevo che il gioco finisse", dedicandogli tutto il tempo che ritenevo necessario.
A mio parere, in una prospettiva realistica delle nostre possibilità di impiego del nostro tempo, dobbiamo imparare a fare selezione lasciando veramente solo ciò che ci diverte, non cercando di provare sempre "il gioco del momento".
A mio parere quando il gioco si trasforma in una "checklist" deve sempre suonarci un campanello di allarme, perché siamo sulla strada per trasformare la nostra passione in una zavorra.
In fondo viviamo già in una società che ci pone continuamente di fronte a scadenze, obiettivi, competizione, ottimizzazione...non so se sia questo ad aver trasformato il nostro modo di vivere il gaming.
Concludo quindi riassumendo: quanti giochi da 100+ ore valgono il mio tempo? Risposta: secondo me, tutti quelli che TI DIVERTONO mentre li giochi. Cerchiamo di rimanere fedeli a questa filosofia, e a mio parere troveremo la nostra strada anche in quest'epoca di giochi annacquati.
Era da tempo che volevo rispondere con attenzione a questa discussione. Allora, secondo me qui si intersecano almeno due grandi argomenti importanti, e vorrei dire la mia su entrambi.
1 - Perché molti blockbuster/mainstream sono titoli open world/sandbox che durano molte ore?
Premetto che secondo me questa affermazione non è del tutto vera, ma sicuramente è vera nella dimensione in cui per i titoli di una certa importanza si tende spesso a cercare materiale per "annacquare" il brodo anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Secondo me le ragioni principali sono due. La prima è che continuando a passare da una generazione all'altra, la mia impressione è che il progresso tecnico si sia andato sempre più dimostrando in termini quantitativi (mondi più grandi, performance migliori, modelli più definiti, risoluzione più alta ecc.), tant'è che credo che ancora oggi gli open world AAA siano un pochino considerati il mezzo principale per dimostrare la potenza di una console, e nella psicologia dei giocatori (o forse degli sviluppatori) sono secondo me stati interiorizzati come uno dei generi più "prestigiosi". Del resto, quanti di noi da piccoli nelle prime generazioni sognavano videogiochi con "mondi grandi ed esplorabili"?
Gli open world sono un pochino la realizzazione di questo sogno d'infanzia, il problema è che la maggior parte delle volte oltre allo showcase tecnico c'è poco altro. Ben presto gli sviluppatori hanno compreso che non bastava creare un mondo grande per fare un grande gioco, che la costruzione di un mondo non implica automaticamente un sistema di regole di gioco, ed essendo titoli potenzialmente molto impegnativi in termini di risorse, la maggior parte delle volte si finisce per emulare le trovate degli aprifila "commerciali" del genere (in particolare i giochi Ubisoft). I giocatori poi hanno via via accettato questo compromesso, e per questo secondo me si è consolidata questa tipologia.
Parallelamente a questo discorso che riguarda specificamente gli OW, si è nel contempo creata a mio parere (complice l'aumento dei costi) la percezione che un gioco pagato un certo quantitativo di denaro debba necessariamente impiegare un certo numero di ore. Anche perché, con lo sdoganamento del supporto tramite dlc, è nell'interesse di una sh produrre MENO giochi, tenerci sopra il giocatore più tempo e monetizzare con contenuti digitali a cadenza regolare.
Concludo dicendo che il giocatore oggi in fondo vive un po' una contraddizione, perché da una parte siamo tutti nauseati dai mattoni di 100+ ore (ma molti anche di 30), dall'altra però quando esce uno Spiderman 2 e si annuncia una longevità di una 30ina di ore, i giocatori gridano allo scandalo (a rinforzo del discorso costo=genere=durata).
2 - Quanti giochi da 100+ ore valgono il mio tempo?
Allora, inizio dicendo che i giochi da 100+ ore sono il mio incubo. Nell'infinito backlog che mi porto dietro da un decennio, sono quelle pietre miliari enormi che stanno lì, aspettando di essere piazzate nel "periodo giusto" per essere smaltite un po' alla volta.
Come giustamente diceva qualcuno, non tanto il mondo videoludico, ma in generale il mondo dell'intrattenimento oggi è ipertrofico. Siamo bombardati continuamente di contenuti, di informazioni, tutte ugualmente attraenti, viviamo di impulsi e desideri dalla natura effimera che esigono di essere appagati in breve tempo. Istintivamente proviamo il desiderio di provare ogni gioco interessante o chiacchierato, per non rimanere "indietro", forse perché da giovani facevamo così e ne avevamo il tempo (e la voglia).
La verità è che bisogna imparare a fare selezione, che non c'è niente di vergognoso se non abbiamo giocato tutti "The Witcher III" o "Zelda Breath of the Wild", che se arriviamo a vivere il videogiocare come un lavoro secondo me qualcosa ci è sfuggito di mano e dobbiamo riconsiderare le nostre priorità.
Molto molto spesso vivo in questa "gabbia della longevità", faccio calcoli con i contatori e con i periodi di vita per vedere quanti giochi grossi riesco a "togliermi" in un dato periodo libero, soffro davanti ad un'attività estenuante e ripetitiva nel tentativo di appagare una compulsione completista figlia di una gioventù ormai perduta e di una certamente radicata FOMO.
Ma la verità (che spesso mi dimentico) è che 100 ore DIVERTENTI non ti pesano.
La longevità non è veramente così importante se il gioco ti diverte.
In queste generazioni di videogiochi annacquati mi succede sempre meno spesso, ma negli ultimi anni mi è capitato diverse volte con alcuni videogiochi di giocare e divertirmi senza badare al contatore delle ore, senza pensare a cosa rimaneva indietro, senza pensare a cosa avrei giocato dopo o a quando avrei finito il titolo; pensando solo che "non volevo che il gioco finisse", dedicandogli tutto il tempo che ritenevo necessario.
A mio parere, in una prospettiva realistica delle nostre possibilità di impiego del nostro tempo, dobbiamo imparare a fare selezione lasciando veramente solo ciò che ci diverte, non cercando di provare sempre "il gioco del momento".
A mio parere quando il gioco si trasforma in una "checklist" deve sempre suonarci un campanello di allarme, perché siamo sulla strada per trasformare la nostra passione in una zavorra.
In fondo viviamo già in una società che ci pone continuamente di fronte a scadenze, obiettivi, competizione, ottimizzazione...non so se sia questo ad aver trasformato il nostro modo di vivere il gaming.
Concludo quindi riassumendo: quanti giochi da 100+ ore valgono il mio tempo? Risposta: secondo me, tutti quelli che TI DIVERTONO mentre li giochi. Cerchiamo di rimanere fedeli a questa filosofia, e a mio parere troveremo la nostra strada anche in quest'epoca di giochi annacquati.