Riflessione Opinioni sulla critica videoludica

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29 Gen 2020
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Mi interesserebbe l'opinione dell'utenza su questo argomento.
Personalmente ho smesso di leggere le recensioni delle grandi testate da quasi un decennio e al massimo frequento qualche blog autoriale, ma per lo piu' leggo i pareri degli utenti su forum, metacritic, etc. I motivi di questa scarsa fiducia sono sostanzialmente due: il primo e' non dovendo restare all'interno di finestre di pubblicazione definite, le testate online fin dalla loro nascita puntano sulla velocita' di produzione dei contenuti anziche' sulla qualita' di quello che scrivono e le ragioni sono prettamente di capitalizzazione del traffico organico, con il risultato che mi e' capitato spesso di leggere pareri superficiali, inferiori a quelli degli utenti e in secondo luogo perche' faccio un'immensa fatica a fidarmi di un sito che recensisce un titolo che promuove in homepage o che sulla copertina abbia raffigurata una bella didascalia con tanto di voto(aka conflitto d'interessi).

P.S. Preferirei si evitasse di discutere di Cyberpunk :asd:
 
La seguivo quando uscivano riviste cartacee come psm ecc che era più professionale, ora con il web può scrivere chiunque e i risultati si vedono, redazioni piene di incompetenti che non sanno neanche scrivere, figurarsi valutare oggettivamente. Il caso cyberpunk è stato solo l esempio più eclatante che ha mostrato chiaramente l inadeguatezza di sta gente
 
La seguivo quando uscivano riviste cartacee come psm ecc che era più professionale, ora con il web può scrivere chiunque e i risultati si vedono, redazioni piene di incompetenti che non sanno neanche scrivere, figurarsi valutare oggettivamente. Il caso cyberpunk è stato solo l esempio più eclatante che ha mostrato chiaramente l inadeguatezza di sta gente

Nel caso di Cyberpunk tuttavia non credo c'entri molto la qualita' dei redattori. Non parlo dei voti o certe sparate atte a marchette di marketing, quanto alla scarsa analisi delle caratteristiche che il gioco ha da offrire.
In tanti giustamente hanno citato le recensioni di content creator come Sabaku e paragonato la profondita' del suo contenuto a quello della testata tipo(IGN per fare un esempio), la differenza sta proprio nelle capacita' dell'autore? Forse, ma mentre quella di IGN era stata pubblicata pre-day one, quella di Sabaku e' uscita dopo 5 mesi dalla messa in commercio. E' ovvio che si tratti di un pubblico diverso, affezionato al content creator e che in un certo senso vuol capire se quest'ultimo abbia maturato un'analisi concettualmente superiore o diversa dalla sua. Chi va su spazio lo fa per decidere se acquistare un gioco appena uscito o meno(o almeno era cosi' quando ci scrivevo io).
Quando un povero redattore riceve il codice a una settimana dall'uscita(quando va bene), fornire un parere comprensivo e' sempre un terno a lotto ma lo e' ancor di piu' per titoli che richiedono dalle 80 alle 100 ore di gioco o peggio ancora esperienza in multiplayer(i pro stessi spesso sbagliano le analisi sui loro giochi di riferimento).
 
Nel caso di Cyberpunk tuttavia non credo c'entri molto la qualita' dei redattori. Non parlo dei voti o certe sparate atte a marchette di marketing, quanto alla scarsa analisi delle caratteristiche che il gioco ha da offrire.
In tanti giustamente hanno citato le recensioni di content creator come Sabaku e paragonato la profondita' del suo contenuto a quello della testata tipo(IGN per fare un esempio), la differenza sta proprio nelle capacita' dell'autore? Forse, ma mentre quella di IGN era stata pubblicata pre-day one, quella di Sabaku e' uscita dopo 5 mesi dalla messa in commercio. E' ovvio che si tratti di un pubblico diverso, affezionato al content creator e che in un certo senso vuol capire se quest'ultimo abbia maturato un'analisi concettualmente superiore o diversa dalla sua. Chi va su spazio lo fa per decidere se acquistare un gioco appena uscito o meno(o almeno era cosi' quando ci scrivevo io).
Quando un povero redattore riceve il codice a una settimana dall'uscita(quando va bene), fornire un parere comprensivo e' sempre un terno a lotto ma lo e' ancor di piu' per titoli che richiedono dalle 80 alle 100 ore di gioco o peggio ancora esperienza in multiplayer(i pro stessi spesso sbagliano le analisi sui loro giochi di riferimento).
Ma nel caso di cyberpunk non serviva di certo un mese per capire che era un prodotto rotto con problemi gravi, io non gli avrei dato 9 neanche se c avessi giocato una sola giornata, dai
 
Ma nel caso di cyberpunk non serviva di certo un mese per capire che era un prodotto rotto con problemi gravi, io non gli avrei dato 9 neanche se c avessi giocato una sola giornata, dai

Cyberpunk effettivamente e' un caso abbastanza spinoso(ho un'idea sul voto che gli darei, ma mi astengo dal momento che non l'ho ancora giocato :asd:) , pero' vedi che tante critiche che sono state giustamente portate avanti(struttura delle quest, allineamento, etc.) non sono cose semplici da capire in una blind run fatta di corsa per recensire il prima possibile, anche perche' paradossalmente le critiche infondate pesano molto di piu' sulla reputazione di un redattore. Magari l'autore x potrebbe anche essersi accorto che i lifepath non servissero a una cippa durante la sua playthrough, ma puo' aver pensato di averlo completato solo al 40% e di doverci scrivere sopra una supercazzola del tipo "una netta influenza ruolistica, ma non tanto profonda quanto sperato."
C'era per esempio una redattrice di gamespot, che scrisse una recensione di TLOU2 credo e lo massacro' con critiche infondate, tanto che adesso non puo' piu' partecipare al dibattito senza subire pernacchie dal web.
 
Cyberpunk effettivamente e' un caso abbastanza spinoso(ho un'idea sul voto che gli darei, ma mi astengo dal momento che non l'ho ancora giocato :asd:) , pero' vedi che tante critiche che sono state giustamente portate avanti(struttura delle quest, allineamento, etc.) non sono cose semplici da capire in una blind run fatta di corsa per recensire il prima possibile, anche perche' paradossalmente le critiche infondate pesano molto di piu' sulla reputazione di un redattore. Magari l'autore x potrebbe anche essersi accorto che i lifepath non servissero a una cippa durante la sua playthrough, ma puo' aver pensato di averlo completato solo al 40% e di doverci scrivere sopra una supercazzola del tipo "una netta influenza ruolistica, ma non tanto profonda quanto sperato."
C'era per esempio una redattrice di gamespot, che scrisse una recensione di TLOU2 credo e lo massacro' con critiche infondate, tanto che adesso non puo' piu' partecipare al dibattito senza subire pernacchie dal web.
Per rendersi conto della mediocrità di cyberpunk basta andare a farsi un giro, non serve proseguire nella storia, sono proprio le fondamenta e le meccaniche ad essere marce. Per dire, io l ho preso al dayone e disinstallato dalla disperazione dopo 2 ore. È ancora lì sulla mensola a prendere polvere in attesa di un improbabile patch che risolva almeno qualcosa. Poi le recensioni citano cose che nel gioco proprio non esistono, non ricordo precedenti simili
 
Cosa ne penso? Delusione immensa per me che ne seguivo tanti sul cartaceo e dai quali ai tempi pendevo. Visti in azione in questi anni anche sui social e mi sono ricreduto con immane delusione, non ne capiscono nulla in tanti. Caso eclatante per me The evil within nemmeno finito dal recensore perché ritenuto frustrante e lo stesso stroncato. Ora non chiedo l'hardcore gamer a recensire ma almeno se non riesci finirlo a normale passa la recensione ad altri, non lo stroncare perché non sei capace a portarlo a termine. Allucinante ma questo è solo uno dei tanti casi
 
Non è critica. Non criticano niente, spesso fanno markette ai publisher che foraggiano le loro attività pagando le pubblicità all’interno di questi siti di “”critica””. :asd:

inoltre sono ragazzotti poco acculturati, non così forbiti e mediamente poco conoscitori del media.
 
La critica videoludica Italiana ha, imho, pochi giornalisti veramente capaci, con i quali ho avuto modo di parlare e che sotto sotto esprimono frustrazione per un settore che campa con i click (quindi non puoi quasi mai parlare di nicchie) e di giochi lunghissimi che vanno finiti in pochissimo per poter scrivere una recensione.
Le recensioni poi, sono a volte macchiette per continuare ad ottenere gadget/giochi in anteprima, e i voti molto spesso sono messi di multiplo accordo con le altre testate.
Se a questo poi aggiungiamo le shitstorm se una recensione mette un voto leggermente differente rispetto alla media, il cerchio si chiude, almeno la stampa nostrana.
E' un settore dove esiste un rapporto troppo stretto tra giornalista-produttore: nel cinema se una casa di produzione "regala" il biglietto ad un giornalista scoppia uno scandalo, nei videogiochi se una SH regala statuine dal valore di 200€ stiamo tutti ad applaudire
 
La critica videoludica Italiana ha, imho, pochi giornalisti veramente capaci, con i quali ho avuto modo di parlare e che sotto sotto esprimono frustrazione per un settore che campa con i click (quindi non puoi quasi mai parlare di nicchie) e di giochi lunghissimi che vanno finiti in pochissimo per poter scrivere una recensione.
Le recensioni poi, sono a volte macchiette per continuare ad ottenere gadget/giochi in anteprima, e i voti molto spesso sono messi di multiplo accordo con le altre testate.
Se a questo poi aggiungiamo le shitstorm se una recensione mette un voto leggermente differente rispetto alla media, il cerchio si chiude, almeno la stampa nostrana.
E' un settore dove esiste un rapporto troppo stretto tra giornalista-produttore: nel cinema se una casa di produzione "regala" il biglietto ad un giornalista scoppia uno scandalo, nei videogiochi se una SH regala statuine dal valore di 200€ stiamo tutti ad applaudire

Dove lo hai letto?
Ne ho viste di ogni dall'interno(redattori che si sono vantati di essersi fatti dare mazzette dai publisher, recensioni copiate, etc.) ma fino a questo punto mai.
 
La critica videoludica Italiana ha, imho, pochi giornalisti veramente capaci, con i quali ho avuto modo di parlare e che sotto sotto esprimono frustrazione per un settore che campa con i click (quindi non puoi quasi mai parlare di nicchie) e di giochi lunghissimi che vanno finiti in pochissimo per poter scrivere una recensione.
Le recensioni poi, sono a volte macchiette per continuare ad ottenere gadget/giochi in anteprima, e i voti molto spesso sono messi di multiplo accordo con le altre testate.
Se a questo poi aggiungiamo le shitstorm se una recensione mette un voto leggermente differente rispetto alla media, il cerchio si chiude, almeno la stampa nostrana.
E' un settore dove esiste un rapporto troppo stretto tra giornalista-produttore: nel cinema se una casa di produzione "regala" il biglietto ad un giornalista scoppia uno scandalo, nei videogiochi se una SH regala statuine dal valore di 200€ stiamo tutti ad applaudire
Sta cosa dei voti messi d accordo con le altre testate lo sospettavo anch io, dovrebbe essere vietato sentirsi con altri recensori durante la recensione per allinearsi agli altri per paura di sbagliare voto, se sei competente non hai bisogno di sapere l opinione di terzi, è vergognoso anche perché a sto punto a cosa servono 20 recensioni con lo stesso voto in cui tutti scrivono le stesse cose di cui hanno discusso, non si riesce neanche a capire chi ne capisce qualcosa e chi segue solo gli altri
 
Seguivo con piacere le recensioni sulle riviste come Giochi per il mio computer 18-20 anni fa. Erano recensori molto professionali e anche abbastanza severi, e partivano già dall'idea che il 10 non esiste:asd: Capolavori come il primo Deus Ex prese 8/10, Neverwinter Nights pure, il primo Half-Life 9 mi sembra :asd: insomma se qualcosa prendeva 7 era già un gran giocone e mi fidavo.

Poi non so, non ho piú seguito i giochi per quasi un decennio, ma ho notato che durante la gen della Ps3 ha iniziato a girare tutto intorno al hype piú che intorno al gioco. Eh poi si, con sta ultima gen voti altissimi per ogni puttanata AAA e tutti a succhiare alle publishing house.

Per quanto riguarda le testate, non ne seguo nessuna, al massimo mi fido di un paio di Youtuber seri no clickbait (ma assolutissimamente no italiani perchè tendono a essere troppo fanboy!!), anche se cosí mi hanno fregato un paio di volte (tipo con Mafia DEMAKE):tristenev:.
Delle testate ufficiali, che siano IGN ecc. non ci si può fidare assolutamente e Cyberpunk ma non solo ne è la conferma.
O sono venduti o hanno recensori che non capiscono una sega (quelli che una volta chiamavamo bimbominkia e ora sono cresciuti e hanno come pietre miliari giochi brutti)
Potrei scrivere pagine e pagine sulla questione...
 
Ci sarebbero una valanga di cose da dire, ma la cosa che più trovo ridicola è l'utilizzo di metri di paragone oggettivi per descrivere qualcosa che ormai, da anni, semplicemente non ne ha bisogno.
Quando, secondo me, dovrebbero necessariamente virare verso una direzione opposta, soggettivare quanto più possibile il parere.
Allo stato attuale c'è una ridicola via di mezzo, che raggiunge l'apice nel voto. Un manifesto di caratteristiche di facciata "comuni e oggettive, tools di analisi comuni a tutti i giochi", quando l'ultima parola è di un redattore che tende la bilancia verso un punteggio o un altro. La metanalisi attuata da metacritic e co, a loro volta sono figlie del nulla, partendo da queste basi, assolutamente inesistenti.
 
Inutile non solo per il discorso già detto di tempistiche di pubblicazione e ricerca di click facile (ma in generale sta cosa ha ammazzato la serietà di praticamente tutto il sistema giornalistico), ma perché si basano su un rapporto monetario già di base fallato tra publisher e redazioni.

E questa cosa la si riscontra principalmente nei nomi grossi, praticamente non si va mai sotto un certo tipo di voto e le recensioni si tramutano spesso in una banale descrizione del prodotto senza alcun pensiero critico e sollevamento di quesiti.
 
Ci sarebbero una valanga di cose da dire, ma la cosa che più trovo ridicola è l'utilizzo di metri di paragone oggettivi per descrivere qualcosa che ormai, da anni, semplicemente non ne ha bisogno.
Quando, secondo me, dovrebbero necessariamente virare verso una direzione opposta, soggettivare quanto più possibile il parere.
Allo stato attuale c'è una ridicola via di mezzo, che raggiunge l'apice nel voto. Un manifesto di caratteristiche di facciata "comuni e oggettive, tools di analisi comuni a tutti i giochi", quando l'ultima parola è di un redattore che tende la bilancia verso un punteggio o un altro. La metanalisi attuata da metacritic e co, a loro volta sono figlie del nulla, partendo da queste basi, assolutamente inesistenti.

Su questo non sono assolutamente d'accordo.
E' chiaro che nell'analisi di un media culturale la ricerca dell'"oggettivita'" significhi raggiungere un pensiero articolato che possa essere condiviso attraverso un'analisi approfondita e imparziale, che raggiungere questo obiettivo non sia sempre possibile perche' un prodotto d'intrattenimento culturale porta con se delle sfaccettature che vanno al di la' dell'emotivita' e del gusto personale, ma spesso al lettore appassionato non piace sentirsi dire la realta' delle cose e questo e' un problema suo. A me per esempio TLOU parte 2 e' piaciuto da morire, ma soffre di una sceneggiatura oggettivamente scritta con i piedi. Persona 5 e' il mio titolo preferito di questa generazione, ma non posso negare che raggiunga vette di prolissita' difficilmente sostenibili nell'ultima parte dell'avventura.

Il redattore di una testa giornalistica dovrebbe essere in grado di rompere quella parete emotiva e dire le cose come stanno, peccato che non sempre succeda.
 
Mi sembra un settore molto acerbo ed indirizzato ad un target mediamente basso e generalista, si vede anche dal livello di scrittura stesso di ciò che pubblicano.

Quando un povero redattore riceve il codice a una settimana dall'uscita(quando va bene), fornire un parere comprensivo e' sempre un terno a lotto ma lo e' ancor di piu' per titoli che richiedono dalle 80 alle 100 ore di gioco o peggio ancora esperienza in multiplayer(i pro stessi spesso sbagliano le analisi sui loro giochi di riferimento).

Questo è assolutamente vero e motivo per cui le recensioni dei vari rpg, mmorpg e compagnia risultano sempre estremamente superficiali.

Aggiungo un punto che non vedo toccato, ci sono diversi generi dove per pubblicare delle recensioni consapevoli occorrono anche basi tecniche (e manualità) che la maggior parte di chi è chiamato a recensire un titolo molto spesso è sprovvisto, mi vengono in mente i picchiaduro ma possiamo estendere anche ad altri generi.
 
Su questo non sono assolutamente d'accordo.
E' chiaro che nell'analisi di un media culturale la ricerca dell'"oggettivita'" significhi raggiungere un pensiero articolato che possa essere condiviso attraverso un'analisi approfondita e imparziale, che raggiungere questo obiettivo non sia sempre possibile perche' un prodotto d'intrattenimento culturale porta con se delle sfaccettature che vanno al di la' dell'emotivita' e del gusto personale, ma spesso al lettore appassionato non piace sentirsi dire la realta' delle cose e questo e' un problema suo. A me per esempio TLOU parte 2 e' piaciuto da morire, ma soffre di una sceneggiatura oggettivamente scritta con i piedi. Persona 5 e' il mio titolo preferito di questa generazione, ma non posso negare che raggiunga vette di prolissita' difficilmente sostenibili nell'ultima parte dell'avventura.

Il redattore di una testa giornalistica dovrebbe essere in grado di rompere quella parete emotiva e dire le cose come stanno, peccato che non sempre succeda.

Qual è il senso di rompere la parete emotiva nella descrizione di un'opera - condizione che per altro, sono quasi sicuro non sia possibile, in quanto l'emotività è una caratteristica cardine dei nostri processi mentali e in qualche modo verrebbe fuori comunque - ?

Qual è il senso quindi? Avere una lista di pro e contro, in qualche modo oggettivi di quello che va e che non va, cosa che all'atto teorico sarebbe anche utile, ma all'atto pratico ho moltissime altre vie per capirlo, specialmente nell'attuale era dove lo sviluppo di un videogioco viene scandagliato fin dalla presentazione.
Io la sceneggiatura di TLOU 2 l'ho trovata adeguata, se in una recensione X l'argomento non venisse trattato a me non sarebbe cambiato nulla ai fini della sua fruizione. E' così vano e tendente in 100mila direzioni ciò che è importante o meno in questa lista di caratteristiche. Magari io sono un recensore X e per me in TLOU2 è fondamentale la coerenza nella scrittura dei personaggi fino ai titoli di coda e valuto questo come molto impattante nel voto. Bene, magari a te di questo non frega nulla, mentre per tizio X invece è fondamentale.

Forse il problema è più di carattere epistemologico nei confronti di cosa sia oggettivo o meno
 
Aggiungo un punto che non vedo toccato, ci sono diversi generi dove per pubblicare delle recensioni consapevoli occorrono anche basi tecniche (e manualità) che la maggior parte di chi è chiamato a recensire un titolo molto spesso è sprovvisto, mi vengono in mente i picchiaduro ma possiamo estendere anche ad altri generi.


Sul tema picchiaduro o titoli competitivi sono abbastanza ferrato e a mio avviso il problema li' e' piu' complesso di quanto si pensi.
Da un lato la stampa ha la colpa di analizzare i suddetti titoli come se avessero lo stesso target e budget degli anni 90 e sentiamo spesso parlare di arcade, story mode, grafica, invece di lobby, quantita' e qualita' della community, infrstrutture di rete, montepremi, etc. In secondo luogo analizzare il gameplay di un picchiaduro non e' per niente facile: innanzitutto non e' detto che un esperto di Tekken ne capisca di Dragon Ball Fighter Z, quindi magari tu potresti pensare che affidando la recensione al sottoscritto ne otterresti un pezzo inappuntabile e invece potresti trovarti in mano con della carta straccia. In secondo luogo anche Daigo, Knee, SonicFox, etc. sbagliano le previsioni sul gameplay a uno o due mesi dall'uscita. Adesso prova ad immaginare le cazzate che potrebbe scrivere un redattore medio, con la differenza che i primi parlano di queste cose cazzeggiando nelle dirette twitch, mentre ai secondi si chiede piena consapevolezza di tutto questo al day one(tanto che leggere le recensioni di SF5 e Tekken 7 oggi FA RIDERE per non dire PIANGERE).
Per quanto riguarda la manualita' et simila, in realta' basterebbe che si informassero sui canali reddit, forum e discord principali ma e' difficile farlo pre day-one(Tekken 7 e' un'eccezione visto che era da anni in arcade).

Qual è il senso di rompere la parete emotiva nella descrizione di un'opera - condizione che per altro, sono quasi sicuro non sia possibile, in quanto l'emotività è una caratteristica cardine dei nostri processi mentali e in qualche modo verrebbe fuori comunque - ?

Qual è il senso quindi? Avere una lista di pro e contro, in qualche modo oggettivi di quello che va e che non va, cosa che all'atto teorico sarebbe anche utile, ma all'atto pratico ho moltissime altre vie per capirlo, specialmente nell'attuale era dove lo sviluppo di un videogioco viene scandagliato fin dalla presentazione.
Io la sceneggiatura di TLOU 2 l'ho trovata adeguata, se in una recensione X l'argomento non venisse trattato a me non sarebbe cambiato nulla ai fini della sua fruizione. E' così vano e tendente in 100mila direzioni ciò che è importante o meno in questa lista di caratteristiche. Magari io sono un recensore X e per me in TLOU2 è fondamentale la coerenza nella scrittura dei personaggi fino ai titoli di coda e valuto questo come molto impattante nel voto. Bene, magari a te di questo non frega nulla, mentre per tizio X invece è fondamentale.

Forse il problema è più di carattere epistemologico nei confronti di cosa sia oggettivo o meno

Secondo me stai ponendo il problema sotto un'ottica errata.
Il senso di una recensione consiste nel proporre un proprio parere argomentato nei confronti delle qualita' di un prodotto, affinche' tale opinione funga da discriminante nella scelta da parte del lettore di investire nei confronti di tale opera il proprio tempo e denaro. Oltretutto una recensione non deve essere scritta per le preferenze di un singolo lettore, ma per soddisfare le esigenze di una determinata fascia di pubblico. A me per esempio avrebbe fatto piacere leggere sulle pagine di qualche testata specializzata che ci fossero problemi di coerenza ed espedienti narrativi da novela brasiliana, magari specificando che non impattassero sull'incedere dell'esperienza, ma chiudere gli occhi di fronte a questi problemi non aiuta il gioco e anzi scatena le reazioni d'odio eccessivo da parte di chi invece quei problemi li riscontra(e i conseguenti review bombing). Il problema epistemologico si propone nel momento in cui decidiamo di occultare dei difetti che possano svilire il messaggio che desideriamo veicolare, in quanto doloroso emotivamente. Li' vige tutta la differenza fra un redattore capace ed uno semplicemente innamorato del gioco appena finito(si spera).
 
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Dove lo hai letto?
Ne ho viste di ogni dall'interno(redattori che si sono vantati di essersi fatti dare mazzette dai publisher, recensioni copiate, etc.) ma fino a questo punto mai.
Un recensore Italiano disse di aver messo 9 a Dragon Age: Inquisition perché "all'epoca facevano tutti così"
Per le statuine invece mi riferisco a CD PR che all'E3 di qualche anno fa regalò a praticamente tutti i giornalisti in fiera Statuine di plastica che potevano essere rivendute per svariate centinaia
 
Secondo me stai ponendo il problema sotto un'ottica errata.
Il senso di una recensione consiste nel proporre un proprio parere argomentato nei confronti delle qualita' di un prodotto, affinche' tale opinione funga da discriminante nella scelta da parte del lettore di investire nei confronti di tale opera il proprio tempo e denaro. Oltretutto una recensione non deve essere scritta per le preferenze di un singolo lettore, ma per soddisfare le esigenze di una determinata fascia di pubblico. A me per esempio avrebbe fatto piacere leggere sulle pagine di qualche testata specializzata che ci fossero problemi di coerenza ed espedienti narrativi da novela brasiliana, magari specificando che non impattassero sull'incedere dell'esperienza, ma chiudere gli occhi di fronte a questi problemi non aiutano il gioco e anzi scatenano le reazioni d'odio eccessivo da parte di chi invece quei problemi li riscontra(e i conseguenti review bombing). Il problema epistemologico si propone nel momento in cui decidiamo di occultare dei difetti che possano svilire il messaggio che desideriamo veicolare, in quanto doloroso emotivamente. Li' vige tutta la differenza fra un redattore capace ed uno semplicemente innamorato del gioco appena finito(si spera).

Il tuo punto di vista lo capisco ed è chiaro (un po' meno la questione telenovela di tlou), ma la mia critica è figlia di una situazione in cui, prima di un'uscita di un titolo di cui minimamente ho un interesse, posso già prevedere dove andranno a parare le recensioni, i pro e contro, i voti.
Il D1 è una lista della spesa, dove tutti più o meno ripetono le stesse cose, per questo le trovo per lo più inutili e di cui vorrei si ponesse l'accento su altro (poi chiaramente non è un modello applicabile a tutti i generi eh).
Penso che il problema si manifesti quando il messaggio che si vuole veicolare viene alterato da un conflitto d'interessi, da una imposizione mentale, da una qualsiasi ideologia, piuttosto che da un accento maggiore su una caratteristica interna al gioco, rispetto ad un'altra.
 
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