Alert Terrorismo ISIS/Al Qaeda

  • Autore discussione Autore discussione Chen
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Ma che è sta cosa della radicalizzazione in carcere, da dove è uscita?Per caso qualcuno degli attentatori recenti è stato in carcere ed è uscito mongoloide o lo era già?

Perché sta roba del carcere mi sembra l'ultimo dei problemi.
Invece è un problema serissimo, perchè è abbastanza frequente che persone che entrano per reati minori, entrino in contatto con persone radicalizzate all'interno del carcere e si radicalizzino loro stessi :sisi:

Se hai un sistema carcerario che "trasforma" piccoli criminali in grandi criminali, è un problema enorme.

 
Secondo te gli attentati in Europa sono stati organizzati tutti dall'Isis? Molti, da quanto ho capito, sono stati compiuti da persone che non avevano nessun contatto con questa organizzazione terroristica
ci han messo il cappello è evidente , tanto chi doveva smentire è morto

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L'ultimo era già conosciuto alle forze dell' ordine come radicalizzato...di che reati minori stai parlando? rubare le mele da un banchetto?
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2017/04/20/parigi-sparatoria-agli-champs-elysees.-ucciso-un-agente-e-laggressore_165ce048-e570-409e-91a6-ccf4956e32e8.html

"l'attentatore era stato arrestato"

"l'attentatore noto ai servizi di sicurezza​"
sono tutti noti il difficile è capire chi è un chiacchierone e chi invece è uno che fa, a cose fatte son bravi tutti ,anticipare è il difficile

 
Ultima modifica da un moderatore:
Ma non mi interessa l'ultimo, stavi rispondendo ad una affermazione più generale sulla radicalizzazione in carcere. Sto parlando di reati minori che non contemplano l'ergastolo, come furto, spaccio, etc. Tu hai scritto che bisognerebbe tenerli in carcere per sempre, ma se sono dentro per furto, ad esempio, questo significa che devi condannare un furto con un ergastolo.

Invece è un problema serissimo, perchè è abbastanza frequente che persone che entrano per reati minori, entrino in contatto con persone radicalizzate all'interno del carcere e si radicalizzino loro stessi :sisi:
Se hai un sistema carcerario che "trasforma" piccoli criminali in grandi criminali, è un problema enorme.
E allora ne riparleremo quando ci saranno attentatori conosciuti alle forze dell' ordine per reati minori, tipo furto di caramelle o spaccio di erba, non di certo di soggetti conosciuti dall' intelligence per avere già tentato di uccidere un poliziotto negli anni addietro o come soggetto in qualche modo riconosciuto ad alto rischio e a piede libero
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sono tutti noti il difficile è capire chi è un chiacchierone e chi invece è uno che fa, a cose fatte son bravi tutti ,anticipare è il difficile
E' chiaro che deve esserci un lavoro di prevenzione importante alla base, ma quando ad esempio leggi che l'attentatore era già stato condannato 15 anni prima per tentato omicidio su un agente, e poi il giudice per qualche strano motivo non ha ritenuto che il soggetto non dovesse rientrare in carcere....cioè qui non stiamo parlando di reati minori, e non mi risulta che i precedenti attentatori abbiano commesso attentati appena usciti dal carcere
 
Ma che è sta cosa della radicalizzazione in carcere, da dove è uscita?Per caso qualcuno degli attentatori recenti è stato in carcere ed è uscito mongoloide o lo era già?

Perché sta roba del carcere mi sembra l'ultimo dei problemi.
Se non erro, Amri, quello dell'attentato al mercatino di Natale in Germania, si era radicalizzato i carcere.

 
E allora ne riparleremo quando ci saranno attentatori conosciuti alle forze dell' ordine per reati minori, tipo furto di caramelle o spaccio di erba, non di certo di soggetti conosciuti dall' intelligence per avere già tentato di uccidere un poliziotto negli anni addietro o come soggetto in qualche modo riconosciuto ad alto rischio e a piede libero
Questa è la categoria di persone di cui si stava parlando, composta anche da gente che ha scontato la pena per altri reati e che si è radicalizzata in carcere.

Non sono sicuro che tu avessi afferrato ciò che aveva scritto Sly, dopo questo post.

 
Invece è un problema serissimo, perchè è abbastanza frequente che persone che entrano per reati minori, entrino in contatto con persone radicalizzate all'interno del carcere e si radicalizzino loro stessi :sisi:
Se hai un sistema carcerario che "trasforma" piccoli criminali in grandi criminali, è un problema enorme.
Mah lo stai ingigantendo parecchio a parte che non mi viene in mente nemmeno uno degli attentatori degli ultimi 2 anni che sia stato radicalizzato in carcere, poi fa tanto prigione americana con le varie gang(Aryan Brotherhood, Latin Kingz, la Black Guerrilla ecc) da noi è completamente diverso. :asd:

 
Mah lo stai ingigantendo parecchio a parte che non mi viene in mente nemmeno uno degli attentatori degli ultimi 2 anni che sia stato radicalizzato in carcere, poi fa tanto prigione americana con le varie gang(Aryan Brotherhood, Latin Kingz, la Black Guerrilla ecc) da noi è completamente diverso. :asd:
Guarda, se scrivi "radicalizzazione in carcere" su Google trovi tantissimi articoli, fidati che è un problema serio.

 
Se non erro, Amri, quello dell'attentato al mercatino di Natale in Germania, si era radicalizzato i carcere.
Se parli di Anis Amri allora dovremmo aprire anche una discussione sull' immigrazione, dato che era entrato, se non ho capito male precisamente in Italia, come migrante irregolare, e accusato di avere incendiato una scuola :asd:
 
Questa è la categoria di persone di cui si stava parlando, composta anche da gente che ha scontato la pena per altri reati e che si è radicalizzata in carcere.
Non sono sicuro che tu avessi afferrato ciò che aveva scritto Sly, dopo questo post.
Ma mi vuoi spiegare esattamente cosa intendi per reati "minori"? Se tu dici sia comunque scorretto tenere in carcere un soggetto ad alto rischio di radicalizzazione, a prescindere dai reati e a prescindere se si sia radicalizzato prima o dopo essere entrato in galera boh, contento tu, e allora la situazione qual'è? lasciarli a piede libero e sperare nella buona sorte? :asd:
 
Ma mi vuoi spiegare esattamente cosa intendi per reati "minori"? Se tu dici sia comunque scorretto tenere in carcere un soggetto ad alto rischio di radicalizzazione, a prescindere dai reati e a prescindere se si sia radicalizzato prima o dopo essere entrato in galera boh, contento tu, e allora la situazione qual'è? lasciarli a piede libero e sperare nella buona sorte? :asd:
è tutto partito da una tua affermazione "tenerli in carcere a vita e in isolamento", sei te che devi spiegare cosa voglia dire questa cosa, perchè se uno è dentro per spaccio o furto, gli vuoi dare l'ergastolo per questi reati?

 
Invece è un problema serissimo, perchè è abbastanza frequente che persone che entrano per reati minori, entrino in contatto con persone radicalizzate all'interno del carcere e si radicalizzino loro stessi :sisi:
Se hai un sistema carcerario che "trasforma" piccoli criminali in grandi criminali, è un problema enorme.
Giusto. :sisi:

Questa è la categoria di persone di cui si stava parlando, composta anche da gente che ha scontato la pena per altri reati e che si è radicalizzata in carcere. Non sono sicuro che tu avessi afferrato ciò che aveva scritto Sly, dopo questo post.

Mah lo stai ingigantendo parecchio a parte che non mi viene in mente nemmeno uno degli attentatori degli ultimi 2 anni che sia stato radicalizzato in carcere, poi fa tanto prigione americana con le varie gang(Aryan Brotherhood, Latin Kingz, la Black Guerrilla ecc) da noi è completamente diverso. :asd:
La radicalizzazione in carcere succede, non serve avere un carcere americano, il carcere è comunque una struttura particolare, un sitstema chiuso in cui si crea un microcosmo autonomo in cui diritti e problemi funzionano in modo diverso dalla vita normale, pieni di soggetti che spesso non sono ben inseriti nella societià. Non si tratta solo del fatto che racchiude soggetti violenti, ma persone che magari non hanno punti di riferimento e valori positivi a cui aggrapparsi, soggetti perfertti per la radicalizzazione religiosa o di altro tipo.

Specifico che io (credo anche Manta) non voglio ingigantire nulla nè dire che è la spiegazione assoluta a tutto questo problema o che necessariamente riguarda l'attentatore di Parigi, ho solo fatto notare uno dei luoghi in cui può avvenire la radicalizzazione religiosa.

 
è tutto partito da una tua affermazione "tenerli in carcere a vita e in isolamento", sei te che devi spiegare cosa voglia dire questa cosa, perchè se uno è dentro per spaccio o furto, gli vuoi dare l'ergastolo per questi reati?
Se è considerato pericoloso a prescindere dai reati assolutamente si, ma ti torno a ripetere che non mi risulta che una persona arrestata per spaccio o furto poi sia uscita dal carcere a fare l'attentato. Nel momento in cui ci saranno ne riparleremo.
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Comunque il cane di ieri era già noto come "estremista".
Anche quelli precedenti, chi più chi meno
 
Il problema è sempre a monte, giusto qualche pagina fa qualcuno parlava di accogliere/accettare tutti senza fare distinzioni di nessun tipo, senza distinguere un "noi" da un "loro". Ho risposto dicendo che se magari lui può ragionare in questi termini, la cosa non è affatto reciproca. Se uno è un immigrato clandestino, magari di religione islamica, non considera per niente gli occidentali come suoi simili. E se ha anche una posizione sociale precaria (povertà, incarcerazione etc.) sarà portato ad acquisire la cosiddetta victim mentality (io sono perfetto, è la società che è causa di tutti i miei mali). Quindi quello della radicalizzazione nelle carceri è l'ultimo dei problemi in ordine di rapporto di causalità.

Se Salah Abdeslam dopo aver massacrato oltre 100 persone in Francia si nascondeva in Belgio, in una comunità con forte presenza islamica e con la complicità dei residenti che lo nascondevano, io mi farei qualche domanda sull'islam moderato. Magari non ti ammazzano direttamente, ma sono ben felici quando qualcuno ti ammazza al posto loro.

Lo step successivo agli attentati, man mano che la popolazione islamica aumenta, è l'entrata in parlamento con la stesura di leggi islamiche basate sul corano. Del resto gli attentatori ed i radicali di cui parlano le cronache sono figli di immigrati, di seconda generazione quindi, che in teoria avrebbero dovuto integrarsi perfettamente. Ora hanno pure la cittadinanza e sono francesi al pari di chi vi risiede da secoli :asd:.

Per il resto non ho pensato a scriverlo, ma gli attentati del 2015/2016 in europa, io li avevo previsti con largo anticipo. Con una presenza di milioni di islamici sul territorio, con cellule jihadiste che nemmeno si sforzano di nascondere le proprie idee (ci pensano però la stampa ed i mass media a non parlarne mai e/o a fare disinformazione) gli attentati ci saranno sempre, anzi, i francesi dovrebbero baciare per terra che siano avvenuti così tardi e siano stati così pochi (è stato praticamente un miracolo che di attentati non ce ne siano stati molti di più e molto prima).

 
Ultima modifica da un moderatore:
Il problema è sempre a monte, giusto qualche pagina fa qualcuno parlava di accogliere/accettare tutti senza fare distinzioni di nessun tipo, senza distinguere un "noi" da un "loro". Ho risposto dicendo che se magari lui può ragionare in questi termini, la cosa non è affatto reciproca. Se uno è un immigrato clandestino, magari di religione islamica, non considera per niente gli occidentali come suoi simili. E se ha anche una posizione sociale precaria (povertà, incarcerazione etc.) sarà portato ad acquisire la cosiddetta victim mentality (io sono perfetto, è la società che è causa di tutti i miei mali). Quindi quello della radicalizzazione nelle carceri è l'ultimo dei problemi in ordine di rapporto di causalità.
Se Salah Abdeslam dopo aver massacrato oltre 100 persone in Francia si nascondeva in Belgio, in una comunità con forte presenza islamica e con la complicità dei residenti che lo nascondevano, io mi farei qualche domanda sull'islam moderato. Magari non ti ammazzano direttamente, ma sono ben felici quando qualcuno ti ammazza al posto loro.

Lo step successivo agli attentati, man mano che la popolazione islamica aumenta, è l'entrata in parlamento con la stesura di leggi islamiche basate sul corano. Del resto gli attentatori ed i radicali di cui parlano le cronache sono figli di immigrati, di seconda generazione quindi, che in teoria avrebbero dovuto integrarsi perfettamente. Ora hanno pure la cittadinanza e sono francesi al pari di chi vi risiede da secoli :asd:.

Per il resto non ho pensato a scriverlo, ma gli attentati del 2015/2016 in europa, io li avevo previsti con largo anticipo. Con una presenza di milioni di islamici sul territorio, con cellule jihadiste che nemmeno si sforzano di nascondere le proprie idee (ci pensano però la stampa ed i mass media a non parlarne mai e/o a fare disinformazione) gli attentati ci saranno sempre, anzi, i francesi dovrebbero baciare per terra che siano avvenuti così tardi e siano stati così pochi (è stato praticamente un miracolo che di attentati non ce ne siano stati molti di più e molto prima).
Anis Amri, l'attentatore di berlino, era un migrante irregolare, magari fossero solo quelli con la cittadinanza il problema:asd:
 
Il problema è sempre a monte, giusto qualche pagina fa qualcuno parlava di accogliere/accettare tutti senza fare distinzioni di nessun tipo, senza distinguere un "noi" da un "loro". Ho risposto dicendo che se magari lui può ragionare in questi termini, la cosa non è affatto reciproca. Se uno è un immigrato clandestino, magari di religione islamica, non considera per niente gli occidentali come suoi simili. E se ha anche una posizione sociale precaria (povertà, incarcerazione etc.) sarà portato ad acquisire la cosiddetta victim mentality (io sono perfetto, è la società che è causa di tutti i miei mali). Quindi quello della radicalizzazione nelle carceri è l'ultimo dei problemi in ordine di rapporto di causalità.
Presumo tu ti riferisca me. :asd:

Comunque non ho detto di accogliere/accettare chiunque con riguardo all'immigrazione, ho detto che in generale la distinzione dei membri delle società in due categorie che comprendono tutto e il contrario di tutto senza criterio, "noi" buoni da una parte e chi è in qualche modo "diverso" dall'altra, è controproducente, oltre che irrispettosa dei diritti delle persone.

Le persone non sono tutte uguali e non si può pretendere di dialogare o di rapporti con blocchi unici, di dividere il mondo in persona di varie "categorie".

Sono le persone che interagiscono e dialogano, una società più inclusiva è una società più sicura, sempre se non vogliamo buttare nel cesso anni di evoluzione nel riconoscimento e tutela delle libertà.

Lo step successivo agli attentati, man mano che la popolazione islamica aumenta, è l'entrata in parlamento con la stesura di leggi islamiche basate sul corano. Del resto gli attentatori ed i radicali di cui parlano le cronache sono figli di immigrati, di seconda generazione quindi, che in teoria avrebbero dovuto integrarsi perfettamente. Ora hanno pure la cittadinanza e sono francesi al pari di chi vi risiede da secoli :asd:.
Altro tema che sento dire spesso, deduco che tu consideri leggi dello Stato legate alla religione una cosa negativa di per sè.

Non è che vengono emanate leggi basate sul Corano a prescindere. Ci possono essere leggi o simili che riguardano la tutela della libertà religiosa relativamente a esigenze specifiche della religione islamica. Come avviene per questioni di altre religioni, ad esempio le norme sulla macellazione rituale ebraica o la circoncisione.

Queste sono cose non solo legittime ma pienamente aderenti a come la Costituzione e il nostro Stato provvede a tutelare la libertà religiosa, che viene garantita a tutti.

Viene visto con sfavore avere rapporti con l'Islam italiano e garantire diritti che altre religioni già hanno proprio per la paura degli attentati.

In realtà è vero il contrario: maggiore libertà religiosa si traduce in più controllo da parte dello Stato (che può controllare senza violare diritti fondamentali) e trasparenza delle varie situazioni, oltre che una maggiore convivenza civile e abbassamento della tensione sociale.

 
Presumo tu ti riferisca me. :asd:Comunque non ho detto di accogliere/accettare chiunque con riguardo all'immigrazione, ho detto che in generale la distinzione dei membri delle società in due categorie che comprendono tutto e il contrario di tutto senza criterio, "noi" buoni da una parte e chi è in qualche modo "diverso" dall'altra, è controproducente, oltre che irrispettosa dei diritti delle persone.

Le persone non sono tutte uguali e non si può pretendere di dialogare o di rapporti con blocchi unici, di dividere il mondo in persona di varie "categorie".

Sono le persone che interagiscono e dialogano, una società più inclusiva è una società più sicura, sempre se non vogliamo buttare nel cesso anni di evoluzione nel riconoscimento e tutela delle libertà..
A tal fine è necessario che entrambe le parti siano propense ad interagire e al dialogo, ma non mi pare che sia così, se non in minima parte.
 
A tal fine è necessario che entrambe le parti siano propense ad interagire e al dialogo, ma non mi pare che sia così, se non in minima parte.
Ok, quali sarebbero queste parti?

Lo Stato italiano e chi?

Non è che tutti gli islamici sono guidati dallo stesso cervello e ragionano allo stesso modo. :asd:

L'Islam è una realtà complessa, divisa in vari gruppi. Se si vuole dialogare con questi gruppi per migliorare la convivenza civile in Italia è necesario farlo.

Per ora si è fatto poco e ci si è fatti guidare dalla paura, violando diritti che non sono solo degli islamici in quanto anche immigrati, ma anche di chi ormai risiede stabilmente in Italia ed è cittadino italiano.

 
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