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HunterKakashi

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Eh, ma difficile il primo contratto della vita sia indeterminato direttamente.
L'apprendistato ti dà una strada verso quel contratto in tempi più rapidi

Inviato dal mio moto g200 5G utilizzando Tapatalk
beh ci sono altre forme contrattuali, come ad esempio il tempo determinato, non è che una persona deve necessariamente essere assunta con l'apprendistato :asd:

Non so come funzioni negli altri paesi e se sono previste contrattazioni simili, ma in Italia è un incubo, perchè se consideriamo la tassazione sul lavoro alle stelle, gli imprenditori sono portati ad assumere solo per un discorso anagrafico pur di poter risparmiare, tralasciando poi tutto il resto, le skill di una persona etc.

Al di la di tutti i discorsi che possiamo fare sulle retribuzioni etc, in italia purtroppo non c'è la cultura del lavoro e non c'è la voglia di investire sulle persone. Un giovane è giusto che venga aiutato ad inserirsi nel mondo del lavoro, ma non si capisce del valore aggiunto che una persona un po più grandicella può portare in un azienda.

 

Gianpi

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Dal punto di vista delle possibilità lavorative come vedete una ragazzo del'94 che ha perso 4 anni per una carriera universitaria a cui poi ha rinunciato, si è iscritto a economia, attualmente è fuori corso di 3 anni, è destinato a laurearsi (se tutto va bene) a 29 anni con un voto non entusiasmante in qualcosa che non gradisce e in cui, di conseguenza, non è sta grande cima?

Tanto per sapere di che "morte" devo morire :asd:
Sto in una situazione simile. Ho 27 anni, sono iscritto da 8 anni alla triennale di Economia Aziendale alla Federico II di Napoli. Mi piace l'economia ma ho perso molti anni a causa di problemi di salute e nessuno me li darà mai indietro. Entro marzo prossimo dovrei finalmente finire e poi me ne scapperò all'estero per fare un master. Ancora non ho un piano preciso, sto pensando all'Olanda o alla Germania. Sinceramente non ho più voglia di perdere tempo qui in Italia.

Dopo la triennale ti converrebbe fare un master annuale che ti inserirebbe poi nel lavoro.
 

Joe_Black

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Dal punto di vista delle possibilità lavorative come vedete una ragazzo del'94 che ha perso 4 anni per una carriera universitaria a cui poi ha rinunciato, si è iscritto a economia, attualmente è fuori corso di 3 anni, è destinato a laurearsi (se tutto va bene) a 29 anni con un voto non entusiasmante in qualcosa che non gradisce e in cui, di conseguenza, non è sta grande cima?

Tanto per sapere di che "morte" devo morire :asd:
Ti rispondo in maniera schiatta e franca.
Per le posizioni competitive (e quindi con retribuzione interessante) sei completamente tagliato fuori, fatta eccezione business di famiglia e parenti.
Quindi ti rimane la laurea che pero` si tratta di una triennale in economia quindi non particolarmente specializzante in alcun ambito, anche se sicuramente piu` spendibile sul mercato del lavoro di molte altre.

Il consiglio nel tuo caso e` di finire il prima possibile e di ottenere la laurea (fregatene dei voti a questo punto che la frittata e` fatta) ed immetterti sul mercato del lavoro senza perdere altro tempo (no altri master, specialistiche e compagnia bella). Se hai qualche mezzo interesse prova a trovare qualche collocazione inerente a tale ambito; comunque in base al tuo profilo una qualche mansione in azienda/ufficio la trovi prima o dopo. Tuttavia, in base alla tua descrizione qui sopra sembra che c'avrai da "accontentarti".

Ah e se non fosse ovvio, cerca di entrare nel mondo del lavoro anche prima di completare la laurea se riesci ad ottenere qualche offerta. Non perdere altro tempo, la carriera accademica non e` stato il tuo forte e perpetuarla a tempo pieno a questo punto non aggiungera` valore, cerca di entrare nel mondo del lavoro ASAP.
 

cloud933

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31 anni, mai lavorato in vita mia (motivi di salute e famigliari, su cui negli ultimi anni mi sono eccessivamente adagiato sopra con la scusa "mi prendo un periodo di pausa dopo tutti sti anni infernali", sono sincero e lo dico).
Invalido civile 80% (rientro perciò nelle categorie protette al lavoro, fatti 3 corsi di formazione al lavoro finanziati dalla Regione che non mi hanno nemmeno portato a un tirocinio).

Nonostante ciò, non ho comunque problemi a studiare, ho concluso il liceo scientifico nel 2011 ma non mi ricordo nulla.. Lo zero totale in assoluto di chimica, biologia, matematica e fisica.

La tanta decantata cosa "sei invalido, rientri nelle categorie protette, hai una corsia preferenziale per essere assunto, le aziende hanno degli sgravi fiscali grazie a te e sono obbligate ad assumere un invalido!" non funziona (almeno, nel mio caso).. Ed è proprio ciò che mi sta facendo accarezzare l'idea di iniziare una facoltà.
Solo che, anche qua... È una mossa giusta e ragionata?
Si, ammetto che lo farei solo come ultima spiaggia ma quando ho un obbiettivo sono determinato quanto un soldato ad eseguirlo e portarlo a termine con successo e ripeto, studiare non è mai stato un problema per me.

Pensieri sul quale facoltà: mi sarebbe sempre piaciuto qualcosa inerente l'area sanitaria, ma essendo a numero chiuso con test di ammissione proprio no.. Troppa competizione e scarse chance di successo (so che lo studio universitario sarà 100 volte peggiore del test di ammissione), ma potrei comunque cercare di entrare nell'ottica e togliermi la fobia del test.

Per le facoltà triennali a numero aperto più richieste (sottolineo che farei l'università solo per aumentare le mie probabilità di lavorare e basta), cosa potreste consigliarmi? Ad Economia non mi ci vedo proprio e per le materie di studio con matematica sarebbe un fallimento totale.

Scusate il post monologo confusionario-delirante ma sto messo un po' storto di cervello stasera, i sensi di colpa sul passato stanno iniziando ad affogarmi... Grazie per la pazienza
 

BlackWizard

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31 anni, mai lavorato in vita mia (motivi di salute e famigliari, su cui negli ultimi anni mi sono eccessivamente adagiato sopra con la scusa "mi prendo un periodo di pausa dopo tutti sti anni infernali", sono sincero e lo dico).
Invalido civile 80% (rientro perciò nelle categorie protette al lavoro, fatti 3 corsi di formazione al lavoro finanziati dalla Regione che non mi hanno nemmeno portato a un tirocinio).

Nonostante ciò, non ho comunque problemi a studiare, ho concluso il liceo scientifico nel 2011 ma non mi ricordo nulla.. Lo zero totale in assoluto di chimica, biologia, matematica e fisica.

La tanta decantata cosa "sei invalido, rientri nelle categorie protette, hai una corsia preferenziale per essere assunto, le aziende hanno degli sgravi fiscali grazie a te e sono obbligate ad assumere un invalido!" non funziona (almeno, nel mio caso).. Ed è proprio ciò che mi sta facendo accarezzare l'idea di iniziare una facoltà.
Solo che, anche qua... È una mossa giusta e ragionata?
Si, ammetto che lo farei solo come ultima spiaggia ma quando ho un obbiettivo sono determinato quanto un soldato ad eseguirlo e portarlo a termine con successo e ripeto, studiare non è mai stato un problema per me.

Pensieri sul quale facoltà: mi sarebbe sempre piaciuto qualcosa inerente l'area sanitaria, ma essendo a numero chiuso con test di ammissione proprio no.. Troppa competizione e scarse chance di successo (so che lo studio universitario sarà 100 volte peggiore del test di ammissione), ma potrei comunque cercare di entrare nell'ottica e togliermi la fobia del test.

Per le facoltà triennali a numero aperto più richieste (sottolineo che farei l'università solo per aumentare le mie probabilità di lavorare e basta), cosa potreste consigliarmi? Ad Economia non mi ci vedo proprio e per le materie di studio con matematica sarebbe un fallimento totale.

Scusate il post monologo confusionario-delirante ma sto messo un po' storto di cervello stasera, i sensi di colpa sul passato stanno iniziando ad affogarmi... Grazie per la pazienza
Ma ti conviene?
Non fraintendermi, sei in una situazione difficilissima e, nonostante non ti conosca, ti sono vicino ma essendo tu già grande e avendo problemi a trovare lavoro nonché di salute, ti conviene investire almeno 3 anni per prenderti una laurea triennale, per non parlare di una magistrale?
 

Joe_Black

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31 anni, mai lavorato in vita mia (motivi di salute e famigliari, su cui negli ultimi anni mi sono eccessivamente adagiato sopra con la scusa "mi prendo un periodo di pausa dopo tutti sti anni infernali", sono sincero e lo dico).
Invalido civile 80% (rientro perciò nelle categorie protette al lavoro, fatti 3 corsi di formazione al lavoro finanziati dalla Regione che non mi hanno nemmeno portato a un tirocinio).

Nonostante ciò, non ho comunque problemi a studiare, ho concluso il liceo scientifico nel 2011 ma non mi ricordo nulla.. Lo zero totale in assoluto di chimica, biologia, matematica e fisica.

La tanta decantata cosa "sei invalido, rientri nelle categorie protette, hai una corsia preferenziale per essere assunto, le aziende hanno degli sgravi fiscali grazie a te e sono obbligate ad assumere un invalido!" non funziona (almeno, nel mio caso).. Ed è proprio ciò che mi sta facendo accarezzare l'idea di iniziare una facoltà.
Solo che, anche qua... È una mossa giusta e ragionata?
Si, ammetto che lo farei solo come ultima spiaggia ma quando ho un obbiettivo sono determinato quanto un soldato ad eseguirlo e portarlo a termine con successo e ripeto, studiare non è mai stato un problema per me.

Pensieri sul quale facoltà: mi sarebbe sempre piaciuto qualcosa inerente l'area sanitaria, ma essendo a numero chiuso con test di ammissione proprio no.. Troppa competizione e scarse chance di successo (so che lo studio universitario sarà 100 volte peggiore del test di ammissione), ma potrei comunque cercare di entrare nell'ottica e togliermi la fobia del test.

Per le facoltà triennali a numero aperto più richieste (sottolineo che farei l'università solo per aumentare le mie probabilità di lavorare e basta), cosa potreste consigliarmi? Ad Economia non mi ci vedo proprio e per le materie di studio con matematica sarebbe un fallimento totale.

Scusate il post monologo confusionario-delirante ma sto messo un po' storto di cervello stasera, i sensi di colpa sul passato stanno iniziando ad affogarmi... Grazie per la pazienza
Ci sono un po' di contraddizioni in questo post. Dici che non hai problemi a studiare ma allo stesso tempo non ti ritieni in grado di passare i test di ammissioni o qualsiasi facolta` che abbia a che fare con la matematica.
Se queste sono le premesse non ti conviene perdere tempo e risorse con l'universita` perche` di fatto hai scartato tutte i percorsi studi che ti darebbero qualche chance lavorativa concreta, tenendo in considerazione anche la tua eta` ed assenza di esperienze.

Se davvero non hai problemi a studiare ti consiglierei un percorso di studi nell'ambito computer science, ma qua di matematica ce n'e` eccome. Pero` le prospettive lavorative sono ottime e considerata la tua situazione non ci sarebbero neanche problemi con posizioni completamente remote ed orari totalmente flessibili, oltre il fatto che gli sgravi fiscali per le aziende potrebbero davvero rendere il tuo profilo estremamente attraente. Potresti valutare anche corsi in quest'ambito piu` professionalizzanti, ma di certo avere la laurea sarebbe una qualifica molto piu` spendibile e con basi decisamente piu` solide.
 

HunterKakashi

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Invalido civile 80% (rientro perciò nelle categorie protette al lavoro, fatti 3 corsi di formazione al lavoro finanziati dalla Regione che non mi hanno nemmeno portato a un tirocinio).

Nonostante ciò, non ho comunque problemi a studiare, ho concluso il liceo scientifico nel 2011 ma non mi ricordo nulla.. Lo zero totale in assoluto di chimica, biologia, matematica e fisica.

La tanta decantata cosa "sei invalido, rientri nelle categorie protette, hai una corsia preferenziale per essere assunto, le aziende hanno degli sgravi fiscali grazie a te e sono obbligate ad assumere un invalido!" non funziona (almeno, nel mio caso).. Ed è proprio ciò che mi sta facendo accarezzare l'idea di iniziare una facoltà.
Solo che, anche qua... È una mossa giusta e ragionata?
Si, ammetto che lo farei solo come ultima spiaggia ma quando ho un obbiettivo sono determinato quanto un soldato ad eseguirlo e portarlo a termine con successo e ripeto, studiare non è mai stato un problema per me.

Pensieri sul quale facoltà: mi sarebbe sempre piaciuto qualcosa inerente l'area sanitaria, ma essendo a numero chiuso con test di ammissione proprio no.. Troppa competizione e scarse chance di successo (so che lo studio universitario sarà 100 volte peggiore del test di ammissione), ma potrei comunque cercare di entrare nell'ottica e togliermi la fobia del test.

Per le facoltà triennali a numero aperto più richieste (sottolineo che farei l'università solo per aumentare le mie probabilità di lavorare e basta), cosa potreste consigliarmi? Ad Economia non mi ci vedo proprio e per le materie di studio con matematica sarebbe un fallimento totale.

Scusate il post monologo confusionario-delirante ma sto messo un po' storto di cervello stasera, i sensi di colpa sul passato stanno iniziando ad affogarmi... Grazie per la pazienza
Io di annunci lavorativi rivolti alle categorie protette ne vedo tantissimi.

ti consiglio di farti un giro sul motore di ricerca Monster, e in particolare guardare gli annuncio di "Page Personeel"
 

Vito85

Retrogamer
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31 anni, mai lavorato in vita mia (motivi di salute e famigliari, su cui negli ultimi anni mi sono eccessivamente adagiato sopra con la scusa "mi prendo un periodo di pausa dopo tutti sti anni infernali", sono sincero e lo dico).
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Nonostante ciò, non ho comunque problemi a studiare, ho concluso il liceo scientifico nel 2011 ma non mi ricordo nulla.. Lo zero totale in assoluto di chimica, biologia, matematica e fisica.

La tanta decantata cosa "sei invalido, rientri nelle categorie protette, hai una corsia preferenziale per essere assunto, le aziende hanno degli sgravi fiscali grazie a te e sono obbligate ad assumere un invalido!" non funziona (almeno, nel mio caso).. Ed è proprio ciò che mi sta facendo accarezzare l'idea di iniziare una facoltà.
Solo che, anche qua... È una mossa giusta e ragionata?
Si, ammetto che lo farei solo come ultima spiaggia ma quando ho un obbiettivo sono determinato quanto un soldato ad eseguirlo e portarlo a termine con successo e ripeto, studiare non è mai stato un problema per me.

Pensieri sul quale facoltà: mi sarebbe sempre piaciuto qualcosa inerente l'area sanitaria, ma essendo a numero chiuso con test di ammissione proprio no.. Troppa competizione e scarse chance di successo (so che lo studio universitario sarà 100 volte peggiore del test di ammissione), ma potrei comunque cercare di entrare nell'ottica e togliermi la fobia del test.

Per le facoltà triennali a numero aperto più richieste (sottolineo che farei l'università solo per aumentare le mie probabilità di lavorare e basta), cosa potreste consigliarmi? Ad Economia non mi ci vedo proprio e per le materie di studio con matematica sarebbe un fallimento totale.

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Onestamente, almeno in Sicilia, attraverso il programma Silav, dopo anni ed anni di nulla dove la gente con la 68/99 (immagino miri a quello), si metteva in graduatoria in attesa di una chiamata nel privato o ancora meglio nel pubblico, ad inizio anno dopo il censimento di inizio 2022 hanno sistemato un mare di persone negli ospedali ed altri enti comunali. Parliamo comunque di profili tipo centralinisti, magazzinieri (in base anche allo stato fisico non so la tua disabilità e di certo non ci voglio entrare in merito) ecc... se aspiri a questo con il semplice diploma le possibilità sono queste. Ma onestamente sei giovane e puoi ambire a qualcosa di più redditizio e anche di livello.

Su quest'ultimo punto, se posso suggerirti, punta su qualche facoltà tipo scienze della formazione primaria, o insomma qualche facoltà che dia accesso all'insegnamento perché già include classi di insegnamento. Non scegliere cavolate dove non puoi insegnare un tubo o devi farti 200 esami extra per ottenere una classe di insegnamento dove far domanda. Te lo dico perché nelle graduatorie scolastiche che normalmente escono ogni biennio una quota di posti è per i riservisti, ed inserendo l'appartenenza alla 68/99, insieme alla gente abilitata e non che possiede un bel po' di punti e si becca la supplenza, una quota obbligatoriamente deve essere presa dai 68/99, quindi avresti delle grandi possibilità, ancor di più se ti abiliti (tipo al sostegno) o se magari (non so di dove sei) punti a far domanda nei primi anni in sedi meno gettonate dove chiamano anche con pochi punti. Onestamente io farei questo.

In ambito sanitario invece, ti dico assolutamente si per medicina (ma il percorso è troppo lungo, anche proiettandoti che tutto fila liscio 10 anni fra laurea e specializzazione sono troppi) ed infermieristica (a sto punto meglio questo), troveresti facilmente lavoro, meno per altre tipo Farmacia/CTF (e quindi subito dopo Farmacia Ospedaliera), Fisica (Fisica Medica) o Scienze Biologiche (Patologia e Biochimica Clinica), troppo tempo. studio, pochissimi posti per accedere alle scuole di specializzazione se rapportati a medici ed infermieri.
 

HunterKakashi

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Onestamente, almeno in Sicilia, attraverso il programma Silav, dopo anni ed anni di nulla dove la gente con la 68/99 (immagino miri a quello), si metteva in graduatoria in attesa di una chiamata nel privato o ancora meglio nel pubblico, ad inizio anno dopo il censimento di inizio 2022 hanno sistemato un mare di persone negli ospedali ed altri enti comunali. Parliamo comunque di profili tipo centralinisti, magazzinieri (in base anche allo stato fisico non so la tua disabilità e di certo non ci voglio entrare in merito) ecc... se aspiri a questo con il semplice diploma le possibilità sono queste. Ma onestamente sei giovane e puoi ambire a qualcosa di più redditizio e anche di livello.

Su quest'ultimo punto, se posso suggerirti, punta su qualche facoltà tipo scienze della formazione primaria, o insomma qualche facoltà che dia accesso all'insegnamento perché già include classi di insegnamento. Non scegliere cavolate dove non puoi insegnare un tubo o devi farti 200 esami extra per ottenere una classe di insegnamento dove far domanda. Te lo dico perché nelle graduatorie scolastiche che normalmente escono ogni biennio una quota di posti è per i riservisti, ed inserendo l'appartenenza alla 68/99, insieme alla gente abilitata e non che possiede un bel po' di punti e si becca la supplenza, una quota obbligatoriamente deve essere presa dai 68/99, quindi avresti delle grandi possibilità, ancor di più se ti abiliti (tipo al sostegno) o se magari (non so di dove sei) punti a far domanda nei primi anni in sedi meno gettonate dove chiamano anche con pochi punti. Onestamente io farei questo.

In ambito sanitario invece, ti dico assolutamente si per medicina (ma il percorso è troppo lungo, anche proiettandoti che tutto fila liscio 10 anni fra laurea e specializzazione sono troppi) ed infermieristica (a sto punto meglio questo), troveresti facilmente lavoro, meno per altre tipo Farmacia/CTF (e quindi subito dopo Farmacia Ospedaliera), Fisica (Fisica Medica) o Scienze Biologiche (Patologia e Biochimica Clinica), troppo tempo. studio, pochissimi posti per accedere alle scuole di specializzazione se rapportati a medici ed infermieri.
In ambito sanitario io a questo punto punterei a fare un corso di OSS :asd:
 

Viscaccia

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31 anni, mai lavorato in vita mia (motivi di salute e famigliari, su cui negli ultimi anni mi sono eccessivamente adagiato sopra con la scusa "mi prendo un periodo di pausa dopo tutti sti anni infernali", sono sincero e lo dico).
Invalido civile 80% (rientro perciò nelle categorie protette al lavoro, fatti 3 corsi di formazione al lavoro finanziati dalla Regione che non mi hanno nemmeno portato a un tirocinio).

Nonostante ciò, non ho comunque problemi a studiare, ho concluso il liceo scientifico nel 2011 ma non mi ricordo nulla.. Lo zero totale in assoluto di chimica, biologia, matematica e fisica.

La tanta decantata cosa "sei invalido, rientri nelle categorie protette, hai una corsia preferenziale per essere assunto, le aziende hanno degli sgravi fiscali grazie a te e sono obbligate ad assumere un invalido!" non funziona (almeno, nel mio caso).. Ed è proprio ciò che mi sta facendo accarezzare l'idea di iniziare una facoltà.
Solo che, anche qua... È una mossa giusta e ragionata?
Si, ammetto che lo farei solo come ultima spiaggia ma quando ho un obbiettivo sono determinato quanto un soldato ad eseguirlo e portarlo a termine con successo e ripeto, studiare non è mai stato un problema per me.

Pensieri sul quale facoltà: mi sarebbe sempre piaciuto qualcosa inerente l'area sanitaria, ma essendo a numero chiuso con test di ammissione proprio no.. Troppa competizione e scarse chance di successo (so che lo studio universitario sarà 100 volte peggiore del test di ammissione), ma potrei comunque cercare di entrare nell'ottica e togliermi la fobia del test.

Per le facoltà triennali a numero aperto più richieste (sottolineo che farei l'università solo per aumentare le mie probabilità di lavorare e basta), cosa potreste consigliarmi? Ad Economia non mi ci vedo proprio e per le materie di studio con matematica sarebbe un fallimento totale.

Scusate il post monologo confusionario-delirante ma sto messo un po' storto di cervello stasera, i sensi di colpa sul passato stanno iniziando ad affogarmi... Grazie per la pazienza
Per le professioni sanitarie (triennali) non preoccuparti del test, non ci vuole nulla a fare punteggi alti ed ambire anche a Fisioterapia. Alla Sapienza in Infermieristica entra anche gente che praticamente sputa sul foglio invece di compilarlo, figurati :rickds:
 

Pedro923

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Ho 30 anni e vorrei iscrivermi a un corso online di psicologia. Quante possibilità ho di laurearmi e praticare? È possibile a questa età? Quanto ci metterei prima di aprire uno studio? Siate spietati.
 

AKAB

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vorrei condividere con voi un vostro parere.

è normale che un'università non adotti piu le videolezioni come metodo di didattica complementare a quelle in presenza per chi è affetto da covi, con sintomi e tampone molecolare in ospedale usando come scusa il regolamento didattico che "considera il covid ormai come una normale influenza".

Io ci vedo solo una risposta di comodo per evitare lo sbatti di predisporre anche delle videolezioni. MA ancora piu grave un'anarmonicità tra il regolamento didattico (covid=normale influenza) e quello che ti impone effettivamente il governo tutt'oggi (quarantena forzata con covid e sintomi). Non mi sembra che sia trattata tutt'oggi come una normale influenza, in quel caso potrei prendere una tachipirina, mettermi una mascherina fp2 e uscire. Col covid è ancora impedito.

A ne sembra un prevalicare i diritti dello studente. La giustificazione data non regge minimamente e mi pare sia contro la realtà. Tralasciando le tasse salate che ogni anno richiedono. Un minimo piu di considerazione sarebbe gradita.
 

Il Don

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Ho 30 anni e vorrei iscrivermi a un corso online di psicologia. Quante possibilità ho di laurearmi e praticare? È possibile a questa età? Quanto ci metterei prima di aprire uno studio? Siate spietati.
Credo che la risposta sia: lascia perdere.

Psicologia non fornisce molte opportunità, ahimè. Men che meno a trent'anni.
Post unito automaticamente:

vorrei condividere con voi un vostro parere.

è normale che un'università non adotti piu le videolezioni come metodo di didattica complementare a quelle in presenza per chi è affetto da covi, con sintomi e tampone molecolare in ospedale usando come scusa il regolamento didattico che "considera il covid ormai come una normale influenza".

Io ci vedo solo una risposta di comodo per evitare lo sbatti di predisporre anche delle videolezioni. MA ancora piu grave un'anarmonicità tra il regolamento didattico (covid=normale influenza) e quello che ti impone effettivamente il governo tutt'oggi (quarantena forzata con covid e sintomi). Non mi sembra che sia trattata tutt'oggi come una normale influenza, in quel caso potrei prendere una tachipirina, mettermi una mascherina fp2 e uscire. Col covid è ancora impedito.

A ne sembra un prevalicare i diritti dello studente. La giustificazione data non regge minimamente e mi pare sia contro la realtà. Tralasciando le tasse salate che ogni anno richiedono. Un minimo piu di considerazione sarebbe gradita.
Conosco qualcuno che lavora in istituti privati che dice di aver ricevuto le stesse direttive.
 

AlbertLeLoup

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vorrei condividere con voi un vostro parere.

è normale che un'università non adotti piu le videolezioni come metodo di didattica complementare a quelle in presenza per chi è affetto da covi, con sintomi e tampone molecolare in ospedale usando come scusa il regolamento didattico che "considera il covid ormai come una normale influenza".

Io ci vedo solo una risposta di comodo per evitare lo sbatti di predisporre anche delle videolezioni. MA ancora piu grave un'anarmonicità tra il regolamento didattico (covid=normale influenza) e quello che ti impone effettivamente il governo tutt'oggi (quarantena forzata con covid e sintomi). Non mi sembra che sia trattata tutt'oggi come una normale influenza, in quel caso potrei prendere una tachipirina, mettermi una mascherina fp2 e uscire. Col covid è ancora impedito.

A ne sembra un prevalicare i diritti dello studente. La giustificazione data non regge minimamente e mi pare sia contro la realtà. Tralasciando le tasse salate che ogni anno richiedono. Un minimo piu di considerazione sarebbe gradita.
Sì le direttive da settembre (o da prima non ricordo) sono ormai queste perché è concluso lo stato di emergenza, per cui sia le lezioni sia gli esami non vengono più erogati a distanza. L’unica possibilità credo sia chiedere direttamente ai singoli professori se sono disponibili ad usare meet durante le lezioni così anche chi è a casa segue. Dalla mia esperienza (studio medicina) in questi due anni i professori sono sempre stati restii a qualsiasi cosa fosse a distanza, nonostante si trattasse di corsi prettamente teorici per cui non cambiava una cippa seguire in aula o a casa; alcuni si mettevano proprio di traverso salve rare eccezioni. Il motivo? Probabilmente per un’idea distorta e malsana diffusa nel mondo accademico per cui seguire di persona sia più efficace rispetto a seguire al pc da casa. Le uniche eccezioni dovrebbero essere motivi gravi di salute 🤷🏻‍♂️
 

AKAB

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Sì le direttive da settembre (o da prima non ricordo) sono ormai queste perché è concluso lo stato di emergenza, per cui sia le lezioni sia gli esami non vengono più erogati a distanza. L’unica possibilità credo sia chiedere direttamente ai singoli professori se sono disponibili ad usare meet durante le lezioni così anche chi è a casa segue. Dalla mia esperienza (studio medicina) in questi due anni i professori sono sempre stati restii a qualsiasi cosa fosse a distanza, nonostante si trattasse di corsi prettamente teorici per cui non cambiava una cippa seguire in aula o a casa; alcuni si mettevano proprio di traverso salve rare eccezioni. Il motivo? Probabilmente per un’idea distorta e malsana diffusa nel mondo accademico per cui seguire di persona sia più efficace rispetto a seguire al pc da casa. Le uniche eccezioni dovrebbero essere motivi gravi di salute 🤷🏻‍♂️
ma mi chiedo come mai per esempio il politecnico di torino (io sono unito) prevede lezioni a distanza (oltre a quelle in presenza) da sempre? direttiva o meno? Al massimo forse non c'è piu una direttiva che le obbliga a mettere anche materiale di supporto come la registrazione delle lezioni

A me la storia della direttiva sembra una cosa di comodo perchè poi sta all'università decidere come organizzare le cose.
Posto che nel momento in cui si dice che il covid è considerato una normale influenza si arriva ad un'incongruenza in quanto non è vero, si è ancora costretti in caso di positiviità con sintomi a restare a casa in modo forzato...non è che si ha facoltà di scelta, non c'è libero arbitrio a meno di andare contro le normative illustrate sul ministero della salute.
Ma soprattutto non credo che il ministero dell'istruzione abbia vietato alle università di fare le lezioni ANCHE a distanza.

Poi si si aprirebbe un ampio discorso sulle lezioni a distanza ma per quanto mi riguarda sono infinitamente meglio in quanto si ha la possibilità di stoppare la lezione, se non si ha capito di tornare indietro quante si volte vuole senza avere magari una reazione stizzita del professore e se i dubbi continuano fare immediatamente ulteriori ricerche su internet. Io mi sono trovato infinitamente meglio con la DAD

Invece ora invece che renderle complementari si torna al medioevo, candela, gessetto e lavagna.
Forse hanno paura che a casa gli studenti abbiano piu distrazioni...ma se uno non vuole ascoltare la lezione lo fa benissimo anche in presenza non andandoci o facendo altro.
 
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AlbertLeLoup

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ma mi chiedo come mai per esempio il politecnico di torino (io sono unito) prevede lezioni a distanza (oltre a quelle in presenza) da sempre? direttiva o meno?

A me la storia della direttiva sembra una cosa di comodo perchè poi sta all'università decidere come organizzare le cose.
Posto che nel momento in cui si dice che il covid è considerato una normale influenza si arriva ad un'incongruenza in quanto non è vero, si è ancora costretti in caso di positiviità con sintomi a restare a casa in modo forzato...non è che si ha facoltà di scelta.
Non credo che il governo abbia vietato alle università di fare le lezioni a distanza.
No ma ti do ragione, fosse per me le università dovrebbero erogare, almeno per i corsi teorici, sempre in doppia modalità presenza/distanza indipendentemente da covid, cazzi & mazzi. Del polito lo so perché conosco anche io gente che ci va e ne parla strabene (sono di Novara). Purtroppo mi sa che è una cosa lasciata alla discrezione dei singoli istituti, chi è abituato ormai alle lezioni anche a distanza e chi non vuole proprio
 

Il Don

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Non credo sia il topic più adatto ma non ho trovato posto migliore.

Ho frequentato il classico e comunicazione, quindi la matematica è sempre stata lontana da me. Ora però, a quasi ventotto anni, vorrei almeno capire le basi della matematica (roba da liceo per intenderci). Che libro potrei prendere per fare da autodidatta? Non chiedo video su YouTube perché come primo supporto ho bisogno di un cartaceo o mi perdo.
 

benq

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Non credo sia il topic più adatto ma non ho trovato posto migliore.

Ho frequentato il classico e comunicazione, quindi la matematica è sempre stata lontana da me. Ora però, a quasi ventotto anni, vorrei almeno capire le basi della matematica (roba da liceo per intenderci). Che libro potrei prendere per fare da autodidatta? Non chiedo video su YouTube perché come primo supporto ho bisogno di un cartaceo o mi perdo.
Secondo me è proprio il contrario, rischi molto di più di perderti con un testo che con video e online.
Personalmente ti consiglio il canale yt di Elia Bombardelli e il sito youmath pieno di teoria spiegata semplice ed esercizi
 

Il Don

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Secondo me è proprio il contrario, rischi molto di più di perderti con un testo che con video e online.
Personalmente ti consiglio il canale yt di Elia Bombardelli e il sito youmath pieno di teoria spiegata semplice ed esercizi
Non dico che non voglio usarli i video però vorrei anche un libro. Bombardelli lo conosco e mi pare preparato.
 

Noton

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Non credo sia il topic più adatto ma non ho trovato posto migliore.

Ho frequentato il classico e comunicazione, quindi la matematica è sempre stata lontana da me. Ora però, a quasi ventotto anni, vorrei almeno capire le basi della matematica (roba da liceo per intenderci). Che libro potrei prendere per fare da autodidatta? Non chiedo video su YouTube perché come primo supporto ho bisogno di un cartaceo o mi perdo.
Con il mare di roba che c'è ormai su internet (già citata), sicuramente non è necessario avere un testo per imparare le basi, ma comunque, anche solo per capire da dove e come iniziare, un libro lo raccomando. Ti serve un buon testo di Analisi, che in genere ha tra i primi capitoli una parte introduttiva di logica preposizionale, teoria degli insiemi e topologia.
Te ne dico uno: il Pagani Salsa, lo troverai usato ovunque, è un classico (ovviamente con più roba di quella che ti interessa, ma non è un male).
Probabilmente ne ho pure uno a casa, se fossi di Roma potrei anche regalartelo.
 
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