L'altro giorno era uscito il discorso nel topic di GoT, allora mi è tornato in mente questo articolo di un paio di anni fa e volevo postarlo:
https://stinger-magazine.com/article/depth-and-complexity/
Questo è un blog che si occupa soprattutto di action, e in questo articolo l'autore prova a dare una definizione e a distinguere i concetti di "profondità" e "complessità" in quanto caratterizzanti dei gameplay action.
Penso sia interessante perché tante volte leggo definire questo o quel battle system "tecnico, profondo" in un modo che sembra più assecondare il sentire comune piuttosto che in base ad una reale riflessione su questi concetti.
Sintetizzando (ma vi invito comunque a leggere) secondo l'autore:
1) la "profondità" consiste nelle opzioni di gioco
significative e
specifiche a disposizione del giocatore, insomma, dal numero di risultati distinti e differenti che può ottenere con le sue opzioni.
Depth, in a sense, is an answer to a question:
why should I use these attacks and abilities, instead of just killing my foe?
2) la "complessità" invece sta ad indicare tutte le realizzazioni possibili di quei singoli risultati distinti. Se la profondità riguarda i modi di realizzare obiettivi diversi, la complessità fa riferimento a tutte le opzioni a disposizione per realizzare uno di quegli obiettivi, ma non solo, poiché comprende anche la sinergia tra queste opzioni e la loro difficoltà di realizzazione.
In sostanza, la parola che distingue questi due aspetti è
significativo.
I due termini non sono da intendersi come separati, ma a loro volta possono lavorare in sinergia, ma possono anche ostacolarsi a vicenda, finendo perché si privilegi un aspetto piuttosto che un altro in un singolo gioco. E così l'autore dell'articolo pone Devil May Cry 4 come esempio di gameplay dall'alto grado di complessità, perché il giocatore ha a disposizione moltissime opzioni che gli permettono di ottenere uno stesso risultato (uccidere un nemico) in tantissimi modi differenti, e hanno permesso di dare vita agli stili assolutamente personali di quei giocatori che la community più o meno appassionata conosce bene.
Invece giochi come Ninja Gaiden o God of War enfatizzano la profondità piuttosto che la complessità, nel senso che rispetto alla varietà e alle combinazioni delle possibili opzioni hanno più peso le proprietà di un singolo input e di una singola azione a seconda della necessità contestuale. Esempio pratico: non è tanto importante scegliere
con quale attacco lanciare un nemico in aria, quanto piuttosto se sia più conveniente lanciarlo in aria, usare una mossa evasiva, una presa, caricare ecc.
Ovviamente a seconda del gioco il bilanciamento tra questi due termini assume sfumature differenti.
A questo punto chiama in causa un terzo fattore, che ha l'obiettivo di fungere da legante tra questi due elementi: la
motivazione. Se il gioco non riesce a motivare adeguatamente il giocatore ad addentrarsi nella sua profondità o ad esplorare la sua complessità, il divertimento ne risente. Citando un tale Soren Johnson di Mohawk Games:
“Many players cannot help approaching a game as an optimization puzzle. Given the opportunity, players will optimize the fun out of a game”
una citazione che in un certo senso interagisce con la domanda che ho postato sopra. Per ottimizzazione qui dobbiamo intendere la tendenza a scegliere sempre e comunque il modo più efficace per ottenere un obiettivo. Per parlare in termini di gioco:
"in Dmc, posso uccidere un nemico con combo 1 nel miglior tempo possibile. Perché non dovrei usare
sempre combo 1?"
la risposta in genere è un sistema di ranking o una serie di ricompense/obiettivi tangibili. L'autore fa l'esempio di God of War come titolo che purtroppo, soprattutto a normal, non riesce a motivare il giocatore ad esplorare adeguatamente la sua profondità (da qui le battute sul gameplay button mashing).
In ogni caso, alla domanda "cosa rende un gioco migliore, complessità o profondità?" la risposta che viene data è "nessuna delle due", perché questi due aspetti convivono in un sereno equilibrio, e ciascuno di questi giochi dà il suo meglio quando riesce a promuovere al giocatore la sua profondità o la sua complessità alla stessa maniera.
Penso sia un modo interessante per riflettere consapevolmente sul vero valore che hanno le opzioni di gameplay a disposizione di un giocatore, e anche per comprendere meglio tanto la filosofia di chi questi gameplay li progetta, e anche di quei giocatori che magari si pongono auto-limitazioni per portare i giochi al loro limite.