Per quanto riguarda le esperienze di gioco, penso che i classici titoli single player siano in una posizione migliore adesso rispetto a 7/8 anni fa. La bolla dei GaaS si è abbastanza sgonfiata, quella dei battle royale ha già cominciato una lenta discesa, gran parte dei titoli più attesi di questo 2020 sono esperienze single player tradizionali, insomma il futuro da questo punto di vista è più roseo di quanto fosse qualche anno fa.
Il problema principale dei prossimi anni saranno le forme alternative di monetizzazione inserite nei giochi, si dovrà trovare un equilibrio prima o poi perchè con l'arrivo della nuova gen i costi di sviluppo non faranno che aumentare ulteriormente e il mercato AAA diventerà ancora più insostenibile, specialmente con l'ingresso dei servizi ad abbonamento tipo EuroSpin videoludico, quindi il rischio di forme alternative di monetizzazione piuttosto invasive è concreto (microtransazioni su tutte, con tutto quello che comportano). Speriamo si riesca a trovare un equilibrio decente come è stato con le pratiche dei DLC e dei season pass, che la scorsa gen sembravano il male dell'industria e oggi (salvo rari casi) si sono assestati su un modello sostenibile e soddisfacente sia per l'utenza che per i publisher
Altro dato curioso su cui rifletto da un po' di tempo è anche lo shift demografico nel gaming tradizionale. Ormai i videogiochi tradizionali sembrano essere un hobby indirizzato più alla fascia dei giovani adulti (range dei 20-30 anni), quando in passato la prevalenza era nettamente su fasce di età molto inferiori. Gli adolescenti di oggi non sembrano più interessati al gaming come gli adolescenti di allora, probabilmente il mercato mobile ne ha risucchiati parecchi e molti altri preferiscono guardarsi i walktrough del loro youtuber preferito piuttosto che giocare in prima persona; per quel che vale è una cosa cui assisto direttamente guardando ai miei cuginetti di 12-14-16 anni, completamente estranei al gaming tradizionale se non per i soliti Fifa e Fortnite. ma finisce lì, i giochi single player neanche sono capaci a giocarli. Non che mi dispiaccia un'industria con un target di riferimento più maturo (giusto Nintendo fa eccezione puntando ancora molto ANCHE su un pubblico giovanissimo), però un po' mi rattrista questa mancanza di ricambio generazionale (cosa cui assistiamo, ad esempio, anche sul forum stesso)
TL;DR: come ogni cambio di gen, ci troviamo davanti vari incognite su quello che sarà lo sviluppo futuro del settore. I punti interrogativi principali per i prossimi anni saranno il ruolo giocato dai servizi ad abbonamento simil-Netflix come nuova modalità di distribuzione, il gaming in streaming e la sostenibilità del mercato AAA (con conseguenze sui sistemi di monetizzazione alternativi). Speriamo che con riferimento a questi aspetti si trovi un equilibrio soddisfacente, come sempre molto dipenderà dalla reazione dell'utenza a questo tipo di cambiamenti
Non ho timori invece per quanto riguarda il perdurare di esperienze di gioco "tradizionali", titoli single player, ecc... anzi la situazione attuale e futura mi sembra ben più rosea di quanto mi sembrasse tra il 2013 e il 2014, grazie soprattutto agli sforzi di sh come Sony, Nintendo, Capcom, FromSoftware, CDPR, ecc.. che in questa gen sono state davvero impeccabili e con un futuro ancor più glorioso alle porte
Bethesda in questa gen ha fatto schifo, il tonfo peggiore della generazione, hanno raggiunto livelli imbarazzanti. Spero davvero che con TES6 e Starfield possano invertire la spirale di merdà in cui sono entrati, perchè al momento si reggono a galla solo con l'attività di publishing grazie ad Arkhane e ID Software