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[video=youtube;5K5Dm-o_MEs]
Cross, palloni intercettati, corsa, altruismo e tanta qualità sulla corsia sinistra sono le qualità presenti nel biglietto da visita del nuovo acquisto bianconero
Ventiquattro anni (classe 1991), fisico esile ed asciutto per 1,80m di altezza, Lobo Silva Alex Sandro è un ragazzo difficile da marcare. Molto difficile. Terzino, ma anche ala o centrale di difesa all’occorrenza, gioca spesso e volentieri a ridosso della linea di fondo, ama scattare per anticipare l’avversario, sottrargli il pallone ed allungare verso la porta avversaria.
Dopo l’intercetto, ecco quindi l’affondo in velocità, a testa alta, proteggendo la sfera. Un modo di stare in campo corroborato dai dati, se è vero che il terzino brasiliano (87 gare e 3 gol in campionato con il Porto) nel corso dell’ultima edizione della Champions League è stato il difensore che ha intercettato più palloni (39) e subito più falli (22) di tutti. A riprova dell’affanno nel fermarlo da parte dei malcapitati che gravitano per quella fascia.
Ama il tackle, gioca pulito (una sola espulsione, l’anno scorso), sa calciare da fermo ma, soprattutto, sa crossare una volta raggiunta la linea di fondo, in virtù di un sinistro educato capace di disegnare traiettorie con il goniometro per la testa degli attaccanti.
Alex Sandro, un mix di potenza atletica in fase di spinta e grande intelligenza nel capire il gioco, è uno dei talenti più limpidi di quella generazione che ha conquistato, nel 2011, il Mondiale Under 20 con il Brasile. Una squadra, allenata da Ney Franco, che vantava gente come Willian, Coutinho, Oscar, Fernando ed Allan, capace di vincere anche un campionato sudamericano Under 20.
Tra quei fuoriclasse c’era anche Alex Sandro, che avrebbe nello stesso anno debuttato nella Seleção (sei, finora, le presenze in Nazionale maggiore) e l’anno successivo conquistato da titolare (a centrocampo) l’argento olimpico a Londra 2012.
A LIVELLO CONTINENTALE
Cresciuto con l’Atletico Paranaense, sale alla ribalta internazionale nel 2011, quando in compagnia di Neymar e Danilo, conquista la Coppa Libertadores con il Santos tricampeão battendo il Peñarol in una doppia finale decisa nella gara di ritorno.
E proprio dopo aver raggiunto l’apice della carriera calcistica in Sudamerica, con l’ex club di Pelè, Alex Sandro lascia il Brasile per iniziare l’avventura in Europa, tra le fila del Porto, squadra con la quale conoscerà gli stadi più prestigiosi in Champions League, distinguendosi sulla fascia sinistra senza deferenze né timori reverenziali di sorta.
Massimiliano Allegri: "Alex Sandro è un ottimo laterale, di qualità e spinta"
Dal 2012/13 ad oggi, infatti, Alex Sandro è stato il giocatore del Porto che ha crossato di più (89) e intercettato più palloni (65) nella massima competizione europea. Nelle ultime tre edizioni della Champions League, tra i difensori, solo Sergio Ramos (43) e Dani Alves (38) hanno costretto gli avversari all’intervento falloso per essere fermati più volte di Alex Sandro (35).
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Cross, palloni intercettati, corsa, altruismo e tanta qualità sulla corsia sinistra sono le qualità presenti nel biglietto da visita del nuovo acquisto bianconero
Ventiquattro anni (classe 1991), fisico esile ed asciutto per 1,80m di altezza, Lobo Silva Alex Sandro è un ragazzo difficile da marcare. Molto difficile. Terzino, ma anche ala o centrale di difesa all’occorrenza, gioca spesso e volentieri a ridosso della linea di fondo, ama scattare per anticipare l’avversario, sottrargli il pallone ed allungare verso la porta avversaria.
Dopo l’intercetto, ecco quindi l’affondo in velocità, a testa alta, proteggendo la sfera. Un modo di stare in campo corroborato dai dati, se è vero che il terzino brasiliano (87 gare e 3 gol in campionato con il Porto) nel corso dell’ultima edizione della Champions League è stato il difensore che ha intercettato più palloni (39) e subito più falli (22) di tutti. A riprova dell’affanno nel fermarlo da parte dei malcapitati che gravitano per quella fascia.
Ama il tackle, gioca pulito (una sola espulsione, l’anno scorso), sa calciare da fermo ma, soprattutto, sa crossare una volta raggiunta la linea di fondo, in virtù di un sinistro educato capace di disegnare traiettorie con il goniometro per la testa degli attaccanti.
Alex Sandro, un mix di potenza atletica in fase di spinta e grande intelligenza nel capire il gioco, è uno dei talenti più limpidi di quella generazione che ha conquistato, nel 2011, il Mondiale Under 20 con il Brasile. Una squadra, allenata da Ney Franco, che vantava gente come Willian, Coutinho, Oscar, Fernando ed Allan, capace di vincere anche un campionato sudamericano Under 20.
Tra quei fuoriclasse c’era anche Alex Sandro, che avrebbe nello stesso anno debuttato nella Seleção (sei, finora, le presenze in Nazionale maggiore) e l’anno successivo conquistato da titolare (a centrocampo) l’argento olimpico a Londra 2012.
A LIVELLO CONTINENTALE
Cresciuto con l’Atletico Paranaense, sale alla ribalta internazionale nel 2011, quando in compagnia di Neymar e Danilo, conquista la Coppa Libertadores con il Santos tricampeão battendo il Peñarol in una doppia finale decisa nella gara di ritorno.
E proprio dopo aver raggiunto l’apice della carriera calcistica in Sudamerica, con l’ex club di Pelè, Alex Sandro lascia il Brasile per iniziare l’avventura in Europa, tra le fila del Porto, squadra con la quale conoscerà gli stadi più prestigiosi in Champions League, distinguendosi sulla fascia sinistra senza deferenze né timori reverenziali di sorta.
Massimiliano Allegri: "Alex Sandro è un ottimo laterale, di qualità e spinta"
Dal 2012/13 ad oggi, infatti, Alex Sandro è stato il giocatore del Porto che ha crossato di più (89) e intercettato più palloni (65) nella massima competizione europea. Nelle ultime tre edizioni della Champions League, tra i difensori, solo Sergio Ramos (43) e Dani Alves (38) hanno costretto gli avversari all’intervento falloso per essere fermati più volte di Alex Sandro (35).
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