Premetto che in quest'anno ho visto molti, molti più film di altre annate, dato che avevo e ancora ho 47329462389 falle da recuperare. Ho visto quasi solamente roba americana, vuoi perchè quando inizio toni erdmann devo toglierlo 10 minuti dopo perchè preferisco avere i ******** in una trappola per orsi piuttosto che sentire il tedesco, vuoi perchè il caso ha stabilito che non trovassi il momento giusto per tutti i film che mi interessassero (the handmaiden,Julieta, Aquarius, Ken Loach, malick, farhadi, DOC DI TOGG, arabian nights, e tanta altra roba).
La Top 15
1) The Hateful Eight, Quentin Tarantino.
2) The Witch, Robert Eggers
3) Arrival, Denis Villeneuve
4) The Neon Demon, Nicolas Winding Refn
5) Steve Jobs, Danny Boyle
6) Elle, Paul Verhoeven
7) Carol, Todd Haynes
8) Hell or High Water, David Mackenzie
9) Everybody Wants Some!, Richard Linklater
10) The Big Short, Adam McKay
11)The Nice Guys, Shane Black
12) MacBeth, Justin Kurzel
13) The Revenant, Alejandro Gonzales Inarritu
14) Sully, Clint Eastwood
15) Hail, Caesar!, Joel ed Ethan Coen
Nessun film di quest'anno mi è piaciuto come gli odiosi otto di Tarantino, motivo per cui è in cima. Se si tratta di capolavoro o meno, non lo so, ma io sto ancora godendo. Poi spazio al bravissimo Eggers e al suo horror che, mi è rimasto parecchio, un dettaglio in mezzo ai tanti, la voce del Male, semplicemente inquietante. Probabilmente è la cura maniacale verso l'epoca, ma ogni singolo aspetto del film è da quel punto di vista azzeccato e preciso, non lo paragonerei alle vette del genere ma mi pare un lavoro molto meritevole. Villeneuve è un regista che adoro, e con Arrival riesce a superare diverse problematiche di genere, Amy Adams è bravissima, la sceneggiatura funziona e i toni cupi, a creare un'ansia incombente, sono perfetti e interessanti nell'ottica dei tempi nostri. The Neon Demon può benissimo essere considerato spurio di contenuti, e non troverei nulla per ribattere. Tutto il teatro di luci e svolte assurde di Refn per me regge e fila via anche velocemente, dal punto di vista tecnico/fotografico, riesce nel suo intento. The Big Short, Macbeth, The Revenant e Steve Jobs sono tutti film che dopo un anno, quasi, continuo a ritenere validissimi, anche se con dei difetti, difetti che secondo me non intaccano comunque i grandi pregi di ognuno. Carol è bellissimo, le aspettative erano stratosferiche e non sono state completamente soddisfatte, l'ho trovato veramente freddo e distaccato a tratti, ma Haynes ha qui diretto senz'altro il suo miglior film, la regia e la fotografia sono entrambe commoventi, ottima colonna sonora, ottima recitazione, tutto ottimo. Il cattivissimo Elle di Verhoeven andrebbe visto anche solo come introduzione, per chiunque non la conoscesse, a Isabelle Huppert, attrice straordinaria che trascina tutto il film, una commedia/dramma grottesca con un'ottima sceneggiatura, insieme a un ritrovato Verhoeven che si toglie parecchi sassolini dalle scarpe. Si è parlato tanto anche del piacevolissimo Sully di Eastwood, e del folle Hail Caesar dei Coen, veterani sempre sul pezzo. Shane Black scrive e dirige coi tempi giustissimi una commedia che solo lui può fare, un grandissimo ritmo e due grandi protagonisti. Linklater firma il sequel spirituale di Dazed and Confused e non delude le aspettative, Everybody Wants Some è un sorriso dopo un altro, un feel good non banale, non ridicolo, che non spacca in due i maroni, un'altro tassello di un regista che torna più volte su quello che ha già fatto e per fortuna si conferma sempre di livello. Menzione anche per i thriller fatti bene e interpretati meglio, con Hell or High Water, e io continuo a seguire le sceneggiature di questo Taylor Sheridan, che dirigerà pure la prossima, e se Sicario qualche problemino di sceneggiatura ce l'aveva, Hell or High Water è più lineare e scontato, ma è anche onesto, basato su fatti e realtà, in generale i personaggi sono delineati meglio proprio perchè nulla di troppo originale, non ha neanche un regista in grado di elevare il seppur buonissimo grado tecnico, va detto.
Menzioni Onorevoli (nessun ordine particolare)
A Bigger Splash, Luca Guadagnino, cinema esplosivo, come Ralph Phiennes, in generale tutto il resto del cast sorprendentemente funziona bene e non sembra un film "americano", ha un ritmo piuttosto dilatato e in effetti porta a una sezione finale più sottomessa, anche soddisfacente, ma non l'ho trovato un difetto dopo tutto quello che viene prima
El Clan di Pablo Trapero, non è nulla di trascendentale, ma un quasi gangster movie, quelli con grandi scene e scelte musicali, una storia assurda dietro, regia solidissima, scorsesiano imho
Childhood of A Leader, un solidissimo debutto alla regia di Brady Corbet se togliamo quella nausea che sono gli ultimi 30 secondi che sono una metafora delle mie palle, ma per il resto tratta un tema interessante, propone la nascita di un ego malato, non è all'altezza delle sue ambizioni, ma certamente non si sprecano questi debutti. Troppi silenzi che non vogliono dire un *****, ma almeno c'è Scott Walker che non delude. Finale che ha effettivamente qualcosa da dire.
10 Cloverfield Lane, di dan trachtenberg, c'era un film migliore dietro tutto questo e ancora non so se il finale mi sia piaciuto o meno, ma come thriller funziona alla grande, merito del cast (John *** Goodman), della sceneggiatura e della confezione che tutto sommato fa funzionare quel grande punto di domanda sulla trama.
Green Room di Jeremy Saulnier, del regista ho preferito il suo bellissimo debutto Blue Ruin, ma questo Green Room è comunque un buon thriller con tanto bel vedere. Dei nazi e dei punk non mi è mai importato particolarmente. Spiccano Patrick Stewart e Macon Blair, anche se sono davvero tutti bravi, ha giusto un paio di dialoghi non entusiasmanti, per il resto è meritevole a dir poco.
Demolition di Jean Marc Vallè, già si è parlato, bisogna andarci coi piedi di piombo, a me è piaciuto.
De Palma di Noah Baumbach, un doc che è una droga, semplicemente De Palma che parla della sua carriera e dei suoi film uno dopo l'altro, da non perdere a mio parere.
The Wailing, di Na Hong Jin, è un lavoro di generi di tutto rispetto, probabilmente non funziona allo stesso modo a più visioni, la durata è forse un pelo eccessiva
American Honey di Andrea Arnold non sono un fan della vita di questi personaggi in questo modo, fish tank è stato un discreto sbadiglio, ma la narrazione è fluida, è montato bene, il che è importante quando filmi trash, e vanta un paio di interpretazioni veramente notevoli. Ovviamente il finale non è un finale.
Per par condicio, mettiamoci pure Rogue One visto che almeno il finale lo azzecca. Noto solamente che rimango contrario, da un punto di vista più critico, a un primo tempo così sottomesso nel nome del crescendo di fanservice, che avrei desiderato fosse fatto meglio, non così alla peggio con whitaker che tra qui e arrival vi è un abisso, per quanto banali siano i ruoli. E poi quella CGI....
tantissimi i titoli da recuperare, purtroppo.