Ramunno
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La vittoria degli Europei adesso non è da svalutare, quelli li abbiamo vinti meritatamente, ma restano comunque una vittoria a sè.
Mi spiego meglio: in quel momento avevamo una buona squadra che girava alla grande, ma che non era manco tra le prime 4 a livello di qualità.
Si è verificato il miracolo per via di una grandissima convinzione, unità di intenti, giocatori nella forma migliore, un CT che aveva messo su un'idea di gioco e poi la fortuna che ci vuole sempre per vincere quando non sei il migliore.
Abbiamo avuto Chiellini nei match più importanti, un Donnarumma nel suo periodo di grazia, Bonucci che non ha ciccato mai, Barella, Locatelli che hanno fatto il torneo della vita, ecc...
Se andiamo a rivedere, sul tetto d'Europa c'è arrivata gente che come esperienza europea sta a zero proprio e molti sono anche abbastanza maturi, non proprio dei 20enni.
Non è stata la vittoria del movimento calcistico italiano, è stata la vittoria di quei 30/40 uomini (staff e giocatori) andati lì.
Dal mondiale 2010 non è cambiata una mazza. Restiamo sempre una buona nazionale, ma sempre con gli stessi difetti e limiti.
I giovani non crescono, non giocano nei club, eccetto quei pochi come Sassuolo e Atalanta.
Non abbiamo fuoriclasse, eccetto due o tre che hanno 40 anni, abbiamo giocatori monodimensionali alla Immobile, alla Berardi, alla Insigne.
Negli ultimi anni è aumentato notevolmente l'apporto dei club medio-piccoli perchè la qualità è diminuita vertiginosamente rispetto a qualche decennio fa, del resto di italiani giovani, forti e protagonisti se ne vedono davvero pochissimi.
Il tutto è testimoniato dalle convocazioni di Balotelli (
) e Joao Pedro: roba che va bene per la Grecia, ma non per una Nazionale che si definisce top.
Mi spiego meglio: in quel momento avevamo una buona squadra che girava alla grande, ma che non era manco tra le prime 4 a livello di qualità.
Si è verificato il miracolo per via di una grandissima convinzione, unità di intenti, giocatori nella forma migliore, un CT che aveva messo su un'idea di gioco e poi la fortuna che ci vuole sempre per vincere quando non sei il migliore.
Abbiamo avuto Chiellini nei match più importanti, un Donnarumma nel suo periodo di grazia, Bonucci che non ha ciccato mai, Barella, Locatelli che hanno fatto il torneo della vita, ecc...
Se andiamo a rivedere, sul tetto d'Europa c'è arrivata gente che come esperienza europea sta a zero proprio e molti sono anche abbastanza maturi, non proprio dei 20enni.
Non è stata la vittoria del movimento calcistico italiano, è stata la vittoria di quei 30/40 uomini (staff e giocatori) andati lì.
Dal mondiale 2010 non è cambiata una mazza. Restiamo sempre una buona nazionale, ma sempre con gli stessi difetti e limiti.
I giovani non crescono, non giocano nei club, eccetto quei pochi come Sassuolo e Atalanta.
Non abbiamo fuoriclasse, eccetto due o tre che hanno 40 anni, abbiamo giocatori monodimensionali alla Immobile, alla Berardi, alla Insigne.
Negli ultimi anni è aumentato notevolmente l'apporto dei club medio-piccoli perchè la qualità è diminuita vertiginosamente rispetto a qualche decennio fa, del resto di italiani giovani, forti e protagonisti se ne vedono davvero pochissimi.
Il tutto è testimoniato dalle convocazioni di Balotelli (
