Titoli imprescindibili per la storia del videogioco tutto, Imho. Il primo è semplicemente folgorante e non mi dilungo nemmeno. Il secondo, da molti ingiustamente criticato, è un'ottima chiusura del ciclo di Rapture. Meno raffinato e brillante narrativamente, perde per forza di cose l'euforia da primo bacio ma il gameplay è appagante e solido. Io amai l'approccio più ragionato e strategico nelle fasi di difesa delle sorelline (godevo come un pazzo a piazzare le trappole per i ricombinanti intorno alla bambina in pieno delirio compulsivo) ma da quello che ho capito è uno degli elementi colpevoli della scarsa fama di cui gode. Infinite è una celebrazione dell'intera saga di BioShock, ne mantiene l'atmosfera e gli intenti narrativi. Un altro recipiente per le passioni filosofiche e letterarie di Levine.
Peccato che nella foga della sua ambizione perda moltissimo dell'immersione che caratterizzava i titoli precedenti, a favore di continue sessioni sparatutto mordi e fuggi o di adrenaliniche quanto inutili acrobazie su binari aerei. Praticamente assente la personalizzazione dell'arsenale, qualsiasi minigame di hacking, i toni horror e i giochi di luce che ti spingevano ad esplorare Rapture quasi con passo lento e felpato. Qua corri, spari, lanci Vigor in continuazione con una fretta insopportabile e hai la sensazione che l'esplorazione di Columbia non sia quella a 360 gradi che ti veniva offerta da Rapture. Infinite ha fretta di guidarti sui binari della sua bella storia con un effetto claustrofobico insopportabile. Riconosco a Levine e agli sviluppatori l'aver comunque creato per due volte un setting personalissimo, nonostante anche con infinite l'espediente della città utopica/distopica già risulta un pelo stantio (ma d'altronde coi dlc , che non ho giocato, so che cercano di giustificare anche questo, creando un'unica visione).