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Diritti Tv Champions League 2012-2015 solo a Sky
pubblicato: mercoledì 08 dicembre 2010 da Gabriele Capasso
Sky Italia si è aggiudicata l’esclusiva sulla trasmissione della Champions League per tre edizioni, 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015. La pay tv di Murdoch ha pagato una cifra vicina ai 100 milioni di euro annui riuscendo così ad avere la totale esclusiva sia per il satellite che per il digitale terrestre tagliando fuori Mediaset che rischia così di perdere la possibilità di trasmettere la più prestigiosa competizione calcistica europea.
Un brutto colpo con Sky che ha acquistato di fatto dei diritti tv che non può utilizzare non avendo la facoltà di trasmettere in pay tv sul digitale terrestre almeno fino al 2015 (e non avendo interesse a farlo in chiaro). La Uefa, che nella precedente asta aveva incassato annualmente 40 milioni di Sky per il satellite, 30 da Mediaset per il DTT e 27,5 dalla Rai per i diritti in chiaro, è riuscita così a “contenere” le perdite dovute all’uscita di scena della tv di stato.
In questo contesto l’Uefa potrebbe anche decidere di accettare eventuale offerte al ribasso della stessa Rai (o di altri soggetti) riuscendo a garantirsi quello che comunque è un obiettivo della federazione europea: la visibilità, anche in chiaro, per gli sponsor che finanziano copiosamente la Champions League.
Diritti Tv Champions League: Mediaset protesta e annuncia ricorso
pubblicato: mercoledì 08 dicembre 2010 da Gabriele Capasso
Non appena è giunta la notizia dell’aggiudicazione da parte di Sky Italia di tutti i diritti tv pay per la Champions League dal 2012 al 2015 Mediaset ha affidato ad un comunicato stampa le sue rimostranze e l’annuncio di un immediato ricorso all’Antitrust per quello che a Cologno Monzese ritengono l’ennesimo “abuso di posizione dominante“.
Mediaset, che ha già portato di fronte all’Autorità il caso dei Mondiali sudafricani del 2010 ottenendo l’apertura di un’istruttoria, ritiene che:
Il valore offerto (ndr per i diritti della Champions League) è al di fuori di ogni logica economica e motivato esclusivamente dalla volontà di eliminare qualunque tipo di concorrenza. E privare i telespettatori della scelta di quale offerta in pay tv guardare.
Confidiamo nel fatto che, questa volta, l’operatore satellitare si astenga dal cancellare i diritti del digitale terrestre pay danneggiando così milioni di tifosi che sarebbero obbligati o a sottoscrivere un onerosissimo abbonamento (anche per contenuti che con il calcio non c’entrano niente) o a dover rinunciare alla visione integrale della Champions League.
E non è nemmeno accettabile che la decisione se rivendere o meno i diritti del digitale terrestre pay a chi li può effettivamente esercitare sia affidata esclusivamente all’arbitrio monopolistico di un operatore dominante che metta al centro della valutazione i propri interessi e non l’interesse generale dei telespettatori. Per questo motivo Mediaset invoca la massima vigilanza da parte delle Autorità affinché i diritti per il digitale terrestre, la piattaforma più diffusa nel paese, siano rimessi sul mercato a condizioni eque e non discriminatorie.
La tesi di Mediaset è, a mio personalissimo parere, surreale.
Di fatto Mediaset Premium gode sul digitale terrestre della stessa condizione monopolistica di cui gode Sky sul satellite. Che la pay tv di Murdoch si accaparri degli eventi in esclusiva allo scopo di rendere la propria offerta “migliore” di quella di Premium non è quanto di più fedele al concetto stesso di concorrenza? Non fosse così non potremmo legittimamente parlare di “spartizione“?
Mediaset non è forse titolare di esclusive assolute su film e serie tv di grandi case di produzione americane che negli ultimi anni hanno “prosciugato” la qualità dell’offerta di Sky Cinema? Mediaset non è forse titolare dello stesso tipo di esclusive su eventi calcistici come l’Europa League e il Mondiale per Club?
Per quale motivo quando l’esclusiva è a vantaggio di Mediaset è tutto normale e quando è a vantaggio di Sky (che paga per questo di volta in volta l’Uefa, la Fifa o il CIO) si reclama istericamente l’intervento dell’Antitrust parlando a sproposito di “tutela dei telespettatori“?
pubblicato: mercoledì 08 dicembre 2010 da Gabriele Capasso

Sky Italia si è aggiudicata l’esclusiva sulla trasmissione della Champions League per tre edizioni, 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015. La pay tv di Murdoch ha pagato una cifra vicina ai 100 milioni di euro annui riuscendo così ad avere la totale esclusiva sia per il satellite che per il digitale terrestre tagliando fuori Mediaset che rischia così di perdere la possibilità di trasmettere la più prestigiosa competizione calcistica europea.
Un brutto colpo con Sky che ha acquistato di fatto dei diritti tv che non può utilizzare non avendo la facoltà di trasmettere in pay tv sul digitale terrestre almeno fino al 2015 (e non avendo interesse a farlo in chiaro). La Uefa, che nella precedente asta aveva incassato annualmente 40 milioni di Sky per il satellite, 30 da Mediaset per il DTT e 27,5 dalla Rai per i diritti in chiaro, è riuscita così a “contenere” le perdite dovute all’uscita di scena della tv di stato.
In questo contesto l’Uefa potrebbe anche decidere di accettare eventuale offerte al ribasso della stessa Rai (o di altri soggetti) riuscendo a garantirsi quello che comunque è un obiettivo della federazione europea: la visibilità, anche in chiaro, per gli sponsor che finanziano copiosamente la Champions League.
Diritti Tv Champions League: Mediaset protesta e annuncia ricorso
pubblicato: mercoledì 08 dicembre 2010 da Gabriele Capasso

Non appena è giunta la notizia dell’aggiudicazione da parte di Sky Italia di tutti i diritti tv pay per la Champions League dal 2012 al 2015 Mediaset ha affidato ad un comunicato stampa le sue rimostranze e l’annuncio di un immediato ricorso all’Antitrust per quello che a Cologno Monzese ritengono l’ennesimo “abuso di posizione dominante“.
Mediaset, che ha già portato di fronte all’Autorità il caso dei Mondiali sudafricani del 2010 ottenendo l’apertura di un’istruttoria, ritiene che:
Il valore offerto (ndr per i diritti della Champions League) è al di fuori di ogni logica economica e motivato esclusivamente dalla volontà di eliminare qualunque tipo di concorrenza. E privare i telespettatori della scelta di quale offerta in pay tv guardare.
Confidiamo nel fatto che, questa volta, l’operatore satellitare si astenga dal cancellare i diritti del digitale terrestre pay danneggiando così milioni di tifosi che sarebbero obbligati o a sottoscrivere un onerosissimo abbonamento (anche per contenuti che con il calcio non c’entrano niente) o a dover rinunciare alla visione integrale della Champions League.
E non è nemmeno accettabile che la decisione se rivendere o meno i diritti del digitale terrestre pay a chi li può effettivamente esercitare sia affidata esclusivamente all’arbitrio monopolistico di un operatore dominante che metta al centro della valutazione i propri interessi e non l’interesse generale dei telespettatori. Per questo motivo Mediaset invoca la massima vigilanza da parte delle Autorità affinché i diritti per il digitale terrestre, la piattaforma più diffusa nel paese, siano rimessi sul mercato a condizioni eque e non discriminatorie.
La tesi di Mediaset è, a mio personalissimo parere, surreale.
Di fatto Mediaset Premium gode sul digitale terrestre della stessa condizione monopolistica di cui gode Sky sul satellite. Che la pay tv di Murdoch si accaparri degli eventi in esclusiva allo scopo di rendere la propria offerta “migliore” di quella di Premium non è quanto di più fedele al concetto stesso di concorrenza? Non fosse così non potremmo legittimamente parlare di “spartizione“?
Mediaset non è forse titolare di esclusive assolute su film e serie tv di grandi case di produzione americane che negli ultimi anni hanno “prosciugato” la qualità dell’offerta di Sky Cinema? Mediaset non è forse titolare dello stesso tipo di esclusive su eventi calcistici come l’Europa League e il Mondiale per Club?
Per quale motivo quando l’esclusiva è a vantaggio di Mediaset è tutto normale e quando è a vantaggio di Sky (che paga per questo di volta in volta l’Uefa, la Fifa o il CIO) si reclama istericamente l’intervento dell’Antitrust parlando a sproposito di “tutela dei telespettatori“?