Vorrei fare una riflessione e vedere se qualcuno è d'accordo.
Per quanto riguarda il tema Allegri, ok, abbiamo capito, ma ormai è come urlare al cielo.
Allena così, gioca così, prendersi responsabilità mai, questo è. Inutile rimarcarlo ogni volta.
Io però vorrei spostare il focus sulla società, sull'azienda Juve.
Partiamo da un discorso legato alla situazione allenatore.
Una società ha il dovere di valutare il percorso intero di un professionista, non solo la parte finale.
Considerando che sul mercato faremo sicuramente qualcosa (sopratutto a centrocampo), considerando che il tecnico questo è e considerando il percorso effettuato nelle ultime 3 stagioni, per quale motivo io dovrei tenerlo?
Perché molti, qua dentro, tirano fuori la storia della penalizzazione a metà della seconda stagione.
La verità, però, è che se Allegri avesse fatto una prima stagione (in termini di proposta e crescita) simile in società come Real, Barcelona, Bayern Monaco ecc sarebbe stato mandato via subito.
E qua veniamo a quello che è, secondo me, il vero problema della società Juve.
L'incapacità totale di prendere decisioni forti e la lentezza esasperante nel prendere decisioni in generale.
Vorrei fare qualche esempio.
Capitolo giocatori di una certa età.
Non so se avete mai notato, ma molto spesso le big europee danno il benservito in modo abbastanza "netto" ai loro giocatori storici.
Giocatori che hanno raggiunto una certa, sono in calo e che per motivi tecnici ( e di bilancio) occupano uno spazio che alla società serve per ingaggiare sostituti che dovranno fare le nuove fortune del club.
Tutte le big europee, tranne noi.
Io ho perso il conto della quantità di giocatori che ci siamo trascinati fino ad età improponibili e condizioni fisiche improponibili solo per l'incapacità di prendere decisioni di rottura.
Chiellini, Bonucci, Cuadrado, Khedira, Matuidi e ora Sandro.
Siamo andati avanti a rinnovi di un anno con rinnovi di un anno, però poi c'è l'opzione, però poi c'è il bonus e così via.
Tutto per l'incapacità di prendere una decisione e dire stop. Basta.
Negli anni ho avuto e ho la fortuna di collaborare con aziende che fatturano centinaia di milioni.
La cosa che mi è rimasta impressa è la capacità che hanno di essere enormi, ma sapersi muovere come se fossero una startup. Di fare dei pivot interni in modo molto snello e prendere decisioni in poco tempo.
Qua no.
Qua è un'agonia qualsiasi cambiamento si cerchi di fare.
Per non parlare dei dogmi.
L'allenatore deve essere italiano, l'allenatore non può restare a scadenza perché altrimenti boh, non si sa cosa, visto che ci sono squadre che hanno visto Champions con allenatori dimissionari ecc ecc
Delle regole non scritte, oserei dire delle minchìate catastrofiche, che arrivati al 2024 non hanno il minimo motivo di esistere.
Cosa significa che l'allenatore deve essere italiano? Qua dentro ho letto testualmente che "Klopp sarebbe un rischio perché non conosce il campionato italiano", ma ragazzi siete seri? Nel 2024?
"La Juve non tiene allenatori in scadenza", fantastico. Giusto per andare a proporre un alto rinnovo che ci costringerà ad altri anni con la stessa guida tecnica, visto che in questa società l'esonero non è contemplato minimamente (soprattutto per quello che siede in panchina ora).
Con queste idee e questa struttura, nel 2024, dove vogliamo andare?
Siamo una società vecchia, statica, incapace di prendere decisioni di rottura, fissati su idee da Istituto Luce.
E purtroppo voglio aggiungere un'ultima cosa: mettete giù l'idea sul fatto che Allegri venga mandato via.
È palese che gli abbiano già offerto il rinnovo e che sia tutto nelle sue mani. E questa è l'altra cosa inconcepibile: che sia l'allenatore stesso a decidere del proprio futuro.
Per quale motivo dovrebbe lasciare? Consapevole del fatto che tanto non se lo incùlerebbe nessuna delle big, perché la verità è questa anche se ad alcuni fa male.
Ma voi ce lo vedete Massimiliano Allegri chiamato dal Liverpool a sostituire Klopp? O chiamato dal Barcellona a sostituire Xavi?
Società che oltre al risultato puntano anche ad essere propositive in campo.
E non puoi essere propositivo in campo se non hai una fase offensiva.
Perché questa squadra, e ieri è stata l'ennesima dimostrazione, non sa cosa fare della palla quando è nella trequarti avversaria.
E questo è oggettivo.
Possiamo raccontarci qualsiasi coglìonata per dire che non è vero, ma saranno solo balle di chi ha più a cuore la difesa del tecnico che le sorti della squadra.
Ai nostri dirigenti non frega un cazzò di come si vince.
Abbiamo lo sloganino che spiega il concetto chiaramente "Vincere è l'unica cosa che conta".
A loro non interessa che si faccia il 3% di possesso o di quanto tempo si passa nella metà campo avversaria.
A fine giornata la domanda è "Si è vinto, perso o pareggiato?" ed a fine stagione è "Prima quattro posizioni o no?". E su quello prendono decisioni.
Siamo riusciti a partorire una cosa buona negli ultimi anni: la Next Gen.
Tutto il resto è da società che vive in un periodo storico collocato tra il 1910 ed il 1920.