concedetemi il termine "dei" al posto di "maghi con poteri" o altro.
Praticamente i pittori sono degli “dei” agli occhi delle persone nel mondo della tela. Per loro, Verso ha creato il loro mondo: per loro tutto è reale. Poi Alina entrò nella tela, per perdersi in essa e fare finta di vivere con il suo figlio defunto Verso, oramai deceduto nel mondo dei pittori.
Renoir entra nella tela per cercare di riportare indietro nel mondo dei pittori sua moglie Alina, che rischia di perdersi nella tela e morire/rimanere catatonica per sempre. Un po come fosse una drogata e la sua eroina è la tela.
Renoir entra nella tela, si scontra con Alina e causa la "frattura" che fra un pò elimina il mondo della tela. Sconfitto da Alina, rimane cmq dentro la tela ed opera come il curatore affinché Alina venga sconfitta e torni a casa. Alina cerca di resistere come può al fine di rimanere più possibile nella tela e stare con il frammento di anima di Verso, anche se ogni anno perde del potere, e per questo è costretta a recuperarlo cancellando gli abitanti della tela.
Verso ha capito di essere "finto" e quindi si unisce alle spedizioni affinchè qualcuno riesca a sconfiggere la madre e farla tornare nel mondo dei pittori, per salvarla.
Alla fine il ciclo di morte che avviene nel mondo della tela l'ha iniziato Alina col vizio della madre di voler la famiglia felice all’interno di essa.
Finito l'atto 2, il vero Renoir vuole distruggere la tela per evitare così che la moglie ricaschi nella sua dipendenza ed evitare che Maelle rimanga anche lei nella tela e finire male.
Maelle invece vuole salvare quel microcosmo che contiene l'ultimo frammento dell'anima di suo fratello Verso, anche al costo di rimetterci le penne.
E tutto ciò mi porta a pensare che gli sviluppatori ci abbiano messo difronte ad un bel dilemma filosofico:
Se ad ognuno di noi ci dicessero "per salvare tua moglie da morte certa, devi rompere quell'acquario" , romperemmo subito l'acquario. Ma i pesci dentro morirebbero. A chi fregherebbe della vita di qualche pesce? A nessuno. Quindi agiremmo tutti come Renoir, che sa che gli esseri nella tela sono solo prodotto del pennello di suo figlio, e quindi "cose", dalla prospettiva di chi sta fuori dalla tela. Sciel stessa dopo l'atto 2 nell'accampamento dice di essere felice perchè ha capito che la morte non esiste ed aspetta solo che Maelle ridisegni il suo defunto marito.
Dalla prospettiva dentro la tela però, i suoi abitanti esistono, sono coscenti, vivono e muoiono. Quindi sterminare un microcosmo per salvare la mogliettina sarebbe un "tantino" poco etico