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Critica Sonara 3.0 | Regolamento aggiornato al primo post! | Pronti per le recensioni PS5! |

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Darksiders 3

Giocato grazie al plus ma lo avevo nel mirino da tempo, sicuramente un buon gioco, nonostante alcuni difetti sia di design che tecnici complessivamente mi è piaciuto e mi ha divertito molto, senza mai annoiarmi. Se avessero lasciato perdere alcuni inutili derivazioni dai souls sarebbe stato molto meglio, che poco ci azzeccano con Darksiders. Molto belli gli enigmi/puzzle proposti e il modo in cui combinano le 4 forme di furia, carino anche il combat, la componente adventure è buona ma è in parte rovinata dalla folle scelta di non inserire una mappa o comunque un sistema di navigazione più intuitivo della bussola. Narrativa ok, non brilla in nulla ma fa quel tanto che basta per tenerti interessato, Furia non è male come personaggio alla fine e l'universo di Darksiders offre sempre buone potenzialità. Come hack n' slash-adventure è veramente buono alla fine, sicuramente lo consiglio, ha un bel feeling old-school e ogni tanto c'è ancora bisogno di giochi con questa struttura più classica

7

 

Vc3nZ_92

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Detroit: Become human 

Pro

+ graficamente sa il fatto suo

+ trama coinvolgente 

+ buona scrittura dei personaggi

+ buona rigiocabilita

Contro

- controlli eccessivamente legnosi nelle fasi di controllo dei pg

- sensazione eccessiva di deja vu nel primo terzo di gioco.

8.5

 

Oretel

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WASTELAND 2 DIRECTOR'S CUT 

 Si tratta di un rpg old school a tema post apocalittico. 

Punti di forza

storia interessante per tutta la sua durata;

+ presenza di finali multipli;

+ combattimenti a turni divertenti. 

Per quanto riguarda i punti deboli preferisco parlarne più approfonditamente. A me il gioco è piaciuto (non poteva essere altrimenti da appassionato di rpg) ma ci sono due difetti davvero gravi. Premesso che, vista la tipologia (il gioco è a visuale isometrica) del titolo, il meglio di sé lo offre sicuramente su PC, la versione console soffre di due problemi assai gravi. Il primo è la telecamera, a tratti davvero fastidiosa durante i combattimenti in spazi ristretti. Il secondo ( piuttosto grave) sono i continui crash avvenuti da poco più del primo quarto di gioco in poi (mi è arrivato a crashare anche 2 o 3 volte a sessione. Ciò accade soprattutto durante i salvataggi rapidi e quando ci si immette da un luogo all'altro e inizia il caricamento). È un peccato perché per il resto il gioco è divertente e ben fatto, uno dei migliori rpg old school sul mercato a mio avviso, ma purtroppo non posso trascurare dei difetti del genere.. Magari sono stato sfortunato io, non saprei.. Gli avrei dato anche 9 e più ma il voto finale inevitabilmente risentirà di questi problemi.. Resto comunque estremamente fiducioso per il sequel Wasteland 3 che uscirà il prossimo anno e non vedo l'ora di giocarlo. Se per voi i difetti che ho enunciato non sono gravi alzate il voto anche di almeno un punto perché questo titolo per il resto è una perla nel suo genere. Consiglio comunque di giocarlo su PC, dove sicuramente non risente del secondo problema. 

VOTO:  7.5

 
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Vc3nZ_92

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inFamous Second Son
Recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



inFamous Second Son è la classica esclusiva di inizio gen: stupendo graficamente (per giunta ancora oggi, a distanza di anni dalla sua uscita), ma povero di contenuti ludici. Il classico gioco per mostrare la potenza della nuove macchine, più fumo che arrosto.

Fortunatamente i ragazzi di Sucker Punch hanno avuto almeno il buon senso di perfezionare il gameplay di base della serie, rendendolo finalmente meno pesante pad alla mano. Il gioco infatti nelle prime ore è divertente e si lascia giocare che è un piacere. I problemi arrivano dopo un paio di ore, nonostante l'acquisto di nuovi poteri che tecnicamente dovrebbero mitigare la ripetitività, quando ci accorgiamo che il gioco è uguale alle prime due ore di gioco fino alla fine. Un po' perché hanno concentrato i loro sforzi sull'aspetto visivo, un po' per le tempistiche di lancio, pare che gli sviluppatori abbiano dimenticato di dare varietà a tutto il pacchetto, e questo è un difetto molto grave.

Narrativamente il gioco non eccelle in nulla, ma sinceramente ho trovato la storia facilmente seguibile, senza incongruenze di sorta e finalmente il doppio percorso Eroe/Infame è abbastanza diversificato e coerente, non come nel precedente. Il nuovo cast di personaggi non brilla, ma tutto sommato non fa rimpiangere i vecchi, soprattutto i comprimari, che nei capitoli precedenti avevo trovato veramente odiosi, anche se Fetch pure qui non è che sia tutto questo personaggione.

Graficamente, come accennato, è uno spettacolo ancora oggi. Effetti particellari, animazioni facciali, distruttibilità ambientale, effetti di luce: tutto ad ottimi livelli, soprattutto se pensiamo alla sua data di uscita. Le animazioni di Delsin paiono ancora troppo leggere, come nei precedenti, ma questo aspetto viene mitigato dal fatto che qui non ci muoveremo quasi mai normalmente, ma utilizzando sempre i nuovi poteri. Anche la direzione artistica è abbastanza ispirata. Comparto sonoro nella media. Buon doppiaggio e buone musiche, anche se non ci sono pezzi che eccellono.

Longevità nella norma, una decina di ore per la prima run, qualcosina in meno per la seconda con karma opposto. Anzi, dura pure troppo se pensiamo che faremo sempre le stesse cose.

In definitiva, un buon prodotto, ma nulla di trascendentale. Se non amavate la saga, come il sottoscritto, questo non vi farà cambiare idea. E' il solito inFamous, con un gameplay leggermente perfezionato, ma con un'offerta ludica che definire scarsa è un complimento. La cosa paradossale è che comunque lo trovo migliore del secondo, nonostante qui si siano dimenticati di sviluppare la struttura ludica di base. Ad ogni modo, se qualche anno fa lo avrei potuto anche consigliare, oggi giorno non me la sento perché, lasciando da parte i suoi difetti appena evidenziati, il genere d'appartenenza si è evoluto troppo e questo inFamous Second Son risulta veramente anacronistico.

VOTO: 7,5
 
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E Infamous si riconferma (come già da media) sul 7.5 :asd:  

 

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E Infamous si riconferma (come già da media) sul 7.5 :asd:  
Sì, è entrato in classifica proprio con questa media :asd:  

E oltre a lui, anche Detorit è nel tabellone... aggiornato tutto! :sisi:  

 

zaza50

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Sì, è entrato in classifica proprio con questa media :asd:  

E oltre a lui, anche Detorit è nel tabellone... aggiornato tutto! :sisi:  
Ottimo :nev:  

Daje che più roba entra in classifica e meglio è per il nostro Score :sisi:  

 

Vc3nZ_92

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Sekiro Shadows Die Twice
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Qualche anno fa From Software e Miyazaki decisero di regalarmi un Souls riveduto e corretto sulle mie preferenze, quel gioiello di nome Bloodborne che è ancora oggi nel trittico dei miei giochi preferiti di sempre. Quest'anno il team nipponico ha deciso di farmi nuovamente felice, creando addirittura un action vero e proprio, Sekiro Shadows Die Twice. I maestri di From avranno fatto nuovamente centro? Ma certo che sì! Sekiro Shadows Die Twice è una vera e propria perla, nonostante globalmente sia leggermente inferiore ai due masterpiece dello studio, il già citato Bloodborne e Dark Souls. Vediamo insieme il perché.

Come accennato, Sekiro è un vero e proprio action. Nonostante la struttura e alcuni elementi ricorrenti possano ricordare i precedenti lavori dello studio, dopo pochi minuti di giochi capirete che pad alla mano cambia tutto. In primis, la cosa che salta subito all'occhio è la mancanza della stamina: questo vuol dire una cosa sola, aggredire l'avversario senza farlo respirare. Il BS infatti ruota attorno al binomio attacco e deviazione, ovvero la parata al momento esatto. Ogni colpo e ogni deviazione rompono la postura dell'avversario, e quando questa sarà compromessa, potremmo sferrare un attacco mortale, anche se l'avversario ha tutta la vita. Ovviamente questa cosa vale anche per noi. Oltre alla spada, il nostro protagonista è dotato di un braccio protesico, con diverse armi equipaggiabili, molte delle quali fondamentali contro alcuni nemici, che rendono il combattimento più vario. Ad ogni modo, si può puntare anche a ridurre la vita dell'avversario, e la scelta dipende da come il giocatore vuole approcciare lo scontro. Oltre a questa, ci sono molte altre variabili, come colpi imparabili, diversi tipi di manovre evasive (come il Mikiri), diversi oggetti con cui potenziarci temporaneamente (che comunque non sbilanciano mai eccessivamente l'equilibrio degli scontri). Ci sarebbe ancora da dire, ma il bello di Sekiro sta anche nella scoperta e nello studio delle varie situazioni, pertanto non voglio dire altro. Insomma è un action vero, tattico e viscerale, che crea una tensione e da una carica di adrenalina senza pari. Non ci sono armi con statistiche diverse, non ci sono 'scorciatoie' come il levelling o la coop online, non c'è nulla che possa facilitare il giocatore: o diventate bravi, o non riuscirete a proseguire. Oltre ai combattimenti, il gioco prevede anche una componente stealth da non sottovalutare: soprattutto inizialmente è fondamentale per sfoltire i gruppi di nemici dalle enormi mappe e grazie alla verticalità dell'ambiente ci sono anche tante vie percorribili. Ad ogni modo il BS è talmente gasante che quando sarete diventati bravini vi butterete nella mischia intenzionalmente.

Varietà generale e level design sono sopra la media, ma per essere un prodotto From Software non nascondo che mi aspettavo di meglio. Per quanto riguarda il primo punto, verso la fine c'è un eccessivo riciclo e un po' di backtracking, purtroppo. Per quanto riguarda il level design, il mondo di gioco è abbastanza interconnesso, ma non è ai livelli di Dark Souls e Bloodborne e l'apertura di scorciatoie non mi ha mai veramente stupito come è successo in passato. Come accennato prima, le mappe hanno una verticalità ottima, ma tutto sommato From può fare di più.

Narrativamente finalmente è fruibile e piacevole anche senza letture approfondite delle descrizioni di oggetti, armi, etc. Non aspettatevi una roba hollywoodiana eh, ma riesce a intrattenere e non ha buchi di sorta.

Artisticamente è favoloso, dalle ambientazioni ai nemici, non c'è nulla di cui lamentarsi. Tecnicamente a volte singhiozza, con alcuni cali di frame. Fortunatamente tutto ciò accade raramente e il giocatore non viene mai penalizzato. Comparto sonoro spettacolare, sia per quanto riguarda i doppiaggi italiano e giapponese, sia per le musiche e soprattutto gli effetti sonori.

Longevità ottima, una trentina di ore per la prima run e una cinquantina per il platino. E' presente anche il NG+ ma, ancora più che nei vari Souls, non ci sono veri stimoli al replay, se non quello di provare gli altri finali (4 in tutto, per la precisione), poiché non è possibile fare build diverse, data la natura action-oriented del titolo.

In definitiva, un gioiellino che dimostra ancora di più la maestria del team nipponico. I From hanno creato un action quadrato, adrenalinco e gasante, senza rinunciare al loro classico stile. Una perla della gen, che poteva essere un capolavoro a tutto tondo se al gameplay nudo e crudo si aggiungevano un level design e una varietà generale come quella dei loro precedenti lavori. La cosa che fa dispiacere è che From è capace di fare un prodotto con tutto questo. Ad ogni modo, è un titolo che è troppo in sintonia con le mie corde, quindi, come feci con DMC5, devo premiarlo con il perfect score, nonostante riconosca che oggettivamente non lo meriti.

VOTO: 10
 
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TROPICO 5 

Si tratta di uno strategico, il quinto capitolo della saga di Tropico. Il gioco consiste nel costruire una città su un'isola tropicale nel corso di diverse ere, a partire da quella coloniale, in cui siamo dipendenti dalla corona inglese. Il titolo è divertente e mostra una certa ironia, cercando di non prendersi mai sul serio. La grafica non lascia gridare al miracolo ma si può chiudere tranquillamente un occhio. La longevità è molto alta e può anche essere rigiocato in maniera differente. Per fortuna prima di cominciare la partita si può sfruttare un ottimo tutorial che spiega le meccaniche di gioco che, inizialmente, posso anche sembrare ostiche. Tuttavia una volta imparate non si presentano grosse difficoltà. Le missioni possono essere anche personalizzate, decidendo ad esempio la frequenza delle catastrofi naturali e le difficoltà sul piano economico e politico. 

Voto: 8

 

Vc3nZ_92

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Aggiornato tutto, anche Sekiro entra in classifica!

Volevo inoltre segnalarvi, se caso mai non ci avete fatto caso, che è stata riaperta la sezione Recensione degli Utenti: https://www.gamesforum.it/forum/553-recensioni-degli-utenti/

Se volete, potete vedere pubblicate le vostre recensioni qui: https://www.spaziogames.it/recensioni-degli-utenti/ 

Ovviamente leggete tutto nel primo link, per avere idea di come fare e come scrivere.

Inoltre, fino a fine mese, è attivo un contest con cui potete vincere ben 50€ di credito sullo store: 







Perché non provare a partecipare? Potete anche postare recensioni che avete già postato qui, magari ampliando qualcosa (questo è un consiglio eh, potete anche partecipare con roba nuova).

 

Giamast

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Robinson: The Journey

Finito in appena due giorni (mi sarà durato 5/6 ore a stare larghi), ma per un'esperienza VR ci sta alla fine, anche considerato il prezzo irrisorio a cui si può trovare ormai.

Che dire, un gioco con tante idee interessanti ma quasi tutte mal sviluppate o comunque solo abbozzate, alla fine l'unico vero pregio è la qualità visiva e lo spettacolo regalato dall'esplorazione negli scenari fantastici che offre il gioco. La meccanica del climbig sarebbe pure molto interessante, se non fosse così imprecisa e brutta da vedere esteticamente, mentre ho molto apprezzato la parte "adventure" del gioco legata alla ricerca dei collezionabili e all'esplorazione delle varie macroaree alla ricerca di fauna da scannerizzare.

Come esperienza VR si merita un 6 perchè comunque resta molto affascinante nel complesso e già solo l'esplorazione della giungla vale il prezzo del biglietto. Comunque, non spendeteci più di 7/8€

6

Concrete Genie

Completato in circa una decina di ore, forse anche 12 considerando il tempo speso tra modalità a disegno libero e la raccolta degli ultimi collezionabili. 

Davvero un bel gioco, i PixelOpus sono cresciuti molto da Entwined, hanno un gran potenziale e meritano ulteriore fiducia. Il gioco non è esente da difetti o meglio, pecca di approfondimento nelle sue meccaniche principali, ma ci sono davvero tante buone idee ed è piacevolissimo da giocare, molto ben confezionato e anche sorprendente sotto vari aspetti. A livello di atmosfera, direzione artistica e colonna sonora siamo su livelli molto alti. Considerando il prezzo a cui è venduto, lo consiglio caldamente a tutti.

A completamento di un quadro già così di buon livello, c'è anche una piccola modalità VR, molto ben realizzata.

In VR è bellissimo, oserei dire che grazie all'utilizzo dei due move sia questa (per ovvi motivi legati prima di tutto alla precisione) la modalità migliore per dare davvero sfogo alla fantasia e creare disegni davvero niente male. Poi come esperienza in sè è davvero carina, visivamente impressionante grazie a continui effetti di luce che sfruttano a pieno l'ambiente virtuale, anche se graficamente in alcuni frangenti lascia a desiderare rispetto ad altri prodotti VR.

La durata purtroppo è infima e a livello ludico la "missione" dedicata altro non è se non un tutorial ciccione da 40 minuti, mi aspettavo qualcosa di più corposo. Per fortuna c'è una modalità disegno libero mooolto ben realizzata ed è quella il cuore vero di questa modalità VR.

In generale, si merita un 7 pieno

 

Vc3nZ_92

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Control
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Control è, ad oggi, la mia sorpresa ludica del 2019. Mi ha sempre ispirato, fin dai primi video, ma mai mi sarei aspettato di trovare un giocone di questo livello, soprattutto a causa della natura del progetto. Molto spesso l'industria ci ha insegnato che quando dietro a lavori così ambiziosi c'è un budget ridotto, alla fine ci ritroviamo tra le mani dei prodotti monchi, vittima delle loro ambizioni. Fortunatamente, questa volta non è successo e i ragazzi finlandesi di Remedy ci hanno regalato uno dei migliori titoli degli ultimi anni, un TPS adventure fresco e dinamico, con una struttura da metroidvania veramente stimolante.

Lato gameplay, probabilmente è il TPS più appagante degli ultimi tempi. Grazie all'alternanza di poteri e armi, ogni scontro è divertimento puro, nonché una gioia per gli occhi. Dinamico, scattante, adrenalinico, la parte ludica di Control è veramente studiata a puntino e riesce a non stancare nemmeno per un minuto il giocatore, nonostante delle criticità siano comunque presenti. Prima di tutto, le bocche da fuoco 'secondarie', a parte un paio di occasioni, sono abbastanza inutili. L'arma base e l'alternanza di poteri è tutto ciò di cui si ha bisogno per proseguire nel gioco. Sui poteri, invece, nulla da dire, sono veramente tutti utili e rendono ogni scontro a fuoco un tripudio di particellari, di esplosioni e di luci. Un'altra criticità riguarda lo sviluppo di Jesse, la nostra protagonista. Se da un lato lo skill tree, per quanto elementare, si rivela funzionale, dall'altro, tutta la gestione delle mod, sia personali che delle armi, sia il crafting delle stesse, l'ho trovata un po' fine a se stessa e veramente poco profonda, insomma avrebbero potuto fare sicuramente di più. Per finire questo paragrafo, parliamo dei nemici. Prima di tutto, una maggiore varietà non avrebbe guastato, e anche qualche boss vero e proprio in più, ma l'ottima composizione delle truppe nemiche rende ogni scontro vario e interessante, e soprattutto, mai statico. Inizialmente il gioco è anche difficilotto perché i nemici sono veramente cattivi e colpiscono duro. Difficoltà che va scemando, però, già dopo un paio di ore, quando si entra nel mood del gioco e ci si potenzia un minimo. Ad ogni modo, gameplay nudo e crudo promosso a pieni voti, giocare a Control è veramente uno spettacolo.

Un altro grande pregio della produzione è il world building. La location è unica, la Oldest House, ma la sua natura mutevole e la struttura da metroidvania già accennata in apertura di recensione, rendono il proseguire dell'avventura sempre fresco e mai stancante, anche grazie all'eccellente pacing che gli sviluppatori sono riusciti ad imprimere all'avvicendarsi di missioni principali e secondarie, senza scordare i vari compiti minori, tipo le Contromisure del Consiglio o le Allerte. Peccato per la mappa in-game, veramente pessima, quasi incomprensibile, anche dopo tante ore di gioco. Fortunatamente lo stesso ci da un sacco di indizi visivi e muoversi nella Oldest House non è mai pesante, anzi.

Ora parliamo della narrativa, altro punto forte del titolo. Trama orizzontale, background narrativo, personaggi, regia, quel senso di stranezza e mistero che permea ogni centimetro del mondo di gioco creano un sistema quasi inattaccabile. Ad un certo punto, forse, il ritmo della narrazione diventa veloce e incalzante, lasciando il giocatore attonito e perplesso. Ma appena poi ci fermiamo, assistiamo ai titoli di coda e facciamo mente locale, tutto torna, anche grazie all'ottimo approfondimento narrativo che c'è nell'end-game, e ci rendiamo conto che la scelta di accelerare è più che condivisibile, visto che gli sviluppatori sono riusciti a trasmetterci ansia e angoscia. Il cerchio si chiude, però molti punti interrogativi restano, ma era anche ovvio, visto che tra i DLC in uscita e un probabilissimo sequel, i Remedy hanno solo cominciato a scalfire quello che diventerà il Control-verse in futuro.

Comparto visivo mostruoso. Senza giri di parole, penso sia una delle cose più next-gen presenti su PS4. Effetti di luce, particellari, esplosioni, fisica degli oggetti, distruttibilità ambientale quasi totale: non ricordo di aver giocato altri titoli su PS4 che presentino tutta questa complessità. Anche tecnicamente, oggi, dopo 2 patch, il gioco gira che è una meraviglia, anche su PS4 base. So che al D1 il gioco aveva parecchi problemi di frame, ma vi posso assicurare che ormai sono risolti. Qualche singhiozzo c'è ancora, ma come ce ne sono in tanti altri giochi. Insomma, i Remedy sono riusciti ad ottimizzare il loro gioiellino, e a parte qualche grosso calo in momenti morti pre-impostati, ad esempio appena dopo un viaggio rapido, il gioco gira che è un piacere. Comparto sonoro di ottimo livello, con un buonissimo doppiaggio, in lingua inglese ed un ottimo lavoro di sound design.

Longevità più che buona. Se fate solo le missioni principali, resterete nella Oldest House per una decina di ore. Se vi lasciate catturare dai suoi misteri, dai suoi personaggi, dalle sue storie, come minimo raddoppierete, se non di più, la vostra permanenza.

In definitiva, Control è un gioiellino indiscusso, a cui non mi sento di affiancare la parola capolavoro per tutti quei piccoli problemini evidenziati in questa recensione, ma al tempo stesso mi sento in dovere di consigliarlo veramente a tutti, perché è uno dei titoli meglio pensati degli ultimi anni, che riesce a divertire e tenere incollati allo schermo con una disinvoltura imbarazzante. E se pensiamo al budget impiegato, ai Remedy non possiamo proprio recriminare nulla. Chapeau!

VOTO: 8,5
 
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Concrete Genie

Completato in circa una decina di ore, forse anche 12 considerando il tempo speso tra modalità a disegno libero e la raccolta degli ultimi collezionabili. 

Davvero un bel gioco, i PixelOpus sono cresciuti molto da Entwined, hanno un gran potenziale e meritano ulteriore fiducia. Il gioco non è esente da difetti o meglio, pecca di approfondimento nelle sue meccaniche principali, ma ci sono davvero tante buone idee ed è piacevolissimo da giocare, molto ben confezionato e anche sorprendente sotto vari aspetti. A livello di atmosfera, direzione artistica e colonna sonora siamo su livelli molto alti. Considerando il prezzo a cui è venduto, lo consiglio caldamente a tutti.

A completamento di un quadro già così di buon livello, c'è anche una piccola modalità VR, molto ben realizzata.

In VR è bellissimo, oserei dire che grazie all'utilizzo dei due move sia questa (per ovvi motivi legati prima di tutto alla precisione) la modalità migliore per dare davvero sfogo alla fantasia e creare disegni davvero niente male. Poi come esperienza in sè è davvero carina, visivamente impressionante grazie a continui effetti di luce che sfruttano a pieno l'ambiente virtuale, anche se graficamente in alcuni frangenti lascia a desiderare rispetto ad altri prodotti VR.

La durata purtroppo è infima e a livello ludico la "missione" dedicata altro non è se non un tutorial ciccione da 40 minuti, mi aspettavo qualcosa di più corposo. Per fortuna c'è una modalità disegno libero mooolto ben realizzata ed è quella il cuore vero di questa modalità VR.

In generale, si merita un 7 pieno
Per completezza, lascio anche la recensione che ho fatto per il sito: https://www.spaziogames.it/concrete-genie-2/

 

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Farpoint

Farpoint è senza dubbio una delle esperienza VR più riuscite e meglio confezionate tra quelle attualmente disponibili, nonchè un titolo che qualunque possessore di un PSVR dovrebbe necessariamente avere nella propria libreria. Si tratta di un fps in piena regola, che sacrifica ben poco a livello di gameplay rispetto a qualsiasi altro esponente "tradizionale" del genere e sta qui probabilmente il suo più grande pregio. Farpoint riesce infatti ad unire un sistema di gioco "classico" con quelle che sono le peculiarità tipiche ed esclusive della tecnologia VR, in maniera quasi sempre eccellente. Avremo quindi un sistema di movimento tradizionale, in cui l'unico compromesso è una mobilità verticale ridotta (non c'è il salto e non è possibile arrampicarsi), affiancato ad un sistema di mira rivoluzionario, in cui l'aim controller deve essere utilizzato esattamente come un autentico fucile (portare il controller alla spalla, "guardare" nel mirino virtuale, chiudere uno dei due occhi e prendere la mira). Il risultato complessivo è strabiliante, una di quelle esperienze VR che ti lascia a bocca aperta per il livello di immersione che restituisce e l'assoluto divertimento del gameplay.

Quanto alla struttura, il gioco è praticamente un ibrido tra i vecchi shooter on-rail ad ondate di nemici e un tradizionale fps a corridoi: l'incedere molto lineare si rivela in fin dei conti la forza stessa del gioco, ben coniugandosi con le caratteristiche dalla VR e consentendo di mantenere un ritmo sostenuto per tutta la durata del gioco.

Ottima la varietà delle armi, discreta quella di nemici anche se si poteva fare di più, soprattutto a livello di design. Mappatura dei comandi ed utilizzo dell'aim controller (periferica, tra l'altro, eccezionale) molto intelligenti, anche se forse i ragazzi di Impulse Gear avrebbero potuto sfruttare meglio i sensori di movimento (specialmente del casco VR) per ampliare le possibilità di interazione del giocatore.

Tecnicamente il gioco è buono per quello che permette attualmente la tecnologia, purtroppo i compromessi da questo punto di vista sono ancora tanti, soprattutto a livello di risoluzione, ma in questo caso non si tratta di un limite del gioco quanto, appunto, della tecnologia stessa. A livello narrativo il gioco è molto sorprendente, riuscendo ad offrire una storia intrigante in un universo con un discreto potenziale, oltre a personaggi tutto sommato riusciti. 

Purtroppo alcuni difetti piuttosto marcati non consentono al gioco di fare quel salto di qualità marcato a livello prettamente ludico già visto in altre produzioni VR (Astro Bot su tutti): art design decisamente poco ispirato per un buon 90% dell'avventura; durata della storia non soddisfacente (appena 5/6 ore, con poca rigiocabilità), anche se ci sono molti contenuti extra a compensare (da fare sia in singolo, sia in coop e perfino in PvP), una parte finale molto rushata sia a livello narrativo che ludico, una sola bossfight (bellissima, ma è, appunto, una sola).

Insomma come esperienza VR siamo tra i top assoluti, grazie alla perfetta integrazione dell'aim controller nel gameplay e il fatto che siano riusciti a realizzare un fps fatto e finito con pochissimi compromessi "ludici" è un grandissimo merito. Purtroppo il gioco a livello puramente ludico (aspetti su cui la VR c'entra poco o nulla) presenta alcuni difetti anche abbastanza marcati che non possono non essere presi in considerazione. Speriamo in un seguito che possa ulteriormente affinare e migliorare una più che buona base di partenza.

7,5

 
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THE BARD'S TALE: REMASTERED AND RESNARKLED

Sì tratta di un action rpg a visuale isometrica a forti tinte hack and slash. Il gioco è una sorta di riedizione del primissimo The Bard's Tale, uscito ormai tanti anni fa. Graficamente è sotto tono (anche se per quelli che sono i miei gusti non mi è dispiaciuto). Il gameplay funziona bene, si possono utilizzare armi a distanza ma anche da mischia, oltre alle magie evocative o curative. Il punto di forza del titolo però è senza dubbio la storia umoristica, che si può considerare come una presa in giro nei confronti dei vecchi rpg old school che spesso trattavano temi molto più seri. Il tono scherzoso del titolo infatti, oltre alla trama, fornisce spazio anche a dei duetti fra narratore e protagonista che lasciano spesso e volentieri un sorriso. Considerando  inoltre il basso prezzo a cui l'ho acquistato sono pienamente soddisfatto.

Voto: 7

 
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HORIZON: ZERO DAWN

Commento sul gioco base.

Non sapevo cosa bene aspettarmi da Horizon, gioco che ho recuperato primariamente per la premessa narrativa e sopratutto a livello di ambientazione. Da quel punto di vista devo dire che il gioco non mi ha deluso per nulla: mi sono ritrovato davanti a un mondo enorme e con una storia molto complessa dietro alla sua nascita. Ho apprezzato tantissimo il fatto che gran parte dei contenuti del gioco è dedicata appunto all'approfondimento di aspetti di questo mondo: non solo quelli chiave che sono legati alla main quest, ma anche tutta una serie di informazione lasciate sottoforma di registrazioni audio, testi, manufatti, commenti degli NPC con cui si interagisce nell'intero gioco ed altro che tutti insieme vanno a comporre una mole di informazioni non indifferente. Se ti interessa qualcosa di specifico, c'è sicuramente modo di approfondire dentro al gioco, e questo è un aspetto che mi è piaciuto moltissimo.

Il gioco poi è riuscito a catturarmi anche lato gameplay. Credo che fosse da un pezzo che non provavo un titolo con combattimenti così divertenti da superare e soddisfacenti da vincere. Più si va avanti, più gli scontri si fanno complessi: le macchine di Horizon sono una bestia diversa dall'altra e bisognerà andare a tentativi per capire qual è il modo migliore per abbattere ogni bestione, sopratutto nel caso delle macchine più grandi. Più sottotono gli scontri con gli umani, che d'altro canto ho trovato riusciti quando questi dovevano essere affrontati assieme alle macchine (alleate o meno con essi), dato che in quel caso si moltiplicano i fattori a cui bisogna fare attenzione. Con una varietà di armi e potenziamenti vari a cui attingere, ci si può veramente sbizzarrire su cosa usare, e in linea generale ho trovato il gameplay da quel punto di vista riuscito. Personalmente consiglio di partire a difficoltà difficile per avere una sfida giusta e media

A contorno del combattimento c'è l'esplorazione dell'open world e la rete di main e side quest che riempe il tutto. In generale ho avuto l'impressione che il gioco lasci grande libertà di scelta su come proseguire: a seconda di cosa preferisci fare puoi dedicarti a quest specifiche piuttosto che altre - nulla ti vieta di lasciarne indietro alcune, dato che il grinding per avanzare di livello è praticamente inesistente (nel senso che non mi è successo praticamente mai di giocare con lo scopo specifico di livellare, semplicemente facevo le missioni che mi interessavano e naturalmente la difficoltà aumentava). Se si è sufficientemente volenterosi, il 100% porterà via diverso tempo, da dal canto mia prendendomela con calma Horizon mi ha portato via 38 ore circa prima che vedessi i titoli di coda, senza che il gioco si appesantisse troppo. Cosa che trovo notevole, dato che raramente gli open world mi catturano e spesso finisco per rushare la main quest per noia di dover fare tutto il resto - questo con Horizon non è accaduto e non escludo di riprenderlo in mano per un NewGame++ o il 100% in futuro.

L'unico aspetto che ho trovato debole in Horizon è l'aspetto narrativo, in particolare su come sono stati gestiti i dialoghi e la loro scrittura. Probabilmente aver giocato subito prima ad Uncharted 4 mi ha rovinato, ma in ogni caso spesso non trovavo i personaggi credibili, sopratutto quando le cose si facevano serie. Paradossalmente ho apprezzato di più personaggi con una caratterizzazione volutamente esagerata come alcuni NPC delle side quest piuttosto che quelli che si prendevano più sul serio proprio per questo motivo. Questo non vale per tutti in ogni caso e non inficia eccessivamente sullo scorrimento della main quest in modo eccessivo, sopratutto dalla seconda parte della storia in poi, dove la trama inizia sul serio a brillare. Ho giocato il gioco in inglese, memore di passate esperienze su giochi Guerrilla che non volevo ripetere.

Graficamente ineccepibile ma questo credo sia oramai noto a chiunque, su PS4 base inoltre non ho avuto nulla da lamentarmi.

8.5

 

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