Ufficiale Critica Sonara 3.0 | Regolamento aggiornato al primo post! | Pronti per le recensioni PS5! |

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Aggiornato tutto :sisi:
 
Fobia St. Dinfna Hotel

Finito proprio ieri sera. In realtà in questi mesi ho fatto “lascia e prendi” con questo gioco. Vuoi perché alla lunga un po’ stanca, vuoi anche per alcuni enigmi un po’ complicati. Inizialmente mi erano piaciuti, ma dopo ho compreso che bisognava girare per le 2000 stanze dell’albergo per risolvere enigmi basati soprattutto sui numeri. Per alcuni ci ho messo un po’ a capirli, ma il tutto poi diventa abbastanza frustrante, soprattutto perché non si ha una mappa a portata di mano (per orientarsi, bisogna guardare quelle fisse appese sui muri). La trama riserba qualche colpo di scena, ma nulla di così profondo. I nemici sono gli stessi in tutto il gioco (due, per l’esattezza, se si esclude quello “gigante” alla Tyrant di RE2, che crea un minimo di suspance ogni volta che appare).
Tuttavia, il gioco non è esente da parecchi pregi. Ambientazione e atmosfera sono abbastanza curati e anche graficamente si difende bene, per essere un titolo sviluppato da una sola persona. Il mostro che ci perseguita è ben realizzato e procura qualche salto dalla sedia. Le armi a nostra disposizione sono abbastanza varie e i potenziamenti (per le armi e non solo), sono ben integrati.
Tutto sommato, è un titolo godibile, se si passa sopra ai difetti citati prima. Un horror senza infamia e senza lode.

VOTO: 6
 
Aggiornato tutto!
 
THE BRIDGE CURSE: ROAD TO SALVATION

Non esiste un topic su questo gioco, comunque l’ho finito poco fa. Si tratta di un horror paranormale orientale in prima persona (che novità :asd:).
Il gioco vede protagonisti 5 studenti alle prese con un fantasma (manco a dirlo) che li perseguiterà per buona parte dell’avventura. Seppur inizialmente titubante sul gioco, devo ammettere che, col passare del tempo, è riuscito a suscitarmi dell’interesse. Gli enigmi sono carini, l’atmosfera abbastanza inquietante (anche se ci sono troppi jumpscare, troppi). Tecnicamente discreto con un buon doppiaggio (solo in inglese), mentre la trama prende una piega quasi inaspettata, tra morti ed esorcismi. Un titolo che parte in sordina ma che recupera da metà gioco, guadagnandosi la piena sufficienza. Penso che prenderò pure il secondo capitolo più avanti. Adesso ho iniziato un altro horror indie dal titolo Lunacy (manca il topic pure di questo gioco :asd:)

VOTO: 6
 
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THE BRIDE CURSE: ROAD TO SALVATION

Non esiste un topic su questo gioco, comunque l’ho finito poco fa. Si tratta di un horror paranormale orientale in prima persona (che novità :asd:).
Il gioco vede protagonisti 5 studenti alle prese con un fantasma (manco a dirlo) che li perseguiterà per buona parte dell’avventura. Seppur inizialmente titubante sul gioco, devo ammettere che, col passare del tempo, è riuscito a suscitarmi dell’interesse. Gli enigmi sono carini, l’atmosfera abbastanza inquietante (anche se ci sono troppi jumpscare, troppi). Tecnicamente discreto con un buon doppiaggio (solo in inglese), mentre la trama prende una piega quasi inaspettata, tra morti ed esorcismi. Un titolo che parte in sordina ma che recupera da metà gioco, guadagnandosi la piena sufficienza. Penso che prenderò pure il secondo capitolo più avanti. Adesso ho iniziato un altro horror indie dal titolo Lunacy (manca il topic pure di questo gioco :asd:)

VOTO: 6
Credo volessi dire Bridge, perché la maledizione della sposa non lo giocherei mai, già la vivo tutti i giorni a casa con mia moglie :mwaha:

Non lo conoscevo. Ho visto Gameplay Introduction, mi piace l'ambiente ma maledetta prima persona!
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Credo volessi dire Bridge, perché la maledizione della sposa non lo giocherei mai, già la vivo tutti i giorni a casa con mia moglie :mwaha:

Non lo conoscevo. Ho visto Gameplay Introduction, mi piace l'ambiente ma maledetta prima persona!
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Hai ragione, piccola svista :asd: Comunque molto carino pure Lunacy.
 
ALONE IN THE DARK
Finito in quasi 10 ore! Più della media, questo perché ho esaminato ogni stanza e letto tutti i documenti.
Che dire, un gioco ingiustamente bistrattato. I difetti ci sono e sono evidenti: non fa paura, tecnicamente non eccelso (le espressioni facciali sono bruttine), mostri poco caratterizzati, protagonisti e personaggi privi di carattere.
Ma al di là di questo… atmosfera a pacchi. Esplorare Villa Derceto coinvolge. Location davvero ben fatta, ricca di dettagli, di stanze da esplorare. Le altre location (ce ne sono parecchie) non sono da meno. I combattimenti non sono tanti, il gioco si basa più sull’esplorazione, sulla lettura di documenti e sulla risoluzione di enigmi (per risolverli dovete molto spesso leggere i vari file). Enigmi non esattamente complessi, ma abbastanza intuitivi.
La trama non brilla di certo, ma fa il suo dovere. Ho finito il gioco con la donna, ma sicuramente lo riprenderò più avanti con Edward.
Bella la boss fight finale, nulla di difficile comunque. I comandi non sono poi così imprecisi, perlomeno io non ho avuto problemi.
Il gioco non mi ha annoiato neanche per un istante, anzi, mi spronava ad andare avanti. E questa non è roba da poco.
Consigliato a chi ama le avventure, ma non consideratelo come un horror vero e proprio. Si lascia giocare piacevolmente, nonostante non abbia il graficone.
Una gradita sorpresa. Il migliore comunque resta il quarto capitolo della serie uscito su PS1 e PS2.

VOTO: 7,5
 
THE CASTING OF FRANK STONE
Che dire, non mi è dispiaciuto come gioco. Inferiore a Until Dawn e The Quarry ma decisamente superiore a tutta la Dark Picture Anthology.
L’inizio è lento, ma solo perché la trama ha bisogno di svilupparsi. Parlando della trama, nonostante si lasci seguire senza troppe pretese, a tratti l’ho trovata un po’ confusionaria, soprattutto verso il finale.
I protagonisti sono ben caratterizzati, tecnicamente è davvero valido, è bello da guardare e il doppiaggio è ottimamente recitato, nonostante alcuni bug che interrompono inspiegabilmente alcuni dialoghi (questo accade in tutti i giochi Supermassive).
Il problema di questi titoli è che hanno bisogno di un’evoluzione. Si seguono soprattutto per la trama, perché sono praticamente dei film, ma per far in modo che ciò accada bisognerebbe creare una storia intrigante e coinvolgente. I titoli Supermassive soffrono di questi difetto. Solo con Until Dawn sono riusciti a tenere vivo l’interesse dall’inizio alla fine. Inoltre non so fino a che punto i QTE vadano ancora di moda. Secondo me si tratta di un gameplay ormai obsoleto. A meno che non si riesca a rivoluzionarlo, resta il fatto che i QTE classici, secondo me, sono un po’ demodè.
Ottimo il sistema delle scelte che cambiano gli eventi, su quello hanno fatto un ottimo lavoro.
In conclusione, non è affatto un brutto gioco, senza infamia e senza lode, si lascia giocare, nonostante alcune sessioni noiose.

VOTO: 7.0
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Visto che siamo in tema… Faccio anche una veloce recensione di Until Dawn, visto che gli manca solo un voto per entrare nella lista :asd:

UNTIL DAWN (quick review)

Supermassive ha sfornato questo gioco ormai divenuto classico e che resta, per ora, il migliore della loro carriera.
Tutto funziona in questo gioco (o quasi): ambientazioni al top, atmosfera opprimente, protagonisti carismatici, trama funzionale e ricca di colpi di scena. Ogni tanto i dialoghi risultano un po’ fuori contesto, ma Until Dawn resta comunque un gioco che gli appassionati dele avventure horror devono assolutamente giocare.

VOTO: 8,5
 
Ultima modifica:
DEATH STRANDING

Sicuramente il titolo più strano e assurdo mai giocato negli ultimi tempi. Devo dire che a tratti l’ho amato, ma a tratti l’ho anche odiato. Quel 7 sarebbe potuto diventare un 9 se solo ci fosse stata più varietà.

Iniziamo dalle cose belle: graficamente è bellissimo da vedere, girare per quel mondo devastato mi ha affascinato, anche se poi, causa gameplay, non sono riuscito a godermelo appieno. La trama, la parte migliore del gioco, l’ho trovata ben scritta, coinvolgente e mai noiosa, con i suoi personaggi carismatici e ben caratterizzati. Fino alle battute finali devo dire che mi ha rapito e coinvolto e… che finale! Emozionante con inaspettati colpi di scena. Kojima in questo è stato magistrale, non ho nulla da dire.

Peccato che, in quelle moltissime ore di gioco, Death Stranding mi ha alla lunga annoiato, se non irritato, da lato che dovrebbe essere quello più importante: il gameplay. Premetto che ho saltato il 90% degli ordini secondari. E io di solito nei giochi le finisco sempre, in Mass Effect 2 ad esempio erano così ben fatte da spronarti a finirle tutte. Ma qui… non puoi mettermi degli obiettivi primari dove bisogna fare, a grandi linee, sempre la stessa cosa. E fare lo stesso pure con le missioni secondarie. C’è poca, pochissima, varietà. Considerando anche che non ho costruito un bel niente (odio i giochi gestionali), immaginate la frustrazione nello scalare quelle dannate montagne o camminare per ore con Sam che cadeva, inciampava, scivolava, faceva cadere pacchi. Non è stato il massimo del divertimento. Lo so che Kojima non voleva realizzare un gameplay divertente, ma caspita, non avrebbe dovuto farlo neanche così irritante.

Quelle montagne… belle da vedere, per carità, ma dopo averle scalate 1000 volte mi hanno fatto venire la nausea.

Direte voi: peggio per te che non hai costruito strade, teleferiche e altro. Dico io: è vero, ma Kojima avrebbe dovuto pensare anche a coloro che preferivano andare avanti con la storia, piuttosto che costruire. Non puoi rendere loro la vita così difficile. Il risultato per me è stato abbastanza deludente, con un gameplay poco divertente e appagante ed estremamente ripetitivo.

Eppure… Eppure non l’ho mollato. Il pensiero era corso nella mia testa durante le prime missioni, ma poi non l’ho fatto. Questo perché questo gioco, nonostante tutto, ti cattura, ha qualcosa che ti ammalia. Solo grazie alla trama e al suo immancabile fascino mi è venuta la voglia di proseguirlo, effettuare le consegne, scoprire nuovi personaggi e location. Capita la tipologia, non l’ho più giocato controvoglia, spinto dalla curiosità di sapere come la storia andasse a finire. Ed è finita bene, non mi ha deluso affatto.

Inoltre, le boss battle, lunghe ma facili, hanno spezzato quel ritmo soporifero di alcune missioni. Nulla di così memorabile, ma comunque efficaci.

Ripeto, ci fosse stata molta più varietà nelle consegne, ne avrei parlato benissimo. Invece purtroppo per me è un suo grosso limite. Comprerò sicuramente il sequel, anche perché sono davvero curioso di vedere come Kojima ha pensato di continuare la storia.

In conclusione, è stata un’esperienza di gioco unica e particolare. E solo Kojima poteva osare così tanto.

Coraggioso!

VOTO: 7.0
 
BRAMBLE: THE MOUNTAIN KING
Da quando ho conosciuto la serie di Little Nightmares (che ho adorato), sto recuperando tutti quei titoli simili (o che si avvicinano) a questi due giochi. Ho giocato Brothers che, nonostante sia lontano dalle atmosfere cupe di LN, è stato un titolo che mi ha sorpreso tantissimo. Un gioco bellissimo, commovente, sorprendente. Dopodiché ho recuperato Inside, Limbo (che devo ancora giocare) e questo Bramble. Inside lo sto giocando in questo periodo. Devo ancora finirlo ma posso dire con certezza che è uno dei titoli più geniali a cui io abbia mai giocato. È un gioco che ti lascia a bocca aperta, che ti sconvolge nonostante si tratti solo di un indie.
Ma torniamo a Bramble, che ho finito proprio pochi minuti fa. Comprato tanto tempo fa e messo in backlog, l’ho giocato solamente di recente e posso confermare che è diventato uno dei miei giochi preferiti. Ma quanto stiloso è questo titolo? Inizia in modo leggero per diventare sempre più dark ed inquietante, fino a diventare un vero e proprio horror. I boss sono bellissimi, penso tra i più belli che io abbia mai affrontato: epici, mastodontici, spaventosi, non scontati. Soprattutto il boss finale, mi ha stupito più volte (bellissima la colonna sonora, tra l’altro).
Ambientazioni, grafica, atmosfera… curatissimi! Qualche imprecisione nei controlli e nella telecamera, ma si tratta di sciocchezze di fronte a un piccolo capolavoro del genere.
Sono così entusiasta perché non mi aspettavo minimamente un titolo così bello e curato, una fiaba oscura che sfocia nell’orrore più profondo.
Giocatelo e poi mi direte.

Per me è un gioco da 9.0
 
INSIDE

Peccato non ci sia più un topic su questo gioco. Scriverò qui la recensione.

Questo gioco mi ha sconvolto. Inquietante e agghiacciante nella sua semplicità. Non ci sono dialoghi, niente sequenze filmate, niente missioni. Eppure, mi ha sconvolto, soprattutto verso il finale. Mi ha lasciato basito più volte e dentro di me dicevo: chi è il genio che ha inventato tutto questo?
Inside è ricco di sorprese, di geniali enigmi ambientali, mai frustranti ma ragionati e con un loro senso. La trama non si capisce bene, ma narra di esperimenti e tecnologia.

Inside ha stile da vendere, è inquietante, spesso trasmette un’ansia profonda, è bellissimo da vedere con i suoi sfondi cupi e oscuri. È vario, non annoia mai, è stimolante, intelligente. Capisco ora il motivo per cui sia stato acclamato così tanto dalla critica. Lo avevo ingiustamente snobbato per tutti questi anni, ma per fortuna l’ho recuperato.
Difetti? Roba di poco. Forse la trama poco chiara ma è questo il bello di Inside, perché tutto è pervaso da quel mistero che aleggia su tutto il gioco, che ti lascia con tanti dubbi e con tante domande senza risposta.
Inside è un piccolo capolavoro, un gioco che merita attenzioni e che dev’essere giocato almeno una volta.

Ora vado a scaricare Limbo.

VOTO: 9,5
 
Aggiornato tutto. Until Dawn entra in classifica e Death Stranding scende (perché perde due punti, da 83 ora è a 81)
 
KARMA: THE DARK WORLD

Che gioco strano.
Finito poco fa. Pensavo di trovarmi la classica avventura in prima persona, ma così non è stato. Karma è un gioco diverso, atipico, allucinante in certi versi, difficile da comprendere se non si segue con attenzione l’intricata trama di gioco, soprattutto verso la parte finale. Dopo averlo finito ho ancora un po’ di confusione in testa. Nonostante la confusione, comunque, la trama è ben fatta, come dicevo prima abbastanza diversa e particolare, a tratti molto drammatica e angosciante. Il gameplay è basico: non si uccidono mostri, non è un action, è un adventure dall’atmosfera opprimente e con qualche sessione di fuga. Gli enigmi sono logici e ben realizzati. Purtroppo il gioco non mi ha coinvolto abbastanza da farmelo vedere come un ottimo titolo. Ha i suoi difetti, come alcune ambientazioni poco ispirate e alcune scelte di gameplay così diverse che a volte sembrava di giocare a un altro gioco. Mi riferisco ad un paio di minigiochi così bizzarri che mi hanno lasciato un po’ perplesso. Tuttavia, non è un titolo noioso. La prima parte mi è piaciuta di più, la seconda parte è troppo differente dalla prima e l’ho preferita meno.
Si tratta comunque di un buon gioco, ma con un paio di scelte narrative e di gameplay discutibili che secondo me lo hanno rovinato un po’. Ma non è da bocciare assolutamente.

VOTO: 7.0
 
SILENT HILL F

È stato difficile valutare questo Silent Hill. Da un lato perché gli sviluppatori hanno osato proponendo un capitolo particolare, coraggioso e piuttosto fuori dagli schemi. Dall’altro perché è il primo Silent Hill che non mi ha trasmesso paura e ansia.
Iniziamo da qui, da questo per me difetto che ha condizionato il mio, comunque ottimo, voto. Non è a causa del gameplay che ho trovato ottimo e con un suo senso, non è perché non considero questo capitolo un Silent Hill. Ma perché non ho provato la benché minima paura durante l’avventura. Neanche i mostri, con un eccellente design, mi hanno provocato angoscia. Ho capito sin da subito che lo scopo di questo capitolo non era quello di spaventare o angosciare, perché gli sviluppatori si sono concentrati molto sulla trama, tanto da tenere vivo il mio interesse dall’inizio alla fine, seppur forse fin troppo criptica. Per fortuna poi ogni tassello è andato al suo posto.
Il gameplay, come accennavo prima, non mi ha creato problemi. Ho preso subito confidenza con i comandi senza alcun problema e i combattimenti li ho trovati ben fatti e mai noiosi o ripetitivi.
Silent Hill f ha una bellissima città da esplorare, ma dà il meglio di sè nelle location al chiuso che ho adorato. Un po’ meno l’Otherworld, forse fin troppo uguale a se stesso, ma comunque appagante grazie ai puzzle che ho trovato ben fatti.
Non mi è piaciuta la seconda parte di gameplay e chi lo ha finito sa cosa intendo. Quella scelta mi ha lasciato basito sia nel bene ma anche nel male. Però era necessario perché era coerente con la trama. Eppure non mi ha entusiasmato molto.
La trama, come dicevo, è lenta e ingrana piano piano ma ha un suo senso logico. Psicologica e introspettiva come i classici Silent Hill e chi dice che questo gioco non è un vero Silent Hill sa di mentire a se stesso, perché lo è eccome, nonostante i cambiamenti.
Gli enigmi… molti carini, alcuni un po’ incomprensibili. Li ho fatti a livello Impegnativo e con alcuni ci ho messo un po’ a superarli.
I personaggi mi sono piaciuti un casino, soprattutto Hinako, una protagonista eccellente che ha saputo trasmettermi diverse emozioni.
Il gioco è un ottimo Silent Hill, ma mi aspettavo un capitolo ancora più malsano e pauroso. E soprattutto in alcuni punti ci sono troppi mostri. E la scelta di fare diverse run per completare la storia mi ha lasciato un po’ perplesso.
Il mio 7,5 è un ottimo voto, avrei messo mezzo punto in più se solo mi avesse procurato almeno un po’ di spavento.
Ma in generale non ha deluso le aspettative. Mi è piaciuto parecchio e lo consiglio vivamente agli amanti della saga e anche ai neofiti. È stato un graditissimo ritorno.

VOTO: 7,5
 
Nel 2009 oggi usciva Uncharted 2. Un gioco immenso, mi ricordo all'epoca l'hype smisurato ed il divertimento. A me sembrano cosi lontani quei tempi, piena era ps3, il gaming prima dei pass / battleroyale / twich / social era incredibile. Tutti sul forum e su youtube...che nostalgia
 
LUTO

Finito proprio ora. Che giocone! Bellissimo dall’inizio alla fine.
Luto affronta diverse tematiche, forti e molto delicate: il lutto, la depressione, il suicidio, il senso di colpa nell’aver perso qualcuno che si ama e molto altro.
La trama di Luto è profonda, spaventosa, inquietante, strana, bizzarra, commovente… E si divide in due parti: la prima parte molto angosciante, ricca di tensione, di quella che ti tiene con i nervi tesi (giocarlo senza cuffie sarebbe un errore imperdonabile). La seconda parte è quella criptica, assurda, che ti lascia stupito per le cose in apparenza (solo in apparenza) non-sense che accadono su schermo. Ma tutto ha un suo filo logico. Il finale mi ha fatto venire i brividi, Luto è davvero un gioco psicologico e forte, umano, di quelli che ti fa riflettere e che ti coinvolge nella storia, facendoti sentire parte di esso, provando empatia per il protagonista, un gioco che ti fa provare sofferenza e dolore.
Bello graficamente, enigmi non proprio facilissimi ma fattibili (a parte uno nelle fasi iniziali piuttosto complicato). Il gioco non mi ha annoiato neanche per un istante, grazie alla sua varietà, alla sua bellezza visiva, alla paura che trasmette, alla delicata e drammatica storia che racconta. Un gioco che sconvolge, che cambia le carte in tavola verso il finale, che ti pone davanti a delle scelte.
Un horror capace di superare tanti tripla A usciti negli ultimi anni. Per me, Luto entra di diritto tra i migliori horror a cui io abbia mai giocato negli ultimi anni.
Il mio voto è 9.5
 
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Non è propriamente una Review ma visto che è "approfondita" te la lascio qui se può servire.


Clock Tower Rewind

Partiamo dalle dovute premesse
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Non mi sarei mai azzardato a scrivere qualcosa senza aver fatto tutto anche questa volta.

Cosa è Clock Tower? In soldoni un survival horror punta e clicca.
Un titolo sviluppato da un team molto piccolo, con una grande passione per il cinema horror (a partire dalla sua Director Hifumi Kono) e che negli anni è diventato un cult assoluto.

La premessa narrativa? è tipica di uno slasher, con tutte i cliché e le illogicità del caso.
Esempio emblematico...
"è l'accoppiata Jennifer-Doppietta, perché non la prende?" Meglio non fare domande


I controlli sono "goffi", pieni di sbavature ed imprecisioni.
Ci vuole un po' per prenderci o riprenderci la mano. La versione "Rewind" ha aggiunto qualche tweak per rendere il tutto meno pesante ma il core del giocato rimane il medesimo.

La cosa più importante? è tenere presente che sebbene si tratti di un titolo in 2D le varie schermate e la villa in sé sono intese in tre dimensioni.
A complicare la situazione ed a rendere il tutto volutamente più labirintico è la presenza di diverse stanze ed oggetti, dettate dal RNG ad inizio gioco. Cambiamenti che non solo rendono meno ripetitive le run successive ma che hanno anche amplificato l'aura di "leggenda" del titolo e sul come le condizioni per ottenere certi finali NON siano chiare di versioni in versione. Cosa che da quanto ho letto si è ripetuto anche per questa edizione.

Questa Rewind, oltre a piccoli extra e l'introduzione animata che tanto aveva stranito durante la presentazione, porta con sé le aggiunte della versione PSX e Saturn (1997) una vera novità per i giocatori occidentali essendo pressoché tutte le traduzioni amatoriali esistenti basate sulla versione SNES. Quindi altre stanze ed eventi rng ed ovviamente il tutto mentre bisogna cercare di preservare le forze e stare pronti a fuggire dal iconico Scissor Man ogni volta che sia necessario.

I posti dove nascondersi non mancano ma mi rendo conto che un giocatore navigato tenda sempre ad utilizzare quelle due/tre stanze che funzionano sempre a patto di non essere visti. I volti e le movenze dei vari personaggi sono basati su fotografie digitali di persone reali, tecnica piuttosto comune all'epoca. La protagonista è inoltre basata abbastanza chiaramente su Jennifer Connely ed in particolare il suo ruolo di Jennifer Corvino nel Phenomena di Dario Argento, uno dei registi horror preferiti di Hifumi Kono. Aggiungo come nota personale, che questa tecnica ha inavvertitamente amplificato l'aria inquietante di un certo personaggio.

Il silenzio è una costante mentre si esplora udiamo solo i passi della protagonista, le tracce sono poche ma sono immediatamente distinguibili.
Basta un suono fuori posto per capire subito che cosa sta per presentarsi sullo schermo.

Consiglierei Clock Tower a tutti? No.
è un titolo che anche trent'anni non poteva piacere a tutti. Bisogna venire a patti con i suoi limiti, solo dopo averlo fatto se ne può apprezzare l'atmosfera ansiogena, l'originalità, il fascino e l'aura lugubre che lo circonda dall'inizio alla fine. Cose da non fare? Non andatevi a leggere quello che scrive Hifumi Kono.

La director ha l'abitudine di rilasciare pezzi di lore (Canon) a caso quasi ogni anno in concomitanza con il compleanno del titolo.
Perché dico cosi? Perché è meglio, un po' come NON chiedersi perché dei personaggi con chiari nomi angolosassoni siano Norvegesi ma questa è un'altra storia.

Si spera di rivedere il secondo capitolo presto o tardi.
Nota, con secondo capitolo si intende quello che in occidente è noto semplicemente come Clock Tower.
"Struggle Within" quello che in occidente abbiamo conosciuto come Clock Tower 2 è una bestia che è meglio non risvegliare.
 
A QUIET PLACE: THE ROAD AHEAD

Finito. Devo dire che come longevità non è messo male. Allora, non si tratta affatto di un brutto gioco, anzi. La tensione è sempre costante, il gameplay varia con gradite aggiunte ad ogni livello e tecnicamente si difende bene. La trama è molto semplice, nulla di memorabile. Ci sono alcuni punti un po’ ostici, infatti il gioco è consigliato solo a chi ha parecchia pazienza, visto che per il 99% del gioco bisogna camminare molto lentamente per non fare rumore ed effettuare ogni azione in modo lento e ragionato. Non c’è azione (a parte in un livello, ma si tratta di pochi minuti di gioco), ma l’atmosfera è notevole e i mostri che ci perseguitano contribuiscono a tenere alta la tensione e la paura di venire scoperti. Una gradita sorpresa, un titolo non perfetto ma molto piacevole.

VOTO: 7.0
 
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