Per non perdere quanto scritto nella HBG...
HITMAN 2
Nel secondo capitolo per questo ottimo reboot della serie l'Agente 47 torna a proporci, con la consueta formula, vaste mappe quasi interamente esplorabile in cui scegliere la nostra strada, tra le molte disponibili, per compiere la nostra missione.
Salvo qualche affinamento delle meccaniche di gioco già proposte nella prima stagione il gameplay resta pressoché invariato: il gioco funziona e, giustamente, è stato cambiato il minimo indispensabile per continuare ad utilizzare quanto di buono proposto nella prima stagione sfruttando nuove mappe più o meno ispirate (personalmente le ho trovate nel complesso di poco inferiori alle precedenti).
Coprire le proprie tracce, restare invisibili, occultare corpi, utilizzare l'oggetto migliore in una determinata circostanza e sbarazzarsi delle prove: l'approccio stealth sarà sempre quello più soddisfacente da adottare grazie ad una vasta gamma di opportunità, travestimenti ed oggetti utilizzabili in game.
Una delle poche note dolenti è rappresentata dalle cutscenes non più inserite come classico filmato, bensì ora presenti come schermate fisse con semplice doppiaggio di sottofondo un vero peccato avervi dovuto rinunciare (quasi certamente per questioni di budget).
Grazie alle frequenti aggiunte di contratti escalation, nuove sfide e nuovi sbloccabili la rigiocabilità di alcune mappe aumenta notevolmente, e questo partendo da tempi di completamento già non brevissimi per chi vuole vedere e sbloccare tutto di ogni singola mappa.
Come nota aggiuntiva faccio presente che le mappe della prima stagione saranno disponibili gratuitamente per chi già le avava acquistate in passato.
Altra nota a margine per i contenuti aggiuntivi: le due mappe proposte non sono tra le migliori di questa seconda stagione (una piccola ed una poco ispirata) ma possono valere il costo se prese con uno dei frequenti sconti sullo store.
Voto: 8.5
DEATH STRANDING
Comprensibilmente questa nuova categoria riserverà poche sorprese e, come molti, dichiaro "Papà Castoro" la nuova opera di un Kojima non più in manette.
Un classico mondo post-apocalittico, duro e freddo, ci accoglie a gioco appena avviato e ci introduce il nostro protagonista, una buona selezione di personaggi secondari (ottimamente caratterizzati, impersonati e doppiati) ed una storia che, fin dalle prime battute, ci fa capire che dovremo mettere insieme molti tasselli di un vasto puzzle prima di capire cosa succederà... e cosa è già successo.
Uno dei grandi meriti di un gioco che solo ai profani potrà sembrare un semplice walking simulator è quello di ricompensare il giocatore al momento opportuno con la cutscene, il documento, il nuovo elemento di gameplay di cui avevi bisogno in quell'esatto momento: un gioco all'apparenza semplice e minimale che si rinnova sempre prima di annoiare, di restare senza qualcosa da offrire.
Persino la semplice costruzione delle strutture può rivelarsi appagante e complessa, ad esempio ho passato ore a decidere il corretto posizionamento di alcuni piloni della teleferica, studiando la miglior posizione possibile in funzione di quelli già piazzati da altri corrieri e valutando come collegare nel minor numero di "mosse" i vari insediamenti: una partita a scacchi contro asperità del terreno, CA che ti braccano e pioggia battente.
La storia risulta sì diluita a causa della formula open world adottata, ma dà anche la possibilità di decidere quando concentrarsi sulle missioni secondarie, sul completamento degli insedimenti, sulla caccia ad upgrade e collezionabili e quando dedicarsi alla storia per vivere il prossimo capitolo della storia di Sam.
L'atmosfera che si respira ben si lega con la narrazione, lenta ed impattante, di una trama fortemente complessa, sulle prime battute quasi impossibile da comprendere, che diviene sempre più chiara man mano che si avanza con la storia, sino al climax finale in cui ogni quesito trova risposta.
Cosa dire dell'online? Funziona, e lo fa perchè riesce a mettere in contatto una moltitudine di corrieri, di giocatori, sconosciuti tra di loro, ma con uno scopo comune: aiutarsi, e farlo grazie ad un online asincrono che spero in futuro di ritrovare anche in altri titoli.
Voto: 9
JUST CAUSE 4
Pur apprezzando la saga per quello che si propone di offrire (ovvero un open world caciarone pieno di esplosioni e dove le normali leggi delle meccanica classica vengano messe da parte per spettacolarizzare ogni azione) sono rimasto deluso da questo quarto capitolo, ed il motivo principale sta non tanto nel mancato divertimento provato nel giocarlo (dato che, comunque, pad alla mano il gioco diverte) quanto nella delusione di alcune personali aspettative.
Un uomo da solo decima un esercito, e fin qui tutto bene, il problema, però, si presenta quando la possibilità di controllare gli agenti atmosferici è relegata a poche missioni in tutti il gioco mentre era stata mostrata come il "là" per l'introduzione di nuovi, pesanti, elementi di gameplay, si presenta quando distruggere tutto, da sempre vero scopo del gioco, non è più necessario per completare le varie zone della mappa, e si vede anche quando gli upgrade per Rico ed arsenale sono stati praticamente del tutto rimossi per relegarli ad un decisamente complesso sistema di interazioni col solo rampino.
Per fare un esempio concreto di aspettativa delusa basti pensare che nel secondo capitolo della saga per completare zone della mappa era necessario ripulire ogni singola location senza mai morire, nel terzo nel farlo si poteva anche morire senza penalità aggiuntive, nel quarto addirittura non occorre farlo in quanto la mappa si libererà con poche missioni secondarie: difficoltà (già bassa) in picchiata.
Collezionare ogni veicolo diventa compiere stunt banalissimi col veicolo che si trova poco distante, la mappa torna ad essere un po' più variegata rispetto al precedente capitolo ma al tempo stesso diventa sempre più vuota di cose da fare.
Al netto di tutto questo, che potrebbe suonare come una sonora stroncatura senza però esserlo, il gioco diverte, ma meno dei sui predecessori: per staccare da titoli, a ragion veduta catalogabili come "più seri", potrà certamente andare bene (sapendo di cosa si tratta, però, o si rischia di giocare per seguire una trama che non decolla mai), se però si cerca qualcosa al pari del vecchio JC2 si rischierà, appunto, di rimanere delusi.
Voto: 6.5
PLANTS VS ZOMBIES: BATTLE FOR NEIGHBORVILLE
Il terzo capitolo di una delle pochissime saghe tps online che seguo fedelmente ha saputo darmi ore di coloratissimo svago anche quest'anno.
Anche in questo caso i cambiamenti apportati sono pochi: le mappe (ovviamente), alcuni nuovi personaggi e modifiche sui poteri individuali; non che si potesse chiedere molto di più come innovazione, ma pad alla mano il feeling è quello di una corposa espansione dei precedenti capitoli e questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni (soprattutto se si è stati molte ore su PvZ2 non troppi mesi addietro e si cerca qualcosa di nuovo).
Come sempre il gioco fa della sua atmosfera scanzonata e leggera il suo principale punto di forza assieme ad un gameplay solido e peculiare: l'abilità dovrà essere dimostrata col personaggio che meglio riusciamo a sfruttare, ben capendo come essere incisivi con le armi primarie e quando usare le abilità, riuscendo però anche ad cambiare le carte in tavola adattandosi alla eventuale presenza di nemici di particolari classi da affrontare optando per personaggi che usiamo meno spesso. Come in ogni tps che si rispetti raramente la fortuna determinerà la vittoria, sarà la skill a dire quale ombie o pianta sia il più letale.
La consueta introduzione di eventi stagionali permette di cimentarsi con la raccolta di specifici punti convertibili in gadget estetici per le proprie classi preferite, sicuramente interessante per i più appassionati che decidono di investire nel titolo un buon cumulo di ore.
Semplice ma simpatica la campagna offline (ampliata al termine dalla fase di pre-release), ideale per neofiti o non amanti del multi che non cercano la sola competizione pvp.
Voto: 7.5
FARM TOGETHER
La sorpresa sta più nel ritenere Farm Together una sorpresa piuttosto che nel fatto che Farm Together abbia saputo sorprendermi, ma volendo essere sincero devo ammettere che tra i vari titoli giocati nel 2019 questo gioco, più di tutti, si è rivelato di gran lunga migliore delle aspettative per esso nutrite.
Dopo un classico acquisto impulsivo la vendetta dei giochini da cellulare è giunta e mi ha colpito laddove batte poco il sole consolaro: nei farming simulator.
Dopo aver molto apprezzato Stardew Valley ed aver visto del buono anche nel nuovo Harvest Moon (al netto delle polemiche sulla disputa publisher/nome) mi sono ritrovato, nel caldo mese di agosto in cui non avevo nè il tempo nè la voglia di dedicarmi a titoli impegnativi ed impegnati, impelagato in quello che è uno dei time-sink migliori che abbia provato. Lo scopo del gioco è semplicemente espandere il proprio orticello e migliorare le proprie colture, senza possibilità di perdere, in un'atmosfera rilassata e priva di alcuna tensione. Un mare di sbloccabili, zero microtransazioni funzionali al gamplay (solo estetiche) e quel je ne sais quoi che ti spinge a voler fare quei cinque minuti in più che diventano sempre almeno trenta.
Unica nota negativa il dover aspettare tempo reale per poter compiere determinate azioni (meccanica classica dei f2p che però qua non può essere aggirata pagando, fortunamente), cosa che però pesa poco se si gioca a Farm Togheter in sessioni brevi una volta ogni tanto, giusto per rilassarsi.
Voto: 7.5
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