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Aggiornato tutto! Death Stranding entra nel tabellone con un modesto 80 :sisi:  

 

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Per non perdere quanto scritto nella HBG...  :unsisi:

HITMAN 2
Nel secondo capitolo per questo ottimo reboot della serie l'Agente 47 torna a proporci, con la consueta formula,  vaste mappe quasi interamente esplorabile in cui scegliere la nostra strada, tra le molte disponibili, per compiere la nostra missione. 
Salvo qualche affinamento delle meccaniche di gioco già proposte nella prima stagione il gameplay resta pressoché invariato: il gioco funziona e,  giustamente, è stato cambiato il minimo indispensabile per continuare ad utilizzare quanto di buono proposto nella prima stagione sfruttando nuove mappe più o meno ispirate (personalmente le ho trovate nel complesso di poco inferiori alle precedenti).
Coprire le proprie tracce, restare invisibili, occultare corpi, utilizzare l'oggetto migliore in una determinata circostanza e sbarazzarsi delle prove: l'approccio stealth sarà sempre quello più soddisfacente da adottare grazie ad una vasta gamma di opportunità, travestimenti ed oggetti utilizzabili in game.

Una delle poche note dolenti è rappresentata dalle cutscenes non più inserite come classico filmato, bensì ora presenti come schermate fisse con semplice doppiaggio di sottofondo un vero peccato avervi dovuto rinunciare (quasi certamente per questioni di budget).

Grazie alle frequenti aggiunte di contratti escalation, nuove sfide e nuovi sbloccabili la rigiocabilità di alcune mappe aumenta notevolmente, e questo partendo da tempi di completamento già non brevissimi per chi vuole vedere e sbloccare tutto di ogni singola mappa.

Come nota aggiuntiva faccio presente che le mappe della prima stagione saranno disponibili gratuitamente per chi già le avava acquistate in passato.

Altra nota a margine per i contenuti aggiuntivi: le due mappe proposte non sono tra le migliori di questa seconda stagione (una piccola ed una poco ispirata) ma possono valere il costo se prese con uno dei frequenti sconti sullo store.

Voto: 8.5

DEATH STRANDING
Comprensibilmente questa nuova categoria riserverà poche sorprese e, come molti, dichiaro "Papà Castoro" la nuova opera di un Kojima non più in manette.

Un classico mondo post-apocalittico, duro e freddo, ci accoglie a gioco appena avviato e ci introduce il nostro protagonista, una buona selezione di personaggi secondari (ottimamente caratterizzati, impersonati e doppiati) ed una storia che, fin dalle prime battute, ci fa capire che dovremo mettere insieme molti tasselli di un vasto puzzle prima di capire cosa succederà... e cosa è già successo.

Uno dei grandi meriti di un gioco che solo ai profani potrà sembrare un semplice walking simulator è quello di ricompensare il giocatore al momento opportuno con la cutscene, il documento, il nuovo elemento di gameplay di cui avevi bisogno in quell'esatto momento: un gioco all'apparenza semplice e minimale che si rinnova sempre prima di annoiare, di restare senza qualcosa da offrire.

Persino la semplice costruzione delle strutture può rivelarsi appagante e complessa, ad esempio ho passato ore a decidere il corretto posizionamento di alcuni piloni della teleferica, studiando la miglior posizione possibile in funzione di quelli già piazzati da altri corrieri e valutando come collegare nel minor numero di "mosse" i vari insediamenti: una partita a scacchi contro asperità del terreno, CA che ti braccano e pioggia battente.

La storia risulta sì diluita a causa della formula open world adottata, ma dà anche la possibilità di decidere quando concentrarsi sulle missioni secondarie, sul completamento degli insedimenti, sulla caccia ad upgrade e collezionabili e quando dedicarsi alla storia per vivere il prossimo capitolo della storia di Sam.

L'atmosfera che si respira ben si lega con la narrazione, lenta ed impattante, di una trama fortemente complessa, sulle prime battute quasi impossibile da comprendere, che diviene sempre più chiara man mano che si avanza con la storia, sino al climax finale in cui ogni quesito trova risposta.

Cosa dire dell'online? Funziona, e lo fa perchè riesce a mettere in contatto una moltitudine di corrieri, di giocatori, sconosciuti tra di loro, ma con uno scopo comune: aiutarsi, e farlo grazie ad un online asincrono che spero in futuro di ritrovare anche in altri titoli.

Voto: 9

JUST CAUSE 4
Pur apprezzando la saga per quello che si propone di offrire (ovvero un open world caciarone pieno di esplosioni e dove le normali leggi delle meccanica classica vengano messe da parte per spettacolarizzare ogni azione) sono rimasto deluso da questo quarto capitolo, ed il motivo principale sta non tanto nel mancato divertimento provato nel giocarlo (dato che, comunque, pad alla mano il gioco diverte) quanto nella delusione di alcune personali aspettative.

Un uomo da solo decima un esercito, e fin qui tutto bene, il problema, però, si presenta quando la possibilità di controllare gli agenti atmosferici è relegata a poche missioni in tutti il gioco mentre era stata mostrata come il "là" per l'introduzione di nuovi, pesanti, elementi di gameplay, si presenta quando distruggere tutto, da sempre vero scopo del gioco, non è più necessario per completare le varie zone della mappa, e si vede anche quando gli upgrade per Rico ed arsenale sono stati praticamente del tutto rimossi per relegarli ad un decisamente complesso sistema di interazioni col solo rampino.

Per fare un esempio concreto di aspettativa delusa basti pensare che nel secondo capitolo della saga per completare zone della mappa era necessario ripulire ogni singola location senza mai morire, nel terzo nel farlo si poteva anche morire senza penalità aggiuntive, nel quarto addirittura non occorre farlo in quanto la mappa si libererà con poche missioni secondarie: difficoltà (già bassa) in picchiata.

Collezionare ogni veicolo diventa compiere stunt banalissimi col veicolo che si trova poco distante, la mappa torna ad essere un po' più variegata rispetto al precedente capitolo ma al tempo stesso diventa sempre più vuota di cose da fare.

Al netto di tutto questo, che potrebbe suonare come una sonora stroncatura senza però esserlo, il gioco diverte, ma meno dei sui predecessori: per staccare da titoli, a ragion veduta catalogabili come "più seri", potrà certamente andare bene (sapendo di cosa si tratta, però, o si rischia di giocare per seguire una trama che non decolla mai), se però si cerca qualcosa al pari del vecchio JC2 si rischierà, appunto, di rimanere delusi.

Voto: 6.5

PLANTS VS ZOMBIES: BATTLE FOR NEIGHBORVILLE
Il terzo capitolo di una delle pochissime saghe tps online che seguo fedelmente ha saputo darmi ore di coloratissimo svago anche quest'anno.

Anche in questo caso i cambiamenti apportati sono pochi: le mappe (ovviamente), alcuni nuovi personaggi e modifiche sui poteri individuali; non che si potesse chiedere molto di più come innovazione, ma pad alla mano il feeling è quello di una corposa espansione dei precedenti capitoli e questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni (soprattutto se si è stati molte ore su PvZ2 non troppi mesi addietro e si cerca qualcosa di nuovo).

Come sempre il gioco fa della sua atmosfera scanzonata e leggera il suo principale punto di forza assieme ad un gameplay solido e peculiare: l'abilità dovrà essere dimostrata col personaggio che meglio riusciamo a sfruttare, ben capendo come essere incisivi con le armi primarie e quando usare le abilità, riuscendo però anche ad cambiare le carte in tavola adattandosi alla eventuale presenza di nemici di particolari classi da affrontare optando per personaggi che usiamo meno spesso. Come in ogni tps che si rispetti raramente la fortuna determinerà la vittoria, sarà la skill a dire quale ombie o pianta sia il più letale.

La consueta introduzione di eventi stagionali permette di cimentarsi con la raccolta di specifici punti convertibili in gadget estetici per le proprie classi preferite, sicuramente interessante per i più appassionati che decidono di investire nel titolo un buon cumulo di ore.

Semplice ma simpatica la campagna offline (ampliata al termine dalla fase di pre-release), ideale per neofiti o non amanti del multi che non cercano la sola competizione pvp.

Voto: 7.5

FARM TOGETHER
La sorpresa sta più nel ritenere Farm Together una sorpresa piuttosto che nel fatto che Farm Together abbia saputo sorprendermi, ma volendo essere sincero devo ammettere che tra i vari titoli giocati nel 2019 questo gioco, più di tutti, si è rivelato di gran lunga migliore delle aspettative per esso nutrite.

Dopo un classico acquisto impulsivo la vendetta dei giochini da cellulare è giunta e mi ha colpito laddove batte poco il sole consolaro: nei farming simulator.

Dopo aver molto apprezzato Stardew Valley ed aver visto del buono anche nel nuovo Harvest Moon (al netto delle polemiche sulla disputa publisher/nome) mi sono ritrovato, nel caldo mese di agosto in cui non avevo nè il tempo nè la voglia di dedicarmi a titoli impegnativi ed impegnati, impelagato in quello che è uno dei time-sink migliori che abbia provato. Lo scopo del gioco è semplicemente espandere il proprio orticello e migliorare le proprie colture, senza possibilità di perdere, in un'atmosfera rilassata e priva di alcuna tensione. Un mare di sbloccabili, zero microtransazioni funzionali al gamplay  (solo estetiche) e quel je ne sais quoi che ti spinge a voler fare quei cinque minuti in più che diventano sempre almeno trenta.

Unica nota negativa il dover aspettare tempo reale per poter compiere determinate azioni (meccanica classica dei f2p che però qua non può essere aggirata pagando, fortunamente), cosa che però pesa poco se si gioca a Farm Togheter in sessioni brevi una volta ogni tanto, giusto per rilassarsi.

Voto: 7.5
 

(9)


 
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Yooka-Laylee and the Impossible Lair
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Parlare di sorpresa dell'anno, a inizio febbraio, è abbastanza prematuro, fatto sta che Yooka-Laylee and the Impossible Lair è stato davvero un fulmine a ciel sereno. Nonostante il successo di critica e pubblico, la mezza delusione del primo titolo era ancora fresca, quindi diciamo che con questo sequel ci sono andato un po' cauto. Ma già dopo le prime ore ho capito che questa volta Playtonic Games aveva fatto centro, regalandoci, udite udite, un piccolo capolavoro.

Yooka-Laylee and the Impossible Lair stravolge la formula simil-open world del primo e si presenta al pubblico con un mix abbastanza inconsueto, ma veramente riuscito. Il gioco ora è strutturato a livelli in 2D a scorrimento orizzontale, connessi da un overworld da esplorare in 3 dimensioni con visuale dall'alto. L'overworld non è un semplice luogo di spostamento, ma è un vero è proprio macro-livello, in cui collezionare oggetti e potenziamenti, trovare scorciatoie e risolvere enigmi ambientali per sbloccare la versione alternativa dei 20 livelli che compongono il gioco. Ognuno di essi, infatti, ha una versione alternativa che presenta stravolgimenti in termini visivi e, soprattutto, di game design: gli sviluppatori sono riusciti a regalarci, quindi, 40 livelli totalmente diversi, ognuno che pone l'accento su una determinata scelta di gameplay. Vogliamo poi parlare dell'Impossible Lair del titolo? In poche parole, è il livello finale del gioco, disponibile dall'inizio. Anche esso, come tutti i livelli, è studiato maniacalmente e non ci sono mai sezioni ingiuste. Il gioco presenta anche altre chicche, ma le lascio scoprire a voi. Per quanto riguarda la varietà, penso che già dalla spiegazione di come è strutturato il gioco, abbiate capito che siamo su altissimi livelli.

La parte narrativa, per quello che conta per il genere, fa il suo dovere, senza infamia e senza lode. Fortunatamente le situazioni cringe e imbarazzanti del primo titolo, qui non si presentano.

Artisticamente è stato fatto un lavoro eccellente, soprattutto per quanto riguarda gli sfondi dei livelli, che ricordano architetture dell'immaginario fiabesco. Superba anche la scelta dei colori. Anche il comparto sonoro è sublime. Non ricordo una traccia sottotono, è stato fatto veramente un lavoro sopraffino. Alla luce di ciò, posso affermare che Yooka-Laylee and the Impossible Lair è una gioia per gli occhi e per le orecchie. Tecnicamente impeccabile, non c'è proprio nulla da segnalare.

Longevità spettacolare, se consideriamo anche che il gioco è stato lanciato a prezzo budget. Per vedere tutto vi serviranno una ventina di ore abbondanti.

In definitiva, Yooka-Laylee and the Impossible Lair è una piccola perla di questa gen. Riallacciandomi all'introduzione, lo considero un capolavoro perché, in tutta sincerità, non sono riuscito a trovare nemmeno un difetto. Gli sviluppatori hanno preso tanti cliché ludici del genere platform e sono riusciti a mixarli aggiungendo molte caratteristiche peculiari, regalandoci un prodotto che è un piacere da giocare e che non stanca nemmeno per un minuto. Tutti i videogiocatori dovrebbero provarlo.

VOTO: 9
 
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Giamast

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Visto che l'ho rigiocato in questi giorni e nel 2016 non lasciai il mio voto, lo faccio adesso

Uncharted 4: A Thief's End

L'ultimo capitolo delle avventure di Nathan Drake non poteva concludersi meglio. Un titolo dai valori produttivi come sempre elevatissimi, che in gran parte delle sue componenti porta la saga alla maturazione completa, specialmente per quanto riguarda gameplay shooter e narrativa. La storia è la perfetta chiusura del cerchio per tutti i personaggi, le new entry sono tutte soddisfacenti e la narrazione raggiunge livelli elevatissimi come mai era accaduto negli altri episodi della serie. A livello di gameplay abbiamo uno dei migliori shooting della generazione in campo TPS, con un sistema di hitbox ancora oggi inarrivabile, un gunplay soddisfacente ed estremamente vario grazie all'armamentario che lascia ampia scelta al giocatore. Aggiungiamo un design delle arene di combattimento votato alla totale libertà di approccio per il giocatore e ad una estrema verticalità, il tutto lascia ampio spazio all'improvvisazione e alla sperimentazione, favorendo la rigiocabilità dei singoli scontri anche grazie all'ottimo encounter select. 

Il gioco tenta, a fortune alterne, di evolvere la saga sotto vari aspetti: oltre alle già citate arene di combattimento e alla maggior libertà di approccio lasciata al giocatore, abbiamo uno stealth rinnovato e rimesso alla totale libertà del giocatore; un platforming arricchito da nuovi elementi di gameplay quali le discese, il lazo e il chiodo da arrampicata; la sperimentazione in alcuni capitoli di aree simil-sandbox e l'introduzione attiva nel gameplay della Jeep. Alcune di queste novità sono ben riuscite (Jeep, platforming e nuovi elementi di gameplay), altre invece non riescono ad esprimere a pieno il proprio potenziale (struttura sandbox delle aree e stealth), ma il risultato generale resta comunque di alto livello, con un'amalgama delle varie componenti quasi perfetta ("quasi" perchè a livello di pacing il gioco non è impeccabile, per quanto questo difetto si possa facilmente ignorare a fronte di evidenti esigenze narrative: il gioco vuole raccontare una storia, l'ultima per i nostri protagonisti, e si prende giustamente il suo tempo per farlo). A margine, il gioco presenta come sempre una cura tecnica fuori del comune e un'attenzione per i dettagli che solo ND e pochi altri riescono a garantire

Un ottimo multiplayer ed una modalità Sopravvivenza corposa arricchisono ulteriormente il pacchetto complessivo, oltre ad una serie corposa di extra e bonus sbloccabili che favoriscono nettamente la rigiocabilità del titolo. 

9

 

Vc3nZ_92

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Maelstorm

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Dragonball Z Kakarot



Un gioco dall'Aura "Quasi" Potentissima




Nuovo titolo di Dragonball uscito per Ps4 Xbox One e Pc lo scorso mese e ovviamente attesissimo dai fan cresciuti a pane e Kamehameha come il sottoscritto.

A differenza dei precedenti titoli questo Kakarot comprende l'intera storia dello Z dall'arrivo di Radish sulla terra fino alla fine della saga di Majin Bu in 4 saghe giocabili e collegate tra loro con dei recap stile serie tv.

Il gameplay mescola elementi gdr di potenziamento a fasi di combattimento con combo molto elementari, esattamente come i titoli di Naruto Uns sviluppati sempre dai Cyberconnect2. Dal lato esplorativo invece il gioco presenta diverse aree visitabili ed interamente esplorabili, peccato però che a parte svolgere le varie missioni secondarie e di raccolta delle sfere Dbz (utili a sbloccare delle mosse aggiuntive per i vari personaggi del gioco), non ci sia poi molto altro da fare. Bellissima l'aggiunta dell'Enciclopedia di Dragonball Z consultabile da inizio gioco e che si aggiorna man mano che andiamo avanti con la trama principale, dentro ci sono tantissime informazioni sui vari personaggi e delle curiosità poco conosciute anche dai fan.

Veniamo ora al perchè definisco Kakarot un titolo dall'Aura "quasi potentissima". Se da un lato abbiamo una modalità storia completa per le prime due saghe ovvero quella dei Saiyan e quella di Freezer, dall'altro le ultime due saghe presentano numerosi tagli molto fastidiosi o modifiche sostanziali alla storia per rendere il gioco Pegi 12 e non inserire scene violente che possono turbare i ragazzi, i tagli più grandi sono nell'ultima saga ovvero quella di Majin Bu, li si capisce benissimo che gli sviluppatori hanno dovuto chiudere il gioco in fretta tagliando alcune scene e inserendo il ritorno di Trunks nel futuro alternativo come probabile dlc del gioco escludendo apposta una parte fondamentale per chiudere la saga di Cell.

Altro difetto non da poco è la ripetitività di fondo, va bene esplorare la mappa ma se c'e' poco da fare oltre alle secondarie, sconfiggere i nemici potenziati e trovare le sfere del drago, ritrovandosi una marea di nemici fastidiosi da cui per fortuna si può fuggire e non c'e' l'obbligo di combattere, il gioco ti invoglia a proseguire la trama principale. Va detto che in longevità mi è durato 61 ore facendo quasi tutte le secondarie e quindi il gioco ha una buonissima longevità. Avessero curato meglio la parte esplorativa e fatto meno tagli alla storia avrei dato un voto più alto.

Ecco perchè considero questo titolo un buon punto di partenza sperando in futuri capitoli con Super e la prima serie fatti in questo stile escludento lo schifo di Dragonball Gt, mi auguro che da queste basi venga fuori un titolo ambientato nella prima serie, dato che ci sono molte citazioni e missioni secondarie con personaggi della serie originale. Rimane comunque assolutamente un titolo consigliato se come me siete cresciuti con le avventure di Goku e Company.
 
Voto Gioco: 8/10
 
Difficoltà Platino: 5/10 a causa del boss segreto e dell'allenamento a livello 10 contro i tre Bu. 
 

Giamast

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Bloodborne

La punta di diamante dell'intera produzione From Software insieme a Sekiro, Bloodborne rappresenta probabilmente il punto più alto di espressione dell'estro artistico e creativo di Miyazaki  e compagni. In una delle ambientazioni più belle, affascinanti e malate mai viste nel medium videoludico, Bloodborne offre ovviamente tutti i tratti distintivi del filone "souls", pur senza rinunciare a tanti ed importanti cambiamenti alla formula tradizionale che consentono al titolo di guadagnarsi pienamente la propria indipendenza ed originalità nel curriculum di From Software. Il gameplay è profondamente differente, basato su un approccio quasi costantemente dinamico ed aggressivo, che perfettamente si sposa con le premesse e l'universo narrativo del gioco (d'altronde si è "cacciatori" non per caso), pur senza sacrificare l'importanza fondamentale della cautela e soprattutto dello studio degli avversari. La componente ruolistica resta pienamente presente, con alcuni cambiamenti e anche semplificazioni di tanto in tanto, contribuendo ad elevare ulteriormente l'estrema profondità del gameplay e della formula di gioco generale. 

Boss fights numerose e sempre sul pezzo, equilibrio di gioco sorprendentemente ben studiato ed equilibrato, un world building clamoroso che raggiungere vette di eccellenza totali (varietà e quantità di aree di gioco, estensione e caratterizzazione delle stesse, interconnessione delle mappe, massiccia presenza di aree opzionali e segreti, tutti elementi realizzati in maniera sopraffina e che raramente si vedono in una produzione videoludica con una tale presenza e qualità), level design delle mappe praticamente perfetto, grande varietà di nemici...Elencare tutti i pregi di quest'opera mastodontica sarebbe impossibile in così poche righe. Certamente i livelli di espressione artistica raggiunti in questo titolo difficilmente hanno eguali in ambito videoludico, una tale rappresentazione di un universo così grottesco e affascinante allo stesso tempo è davvero qualcosa di raro, dal design dei nemici, alle musiche o alle ambientazioni, praticamente tutto risulta in grado di catturare il giocatore in un abisso continuo di stupore e follia. Se poi siete fan del new weird Lovercraftiano, beh, c'è il serio rischio di restarci secchi davanti a cotanta bellezza.

Lodi a parte, il gioco presenta comunque alcuni limiti che gli impediscono a mio giudizio di ambire al perfect score. Prima di tutto c'è un "grezzume" generale che va ad intaccare quasi ogni componente più giocosa del titolo: a livello tecnico non ne parliamo proprio, il gameplay avrebbe necessitato di un maggior affinamento in alcuni frangenti (specialmente telecamera e hitbox) e alcune meccaniche ruolistiche legate alla progressione del personaggio non sembrano sviluppate con la medesima cura riposta nel resto del gioco (penso soprattutto alle rune e in parte anche alle gemme del sangue). Difettucci comunque che non intaccano la qualità complessiva del titolo, se non in minima parte. Per dovere di cronaca aggiungo, però, che rigiocandolo oggi a livello tecnico la differenza rispetto al D1 è abissale, con il problema dei caricamenti totalmente risolto ed un frame rate infinitamente più stabile (seppur non perfetto)

Più seri sono i problemi legati alla narrativa e ai chalice dungeons. Per i secondi, l'idea di base è fantastica e in realtà in larga parte realizzata anche molto bene, sicuramente funzionano nell'offrire uno spaccato del gioco completamente votato al gameplay nudo e crudo. Tuttavia, se per quelli procedurali è normale che vi sia una certa ripetitività di fondo, altrettanto normale non è che questa ripetitività sia fortemente presente anche per i calici legati alla "storia" ed in questo caso sarebbe sicuramente stata preferibile una maggior differenziazione (estetica in primis, ma anche strutturale) anche a costo di ridurne il numero. Insomma, meglio pochi ma buoni, considerando che per il farming selvaggio si possono tranquillamente utilizzare quelli procedurali

Quanto alla narrativa, l'universo di Bloodborne è qualcosa di fenomenale senza alcun dubbio. Tuttavia, a livello di narrazione si poteva fare qualcosina di più nella gestione della lore, che risulta in alcuni aspetti o frangenti davvero eccessivamente criptica e caotica e, sorprendentemente, non sempre integrata in maniera ideale nel mondo di gioco come ci ha sempre abituati Miyazaki nei souls. 

In ogni caso, il gioco resta un capolavoro senza alcun dubbio, le grezzure varie che ho sottolineato impallidiscono davanti ai pregi totali che il gioco presenta e nel suo complesso resta ancora oggi una delle vette più elevate viste in questa generazione di console, se non oltre. 

9.5

 

Vc3nZ_92

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Dragon Ball Z Kakarot
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Dragon Ball Z Kakarot, sulla carta, era il gioco che tutti noi cresciuti negli anni 90 volevamo da tanto tempo. Abbiamo dovuto aspettare così tanto, ne sarà valsa la pena? No, per niente. Dragon Ball Z Kakarot è un gioco incompiuto, con una struttura ludica proveniente direttamente proprio dagli anni 90 e che per giunta non riesce a soddisfare nessuno, né il fan accanito, per via delle troppe mancanze e/o leggeri cambiamenti, né il giocatore che cerca semplicemente un buon Action-RPG leggero. Insomma, penso che da questa introduzione abbiate capito quanto il gioco mi abbia deluso, ma vediamo più nel dettaglio il perché.

Ludicamente, nonostante venga spacciato come Action-RPG, non ha nessuna componente ruolistica di rilievo. Queste ultime sono solamente accennate e talmente superflue che non bisogna mai fermarsi a pianificare nulla. Non c'è mai bisogno di organizzare il party, mai bisogno di focalizzarsi su determinate skill attive o passive, nulla di nulla. Hanno preso un po' di caratteristiche tipiche del genere, le hanno inserite a caso e si sono dimenticati di dare loro un peso all'interno dell'economia del gioco. Persino il levelling è solo fumo negli occhi: i rapporti di forza dei vari personaggi devono essere sempre quelli del manga/anime, quindi ognuno di essi riceve esperienza a gratis, senza che noi facciamo nulla, per far si che i rapporti di forza tra i guerrieri Z e tra i villains rimangano in linea con quelli che ci sono nell'opera di riferimento. Il Combat System punta tutto sulla spettacolarità, riuscendo a regalare scontro abbastanza fedeli, a scapito di qualsiasi accenno ad un minimo di profondità. Di base funziona anche, è semplicistico, ma ha un suo 'schema', il problema è che resta uguale dall'inizio alla fine, e stare a fare la stessa identica cosa, ad ogni combattimento, per 50 ore... beh, capite che viene presto a noia. A questo aggiungiamoci che ci sono 5 tipologie di nemici minori in croce e che anche le Boss Fight sono impostate come le semplici battaglie casuali con i minions e la frittata è fatta.

Come varietà ludica siamo ancora a livelli più bassi. Prima di tutto parliamo dello pseudo opern-world: mappe abbastanza grandi, raggiungibili da una world map a mò di hub, ma praticamente vuote. Non c'è una singola attività collaterale fatta bene o stimolante. Avrebbero potuto inserire tantissime sezioni, anche solo story-related, per dare un più ampio respiro al titolo, come ad esempio l'allenamento sul pianeta di Re Kaioh, per dire la prima che mi è venuta in mente, invece nulla di nulla, se non un mini-gioco ridicolo e pensato malissimo di gare. Come dicevo a inizio recensione, è un gioco rimasto come struttura ludica agli anni 90. Senza scomodare altri brand, prendiamo Budokai 3 uscito per PS2 nell'ormai lontanissimo 2004: ecco, praticamente la struttura è quella, certo più ampliata, ma la sostanza ludica è praticamente la stessa di SEDICI ANNI fa. E le missioni secondarie? Una noia totale. Sono praticamente tutte fetch quest: prendi l'oggetto X, combatti con tre minions, consegna l'oggetto X, e via così. Anche il filone narrativo di quest'ultime, spacciate come elemento che amplia la lore dell'universo di Dragon Ball perché scritte da Toriyama in persona, è di una stupidità imbarazzante, che molto spesso vi farà veramente cadere le braccia per terra. Senza parlare delle secondarie dell'end-game, ridicole come quelle prime e incoerenti con l'opera originale.

Ma quindi, cosa ha di bello questo Dragon Ball Z Kakarot? Semplicemente, ci da la possibilità di rivivere in prima persona la storia del nostro amato Dragon Ball Z. Anche qui, come già accennato, ci sono problemi. Per qualche motivo, molte cose sono assenti, molte cose sono rushate, molte cose sono state cambiate. Ma nonostante tutto, conoscendo i momenti clou della storia, vorremmo andare comunque avanti per viverli in prima persona, inoltre, svolazzare nei luoghi iconici della serie con la soundtrack dell'anime, almeno per la prima parte dell'esperienza di gioco, risulta in minima parte appagante. Insomma, l'unico pseudo-pregio del titolo è l'immersione nel mondo di Dragon Ball, grazie alle tantissime chicche per i fan, tra cui una enciclopedia completissima.

Graficamente ha alti e bassi. I modelli poligonali sono ben fatti, mentre gli effetti di luce meno, così come la composizione poligonale del mondo di gioco. La maggior parte delle cut-scene hanno una dinamicità ridicola che rende la messa in scena goffa, ed è un vero peccato, perché quelle fatte bene sono più belle dell'anime, ma purtroppo sono veramente pochissime, soprattutto se rapportate alle altre (che non definirei manco cut-scene, in tutta sincerità, ma va beh, è per capirci meglio).

Come longevità siamo su buoni livelli. La storia, facendo qualche attività extra che vi ritroverete davanti, durerà non meno di 35/40 ore. Nell'end-game poi si sbloccano molti altri contenuti, ma senza lo stimolo della storia non vorrete più giocarci. Io l'ho platinato in 50 ore perché era veramente ridicolo come difficoltà, ma ripeto, gli stimoli scendono a zero, anche perché tutti i combattimenti, sia quelli che portano al boss segreto, sia quelli random con i minions diventano di una noia assurda perché i nemici, in pratica, diventano delle spugne.

In definitiva, Dragon Ball Z Kakarot è una grossissima occasione sprecata e mia delusione ludica del 2020, per ora. E' un titolo sufficiente o poco più che consiglierei con riserva solo ai fan del brand, a prezzo budget magari, perché nonostante una montagna di fan-service non riesce mai a coccolarli ed appagarli del tutto, e che sconsiglierei a chiunque non ami l'opera magna di Toriyama, perché a loro Dragon Ball Z Kakarot non ha proprio nulla da offrire.

VOTO: 6,5
 
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ASSASSIN'S CREED ORIGINS 

Si tratta dell'ennesimo capitolo della saga degli assassini, questa volta ambientato in Egitto. Questo titolo l'ho trovato assolutamente ben fatto. Le varie città e paesi d'Egitto sono stati ricostruiti davvero bene. Le città sono vive e anche il deserto ha il suo fascino, con numerose oasi ricche della fauna locale. L'esplorazione della mappa fornisce un buon grado di soddisfazione, grazie a numerosi avamposti e accampamenti romani, tombe, templi e piramidi da esplorare. Il combact system è cambiato molto dai precedenti capitoli e personalmente l'ho apprezzato parecchio. Si può utilizzare un arco per le armi a distanza e mazze, spade, pugnali e lance per il combattimento corpo a corpo. Le animazioni non mi sono sembrate impeccabili e hanno un buon margine di miglioramento, ma tutto sommato l'ho gradito. 

La trama principale mi è piaciuta, anche se si tratta di roba già vista e le numerose missioni secondarie sono tutto sommato piacevoli, anche se piuttosto simili tra loro; nel gioco non mancano neanche le battaglie navali. 

Di bug ne ho trovati pochi e sporadicamente, nulla che ha intaccato il proseguo del gioco. 

In conclusione, il titolo in questione mi ha intrattenuto davvero a lungo, per più di 70 ore e l'ho letteralmente divorato. Mi è piaciuta la ventata di aria fresca portata da Ubisoft e ritengo che la saga abbia indirizzato la strada giusta. Per quel che mi riguarda questo capitolo è promosso a pieni voti. 

VOTO : 9

 
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Giamast

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Oggi ho terminato Prey, 35 ore di gioco precise. Bene o male ho fatto la stragrande maggioranza delle secondarie, penso di averne saltate giusto una manciata (di cui una buggata). Sono riuscito ad ottenere il true ending, oltre allo sblocco anche dei (sorprendentemente numerosi) finali alternativi ricaricando il save post-game.

Molto bello, mi è piaciuto, però ci sono anche tante cose che mi hanno fatto storcere il naso. Il gioco è un capolavoro di design, tante trovate di gameplay originali, un level design della mappa spettacolare, una struttura di gioco che lascia una totale libertà (sia di gioco che narrativa) al giocatore su quasi tutto, originalità a pacchi. Insomma, Arkane raramente sbaglia e anche qui hanno fatto centro.

In alcune cose però non mi ha fatto impazzire, tipo la varietà di nemici ridicola, ma la gestione di armi/poteri che secondo me si poteva equilibrare meglio, con scontri che alla lunga risultano davvero ripetitivi e a tratti noiosi. Caricamenti su PS4 Pro terribili, mi hanno rovinato la parte finale del gioco in cui devi fare avanti e indietro tra tante aree diverse, mamma che supplizio

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Grand Ages: Medieval 

Si tratta di uno strategico 4x ambientato nel medioevo e che fa della parte economica il suo punto di forza.

Il titolo in questione dispone di una campagna in singolo e di una modalità libera (quest'ultima giocabile anche online fino a un massimo di otto giocatori). Io ho giocato solo la campagna e la modalità libera offline e devo dire che il gioco non mi è dispiaciuto. È molto basilare, inizialmente si dispone di una città con pochi abitanti e un mercante con cui intraprendere scambi commerciali con le città degli avversari. Ogni città può produrre fino a un massimo di 5 beni a scelta a fronte dei circa 15 totali. Alla taverna si possono reclutare mercanti, operai e coloni (con cui fondare nuove città). Invece costruendo la caserma si possono reclutare soldati da utilizzare per conquistare città o proteggere i mercanti da animali selvatici o avversari durante il loro tragitto. In città si possono costruire anche chiese, moschee, monasteri, officine, magazzini e si può potenziare l'esercito reclutando diversi tipi di soldati dalla caserma. 

Le altre città possono essere conquistate o tramite la diplomazia o assediandole con l'esercito (cosa che poteva essere fatta meglio dato che le animazioni dei soldati sono molto statiche). 

Carino il fatto che l'economia delle città è influenzata da malus quali pestilenze, carestie, eruzioni vulcaniche ed agenti meteorologici (anche se l'effetto dura comunque poco). 

È stato il mio primo strategico 4x e mi sento di consigliarlo soprattutto per chi vuole approcciarsi al genere per la prima volta, in quanto può risultare di fatto un buon tutorial in vista di titoli più complessi. 

Voto: 6.5

 

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The Surge
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The surge è l'ennesimo Souls che prova a spiccare tra tutti i vari cloni di Dark Souls, riuscendoci in parte, fallendo clamorosamente su altro (troppo forse), ma andiamo con ordine, il gioco è ambientato nel futuro, quindi ha tematiche sci-fi, anche interessanti, il protagonista, Warren, è costretto su una sedia a rotelle e quindi decide di entrare nella CREO per poter camminare di nuovo grazie alle protesi avanzatissime di tale società, infatti i primi 10 minuti di gioco si controlla lui su una sedia a rotelle, durante la procedura di innesto però Warren non viene anestetizzato e ogni singolo impianto gli viene letteralmente inserito nel corpo in modo molto doloroso, lo shock però fa andare in errore tutti gli impianti che ha addosso e viene praticamente scartato come se fosse un oggetto. Svegliatosi in quella che sembra una discarica ci si dovrà far strada tra i rottami iniziando solo con un tubo di ferro (finchè ovviamente non si trova un arma decente), il gameplay è immediato perchè si affronta subito un nemico e diversi droni, e pad alla mano (con la giusta modifica a i comandi nelle opzioni) ci si rende subito conto che il gameplay diverte, e parecchio, la meccanica degli arti recisi è interessante e molto funzionale e tale sistema di taglio è strettamente legato al potenziamento di tutto, dalle armi all'equip, tagliando un arto, il busto o la testa si otterrà un pezzo di equip rotto, che verrà scambiato in parti di potenziamento nella safe-zone, ma solo se tale parte nemica aveva un armatura equipaggiata, riconoscibile attraverso il colore di tale parte del corpo, blu se non han nulla, e in quel caso si potranno fare danni maggiori, arancione sa ha un equipaggiamento da staccare, mirando alle braccia o a determinati punti è possibile anche ottenere determinate armi da certi nemici, boss compresi.

Il sonoro è un elemento molto buono, con alcune musiche valide e un doppiaggio molto valido, con elementi sonori niente male capaci anche in certi frangenti di immedesimare il giocatore in modo molto efficace.

Il potenziamento del personaggi è molto libero e da una certa libertà, si è praticamente liberi di fare quello che si vuole, il level up tramite l'EXP classica da souls, qui chiamata scarti tecnologici, praticamente non aumenta le statistiche ma solo la capacità totale della tuta e gli HP (anche se dopo un pò smetteranno di aumentare), e tale capacità servirà a inserire innesti che vanno a modificare praticamente tutto, dagli HP, alla stamina, all'energia, consumo di stamina, iniettabili di cura immediato o di rigenerazione, possibilità di rallentare la scarica dell'energia, etc.... , si potrà fare qualsiasi cosa assecondando il proprio gusto di gioco; per quanto riguarda l'equipaggiamento è abbastanza vario, tanti tipi di armi da quelle pesanti e lente, come blocchi di ferro enormi, da più rapide tipo bastoni e armi a una mano, ed è qui che secondo me il gioco comincia a mostrare i primi limiti, visto che le armi pesanti risultano molto meno efficaci di quelle veloci, anche nelle fasi avanzate, infatti l'arma migliore del gioco è una veloce, idem per le armature, le più efficaci sono quelle leggere e o medie che riducono il consumo della stamina e che aumentano il danno alle parti corazzate, le armature pesanti sono decisamente molto meno efficaci e più difficili da usare.

Altri punti negativi che si notano è lo sbilanciamento totale delle prime due aree, la prima prima area ha nemici abbastanza semplici e lenti, ma con un boss "sbagliato" che richiede quasi un'esecuzione perfetta con un arma veloce, perchè sennò si viene praticamente shottati all'istante, anche con l'armatura pesante, cosa abbastanza ridicola, nella seconda area i nemici invece sono troppo, ma troppo resistenti per l'equip che si ha e bishottano sempre all'inizio, e si è costretti a farmare in modo quasi forzato e non per piacere, e anche una volta ottenuto un equip migliore le cose non migliorano più di tanto, dato che comunque continuano a fare troppo danno, e le armi sembrano non fare chissà quale danno, decisamente come non fare un area iniziale, probabilmente dovuta alla mancanza di esperienza, le cose migliorano dalla terza area e il gioco comincia a essere più bilanciato, con nemici che fanno si male (anche se in alcuni casi certi nemici avanzati fanno meno male di quelli della seconda area, un cosa senza senso), ma con decisamente gli HP più bilanciati alla situazione e con un boss molto facile nella quarta area (che poi non è proprio la quarta, ma è in un area nuova della seconda) che è possibile fare in pochi tentativi, se non al primo colpo senza troppi problemi.

Altre note negative sono la trama e la narrazione, praticamente banale, inconsistente e piena di cliché, ed è la solita roba tra uomo e macchina, in cui la macchina deve essere il successivo step evolutivo, roba già vista e rivista, poteva essere interessante almeno se avesse avuto una narrazione migliore, ma è frammentata, dimenticabile e con personaggi che si dimenticano subito, compreso anche Warren che non ha questa grande caratterizzazione, menzione d'onore invece alle side quest, che anche se sono poche, risultano migliori della trama principale con personaggi davvero ben caratterizzati e cui ci si può affezionare, tra cui Irina, una ragazza della manutenzione e Maddy una dolcissima bimba robot che non si può non amare.

Il gioco in generale ha una buona longevità e intrattiene almeno per 25/30 ore, anche di più se si vuol farmare più del dovuto e cercare i vari segreti, tra cui audiolog da collezionare, di cui alcuni sono molto interessanti e pure questi migliori della trama principale, e monete che servono per ottenere una particolare armatura.

A livello grafico è buono a tratti, risulta pulito e abbastanza piacevole, se non fosse che le ambientazioni sono quasi tutte identiche, a parte giusto un paio, tra cui degli uffici e la parte delle serre, per i resto sono tutte un concentrato di metallo e fabbriche, abbastanza dimenticabili, oltre bug vari qua è là, qualcuno anche troppo presente, a volte ci si incastra senza capire dove andare anche per colpa di una telecamera rivedibile.

I DLC sono ben fatti invece, il primo in particolare, ha l'ambientazione migliore del gioco a tema parco di divertimenti e ha una varietà di nemici interessante, oltre ad avere una delle boss Fight migliori del gioco, con alcuni audiolog che migliorano anche il background di Warren, il secondo DLC è piacevole, molto impegnativo, è praticamente anche qua una delle aree migliori per ambientazioni, col far west non si sbaglia, entrambi i DLC hanno innesti unici e molto forti, in grado di rendere il gioco base un pò più semplice.

I PRO

  • Ottimo Gameplay
  • Buona componente sonora e doppiaggio molto buono.
  • Grande possibilità di personalizzazione delle abilità del personaggio
  • Side quest e Audiolog ben curati con personaggi interessanti
  • DLC di ottima fattura
  • Buona longevità
  • Buona varietà di armi e armature.......


I CONTRO

  • .......ma molte sono decisamente inutili.
  • Trama inconsistente, banale e piena di cliché.
  • Caratterizzazione dei personaggi della storia principale piatta
  • Sbilanciamento dei nemici delle prime due aree
  • Ambientazioni piatte, ripetute e abbastanza anonime ( a parte un paio)
  • Bug più fastidiosi del dovuto
  • Telecamera da rivedere


In conclusione, The Surge è un titolo valido che presenta vari problemi tra cui ambientazioni anonime, trama nulla e banale, uno sbilanciamento dei nemici iniziali, una telecamera da rivedere, ma che risulta comunque divertente grazie a un gameplay solido con una meccanica interessante e a una buona varietà di personalizzazione, con side quest valide, con personaggi che ricorderete, a differenza di quelli della storia principale, abbastanza longevo e con una lore raccontata attraverso gli Audiolog molto interessante, io personalmente lo consiglierei solo a un prezzo budget, se potete però andate sul secondo The Surge che sembra essere migliorato in tutto e non sono per nulla collegati.

Voto: 7.5

Voto DLC: 8

 
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Vc3nZ_92

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Yakuza Kiwami 2
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Yakuza Kiwami 2 è il rifacimento per PS4 del secondo Yakuza, uscito per PS2, in Europa, nel lontano 2008. Non avendo ancora giocato Yakuza 6, questo è stato il mio primo titolo del 'nuovo' corso del brand, con nuovo engine, formula leggermente svecchiata e snellita e tutto ciò che questo si porta dietro. Andiamo più nel dettaglio per vedere quanto questo remake (possiamo chiamarlo così? ormai nell'industria video-ludica tra remastered, remake, upgrade, etc. c'è una grandissima confusione) sia riuscito a rendere giustizia al franchise Sega.

Ludicamente parlando, il nuovo engine ha portato ad una rivisitazione totale del classico Battle System del brand. In primo luogo, gli stili che avevo tanto amato nei precedenti capitoli (nello specifico, lo 0 e il Kiwami) hanno lasciato spazio ad un BS più snello e immediato. Le classiche mosse di Kiryu ci sono tutte, ma non avendo gli stili, la loro gestione è leggermente cambiata. La cosa che più mi è dispiaciuta è stata la sensazione di pesantezza dovuta alla nuova gestione della fisica. Da un lato i colpi sono più viscerali, ma dall'altro è tutto meno reattivo. Aggiungiamoci poi che la progressione del protagonista, con relativo sviluppo delle abilità e skill, è molto più lenta che in passato, con la conseguenza che i combattimenti con i semplici mob, per la prima parte dell'avventura, risultano abbastanza monotoni e molto meno appaganti di quelli dei due capitoli con il BS a stili, che rendevano pertanto i combattimenti più vari, nonostante la rigidità del sistema. Per carità, menare le mani è sempre appagante, badate bene, ma mentirei se dicessi che preferisco questa nuova impostazione a quella vecchia, che aveva un'anima più arcade. Le boss fight invece hanno avuto un notevole upgrade, regalando ai cattivoni delle IA più particolareggiate. Ovviamente, oltre al cambio di 'registro' alla base, ci sono state anche tante piccole aggiunte, come ad esempio la Extreme Heat Mode (ovviamente rispetto ai due che ho giocato già io, non so se questa meccanica era già stata introdotto nel 6 o no).

La varietà della main e delle side quest è leggermente inferiore rispetto a quella dello 0, ma anche qui, come nel Kiwami, questo fatto può essere imputato al fatto che il gioco originale era ancora acerbo su questo versante. Le attività extra sono tantissime, e fortunatamente, anche in questo campo abbiamo avuto uno snellimento che ha portato maggiore leggerezza con la conseguenza che le attività ora si intraprendono con molta più voglia. Da sottolineare anche la presenza di 3 mini-giochi più sostanziosi: il Cabaret Club che ritorna da Yakuza 0 a cui si affiancano le Bouncer Missions e quelle della Majima Construction. Per finire il paragrafo, non posso non segnalare la presenza di una mini-storia della durata di 2/3 ore con protagonista l'amato Goro Majima, ambientata prima dell'inizio del gioco base, che si può giocare in parallelo a questo o post-game. E' una piccola chicca per i fan, soprattutto per via della storia che si ricollega ad una vicenda dello 0, e nulla più, non aspettatevi nulla di approfondito lato gameplay: Majima ha il suo Mad Dog Style ma ha due mosse in croce e se vi aspettate qualcosa simile allo 0 ne rimarrete delusi.

Per quanto riguarda la parte narrativa, devo ripetermi, ma è il punto forte della saga. Anche questa volta colpi di scena à gogo, pathos, tensione e personaggi stupendi. Insomma, il classico mix di 'potenza narrativa' della main è presente anche qui, e ancora una volta, il tutto viene bilanciato dalla demenzialità delle situazioni collaterali. Da sottolineare che questa volta l'intreccio parte più lentamente e inizia ad esplodere poco dopo la metà, un po' tardi, vero, ma alla fine ne sarà valsa la pena. Ah, fatemelo dire, finalmente non ho trovato incongruenze ludico-narrative, ci voleva tanto?

Comparto grafico mostruoso: il Dragon Engine è veramente un gioiellino. Se già nei precedenti la sensazione di immersione, grazie alla direzione artistica, era a livelli altissimi, ora non ne parliamo. Potenza bruta, giochi di luce, effetti particellari, il Giappone di Yakuza non è mai stato così bello. Inoltre, se nei combattimenti la nuova fisica ha reso tutto meno immediato e goffo, lato visivo non si può dire lo stesso: tante nuove animazioni di interazione, giacca che svolazza, insegne al neon che cadono, etc. E quanto è bello entrare nei negozi, con tutti quei colori, che sprizzano stile giapponese da tutti i pori, senza nessun caricamento? Anche tecnicamente è un gioiellino senza sbavature, se non per il ragdoll dei personaggi, dovuti sempre alla presenza della benedetta e maledetta allo stesso tempo, fisica. Comparto sonoro stupendo, con buonissimi effetti sonori e una soundtrack spettacolare, così come il doppiaggio giapponese.

Longevità eccellente, come da tradizione della saga. La storia non è molto lunga, ma giocandolo immergendovi completamente nei quartieri di Kamurocho e Sotenbori le 30 ore voleranno in scioltezza. Questa volta anche il 100% è incentivato, dato che hanno snellito di molto i requisiti della famigerata Completation List. Per il platino occorrono invece una sessantina di ore, più o meno.

In definitiva, Yakuza Kiwami 2 è un prodotto eccelso, che eguaglia, nelle gerarchie del sottoscritto, Yakuza 0 e purtroppo, come quest'ultimo, seppure per altri motivi, tra mancanze oggettive e preferenze soggettive appena citate, non riesce a raggiungere lo status di capolavoro. Ad ogni modo, Yakuza Kiwami 2 è un titolo veramente al passo con i tempi, più snello, ma che allo stesso tempo riesce a restare profondo e appagante, e per questo motivo, tutti i videogiocatori dovrebbero giocare.

VOTO: 8,5
 
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Horizon Zero Dawn

Ho finito il gioco da quasi una settimana eppure ho avuto difficoltà a scrivere anche solo due righe per esprimere i pareri, dati gli elementi che caratterizzano il gioco e anche i contrasti non sempre facili d'accettazione.

Il gioco si presenta al top, sia da un punto di vista grafico, che da im punto di vista di design complessivo di aree, personaggi e con un evoluzione e un susseguirsi notte-giorno incredibile e difficilmente riscontrabile in altri prodotti.

La protagonista è ben scritta e ben caratterizzata, come se sia stata scritta per diventare un icona indelebile di una nuova serie esclusiva, pronta a sostituire quello che Drake ha rappresentato per mamma Sony per più di 10 anni, una sorta di passaggio di consegne insomma.

Il combat system è ottimo, ben calibrato, soddisfacente e, personalmente, lo ritengo l'elemento più riuscito del prodotto Guerriglia, con gli elementi Rpg che vengono integrati e coordinati ottimamente.

Venendo alla trama iniziano i contrasti cui ho fatto riferimento prima:

Questa sicuramente è originale e interessante ma che sarebbe potuta essere narrata in maniera migliore. 

La narrativa di un prodotto, qualunque esso sia, videogioco, libro, film, serie tv ecc. la ritengo uno degli elementi fondamentali, perché riesce ad esaltare la trama, i personaggi e gli eventi oppure può affossare quanto fatto per la loro scrittura. Il modo in cui vengono narrate le vicende è importante e Horizon ha diverse pecche da questo punto di vista.

Raccontare la storia attraverso 

Ologrammi in un susseguirsi di cacce al tesoro solo per vedere cosa sia successo
l'ho trovata una scelta discutibile, considerando che spezza il ritmo del mondo di gioco in maniera non giustificabile, portando quasi alla noia in alcuni casi e comportanti che la trama addirittura risulti prevedibile e piatta, cosa che si sarebbe potuta evitare.

Ho trovato le vicende del "nuovo" mondo, ossia quelle che riguardano Ozeram, Carja e le altre popolazioni, più avvincenti e interessanti della trama principale.

Altra nota dolente riguarda i personaggi secondari, privi della caratterizzazione adeguata e poco approfonditi, comportando che, se affiancati alla protagonista, non possono che sbiadire. Avrei apprezzato che si fossero approfondite le vicende di 

Rost e cosa lo ha portato ad essere esiliato a vita e perché abbia avuto la possibilità di crescere la senza madre ma invece è stato stroncato senza esitazione, ancor prima che potesse essere sviluppato e che il giocatore si potesse davvero affezionare al mentore.




In definitiva Horizon è sicuramente un prodotto d'eccellenza, un must eve che ogni videogiocatore deve provare e vivere ma, che allo stesso tempo, non è in grado di essere paragonato alle altre esclusive dell'ammiraglia nipponica. Propio per i punti d'eccellenza che raggiunge ritengo che i difetti, per quanto possano magari essere SOGETTIVI, siano ancor più gravi, propio perché  vanno ad inficire su un lavoro di prima categoria che sarebbe potuto essere realmente un capolavoro ma che alla fine, al sottoscritto, è sembrato un tigre in gabbia, come se Guerrillia games non avesse voluto osare troppo, ma si sa, in questo mondo chi non rischia, non vince.

Voto 8.5

 
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Rufy21100

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Nioh 2 - Voto 8,5

Nioh 2 è da poco arrivato sugli scaffali. Il primo riscosse un discreto successo, per qualcuno forse inaspettato: questo secondo capitolo riuscirà a fare il bis? Vediamolo insieme.

Nioh 2 parte subito con una grande novità: un editor “quasi” infinito dove perderemo sicuramente un sacco di tempo a ricreare ciò che più ci piace. Una volta definito il nostro personaggio partiremo subito a bomba e ci ritroveremo nel bel mezzo di una guerra, scoprendo di essere dei mezzosangue, ovvero un essere nato da un umano ed uno Yokai.

La storia non è mai stato il punto più forte del gioco, e anche questa volta è lo stesso. Verremo catapultati nuovamente in una rivisitazione della storia del Giappone feudale carica di falsi miti e mitologia del posto. Insomma, non aspettatevi veramente nulla di troppo pretenzioso o con colpi di scena, seppur le cutscenes mi hanno tenuto incollato allo schermo egregiamente.

La campagna del gioco mostra tante somiglianze col primo titolo, sia per quanto riguarda l’impostazione, sia per nemici e posti simili. Anche questa volta troveremo ad attenderci un buon numero di missioni principali e tante, ma tante, missioni secondarie alle quali verranno aggiunte, di giorno in giorno, anche missioni Crepuscolo più difficili ma che danno anche accesso a maggiori ricompense quali armi, armature, oro, amrita o oggetti vari di vario livello.

La carne al fuoco in questo secondo capitolo è mostruosamente tanta, anche più del già ”grosso” primo capitolo, partendo dalla quantità delle missioni, e arrivando all’aggiunta di nuove armi e mostri vari, sia mob che boss. A tal proposito, ho trovato quest’ultimi poco ispirati come design ma comunque tutti con pattern differenti. La vera novità del gioco, però, è legata alla natura di mezzo Yokai del nostro protagonista. Grazie all’introduzione di una barra dell’anima, potremo usare le varie mosse dei nemici e perfino dei boss armonizzando i cosiddetti nuclei anima. Da ricordare anche il nuovo counter Yokai e ovviamente le trasformazioni in Yokai vere e proprie.

Da sottolineare che nelle prime zone il gioco non è bilanciato molto bene, ma non voglio sbilanciarmi visto che sono uscite, e usciranno, varie patch, purtroppo, prima che si trovi la quadra ottimale. Per concludere il capitolo relativo al gameplay, ricordo che c’è l’online, che funziona come funzionava nel primo capitolo.

Sul comparto tecnico non gli si può dire veramente nulla: semplicemente mostruoso, soprattutto nelle scene animate. Da ricordare che anche qui, come nel primo, ritorna la possibilità di scegliere tra varie modalità a seconda che si vogliano prediligere le performance, la grafica, o avere un mix equilibrato. Nella mia prova non ho notato nessun calo di frame nonostante abbia giocato su PS4 base.

Colonna sonora eccellente, seppur spesso non ci facevo caso visto quanto fossi concentrato nell’abbattere i nemici che mi si presentavano davanti. Di ottima fattura anche il doppiaggio sia in giapponese che in inglese e la traduzione in italiano è ben fatta, complimenti al team.

Longevità ottima, la prima run mi è durata una trentina di ore ma se avete già giocato il primo capitolo saprete che il gioco vero inizia con il New Game+ e conseguente innalzamento della difficoltà, costruzione della propria build, etc.










+ Battle system
+ Contenutisticamente mostruoso







- Qualche riciclo di troppo
- Qualche problema di bilanciamento





In definitiva, Nioh 2 porta con sé un riciclo di nemici e di assets ma nonostante questo mi ha sempre tenuto incollato allo schermo ad ogni sessione di gioco. E’ un more of the same che è riuscito a migliorare l’aspetto migliore del capostipite ma al tempo stesso non è riuscito a perfezionare gli altri aspetti. Spero che con un eventuale terzo capitolo ciò avvenga, magari cambiando completamente ambientazione e cercando di bilanciare meglio qualche situazione. Il talento lo hanno, speriamo bene.

 

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Divinity Original Sin 2

È stato un viaggio lunghissimo che mi è durato praticamente un mese. Come si poteva leggere dai miei commenti, mi è piaciuto e anche tanto, faccio fatica a trovare un RPG occidentale migliore di questo tra quelli che ho giocato. Combat System tra i più interessanti in circolazione, sistema di scelte e risoluzione delle quest (che già sono di un numero elevatissimo) che ti spingono a voler giocare e rigiocare per vedere come cambia tutto. Ma la chicca più bella è un'interazione ambientale ad altissimi livelli, sia in battaglia sia nell'esplorazione, che ti spinge sempre a pensare in "maniera laterale" per risolvere le questioni. Unici difetti sono una lentezza a volte eccessiva dovuta alla mancanza di un vero e proprio sprint dedicato e poi certo, va tenuto in mente che si tratta di un titolo pensato prima per PC e poi portato su PS4, quindi bisogna fare un attimo il callo con i comandi non del tutto immediati e intuitivi. Tecnicamente non posso dire che ci troviamo a livelli altissimi ma in fondo non è questo quello a cui punta Divinity 2, ma rimane sempre e comunque ispirato artisticamente. Da citare nelle battaglie più caotiche e movimentate diversi cali di frame rate (giocato su PS4 slim).

Lato trama, per non spoilerare troppo, svolge il suo compito in maniera magari non troppo originale ma lo racconta decisamente bene, complici anche le possibili varianti dovute alle scelte da fare durante il gioco. Scelte che comunque non sono mai banali o almeno, non si riducono al semplice "buono o cattivo" portandoti a riflettere su quale sia davvero la scelta migliore.

Apprezzato molto anche i companion che ho scelto, due dei momenti più belli riguardano proprio due dei miei compagni. Non spoilero nulla, dico solo grazie Sebille e grazie Lohse (e anche a te Principe Rosso, però un po' di meno
) per avermi accompagnato e anche emozionato in questa avventura. È stato un onore affrontare tutto quanto insieme a voi.


Assolutamente tra i miei possibili goty dell'anno insieme a Sekiro e Mario Odyssey (conto sempre l'anno in cui li gioco
) e sicuramente migliore esponente del genere.

+ Miglior combat system del genere
+ Sistema di scelte complesso pieno di sfaccettature
+ Personalizzazione della squadra davvero profonda
+ Scrittura di trama e personaggi ad alti livelli...

- ... Per quanto non siano il massimo dell'originalità
- Sporadici cali di frame rate nelle fasi più caotiche
- Lentezza del personaggio a volte pesante durante l'esplorazione


9.5




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