Hell
Horror Maniaco
Offline





Ogni videogiocatore degno di questo nome ha una saga a cui è passionato più di ogni altra, ha un suo personaggio simbolo, un mondo dove gli piacerebbe scorrazzare (o menar fendenti, o sparare e così via) senza sosta. Ovviamente è più probabile che siano serie nate ormai qualche anno fa quelle in grado di ritagliarsi un posto nel cuore di un giocatore, accompagnandolo magari lungo la propria crescita videoludica. E’ fuor di dubbio che uno dei brand perfettamente calzanti in questa descrizione sia uno dei pezzi da novanta di Capcom, il titolo che ci ha dimostrato che anche un demone può piangere. Back to the beginning Ormai non è più un mistero, la moda dei reboot è più viva che mai e non solo al cinema. Su questa scia Capcom ha sentito il bisogno di fare il lifting ad uno dei suoi personaggi più carismatici di sempre, quel Dante che ha dato vita ad una discreta serie di cloni. E’ di circa un anno fa la notizia di un riavvio della serie, un nuovo inizio testimoniato dal titolo, DMC Devil May Cry, privo del numero 5 che tutti si aspettavano. Si tratta di nuovo inizio in senso letterale, poiché i responsabili del progetto hanno sottolineato come si tratti della rivisitazione della storia originale di Dante. In lavorazione per Xbox 360 e PlayStation 3 presso gli studi Ninja Theory, il motto alla base di questa produzione sembra proprio “innovare senza stravolgere”. Secondo quanto dichiarato da Capcom le meccaniche di base e le caratteristiche distintive della serie verranno mantenute, ma saranno affiancate da toni dark giudicati più in linea coi tempi dalla stessa software house. Gli sviluppatori hanno promesso maggiore interazione e distruttibilità degli ambienti, nonché uno stile di combattimento più cruento rispetto al passato. Dante è adesso più aggressivo e diretto, Il restyling estetico si è palesato già sul protagonista, decisamente rivisto rispetto al passato ed ora più realistico. Dante non sfoggia più la sua chioma bianca ed il look da super macho, bensì appare più giovane e più vicino ad un ragazzo di tutti i giorni. Il direttore creativo di Ninja Theory è stato molto chiaro su questo punto: il vecchio look del protagonista (e della serie in generale) è ormai obsoleto, bisogna puntare su di un’estetica più rude e vicina a canoni più attuali. Dal punto di vista narrativo tutto ciò è stato giustificato in chiave cronologica: non si tratta infatti del quinto capitolo perché avremo a che fare con un Dante agli inizi della sua “carriera”. DMC è morto, viva DMC La ventata di novità suddette ha scatenato, come prevedibile, le critiche di moltissimi fan in tutto il globo. Cambiare una formula vincente, basata soprattutto sul carisma del protagonista, è senza dubbio una mossa rischiosa. Dal primissimo annuncio e prime apparizioni fino ad oggi, abbiamo assistito ad un certo ammorbimento delle dichiarazioni, seguite da più o meno puntuali prove in forma di immagini e di un trailer. Se inizialmente gli sviluppatori avevano mostrato un certo coraggio nelle scelte estetiche, successivamente hanno cominciato a mediare la cosa, venendo incontro alle richieste dei giocatori più fedeli. In occasione dell’E3 di quest’anno è stato mostrato un Dante nuovamente rivisto e più somigliante al classico, con addirittura la possibilità di scelta sul colore dei capelli, che potranno tornare bianchi a seconda del gusto del giocatore. E’ notizia recentissima l’implementazione di tre differenti trasformazioni, caratterizzate da set di armi e molto probabilmente tecniche di combattimento differenti. Dante potrà quindi sfoggiare la sua forma umana, durante cui usufruirà della Rebellion e delle sue fidate pistole, la forma demoniaca in cui sarà munito di una sorta di rampino che aggancia i nemici (qualcosa di simile al devil bringer di Nero per intenderci) ed infine un’inedita forma angelica caratterizzata da una grossa falce azzurra. Qualsiasi sia la forma adottata sembra comunque che gli sviluppatori abbiano voluto enfatizzare e spettacolarizzare i combattimenti aerei come mai prima d’ora. Ad oggi i lavori sembrano essere ad un buon punto, nonostante il materiale mostrato non sia tantissimo. Ciò che permane dal trailer disponibile è comunque una certa fedeltà al gameplay che ha reso celeberrima questa saga, portandola a vero emblema di un genere. E’ ribadito dunque il tentativo di innovare senza stravolgere, probabilmente nella speranza di non deludere i vecchi fan ed allo stesso tempo crearne di nuovi. Commento Finale Partito abbastanza in sordina e circondato da scetticismo generale, questo nuovo progetto realizzato dalla combo Capcom-Ninja Theory tenta di portare una ventata di novità ad un brand ormai storico e ad un personaggio divenuto un’icona dei videogiochi. Si torna alle origini, Dante è giovane ed agli inizi della carriera di cacciatore, ha un look meno modaiolo ma sempre la stessa voglia di massacrare demoni, con nuove armi e nuovi poteri a sua disposizione. Le promesse per un reboot in grande stile ci sono tutte, i fan sono pronti per questa rinascita?
Al Captivate romano abbiamo provato diversi titoli, tutti di valore e tutti profondamente diversi l'uno dall'altro. Ma, se dovessimo indicare quello che ci ha colpito di più per la sua cifra stilistica e per il gameplay indovinato, la scelta (personale, s'intende) ricadrebbe sulla discussa nuova incarnazione virtuale di Dante, DMC: Devil May Cry. Scopriamo insieme il perché di questo primo contatto positivo, e soprattutto se è rimasta intatta la giocabilità simbolo della serie. Non è bello ciò ch'è bello, ma che bello, che bello, che bello Lo sappiamo, i fan più hardcore della serie di Devil May Cry hanno accolto il nuovo look di dante come un colpo basso, un bieco tentativo di indorare il prodotto per renderlo appetibile a un pubblico più vasto, più occidentale, più giovane, più Twilight. C'è qualcosa di vero in tutto questo, altrimenti Capcom non avrebbe appaltato ai Ninja Theory lo sviluppo del titolo dandogli carta bianca in questa direzione, ma non ci sentiamo di liquidare l'operazione come un semplice restyling macina vendite per il mercato americano, perché quello che abbiamo visto è un prodotto di qualità e, soprattutto, stilisticamente decisamente indovinato. Questione di gusti? Certo, ma se è vero che soggettivamente è bello ciò che piace, è anche vero che esiste un bello oggettivo, che più o meno viene riconosciuto da tutti. Ecco, questo bello oggettivo è DMC: Devil May Cry. Romanzo di formazione La cornice temporale scelta per l'ambientazione di questo prequel dedicato a Dante è la sua post adolescenza, quando ancora portava i capelli corti e si lasciava andare ai piaceri più fisici della vita senza curarsi tanto delle conseguenze. Proprio reduce da una serata brava lo incontriamo, senza vestiti, con in bocca il sapore dell'alcol e sul letto un reggiseno di chissà chi. Ma non siamo in casa, non è la camera di un pulcioso motel di periferia, Dante vive in una roulotte dalla quale viene trascinato fuori per mezzo di un'altra donna chiamata Cat, una voce femminile più responsabile che si ripromette di aiutarlo nella sua avventura. Cat è una medium, impossibilitata a varcare il confine tra limbo e mondo dei mortali, ma in grado di sentire la presenza dei demoni e di riuscire a comunicare tra le due dimensioni: tramite una spettacolare sequenza Dante ritrova tutti i suoi vestiti, le sue armi, e si innesca un rocambolesco inseguimento tra lui e il demone che gli da la caccia, con palazzi che crollano su loro stessi e ruote panoramiche sganciate nel limbo, che seminano il terrore nella realtà, rotolando lungo un molo pieno di persone in fuga. Nel vivo dell'azione Dante è strafottente, arrogante e belloccio, e quando si ritrova catapultato nel limbo fa di tutto per mantenere alta la sua reputazione bellica. I combattimenti, vero fulcro dell'azione di gioco, sono divertenti, frenetici, e con una componente tattica che si amalgama piacevolmente senza risultare artificiosa. La scelta dell'arma con cui attaccare va fatta tra le fidate pistole (utili per la distanza, ma dal danno basso e soprattutto poco efficaci in termini di punteggio) e le tre diverse armi da corpo a corpo disponibili. Avremo una spadone, una falce (collegata ai poteri angelici) e una pesante ascia a due mani (collegata a quelli demoniaci). Da segnalare poi la presenza di due diversi rampini, uno che tira verso di noi i nemici, e l'altro che invece trasporta Dante al livello del demone selezionato. In un primissimo momento la quantità di mosse potrebbe spiazzare un novellino, ma già dopo una manciata di secondi ci si ritrova a inanellare sequenze interminabili di combo letali, alternando le diverse armi, i colpi volanti e balzando da un nemico all'altro. L'ascia a due mani è un'arma pesante, lenta, ma dal grande potere distruttivo, indispensabile per mandare in frantumi gli scudi dei nemici più coriacei, mentre la falce angelica è rapida e affilatissima, aprendo così due diverse tipologie di scontro che si adattano alle varie sollecitazioni dei demoni. I due rampini, poi, vengono utilizzati anche per delle semplici fasi platform, per raggiungere livelli lontani o per estrarre delle piattaforme dai muri dei palazzi. Le opzioni sono molte, ma pad alla mano riescono tutte a dire la loro senza far rimpiangere gli scorsi capitoli della serie. DMC: Devil May Cry è divertente da giocare, e anche questo è un giudizio oggettivo. L'altra faccia della medaglia Il mondo come lo conosciamo trova una dimensione parallela nel limbo, ambientazione che riproduce quasi fedelmente le architetture reali, per infettarle però con molti elementi demoniaci e fantastici. Camminando in questa dimensione si possono vedere le ombre dei mortali che passeggiano per le strade della realtà, e si possono vedere le influenze infernali sul nostro mondo, con le insegne dei negozi che mutano rivelando la loro vera identità di tentazioni insalubri. Il limbo è come un organismo che produce anticorpi, i demoni, per scacciare l'intruso, Dante. Ma non solo, sono le architetture stesse che si modificano, con palazzi che crollano, che cambiano forma, con pavimenti che cedono sotto i nostri piedi e pali della luce che si accartocciano come capelli bruciati. L'impatto visivo, sebbene non incredibilmente dettagliato, è dunque dei migliori, grazie alla direzione artistica che indovina una trovata dopo l'altra, creando un mondo tanto distorto quanto affascinante. Anche per quanto riguarda il design dei mostri non si può che esprimere un parere positivo, con piccoli demoni volanti che si alternano a guerrieri dotati di spadone e scudo, telecamere-occhi che lasciano il passo a combattenti sinuosi, e su tutti il demone visto nella presentazione, gigantesco e splendidamente perverso. Commento Finale DMC: Devil May Cry ci è piaciuto, sia per la giocabilità ragionata, ma intuitiva, che per lo stile personale e indovinato. Siamo sicuri che anche il giocatore più scettico, a patto di dargli una possibilità, tornerà sui suoi passi per riconoscere il valore di una produzione che sembra in grado di rinfrescare, senza snaturare, una serie tra quelle simbolo dei giochi d'azione. Rimanete su Spaziogames per saperne di più.

E3 2011 Trailer
[video=youtube;ZcUeF-n9Y7o]http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZcUeF-n9Y7o[/video]
TGS 2011 Trailer
[video=youtube;WSL3g8DJF-4]
[video=youtube;Tbl-uOIlk7k]https://www.youtube.com/watch?v=Tbl-uOIlk7k[/video]
Definitive Edition - Vergil Gameplay (09/02/2015):
Definitive Edition - Primi 30 minuti di gioco (10/03/2015):
Definitive Edition - Trailer di lancio (10/03/2015):
[video=youtube;xZmkL3l97aU]https://www.youtube.com/watch?v=xZmkL3l97aU[/img]










































Ultima modifica da un moderatore: