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Secondo me la questione SquareEnix è più complessa (o più semplice) di come la fanno in tanti. Per come la vedo io, il problema è la dicotomia tra lo standard grafico raggiunto (cosa che affligge tantissimi altri giochi, peraltro) che fa spikare i costi di produzione (così come i tempi), standard richiesto dalla stragrande maggioranza dei giocatori, checché se ne dica (sono sicuro che anche molti dei giocatori che si professano impassibili alla grafica storcerebbero di brutto il naso se pubblicassero giochi con grafica 3DS su PS4...la stampa invece li macellerebbe semplicemente), e dall'altra parte invece la voglia di contenuti qualitativamente alti anziché una semplice verniciatina di apparenze. Poi c'è il terzo incomodo del mobile.
Quindi ci ritroviamo con progetti teoricamente di prima linea, come i Final Fantasy principali e Kingdom Hearts, che sono prodotti troppo costosi, e pertanto a conti fatti conviene ritardarne la pubblicazione il più possibile.
Poi ci ritroviamo con progetti meno costosi, meno "annunciati", come Type-0 o Bravely Default, su console che permettono una tregua sul piano finanziario, oltre che una boccata d'aria fresca per quanto riguarda la critica.
E infine vabbé, ci sono anche i progettini mobile per fare qualche soldino facile e autopubblicizzare il marchio.
Per me la colpa non è tanto di SquareEnix, ma dei giocatori moderni, intesi non tanto come singoli, ma come pensiero collettivo. Alla base del fallimento dei progetti AAA per me c'è semplicemente da incolpare lo squilibrio tra gli standard moderni proposti (standard costosi e superficiali) e il desiderio nascosto (e "nascosto bene", in molti casi) dei giocatori di avere un'esperienza più profonda. Quindi, sostanzialmente, se non avessimo costretto le software houses a fare giochi sempre più pretenziosi sotto il punto di vista della grafica (cosa che riguarda pressoché tutte le software house principali), se non spaccassimo sempre il ***** quando esce fuori un gioco con grafica inferiore allo standard arbitrario, le case potrebbero osare di più. Potrebbero, ma comunque non lo farebbero, perché c'è e ci sarà sempre lo stigma dei giochi "non all'altezza della console", che è comunque il pensiero mainstream.
Quindi alla fine si finisce con il dover cercare progetti più economici possibile, e "facendo gli alternativi" cercando giochi meno gettonati si finisce con l'avere le esperienze migliori.
Se fosse davvero un problema di casa produttrice più che di costi e standard irrealizzabili, anzitutto non sarebbe solo SquareEnix ad avere il problema; in secondo luogo non avremmo avuto giochi comunque di altissima qualità fino alla generazione PS2; in terzo luogo non dovremmo avere anche nelle generazioni più recenti (PSP e 3DS) esempi di qualità conclamata pressoché all'unisono.
Quindi ci ritroviamo con progetti teoricamente di prima linea, come i Final Fantasy principali e Kingdom Hearts, che sono prodotti troppo costosi, e pertanto a conti fatti conviene ritardarne la pubblicazione il più possibile.
Poi ci ritroviamo con progetti meno costosi, meno "annunciati", come Type-0 o Bravely Default, su console che permettono una tregua sul piano finanziario, oltre che una boccata d'aria fresca per quanto riguarda la critica.
E infine vabbé, ci sono anche i progettini mobile per fare qualche soldino facile e autopubblicizzare il marchio.
Per me la colpa non è tanto di SquareEnix, ma dei giocatori moderni, intesi non tanto come singoli, ma come pensiero collettivo. Alla base del fallimento dei progetti AAA per me c'è semplicemente da incolpare lo squilibrio tra gli standard moderni proposti (standard costosi e superficiali) e il desiderio nascosto (e "nascosto bene", in molti casi) dei giocatori di avere un'esperienza più profonda. Quindi, sostanzialmente, se non avessimo costretto le software houses a fare giochi sempre più pretenziosi sotto il punto di vista della grafica (cosa che riguarda pressoché tutte le software house principali), se non spaccassimo sempre il ***** quando esce fuori un gioco con grafica inferiore allo standard arbitrario, le case potrebbero osare di più. Potrebbero, ma comunque non lo farebbero, perché c'è e ci sarà sempre lo stigma dei giochi "non all'altezza della console", che è comunque il pensiero mainstream.
Quindi alla fine si finisce con il dover cercare progetti più economici possibile, e "facendo gli alternativi" cercando giochi meno gettonati si finisce con l'avere le esperienze migliori.
Se fosse davvero un problema di casa produttrice più che di costi e standard irrealizzabili, anzitutto non sarebbe solo SquareEnix ad avere il problema; in secondo luogo non avremmo avuto giochi comunque di altissima qualità fino alla generazione PS2; in terzo luogo non dovremmo avere anche nelle generazioni più recenti (PSP e 3DS) esempi di qualità conclamata pressoché all'unisono.