Ok, ragazzi, facciamo un punto della situazione.
Con la bellezza di ben 36 ore sul groppone, ho appena finito il PRIMO vero momento cruciale della storia, e penso sia arrivato il momento di tirare un po' le somme e provare a sviscerare per bene l'ultima creaturina di mamma Square, per poi andare a parlare delle ultime vicende DECISAMENTE spoilerose più tardi.
Conosco Yoshida e il suo team da ben 10 anni. So come lavorano, so come portano avanti le loro idee creative ma, cosa più importante, so come danno forma a quelle stesse idee.
Final Fantasy XVI ha una duplice anima: la prima, quella più preponderante e prepotente, che prova a comunicare con un pubblico lontano dai confini di quella vasta macchina che è Final Fantasy XIV, e la seconda, quella più timida e conservatrice, che agilmente riesce nel portarsi dietro proprio quegli ingranaggi che hanno reso il famoso MMORPG della CBU3 una macchina tanto perfetta quanto collaudata, dove tutto sta al suo posto e tutto ha un suo fine all'interno della sua visione d'insieme.
Parto subito dicendo che no, quest'ultima Fantasia non è esente da difetti, così come non è un titolo perfetto: dungeon lineari (ciao, Final Fantasy XIV), un'effettiva difficoltà mal bilanciata, i fatidici e tanto discussi elementi RPG (eh) ridotti quasi all'osso, e un sistema di combattimento che, provando a proiettarmi in avanti, potrebbe dare MOLTE più soddisfazioni verso le fasi finali del gioco piuttosto che durante quelle iniziali.
Non è esente da difetti, ripeto, e di sicuro sono anche loro ingranaggi che hanno un loro deciso impatto all'interno dell'economia del gioco. Ingranaggi che esistono, che respirano in maniera più o meno affannosa e che sarebbe ingiusto e sbagliato non farli notare.
Eppure la visione dell'opera la si coglie in tutta la sua interezza proprio nel momento in cui l'occhio si distacca dall'attenzione nei confronti del particolare per accogliere a braccia aperte tutto il suo globale.
L'opera di Naoki e soci è maestosa, così come lo è il tessuto narrativo che sorregge lo sfondo bellico di quel di Valisthea, che trae la sua bellezza da un worldbuilding minuziosamente pensato per farti calare in un mondo in cui giochi di potere e sangue diventano parte integrante del racconto che si è voluto consegnare nelle mani del giocatore, proprio nello stesso modo in cui quel mondo viene consegnato in mani di persone fragili, emarginate, oppresse.
Valisthea è oppressione, è soffocamento, eppure la bellezza del racconto sta proprio lì: nel mettere da parte i soliti nodi più e più volte sciolti nella storia dell'intera serie per mettere finalmente sul palcoscenico l'umanità di uno dei cast più impattanti che io abbia mai visto nella mia vita, sia videoludicamente che non.
La messa in scena della rabbia, della paura, della vergogna di sé stessi, del pentimento e della debolezza umana, così come l'accettazione di ognuno di questi aspetti. Personaggi sfaccettati calati con maestria nel loro contesto vissuto, dando vita a un intreccio di reazioni emotive che rendono questo capitolo della saga uno dei migliori, se non il migliore partorito finora.
Direzione artistica che sto trovando superlativa. Ragazzi, SUPERLATIVA, una direzione che come dicevo qualche giorno fa restituisce un senso di grandiosità schiacciante, e io finirò col detestare Final Fantasy XVI per il semplice fatto che forse, dopo tutti questi anni, la CBU3 ci sta davvero facendo vivere la nostra ultima Fantasia.
Le mappe hanno un perfetto bilanciamento tra l'aprirsi e il chiudersi per dare ampio respiro alla narrazione, così come la conformazione spaziale sembra essere stata costruita ad hoc per fornire al giocatore il piacere di essere calpestata per "assorbire" secoli di storia già vissuta e, soprattutto, far sentire Clive ancora più piccolo di fronte vicende che talvolta sfuggono dal suo controllo.
Perchè Valisthea è imprevedibilità, è stravolgimento.
Ed è con quella stessa imprevedibilità che Soken fa da collante a questa grandissima struttura, con OST che riescono a infondere ricordi e nostalgia pur ascoltando dei pezzi per la prima volta.
Questo è Final Fantasy, signori. Ed è un titolo da valori produttivi che dubito verranno eguagliati in futuro.
Final Fantasy NON è morto, lunga vita a Final Fantasy.