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Flight
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L'anno scorso cercavo qualcosa di agile ed ironico che scivolasse via veloce, da intercalare ad opere più ponderose, e dopo qualche ricerca m'imbattei in L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome, seguito alla pausa successiva, tra un libro in inglese ed una biografia, da Scrivere è un mestiere pericoloso, ed oggi ho scaricato il terzo episodio, pubblicato il mese scorso, Non ditelo allo scrittore
In ordine di uscita, sono i tre romanzi, ambientati all'ombra della Mole, della piemontese Alice Basso, che vedono protagonista la ghostwriter Silvana Cassandra Sarca, detta Vani, biondina dark insopportabile e il commissario Berganza, con cui la dottoressa collabora talvolta nelle indagini per quella sua attitudine a entrare nella testa degli altri che le permette da un lato di condurre interrogatori efficaci in qualità di consulente della polizia, dall'altro di produrre libri a firma altrui per conto dell'importante casa editrice per cui Vani si degna di lavorare, perché è inutile aggiungere che anche i rapporti col datore di lavoro sono sui generis.
È Vani a narrare in prima persona, con quella sua scontrosa personalità che la butta sull'antagonismo sistematico ma con quella dose di ironia che ci fa gustare le sue (dis)avventure, alternate a qualche flashback di vita scolastica che ci aiuta ad entrare nella testa dura della protagonista.
Questi di Alice Basso sono gialli gradevoli, direi da ombrellone ma in accezione positiva dell'intrattenimento ironico che ci lascia col sorriso.
Piacendo il genere, ovviamente.
In ordine di uscita, sono i tre romanzi, ambientati all'ombra della Mole, della piemontese Alice Basso, che vedono protagonista la ghostwriter Silvana Cassandra Sarca, detta Vani, biondina dark insopportabile e il commissario Berganza, con cui la dottoressa collabora talvolta nelle indagini per quella sua attitudine a entrare nella testa degli altri che le permette da un lato di condurre interrogatori efficaci in qualità di consulente della polizia, dall'altro di produrre libri a firma altrui per conto dell'importante casa editrice per cui Vani si degna di lavorare, perché è inutile aggiungere che anche i rapporti col datore di lavoro sono sui generis.
È Vani a narrare in prima persona, con quella sua scontrosa personalità che la butta sull'antagonismo sistematico ma con quella dose di ironia che ci fa gustare le sue (dis)avventure, alternate a qualche flashback di vita scolastica che ci aiuta ad entrare nella testa dura della protagonista.
Questi di Alice Basso sono gialli gradevoli, direi da ombrellone ma in accezione positiva dell'intrattenimento ironico che ci lascia col sorriso.
Piacendo il genere, ovviamente.
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