Finito anch'io MO Astray, un'avventura breve, ma intensa. Concordo con i commenti precedenti, si tratta dell'ennesima perla indie di questa gen.
Tanta roba sia l'atmosfera lugubre del gioco, sia il concept di base bello originale. Impersonare un esserino gelatinoso stravolge tutto il platforming, la meccanica del salto gli da una certa unicità nel genere puzzle-platform, che è già affollato di titoli indie. All'inizio mi è risultato un po legnoso, poi dal cap 2 in poi, quando si sblocca un certo power-up, ci si inizia a sentire più liberi nel gestire i salti.
Molto sfiziosi i puzzle ambientali, che testano sia il solving che i riflessi del giocatore. Mi aspettavo forse un po di più dalla meccanica della possessione vista nel trailer, dal punto di vista dell'interazione ambientale. Alla fine il suo ruolo primario, che comunque funziona benissimo nell'economia del gioco, è quello di estrarre pezzettini di lore dai cervelli dei vari esseri che si incontrano. Alcuni ricordi che si leggono contribuiscono a farsi un'idea sul mondo di gioco, mentre la maggiorparte non aggiungono molto, ma rappresentano semplicemente mini pillole di angoscia.
Spettacolari le boss-battle, sono tutte epiche e dalla difficoltà più che soddisfacente (giocato a modalità difficile). L'apice si raggiunge con il boss finale, tosto ed epico ai massimi livelli. L'unico boss un po scorretto mi è sembrato quello del cap 2 con quei maledetti rovi da insta-death che al primo salto sbagliato nel corso della battaglia ti fanno ricominciare tutto daccapo.
Molto carina la lore, anche questa gestita come un puzzle. Solo una volta completato il gioco al 100% si possono mettere insieme tutti i pezzi e ricostruire l'intera timeline degli eventi. La componente narrativa si affida molto a temi classici del genere horror sci-fi, infatti all'inizio non mi aveva catturato fino in fondo, per via del senso di già visto. Ma poi specialmente nel finale riesce ad emozionare, grazie soprattuto al personaggio della "voce" che ci accompagnia per tutto il gioco ed a cui non si può non affezionarsi.